Ci sono mamme che non perdono mai la pazienza. Mamme sempre amorevoli, calme, perfettamente in grado di controllarsi in qualsiasi situazione. Non lo dico con ironia o sarcasmo: esistono, le conosco. Sono brave e/o fortunate e/o capaci.
Ce ne sono altre che la perdono in continuazione.
Altre ancora, come me, che, costituzionalmente prive, hanno dovuto lavorare tanto per esercitarla, alla faccia di quelli che dicevano “ma poi con i tuoi figli ti viene”. È un lavoro quotidiano, che dura da anni, messo alla prova da un bambino amplificato, da due figli ravvicinati, da un ritmo di vita che ti chiede di lavorare, di farlo bene, di occuparti di tutto e di tutti. È un esercizio di autocontrollo continuo, di respiri zen, di “conto fino a dieci così mi calmo” e come tutte le cose costruite e non costituzionali, ha un equlibrio un po’ fragile.
Non funziona sempre.
Ci sono momenti in cui magari fisicamente stai male e la pazienza non riesci a trovarla. Letteralmente esplodi. E chi c’è c’è.
Stasera mi chiedo, in questi momenti, anzi, DOPO questi momenti, quando ritorna la calma, voi come vi gestite? Come arginate/guidate/imbrigliate il senso di colpa dettato dalla chiara consapevolezza di avere esagerato? Perché una madre lo sa perfettamente quando “ci voleva” o quando la reazione è stata sopra le righe.
Cosa fate dopo? Oltre a spiegare ai vostri figli che le mamme non sono perfette, che sbagliano, che si stancano. Oltre a questo, con voi stesse, come vi comportate? Che strategie usate per non rimanere soffocate? Riuscite ad archiviare senza pensarci più?
La Clerget dice di buttarli nel cesso (i sensi di colpa), la Vegetti Finzi dice invece che il senso di colpa è giusto, è protettivo nei confronti dei bambini, insomma, che ci sia nella giusta misura non guasta.
Quindi come si fa? Nella quotidianità ho scritto e riscritto che la consapevolezza che io trovo sana è quella di essere una madre sufficientemente buona, non perfetta ma sufficientemente amorevole.
Non sto parlando, dunque, di “menage quotidiano”, di sentirsi all’altezza, di insicurezza materna, di ansia da prestazione, di tensione alla perfezione, di angoscia da separazione. Su tutto questo, sapete già cosa penso.
Ma fuori dalle dinamiche consuete e quotidiane? Quando si esce dalla routine, con scatti di rabbia eccessivi che nulla hanno a che fare con l’amore, come ci si gestisce? Sto parlando di quei momenti in cui si perde il controllo. Anzi, sto parlando del DOPO. Di quella fase immediata, dopo la perdita di controllo, quando i tuoi occhi si posano sulla testina di tuo figlio che gioca spaventato o che ha preso scopa e paletta per rimediare da solo a quel che ha fatto. Quando ti si stringe il cuore perché in fondo lui faceva quello che fa sempre e sei tu e solo tu che in quell’attimo non l’hai fatto, non l’hai accolto, gestito, amato come fai sempre. Lui non ha fatto nulla di strano. Tu si.
Sto parlando dei giorni successivi, quando nella tua testa ossessivamente passano e ripassano le immagini di quel momento: come curate le vostre ferite?
simona dice
Mi è capitato proprio questa mattina ho sgrida Luca ed è volato uno schiaffo. Il mio intento era fargli capire che c’è un limite che la mattina ci si prepara e si esce. Mi sento male perché so che gli s hiaffi e le urla non servono. Sento che la stanchezza mi toglie lucidità ed energia e questo è un periodo faticoso in cui vorrei che lui ascoltare di più. Certamente posso trovare delle strategie come ricordargli le regole da rispettare e quando la stanchezza sopravanza fermarmi e farmi aiutare.
Mamma Imperfetta dice
Quanti spunti terapeutici.
Grazie.
