Domanda
Buonasera, sono una mamma in crisi di una bimba di 22 mesi. Giulia è stata una bimba desiderata, anche se dopo il parto ho alternato periodi di pianto ad altri di felicità (ndr leggi anche Baby Blues). Alle volte mi sentivo nervosa, ma credo sia piuttosto normale una reazione di questo genere.
Comunque, il vero problema è che mia figlia è una bambina a dir poco ingestibile e capricciosa su tutti i punti di vista. E’ intelligente e vivace, e caratterialmente molto forte, dice alcune parole molto bene, e altre così, ma insomma nel suo complesso parla.
La mattina sta con me, fino alle 14:30, i pomeriggi fino alle 19:00 sta alternativamente con i nonni materni e nonni paterni.
Non so se questo sia il problema, (o comunque peggiori la situazione, cosa condivisa anche dalla mia pediatra, perché in fin dei conti i nonni sono diversi tra di loro e comunque sono sempre nonni) perchè non riesce ad avere un’educazione stabile, ma i capricci sono all’ordine del giorno.
Alle volte la sgrido, alle volte la ignoro, altre la metto in punizione facendole capire il perché, ma lei niente, continua a fare la stessa cosa.
Non sono una mamma che le vieta tutto, anche perchè ha un carattere libero e quindi vietarle qualsiasi cosa graverebbe la situazione, ma per quanto riguarda il mangiare, il dormire, e l’igiene sono molto dura. Lei mangia con le mani, (da tanti mesi) sporcando tutto, anche se cerco di insegnare quotidianamente l’uso della forchetta (che usa raramente). Ad ogni cambio di pannolino è un dramma, mi dà i calci, e se c’è il papà preferisce farlo fare a lui. Per quanto riguarda il sonno, da sempre le ho insegnato a dormire da sola nel suo lettino alle 9:00-9:30, fino alle 7:00 (però è da tanti mesi che si sveglia la notte, oppure anche dormendo che mi chiama). Il pomeriggio dorme due ore circa. Il papà, lo vede la sera. E’ abbastanza socievole, anche se non va al nido.
La verità è che sembra che mia figlia ci sfidi sempre. Se le dico non toccare questo, anche duramente, lo fa e poi mi dice .”..no…no…”. Alle volte vuole solo me, alle volte mi caccia ed io ci rimango malissimo (mi metto anche a piangere di nascosto). Insomma sono sfinita, e non mi sento più in grado di essere una brava mamma, o forse non sono nata per farlo. Mi sarebbe piaciuto anche darle un fartello o sorella, anche per non essere troppo viziata (è l’unica in entrambe le famiglie). Ma come posso farlo se alcune volte perdo la pazienza, e la sgrido duramente? Forse la mia mamma ha ragione quando mi dice “fino a tre anni la presenza continua della mamma è indispensabile”. Mi aiuti lei, sono distrutta.
Risposta
Cara Manuela,
per prima cosa “niente panico”: a me pare che -nonostante l’evidente stanchezza e la fatica accumulate- sia riuscita a fare una sintesi completa e precisa della sua situazione. Anzi, tra le righe leggo anche delle ipotesi di intervento e di soluzione che ha già individuato e che forse vorrebbe vedere confermate prima di metterle in pratica.
La descrizione della sua bambina mi pare quella di una personcina vitale e piena di energia, che sta entrando in una fase meravigliosa anche se molto impegnativa per gli adulti intorno a lei. I bambini a due anni hanno accumulato tantissime capacità e cominciano a metterle in pratica con grande soddisfazione: parlare, camminare, mangiare da soli, scegliere con chi fare cose e come farle. È entusiasmante per lei ma anche emozionalmente faticoso e spesso tutta questa tensione ha bisogno di fluire all’esterno: noi grandi chiamiamo questi comportamenti “capricci” ma personalmente non sono sicura che sia la definizione corretta.
Forse aiuta, per capire come si sentono i bambini quando fanno i cosiddetti “capricci“, pensare a quando noi adulti abbiamo i nervi a fior di pelle o siamo stressati o la giornata è andata storta e la prima persona che ci viene incontro si prende tutto il malloppo della nostra negatività. Per fortuna non succede sempre questo, alle volte riusciamo a mettere da parte la nostra negatività e a concentrarci sulla persona che ci sta venendo incontro.
Quando riusciamo a fare questo passaggio significa che abbiamo saputo gestire le nostre emozioni e le abbiamo indirizzate verso quello che noi decidiamo essere il nostro obiettivo.
