Gentile Prof. Lopalco,
Risposta
Gentilissima Sara
la sua storia è purtroppo lo specchio della scarsa cultura sui vaccini che molti operatori sanitari (medici inclusi) hanno.
Per chiarire ogni dubbio e per tranquillizzarla dico subito che lei è stata vaccinata secondo le più avanzate e corrette linee guida.
La vaccinazione contro la pertosse (che si somministra con il vaccino triplo che contiene anche tetano e difterite) è fortemente raccomandata nell’ultimo trimestre di gravidanza. Questa vaccinazione non ha tanto il significato di proteggere la mamma, quanto di proteggere il neonato dei primi mesi di vita.
La pertosse, infatti, è particolarmente pericolosa proprio in quei primi mesi, quando il neonato è ancora troppo piccolo per essere completamente vaccinato. Vaccinando la madre, invece, il neonato nel corso delle ultime settimane di gravidanza, acquisisce passivamente gli anticorpi che la madre ha prodotto grazie alla vaccinazione. Questi anticorpi lo proteggeranno nei primi mesi di vita, finché le vaccinazioni che farà a partire da due-tre mesi non inizieranno a mostrare la loro efficacia.
La pratica della vaccinazione contro la pertosse in gravidanza, che in altri Paesi è già stabilita da tempo, ancora non è molto conosciuta nella classe medica in Italia e, benché raccomandata ufficialmente dal Ministero della Salute, sono ancora in molti a non conoscerla. Lei è stata fortunata a trovare i colleghi della usl e la sua ostetrica che le hanno fatto fare la scelta giusta.
Dott. Pier Luigi Lopalco – Epidemiologo
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