M., su quel libro, ho scritto qui
https://www.mammaimperfetta.it/2011/11/14/urlo-di-mamma/ :happy:
marilena dice
Qualche giorno fa ho dovuto fare i conti con questa cosa del dopo. Ho tre figli di cui due adolescenti e uno di 7. La più grande ha un ragazzo e ha cominciato a frequentare la famiglia di questo. Così una mamma non ha solo a che fare con la propria realtà ma viene messa a confronto con altre. Mio marito e’ a casa un solo giorno alla settimana e quindi gli risparmio quasi tutte le casistiche stressanti (scuola, colloqui con professori, richieste di uscite varie ecc ecc, trasporti e recuperi vari, pranzi e cene con gli amici ecc ecc.). Perciò quasi da sola sto tirando su i tre figli e adesso vengo messa a confronto con una donna che ne ha due, che è separata e due volte la settimana il padre si porta via i figli anche per la notte, e che ha un nuovo compagno che e’ presente tutte le sere. Risultato: quella mamma si’ che sa come vivere, mica è stressata come te che ci stressi continuamente. Quindi adesso quando urlo perchè le camere fanno skifo con i vestiti puliti e stirati sul pavimento e quelli sporchi sotto il letto e montagne di libri in mezzo ai giornali e la scrivania completamente occupata dai trucchi per lei (io che lavoro da 20 anni non ho mai avuto certe matite o palette così costose) e dall’amplificatore e cimeli vari (dalla bottiglietta vuota di coca o la scatola vuota del jack daniel o bottiglie vuote di deodoranti o plettri o cavi per la chitarra…) per lui, ecco devo ricordarmi che poi li stresso e non è bello sentire sempre una che urla. Si lo so, non è bello nemmeno per me che prima o poi mi verrà un polipo alle corde vocali a forza di urlare. E non è bello per il povero piccolo che un giorno mi ha detto che non vuole crescere per non farmi arrabbiare come fanno i suoi fratelli. Robe dell’altro mondo. SCIALLA pare sia questa la parola d’ordine. Vanno a letto all’una di notte perchè tra computer e cellulare il mondo richiede la loro presenza fino a tarda notte? devo stare scialla. Non si urla all’una di notte. Io vivo con il bolo isterico. Ossia il nodo in gola. Penso che mi venga dal nervoso e da tutto lo stress che ingoio. Mia figlia dice che sono paranoica. Forse è ora che cominci a prendere qualche pastiglietta, forse basterebbe un sedativo per farmi fare l’automa e stare scialla.
In compenso dovrò andare a lavorare fino a 69 anni secondo le ultime novità. A quel punto non sarò più scialla ma rimbambita. Meglio che mi ci abitui. Ma un telefono per mamme stressate lo hanno fatto?
Anonima dice
Per me sei una grande e chiunque si rende conto dove sbaglia e prova con tutta se stessa a cambiare è una persona/mamma degna di rispetto!io soffro di crisi di rabbia e sono quasi mai amorevole con il primo figlio ha 10anni,convivo ogni giorno con i miei sensi di colpa che a volte mi affossano senza darmi la possibilità di rimettermi in gioco! avrò fatto dei d’anni,ma anche cose buone…ognuna di noi deve fare i conti con il proprio vissuto da figlia e questo è inevitabile!non dovrei sentirmi in colpa se urlo,dico cose cattive,ma mi ci sento.
Mammaimperfetta dice
Ti capisco molto bene. Stasera ho sgridato in modo ” feroce” mia figlia di 9 anni che per l’ennesima volta si è comportata come suo solito, nulla di veramente grave, ma io ero stanca e davvero non ci ho visto più…e via con strilli e giudizi sul suo modo di fare. Prima di andare a letto piangendo mi ha abbracciata ed io sono tornata a sentire che “dovevo esserci. Adesso dorme Serena ed io faccio un bagno caldo, ma so che la sensazione di aver esagerato non se ne andrà presto. Spero mi passi cercando di pensare che in fondo faccio del mio meglio e che spesso sono anche fiera del mio essere mamma☺buona notte!
Loredana dice
Ho iniziato la mia avventura di “blogger” da qualche giorno e guarda caso, il secondo post, riguarda esattamente questa sensazione, quella di impotenza e di “esplosione” in una di quelle giornate in cui anche mangiare sembra difficile..
Come curo le mie ferite? Non l’ho ancora scoperto..
sono sempre vive e fanno molto male..