Il punto è questo: abbiamo imparato.
L’apprendimento della gestione delle emozioni (soprattutto quelle negative ma anche quelle positive) non differisce dall’apprendimento di tutte le altre capacità che noi esseri umani possiamo acquisire: camminare, parlare, mangiare e tutto quello che noi possiamo imparare. Quando iniziamo a fare qualcosa solitamente facciamo un numero elevato di errori ma poi -con l’esperienza- gli errori diminuiscono e l’efficacia aumenta.
Ecco perché i due anni dei cuccioli di uomo sono così impegnativi da essersi meritati spesso l’aggettivo “terribili”: i bambini cominciano a sperimentare consapevolmente le emozioni nelle relazioni. La gioia, la rabbia, la delusione, il desiderio, l’attesa, la frustrazione…quante emozioni provano i bambini ogni giorno? Con che intensità? Come possono imparare a modulare queste sensazioni che non sono solo mentali ma si trasformano anche in segnali fisici molto forti? Esattamente come imparano a camminare: guardando, modellando gli altri, sperimentando, sbagliando.
In altre parole i bambini imparano a esprimere le loro emozioni da come noi viviamo le nostre emozioni.
Noi siamo la palestra emozionale in cui i nostri figli si allenano alla vita.
Questa è per i genitori -ma anche per tutti coloro che si prendono cura dei bambini- una grande responsabilità di cui spesso non siamo del tutto consapevoli. Soprattutto se siamo stanchi e tanti timori si accalcano nella nostra testa e nel nostro cuore.
Ecco, in questa mail vedo prima di tutto una mamma stanca e affaticata, con il timore di non essere in grado di fare le cose giuste e che spesso cambia azioni e comportamenti perché neppure lei sa più cosa è giusto fare. E allora prima di fare qualsiasi cosa, di seguire qualsiasi strategia dedicherei del tempo a guardare tutta questa fatica e stanchezza. A prendersi cura di se stessa perché solo se lei sta bene può insegnare a sua figlia a stare bene. Le mamme sono persone non robot perfetti, possono e devono sbagliare, perché solo sbagliando possono migliorare e crescere.
Poi, tra le righe, intravedo un papà, presente e operativo. Forse potrebbe essere ancora più coinvolto, potrebbe partecipare alla definizione di una scelta educativa e metterla in pratica insieme alla mamma. Magari proprio sui limiti, le regole, i confini.
A fianco ci sono i nonni che -giustamente- possono coccolare e magari un po’ viziare la loro unica e meravigliosa nipotina. Ma che magari si sono dimenticati che oltre alla loro nipotina c’è anche la loro figlia (o nuora) che sta imparando a fare la mamma.
In fondo vedo anche una bambina in crescita, che in questa fase evolutiva ha bisogno di imparare a gestire le sue emozioni e a sperimentare i confini delle regole ma che potrà farlo solo quando gli altri membri della famiglia inizieranno a lavorare insieme, in un’unica e condivisa direzione. Non facendo le stesse cose ma riconoscendo l’obiettivo finale. Magari sarà più semplice e meno faticoso richiedendo un supporto psicologico o pedagogico per capire la direzione da prendere e fugare i dubbi: spesso già dopo i primi incontri emergono così tanti stimoli da rendere il miglioramento quasi immediato, proprio perché non ci sente più soli e isolati si può agire consapevolmente quello che prima era solo immaginato e intuito.
Un po’ come fanno i musicisti che suonano per un’orchestra: oltre a suonare il loro strumento devono imparare a farlo insieme agli altri, creando un tutto armonioso. Quando qualcuno stona o comunque l’insieme non è del tutto gradevole abbiamo bisogno di un orecchio o di un occhio esterno che ci aiuti, nella musica c’è il direttore d’orchestra che coordina tutti i musicisti su di una specifica partitura. E ovviamente nessun musicista si sente sminuito dalla presenza del direttore, perché riconosce che il suo contributo migliora il risultato finale.
