Domanda
Buongiorno,
le scrivo per avere un consiglio su come affrontare un tema che sta suscitando in me un po’ di confusione.
Mia figlia ha 5 anni, è figlia unica e frequenta la scuola dell’infanzia dall’età di due anni. Da subito ha stretto amicizia con un bimbo coetaneo, Lorenzo, che rapidamente è diventato il suo punto di riferimento all’interno della classe. Negli anni la loro amicizia è diventata sempre più salda al punto che sono chiamati i “fidanzatini” della classe. A parte gli appellativi che il mondo degli adulti può dar loro, non ho mai avuto particolari problemi rispetto a questa amicizia perché credo che sia stato un modo tutto loro di affrontare magari lo stress dato dalla scuola e dalla separazione dalla mamma (mia figlia è moooolto mammona), oltre ad essere sicuramente espressione di una reale affinità caratteriale.
Le maestre mi hanno sempre parlato di questa particolarità e hanno dimostrato di monitorare il loro legame, arrivando anche a separarli ad esempio durante i pasti o per certe attività svolte in classe, così da dar loro modo di legare anche con altri bambini. Questo sicuramente è servito, anche se ad esser sinceri quando al mattino mia figlia arriva in classe sembra telecomandata verso il suo amichetto e se lui sta giocando con altri molla tutto per dedicarsi a lei.
A casa poi ci parlano rispettivamente dell’uno e dell’altra (anche la mamma di Lorenzo mi ha riferito le stesse scene!), lei scrive il nome di lui sui fogli che poi mi porta a casa, se sono ai giardini giocano insieme, ecc ecc. Devo precisare che a parte un paio di volte in cui abbiamo organizzato una merenda a casa, con Lorenzo e la sua famiglia non ci siamo mai frequentati al di fuori dalla scuola avendo abitudini e orari differenti.
Adesso che sono all’ultimo anno della scuola dell’infanzia e si avvicina il momento dell’iscrizione alla primaria sono molto dubbiosa su quale sia la scelta giusta da compiere: stessa classe o no? Da un lato credo che le dinamiche relazionali che si instaurano alle elementari siano più complesse e che quindi mia figlia potrà comunque avere modo di legare anche con altri bambini; dall’altro lasciandoli assieme ho paura di favorire una eccessiva o malsana chiusura della “coppia” rispetto agli altri. Da un lato la mia parte emotiva mi dice di assecondarla e di lasciare che gli eventi – qualunque essi siano – si svolgano da soli, dall’altro la mia parte razionale mi mette mille dubbi sul fatto che possa essere la scelta giusta! Ho paura di ferire mia figlia, sia facendo una scelta troppo “impositiva” togliendole la possibilità di star vicino al suo amichetto, sia assecondando questo rapporto che potrebbe comunque portarla a delusioni e difficoltà.
La ringrazio molto per il consiglio che ci saprà dare.
Grazie e buona lavoro!
Eleonora
Risposta
Cara Eleonora,
dubito potrei darti un consiglio su come prendere la tua decisione, ma posso esternarti le mie riflessioni su un tema simile che ha riguardato l’roganizzazione scolastica nell’istituto di mia figlia.
Lì le insegnanti hanno l’abitudine dichiarata di permettere ai bambini di scegliere il proprio compagno al momento dell’ingresso a scuola (molto importante per creare il clima emotivo favorevole), ma di decidere loro come organizzare i piccoli gruppi per le attività programmate. Questo consente ai bambini di sperimentare la “diversità“, di stare a contatto un po’ con tutti, e questo è sicuramente un’occasione di crescita.
Non significa che per ogni bambino debba essere ogni giorno piacevole ritrovarsi con il compagno assegnato piuttosto che con quello scelto, ma di certo questo momento rappresenta la possibilità di aprirsi a nuove esperienze, più o meno piacevoli, e di fare una differenza tra le stesse.
A volte i bambini tornano a casa raccontando soddisfatti di aver scoperto nuove amicizie, a volte un po’ imbronciati perché per quel giorno non è andata bene. Servono entrambe le cose.
Stare sempre con lo stesso compagno, d’altro canto, rappresenta la tranquillità del conosciuto, del porto sicuro, dell’affinità. Un momento di relax.
Sappiamo bene quanto possa essere importante, ma è anche vero che una buona crescita è fatta di sicurezza e di avventura, di somiglianze e di differenze, di conosciuto e sconosciuto. E’ impossibile ampliare i propri orizzonti senza il coraggio di veleggiare al di fuori di porti sicuri.
Abbi fiducia, dunque: vola solo chi osa farlo.
Un caro saluto,
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