La sensazione di avere esagerato è sempre troppo forte.
Quindi mi rintano in un angolino e aspetto di aver sbollito e di aver rinchiuso il Drago nella torre.. ancora una volta..
Ma la battaglia lascia sempre qualche ferita..
Betta dice
“La differenza tra una madre buona e una cattiva non sta nel commettere errori, ma in ciò che si fa degli errori commessi“. D.W. Winnicott
silvia dice
..tasto dolente..
nei giorni successivi non penso a ‘quel’ determinato momento ma a tutti nella loro complessita’.
penso che dovrei essere meno impulsiva. penso che dovrei essere meno irascibile. penso che, in fondo, li ho voluti io.
e poi penso che non sono perfetta e questo non mi fa sentire peggio.
neon mi fa nemmeno sentire meglio, eh!
non cerco un alibi. una scusa.
cerco solo di dare una logica al tutto.
M. dice
Se l’errore di valutazione è tutto mio e mi sono alterata inoppurtanamente mi scuso, sia che si tratti di mio figlio, di mio marito o di un conoscente. Amettere l’errore per me è un balsamo efficace e da lì riparto.
Con fatica però, negli anni, ho dominato l’impulso di picchiare il mio pargolo. Mia madre lo faceva abitualmente e pesantemente… :-((
Ho imparato a conoscere mio figlio, i suoi limiti, a organizzare gli impegni quotidiani -anche se adesso non lavoro- il mio motto è ” meno, di qualità e ponderato”. I miei pomeriggi al parco, alla biblioteca o in compagnia di alcuni amichetti sono quasi sempre ottimi, non potremmo districarci tra piscine, palestre e corsi vari, questo l’ho capito quasi subito, i ritmi frenetici e le alte aspettative nei loro e nei nostri confronti uccidono la pazienza e qualche volta anche la gioia di vivere.
Nel periodo no dei due/tre e anche quattro proposi la lettura di questo libro : “Urlo di mamma” http://www.anobii.com/books/Urlo_di_mamma/9788884511133/012a353c0fda8733e3/#
Fu efficace perchè mi diede l’occasione di spiegarli che nonostante le urla, le porte sbattute, i giochi scagliati in terra (eh, sì lo ammetto, anche questo feci!), sono una mamma non perfetta che lo ama e cerca di migliorarsi giorno per giorno. :blush:
adriana dice
Ciao, ti ho scoperta per caso e per caso proprio oggi mi sono imbattuta in un post del genere. Ho appena finito di scrivere sul mio blog proprio di una sgridata esagerata ad una delle mie figlie. Solitamente sono paziente, ma ti assicuro che è un lavoro estenuante e continuo. Il tuo post mi fa soffrire e riflettere, perchè proprio oggi qui sensi di colpa mi stanno sotterrando. Cerco di viverli appieno e di non ignorarli, sarebbe come non considerare una parte di me.E questo non sarebbe giusto per le mie bambine. Un bacio, Adriana.
ila dice
Ciao, è la prima volta che scrivo perchè è un argomento che sento molto. Anche io ho due figli di 7 e 3 anni e mezzo. A volte succede anche a me di arrabbiarmi in modo eccessivo, con un tono di voce che non riconosco più. Quando mi succede, mi accorgo subito che la causa di questa rabbia non è ciò che ha fatto uno dei miei figli, ma la mia stanchezza, la mia arrabbiatura con mio marito per esempio o con altre cose o persone della mia vita. I miei figli si mi fanno arrabbiare, ma quello che veramente dipende solo da loro lo gestisco meglio.
Gli accessi di rabbia è ovvio mi fanno sentire in colpa, ma ho capito che rimanere bloccati nei sensi di colpa non serve a niente, ci fa solo sentire delle mamme inadeguate. Io penso che bisogna guardare avanti e dirci “ok oggi non ce l’ho fatta è andata così, devo cercare di controllarmi di più la prossima volta”. Piano piano forse si migliora, anche se non saremo mai perfette e penso che non sarebbe giusto neanche per i nostri figli se lo fossimo.