Spero che queste parole le possano essere di aiuto, un caro saluto
Gloria Bevilacqua – Psicologa Psicoterapeuta
Gisella dice
…è proprio come dici tu, loro imparano da noi ad esprimere le loro emozioni. Io ho Danele di 32 mesi e sono incinta al sesto mese. Daniele e’ un bambino caparbio ma gioioso, molto socievole e al tempo stesso amante della tranquillità. E da quando ha compiuto ue anni e’ incredibile. Mi fa perdere ciclicamente la pazienza, cambio atteggiamento nei suoi o fronti, troviamo un nuovo equilibrio, poi quando pensi che le osé si siano finalmente sistemate, lui cambia di nuovo e non accetta più il modo in cui si affrontavano i no, i cambiamenti, le routine di prima. Così io mi ritrovo di nuovo a cercare un’ alternativa per fargli comprendere che tarda prendere in questa crescita….è’ difficile, molto, sopratutto dopo n periodo di malessere fisico ( vomito e nausee per 4 mesi…) e spesso sono stanca anche io…così veo che le sue giornate storte combaciano con le mie e viceversa quando sono in forma e piena di vita, lo è’ anche lui…
Insomma sembra che non finiscano mai questi momenti critici…
A maggio lui farà 3 anni, a giugno nasce la sorellina… Sarà dura, durissima, anche se mi sembra che Daniele adori i bimbi piccoli, e’ delicàto con loro, sta attento… Ma la sorellina scombussolerà tutto di nuovo. Orse mi sto preparando a questa nuova avventura. Mi sto solo allenando! Forza Manueala, anche la tua bambinati sta preparando a chi hai nella pancia!
manuela dice
Buonasera Dott.ssa. Sono passati due mesi da quando le ho scritto la lettera, ora Giulia ha quasi due anni (che compierà il 27 gennaio), ed io mi sono accorta di aspettare il secondo figlio, desiderato e voluto da entrambi.:smile: Innanzitutto, la ringrazio perchè è stata così gentile da ascoltarmi in un momento un pò così della mia vita. Giulia è di una vitalità da stancare tutti. Non gioca ma sola, pretende sempre la presenza o mia o di chi le è vicino, e quando lo fa si stanca dopo cinque minuti, non guarda mai un cartone animato, non sta mai seduta (tranne che nel seggiolone o passeggino). Ultimamente quando la sgrido ha imparato a farmi le pernacchie. Come le avevo già detto, quando la cambio è una lotta perchè tira calci (con la paura di colpirmi, visto che sono solo alla 6 settimana). Al parco tutti i bambini giocano con le altalene, scivolo, mia figlia rincorre i piccioni o trascina tutte le carrozzine 🙁 Comunque ho letto più volte la sua risposta, e mi ha fatto riflettere un punto importante:i bambini imparano a esprimere le loro emozioni da come noi viviamo le nostre emozioni. Quindi in sostanza se ho un atteggiamento nervoso o sereno lo rifletto su mia figlia, quindi come le ha scritto “siamo noi la palestra”. Mi creda se le dico, che il più delle volte cerco di ostacolare il capriccio (scusi il termine) con il sorriso, oppure di spiegarle dolcemente che alcune cose non possono essere fatte. Mantengo la calma, ma dopo l’ennesimo no, l’ennesino urlo, divento nervosa, lo ammetto, perchè mi sembra impossibile gestirla. Giulia sa bene che alcune cose non vanno fatte, del tipo tirare tutto ciò che le capita a tiro, ma ugualmente le fa. Quando usciamo per la strada, si butta per terra sporcandosi tutta, ed oltre al senso di non capirla perchè fa così, mi tocca “subire” tutti gli sguardi delle persone. Dott.ssa io ho la consapevolezza che i due anni sono un pò difficili per noi mamme, e in fin dei conti passano loro da soli. (mi auguro, lo spero). Io adoro stare con mia figlia perchè è la mia vita. Cerco di prendermi cura di me stessa, facendo della ginnastica per scaricarmi nelle ore in cui Giulia dorme. Gioco con lei, immedesimandomi in una bambina di quell’eta. Quando la guardo dormire nel suo lettino, la vedo così piccola e bella perchè in lei c’è tutta la spensieratezza, l’ingenuità dei suoi anni. Ma sono anche stanca, perchè è ha un carattere forte, deciso. Comunque seguirò il suo consiglio, perchè sono io, prima di tutti, che devo vivere le mie emozioni in modo positivo e tranquillo. Ce la metterò tutta. Cercherò di parlare anche con mio marito ed i nonni, perchè si deve collaborare tutti insieme. Augurandomi che la mia “bestiolina” diventi una meravigliosa principessa.:kissing: Grazie di cuore….MANUELA
Silvia - Le cose di ogni giorno (ex improvvisamente in 4) dice
“A prendersi cura di se stessa perché solo se lei sta bene può insegnare a sua figlia a stare bene. Le mamme sono persone non robot perfetti, possono e devono sbagliare, perché solo sbagliando possono migliorare e crescere.”
Semplicemente grazie per queste parole che non sempre vengono dette.