Domanda
Ho due bambini meravigliosi, S. 7 anni e sette mesi e R. 6 anni compiuti il 27 Aprile (hanno 16 mesi di differenza).
Vivo di sensi di colpa per non aver fatto fare l’anticipo scolastico al piccolo eppure la sua maestra e mia suocera (anch’essa maestra elementare) mi consigliavano di mandarlo ma io non me la sono sentita poiché Riccardo aveva vissuto un anno scolastico brutto, in quanto in classe c’era un bimbo con problemi seri che destabilizzava la classe e non avendo imparato nulla lo vedevo come se gli mancasse qualcosa.
Mi sono ritrovata a vedere il mio bambino capace bravo e annoiato in un’altra scuola di suore, quando andavo a prendere Serena vedevo i bambini di prima elementare e mi sentivo morire perché lui avrebbe potuto essere con loro e la cosa che mi ferisce mi fa stare veramente male è vedere che ho creato più distacco tra S. e R. quando avrebbero potuto togliersi un anno di scuola ed avere più cose in comune (questa è la cosa che mi fa stare veramente male).
Ho sensi di colpa non ho dato la giusta fiducia al mio bambino! Prima dell’inserimento mi sono documentata su internet ho chiesto alla maestra di mia figlia e in linea generale tutti lo sconsigliavano ma mi sono rovinata semplicemente l’esistenza. Adesso è troppo tardi…
Mi aiuti Dottoressa la prego mi sveglio la notte, è diventato un pensiero fisso! Perdoni lo sfogo.
Saluti
Giusi
Risposta
Cara Giusi,
sembra che questo argomento sia davvero pesante per te, e mi dispiace.
La prima riflessione che la tua preoccupazione mi ha suscitato è che, nella vita, la “qualità” che attribuiamo alle cose da superare dipende esclusivamente dal nostro modo di percepirle.
Questo significa che, con buone probabilità, in questo momento per te c’è tanto dentro a questa decisione già presa, e che la tua difficoltà non si fermi al semplice giudizio sul tuo operato.
Ti sei mai chiesta come fanno alcune persone ad affrontare prove che ci sembrano difficilissime, e a mantenere il sorriso sulle labbra, positività e coraggio? Io credo che tutto dipenda dall’ampiezza del nostro sguardo.
Più siamo capaci di ampliare la nostra percezione delle cose, di non mantenerla fissa su un punto, più la nostra esperienza di apparirà varia e ricca.
Spesso ci sembra che un momento difficile non possa offrirci niente di buono, che le nostre mani siano legate, che non abbiamo scelta, o, peggio, che tutto è perduto.
Basta fare un passo indietro, guardare le cose da un’altra prospettiva, e tutto cambia. Il paesaggio diventa più ampio. Non cancelliamo le difficoltà, ma possiamo vedere nuovi percorsi, o nuovi modi di aggirare l’ostacolo.
La realtà non è mai solo bianca o solo nera, nel mezzo ha infinite sfumature che è difficile cogliere… nelle mie parole non vi è, quindi, giudizio nei tuoi confronti: capita davvero a tutti, nessuno escluso, di rimanere vittime della negatività, e di restare con lo sguardo fisso in un punto, quello più difficile ed urgente.
La soluzione, come ti dicevo, è nel prenderci cura del nostro disagio.
Nel cercare sostegno quando non ce la facciamo da soli.
Perché a volte è davvero difficile accorgerci che anche in un errore si nascondono infinite risorse ed opportunità, o non accusarci di scelte fatte per necessità, per urgenza, per stanchezza, solitudine, insicurezza, o sulla scia di uno slancio emotivo.
Non dormire la notte in preda all’ansia dev’essere un peso davvero terribile da sostenere da sola. Cosa pensa il papà di questa situazione? Riesce a rassicurarti il suo punto di vista?
E’ possibile che in questo momento, non so per quali motivi, tu sia più fragile del solito, e che abbia bisogno di qualcuno che ti aiuti a portare il peso sulle tue spalle (metafora che uso spesso nei riguardi della nostra vita, che è come un viaggio fatto con zaino seguito).
Se fossi in te proverei a valutare questi aspetti, che riguardano più i tuoi vissuti che il contenuto del problema.
Non so perché tu abbia pensato che non avrei dovuto leggere il tuo messaggio (incipit della tua mail, che mi ha colpito molto), ma, come vedi, l’ho letto ed ho risposto.
Condividere questo peso potrebbe essere il tuo prossimo passo: con tuo marito, con un’amica, una persona di fiducia, o se preferisci anche con un terapeuta che ti offra un sostegno sicuro e competente.
Prova ad avere fiducia nella possibilità di chiedere aiuto, e al non dover fare tutto da sola. E’ solo un’ipotesi, o se preferisci un augurio per te.
Resto a tua disposizione, e spero tu possa risollevarti presto dalle tue preoccupazioni.
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