Sanja dice
Cara mamma ma quanto ti capisco…ieri sera ho fatto una di quelle sgridate con anche delle parole pesanti tipo”non sono felice quando sono vicino a te e non vedo l’ora che vai al asilo per non averti vicino perché non ti sopporto più a mia figlia che ha quasi 5 anni😔😔e mi sento una vera merda!Stamattina le ho parlato e mi sono scusata ancora e le ho promesso che farò del mio megli per non urlare più cosi…ma io mi sento morire dentro credimi…
Alessandra dice
Come curiamo le nostre ferite? Condividendole con chi ci può capire, senza giudicare.
E’ per questo che lo scambio qui è così ricco, per il senso di condivisione e comprensione.
daniela dice
Io ho imparato che:
1) far finta di non essere arrabbiati è sbagliato perchè mio figlio deve sapere quando una cosa è giusta oppure quand’è sbagliata (e comunque una volta fuori da casa non troverà tutte persone che gli sorridono e sono gentili);
2) si. ok. come dice Tata Lucia devo cercare di dare l’esempio e creare la felicità fuori e dentro casa (su questo sto lavorando molto -sono a dire la verità molto indietro su questa materia, poichè oggi ho litigato con il mio uomo Grande per una tazza di the);
3) posso tornare dal lavoro e dedicare venti minuti di coccole a mio figlio senza interrogarlo sui compiti a casa, su come è andata a scuola (dovrei farcela, spero).
Daniela
Mamma Imperfetta dice
Mi sto riprendendo da un piccolo focolaio, per cui mi scuso se non ho risposto. Ho ovviamente letto tutte con molta attenzione.
Grazie perché avete lasciato testimonianze che aiuteranno me e chiunque voglia sentirsi compresa in questi momenti così poco piacevoli e poco materni.
In ogni commento c’è qualcosa in cui mi ritrovo. Siete preziose.
Giulia dice
Sto leggendovi proprio perche’ mi sento in colpa.Penso di essere una mamma presente,anche se il tempo che trascorro con loro e’ poco,per i loro ed i miei impegni.Vorrei quindi che fosse ottimo…invece talvolta non lo e’.Stasera ho perso la pazienza,non ho urlato molto(cosa che mi riesce benissimo purtroppo)ma ho cercato di fare un discorso serio…anche se non proporzionato all’entita’ del “fattaccio” …hanno solo 8 e 6 anni.Poi ancora una volta era gia’ ora di dormire e loro adesso sono a letto mentre io mi domando perche’ sono cosi’ perfezionista da pretendere l’impossibile da loro e forse da chiunque mi circondi,cosi’ poco paziente e cosi’ forse poco portata per educare.Vi assicuro che le mie bambine sono le due cose che piu’ amo al mondo ma a volte fatico a gestirmi (io)….loro poi risultano essere molto piu’ educate della media.
L’ultimo outing:anni fa mi accorsi di esagerare con le sgridate e risulto’ in depressione e prozac.Poi ho ritrovato faticosamente un equilibrio ed ora SO che non sono a quel punto,per fortuna.Ma vorrei concedere a me stessa ed a loro di sbagliare a cuor piu’ leggero,non tutto e’ tragico ma io me ne accorgo,spesso,solo dopo.Quindi che dire?Devo cercare di migliorarmi ma in realta’ e’ come se vivessi con un perenne e nascostissimo senso d’inadeguatezza,anche perche’ al di fuori,chissa’come,sono per il mio lavoro e per la vita che faccio una specie di role model.E questo mi pesa ancora di piu’ perche’ mi sembra anche di vendermi per cio’ che non sono.Grazie per l’ascolto.
franz dice
Non credo di riuscire a curarle le mie ferite. Sono sempre lì che si riaprono e sanguinano ogni volta che perdo la pazienza.
