Domanda
Buongiorno Dott.ssa Agnone,
sono una mamma di un bellissimo e vivace bambino di 3 anni (premetto che ha frequentato il nido e sta frequentanto il primo anno di materna) che ultimamente si comporta in un modo molto strano, almeno per noi e non sappiamo come reagire: i lavoretti e i disegni che fa a scuola non vuole consegnamerli e non vuole assolutamente portarli a casa.
Giusto ieri è capitato con il lavoretto che hanno fatto per Natale (una bellissima pecorella:) non c’è stato verso, si è messo a piangere disperato e, nonostante l’intervento dell’insegnante e il mio, ha voluto lasciarla e così ho fatto…
Mi trovo in difficoltà in quanto non so come comportarm: abbiamo in questi primi tre anni cercato di dargli autostima valorizzando le cose che fa. Abbiamo anche notato che quando gli diciamo che è stato bravo oppure che quello che ha fatto è bello lui di riflesso dice invece che è brutto e che non è stato bravo!
Cosa dobbiamo fare?
Grazie
Risposta
Carissima, ti rispondo “da mamma”.
A volte noi genitori di oggi tendiamo a sovrastimare alcune cose, pre-occupandoci. Stando a quel che mi scrivi, il piccolo esprime totalmente il suo avere 3 anni.
È l’età infatti dello sviluppo della personalità, dell’affermazione di sé, dei rifiuti strani, forti, e (aggiungo) insopportabili per noi genitori.
È una gran fatica stare loro dietro, e in questa fatica risiede l’importanza di saper dosare il nostro intervento in modo equilibrato. Com’è difficile!
Essere genitori consapevoli è una nostra risorsa, che tuttavia non si deve ritorcere contro di noi. Dobbiamo aver chiaro quanto sia importante lasciare loro spazio senza spaventarci, e nello stesso tempo essere lì accanto a loro, a far da guida. Contenere, indirizzare, e dar loro la libertà di esprimersi.
Sembra una combinazione esplosiva, vero?
Ed intanto è tutto qui. Hai scritto bene: “non sappiamo come reagire”. Credo che sia questione di non pre-occuparsi, come ho scritto, ovvero di non preoccuparsi più del necessario o troppo presto.
Se l’episodio si limita a questo, se il bimbo non ha manifestazioni di disagio, se tutto procede tranquillamente, fatta eccezione per questi momenti in cui esprime se stesso con intensità, tu “goditi lo spettacolo”.
So che a volte queste mie stranezze suonano incomprensibili, ma quel che intendo dire è che questo è un momento molto affascinante della crescita di una persona, e se noi sappiamo guardare oltre noi stessi, se riusciamo davvero, profondamente, a metterci nei panni del bambino, ci rendiamo conto che il loro mondo è fatto di cose importanti per loro che noi non riusciamo a cogliere.
Hai fatto bene ad assecondare il suo volere: in questo caso si trattava di qualcosa che non interferiva con le regole educative, o con la sua incolumità, quindi perché non ascoltare cosa voleva comunicare?
Cosa è successo dopo? Tendenzialmente, un bambino ascoltato si rasserena. E a tre anni, con altrettanta rapidità si è pronti a cambiare idea!
Probabilmente è impegnativo stare a scuola, al primo anno di materna, in cui tutto è un “devi fare, devi aspettare, devi obbedire”, e la tensione accumulata prima o poi esce da qualche parte.
Forse tuo figlio era stanco, teso per altri motivi… le ipotesi, a distanza, possono essere tante.
A te, il mio incoraggiamento ed il mio sostegno.
Porta avanti la tua capacità di osservare e il tuo desiderio di comprendere, ma liberati dalle ansie che non giovano a lui e nemmeno a te.
Resto a tua disposizione se la questione si evolverà diversamente, ma nel frattempo spero di averti rassicurata, e ti faccio i miei migliori auguri.
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