Scritto in ottobre 2004
Matteo aveva 4 mesi
Dopo il parto di Matteo ho avuto un baby blues durato 40 giorni. Ero felice ma piangevo.
Lo sapevo che l’avrei avuto. Lo sapevo da quando ero incinta. Aspettavo con ansia l’attimo della dimissione, l’abbandono delle mura ospedaliere, dell’attenzione urbi et orbi. Non avrei mai voluto tornarmene a casa. Se mi avessero trattenuto 10 giorni sarei stata felice.
E così venne quel momento.
Simone andò a prendere l’ovetto e io scoppiai a piangere, con il mio bimbo di 2,5 kg tra le braccia, guardavo fuori dalla finestra e piangevo, nella speranza che qualcuno entrasse e mi dicesse che mi avrebbero trattenuto. Ho smesso di piangere 40 giorni dopo.
Ma è stato un bel percorso (lo dico ora).
È stato un attraversare la vita di coppia per riemergere famiglia. È stato un cambiamento di status iniziato 9 mesi prima ma prepotentemente sfociato il 31 maggio, giorno della dimissione.
Non è stato un senso di inadeguatezza, non avevo paura di non farcela o di non essere all’altezza.
Avevo paura di quello che improvvisamente e con la violenza e poesia di un parto eravamo diventati: una famiglia.
grazia dice
Mi piace tantissimo quando dici che “È stato un attraversare la vita di coppia per riemergere famiglia”…Specialmente perchè questa frase esprime appieno qualcosa che anche io ho provato…
Anche io ho avuto un baby blues di 30giorni circa…Lo smottamento è arrivato a causa dell’enorme frattura che si è creata riguardo i ritmi e abitudini del vivere quotidiano…Lo sapevo che la nostra vita sarebbe cambiata,ma fino a quando non lo vivi davvero non puoi capire la fatica ma anche la bellezza del divenire “Famiglia”.