Mi capita più spesso con il più grande e a mente fredda poi cerco di parlargli, di spiegargli il perchè la mamma si è arrabbiata. E di scusarmi anche, sapendo che la reazione può essere stata eccessiva rispetto al guaio combinato. Ma non so quanto pagherei per non averle più, quelle reazioni…
marta dice
cara mammaimperfetta, grazie mille per questo post che ci permette di scambiarci ferite e rimedi! non mi capita spesso ma guarda caso sono “sbottata” ieri. Cercavo di far fare il pisolino alle mie due bambine che invece giocavano come matte. Ho detto a entrambe che avrei voluto menarle, che pero’ non si puo’ fare e di stare tranquille che non lo avrei fatto, ma che almeno me lo lasciassero dire. Poi le ho fissate negli occhi e ho detto a entrambe che se non facevano silenzio le avrei distrutte. Ero un mostro. Il DOPO? Brutto, non penso pero’ che il senso di colpa sia da buttar via, penso sia materiale con cui lavorare. A dire il vero me lo tengo stretto. E’ prezioso. Dopo resto un po’ ammaccata, erosa, mi sento fuori luogo.
Lia dice
Cara Silvia, come sempre le tue riflessioni mi colpiscono profondamente e calzano a pennello con il mio attuale stato d’animo!
Come mi sento subito dopo aver sgridato in maniera immotivata o comunque esagerata le mie bambine? Male, anzi malissimo, provo un dolore così forte che a volte mi toglie il fiato e mi lascia completamente disorientata. Per fortuna quella piccola parte razionale che è ancora presente in me, ad un certo punto, mi scuote, mi sgrida, mi offende e mi impone di rimediare alla svelta in proporzione allìentità del danno (cioè della sfuriata!). Io ho due bambine di età differente, perciò con la grande, che ha 9 anni e mezzo, mi rivolgo quasi come fosse una alla pari, le chiedo scusa per la reazione eccessiva, cerco di spiegarle il mio stato d’animo ed i motivi che mi hanno portato a reagire male (quasi sempre la stanchezza!), le faccio capire che lei non ne ha colpa e che una profonda stanchezza può davvero fare brutti scherzi…a volte arrivano le lacrime così come le parole, in maniera libera, spontanea e risanatrice…in principio provavo vergogna a farmi vedere piangere da lei e mi sentivo una madre incapace di controllarsi anche in quel frangente, ora invece penso che sia più sano che lei colga anche la mia fragilità perchè so che lei, così sensibile e cos’ profonda, è in grado di capirmi e non me ne vergogno più! Con la piccola, che ha due anni e mezzo le azioni sono più importanti di mille parole, per il momento, perciò arrivano abbracci, baci, coccole e tante tantissime storie…
silvia dice
Ciao, sono Silvia, 37 anni, avvocato, Martina quasi 6 anni e Alessio quasi 4; Marco, un marito e papà molto presente.
Sono una moglie che vorrebbe essere più presente, ed una mamma sempre presente cerebralmente ed affettivamente, non moltissimo fisicamente (per la professione che svolgo).
La mia indole non è proprio paziente, e la mia famiglia mi insegna ogni giorno a cercare di esserlo; ma la serata in cui arrivo a casa col sacco della pazienza al minimo purtroppo c’è… e sbotto! Come faccio a superare il senso di frustrazione che prende poi? Ho capito ormai che loro sono il mio allenamento, mi temprano, mi insegnano ogni volta a migliorarmi, a tollerare, a recuperare energia.
All’inizio non mi perdonavo: sensi di colpa, ansia, inadeguatezza. Poi col tempo i miei figli mi hanno insegnato che non ho nulla da perdonarmi, non ne ho “bisogno”: sono loro a farlo per me, e questo mi aiuta, a crescere, a ponderare le energie, a misurare il mio ego con il loro. I miei bimbi mi hanno insegnato che nessun figlio giudica la propria mamma, ed il senso di umana comprensione è una sorta di catarsi per me, una sicurezza per una mamma che a volte pensa di volerne fare troppe e di non riuscirci. Ogni mamma è perfetta per il suo piccolo, e viceversa. E ogni mamma contiene il suo piccolo, e viceversa. Non sono perfetta (giusto no???) in me, ma nell’opera grandiosa che vedo nei loro occhi.
E questo mi basta, e mi stimola a recuperare e migliorare.
Buon lavoro a tutte.
Giulia dice
io cerco di volermi bene “nonostante tutto..”… le ferite si curano coccolandoci un po’… o facendoci coccolare… cercando attorno a noi uno sguardo (adulto) che ha capito quanto male stiamo per non essere riuscite a rispondere alle nostre (o degli altri) aspettative di “perfezione”….. a volte questo sguardo vicino a te c’è.. a volte no…. e allora faccio un bel respiro…raccolgo quel poco che mi è rimasto di autostima e me la tengo stretta stretta… accarezzandola bene … mi servirà sicuramente per non lasciare spazio a quei “diabolici e disonesti”sensi di colpa….
Mammaimperfetta dice
Intanto, grazie. Ho la febbre alta ma vi leggo.
roberta dice
perdonami, Silvia, perchè approfitto di nuovo del tuo spazio.
leggendo tutti i commenti, sento il bisogno di condividere un’ulteriore riflessione.
nel mio lavoro che porto avanti su me stessa per cercare di migliorare questa specifica situazione ad un certo punto ho realizzato che sono una persona violenta.
non per la violenza agita (per fortuna!) ma per quella violenza potentissima che sento dentro di me quando perdo il controllo.
mi fa molto, molto, male scrivere queste parole, però non credo che essere violenti significhi solo picchiare i propri figli, significa anche aver desiderato di farlo.
tutto qui.
ora smetto di fare il troll 🙂
grazie
r
Deborah dice
E come sempre riesci a dare voce ai miei dubbi di mamma…. Non sai quante volte mi sono chiesta se sono la sola a cedere ad eccessi di ira con la mia piccola anche in situazioni semplici e speso superabili con un ” non è grave… ora sistemiamo tutto …. la prossima volta però stai attenta …”
Ora capisco che siamo in tante , più o meno con lo stesso problema e questo allevia la mia sensazione di inadeguatezza…. come mi sento ?? Malissimo perchè il DOPO arriva dopo soli due secondi… La mia piccola ha solo 3 anni e non riesco a chiedere scusa direttamente .. lo faccio indirettamente con mille sorrisi , baci e abbracci. Lei lo sente che sto cercando di rimediare….
Ma la cosa che mi fa soffrire di più è sentirla ricordare a distanza di anni la volta in cui lo scatto di ira mi ha fatto mettere mia figlia VESTITA NELLA VASCA ( cercando di non farle male … ma con l’espressione mia assatanata … ) . Mi facevo paura da sola , figuriamoci agli occhi di una duenne !
Beh ci lavoro ogni giorno per non far uscire mai più quella mamma cattiva e insensibile ….. e la mia piccola mi aiuta crescendo velocemente e ridandomi tutto l’amore possibile, ogni giorno di più!
Grazie per la valvola di sfogo che ci concedi in questo blog.
Daniela dice
..leggo tutto queste righe, con foga, in cerca della risposta che io non ho.
Ma l’unica cosa che riesco a fare – qui in ufficio davanti al computer – è piangere e continuare a piangere.
Mia figlia è un angelo paragonata a tante picolle amiche sue che sono davevro delle “ienette”. Eppure ci sono dei giorni che non vedo l’ora che lei sia a letto. Lei lo sa che sono debole, lo sa che io con lei nopn riesco ad essere autoritaria e neppure autorovole. Eppure ogni volta che come dico a lei “litighiamo” torna sempre da me. Mi cerca, mi vuole ed io mi sento davvero una cacca.
Ma io sono stanca, mio marito non mi capisce e cho ne risente è solo la mia piccola Neva.
Scusa se non so darti una mano.
Laura.ddd dice
Chiedo scusa a loro. Spiego loro che anche la mamma sbaglia. Che ho esagerato e che mi dispiace. Ho scoperto che loro sono disponibili a perdonare. Permettimi, io non conosco mamme che non perdono MAI la pazienza, come non conosco mamme perfette. Penso che nel percorso di crescita ognuno debba imparare che i genitori non sono perfetti, che sbagliano. Quello che cerco di far capire ai miei figli é che, al di là degli errori, loro o miei, è la nostra relazione d’amore che conta, e che questa relazione d’amore é più importante di qualsiasi capriccio, di qualsiasi sgridata, di qualsiasi scenata. Certo, a me il dispiacere rimane; cerco di utilizzarlo per capire perchè mi sono comportata così ( e un perchè c’é sempre..) e di lavorarci sopra, a quello che mi fa meglio é vedere il loro sguardo comunque fiducioso e pieno di affetto. Coraggio Silvia 🙂
Almi dice
E ancora una volta il tuo post arriva a pennello. Proprio stamattina ho fatto una sfuriata a mia figlia, prima di uscire di casa. Le ho telefonato a scuola per chiederle perdono, perché “sentivo” che anche lei stava male. Abbiamo fatto la pace… ma stasera quando ci rivedremo ne parleremo per capire le sue ragioni e le mie… Ecco direi che questo è il mio metodo: chiedere scusa, cercare di capirsi.. per prevenire nel futuro. Un abbraccio, cara Silvia!
Manou dice
Mi sono commossa nel leggere questo articolo! quando mi succede sto malissimo ma poi cerco di accantonare, perchè il senso di colpa troppo grande poi mi porta ad essere una mamma “strana”, iper razionale che vuole controllare tutto, che vuole essere perfetta, e che non è piu all’ascolto, che perde la sintonia con i suoi cuccioli perchè è concentrata su stessa, sul provare a diventare una mamma “da manuale”.
Silvia - Le cose di ogni giorno dice
Prima lo vivevo molto male. Non mi perdonavo, ci rimuginavo sopra parecchio e, a volte, mi facevo anche un bel pianto di nascosto.
Ora sto imparando a perdonarmi. Mi dico: “hai sbagliato ma domani è un altro giorno e si riparte”.
Quando ingigantisco troppo, tendenzialmente mio marito mi fa razionalizzare e mi ricorda che non sono un robot…
Chiaragoli dice
E’ la prima volta che ti leggo e per essere la prima volta sono stata colpita e affondata. Soprattutto perchè è un problema che sto affrontando in questo preciso periodo della mia vita di mamma. Non è facile stare di fronte ai propri limiti di madre, benchè si possa dire a noi stesse che nessuno è perfetto ma la verità è che quando non lo sei, soprattutto con i figli, la mortificazione è schiacciante.
Io non so rispondere a questa domanda, so solo che a volte urlo talmente tanto che mi impressiono da sola. I miei bimbi hanno 1 e 2 anni e con l’arrivo del secondo il primo si è scatenato ed è spesso quello più ripreso mentre dovrebbe essere quello più compreso. E come diceva Roberta, la consapevolezza che loro mi perdoneranno è il fardello più grande, fare i conti con un amore gratuito e incondizionato, quello che spesso collego all’essere mamma e che invece vedo in modo molto più evidente nei miei figli. Arrivo a pensare di non volergli abbastanza bene (che è una cavolata) ma è sicuro che il solo bene non basta, nemmeno quello della mamma.
Sto vedendo a mie spese che se non c’è un lavoro quotidiano su me stessa (di pazienza, metodo, costanza) è normale che poi il rapporto tra me e i miei bimbi sia quello di azione-reazione. Il mio istinto materno funziona fino a un certo punto e prima accetto questa cosa meglio è.
Grazie mille per questo post.
Franci dice
Come sai far sentire bene tu, nessuno al mondo.
Io come mi curo dopo aver perso il controllo? Cercando di sbattere un faccia a me stessa i pregi e le positività che ho. Ne ho e non permetto al lato buio di me stessa di offuscarli o metterli in secondo piano.
Ti adoro.
flora dice
oggo sono quì perchè e uno di quei giorni in cui la tensione mi pulsa sotto pelle. la mia piccola dorme quì vicino a me, oggi è stata rimproverata e messa in punizione. Ho il senso dicolpa che mi ATTANAGLIA LA GOLA ma so che devo resistere, perchè lei adesso a 6 anni e tra una sfuriata ed un scusa desso lei si è convinta che può fare quello che vuole! Di tutti i consigli quello di Arianna e quello più giusto far capire a i bimbi quando sei stanca triste e cercare di far comprendere loro che noi siomo uguali che vorremo giocare con quello che ci piace, e ……..
arianna dice
sto malissimo e continuo a chiederle scusa e anche a giustificarmi ………..sono stanca sono stressata…………e lei mi perdona sempre mi cerca ancora di più e io mi sento una schifezza umana e mi riprometto che nn succederà un’altra volta. Devo dire che sono comunque sempre disponibile a spiegarle tutto e a lasciare che provi senza ossessionarla con continui NO (nel limite del possibile) ma in certi momenti quando si intestardisce e fa i capricci mi scappa la pazienza e la sgrido, me ne vado dalla stanza e lei mi segue piangendo mamma mamma!!!!ecco poi quando tt è passato e ci ripenso mi ammazzerei e mi picchierei da sola. Perchè certe volte nn riesco a controllarmi, eppure la amo più di tutto al mondo!!!!!ciao
roberta dice
me li vivo molto male e non mi perdono.
ci sono due cose che più di tutte mi fanno soffrire. (parlo delle volte in cui “non ci sta”, non delle volte in cui ci sta benissimo!)
la prima è che mentre urlo e mi lascio andare sento una specie di sollievo, come se si aprisse la valvola di un macchinario a pressione. in quel preciso momento potrei fermarmi, ma non lo faccio, perchè in un certo senso mi fa sentire meglio.
in parole povere mi sfogo sul più debole. orribile anche solo scriverlo, ma è la verità.
e qui viene la seconda cosa che mi fa stare malissimo.
è la consapevolezza che lei comunque mi perdonerà. questo mi distrugge. sapere che per quanto orribile io possa essere lei mi perdonerà e mi amerà comunque.
a volte vorrei insegnarle ad odiarmi, poi penso che verrà da sè.
sto molto migliorando rispetto allo scorso anno, ma ancora sono lontana dall’equilibrio.
qualche giorno fa lei mi ha detto: “mamma, facciamo un patto? io provo a smettere di mangiarmi le unghie e tu provi ad avere un po’ più di pazienza. ci stai?”
tu come ti saresti sentita? io uno schifo.
buona domenica
r
Gabriella dice
Io sto uno schifo. Mio figlio ha dei problemi comportamentali e a volte fa delle sfuriate che sembra il mio clone. È colpa mia. Lo sgrido troppo e troppo spesso. Ovviamente li sgrido quando fa qualcosa di sbagliato ma dovrei stargli comunque meno addosso e dirgli le cose con più calma. Gli manca l’autostima ed è molto insicuro. Spesso si sente in colpa anche per cose che non lo riguardano. È arrogante ed aggressivo, ma lo è diventato. Io sono sicura di avere esagerato spesso. E la situazione fra me e il padre non è certo delle migliori. E leggendo questo articolo di nuovo mi sento in colpa e mi sono messa a piangere. E mi manca il mio bambino da morire ogni volta che mi vengono questi brutti pensieri, ogni volta che ripenso all’ ultima discussione. Sono separata, suo padre ha iniziato a starci di più dopo i suoi quattro anni, quando cioè è diventato più gestibile. In quei quattro anni ho avuto una pazienza illimitata. Lavoravo dieci ore al giorno ma gli dedicavo il tempo restante e amore senza sacrifici. Poi lui si è calmato ed io esaurita. Non so se riuscirò a rimediare. Ma spero tanto di si. Adesso sono disoccupata da qualche mese e lui è contento perché ora mi vede ogni giorno a scuola. E mi sento ancora più in colpa. Lo tratto male e lui mi vuole bene lo stesso. Ho avuto un rapporto terribile con mia mamma. Un inferno. Volevo evitare a mio figlio di passare anche solo un 1% di quello che ho passato io, invece ora che sono mamma mi accorgo che certe cose lasciano un segno indelebile, a volte mi sembro lei e mi metto a piangere perché non lo accetto. Eppure succede e basta. Solo un minuto dopo mi rendo conto e sto male. Male fino a piangere a dirotto. Ho paura di non riuscire a recuperare con lui. Ma è la mia vita. Io lo amo più di ogni altra cosa al mondo e non gli faccio mancare niente. Ma devo cambiare. Scusate se ho scritto tanto. Ma avevo bisogno di dire queste cose a qualcuno e questo articolo è stato il trampolino di lancio. Ora ho voglia di vederlo e di stare con lui. DEVO assolutamente cambiare. Grazie a tutte
Arianna dice
Mi perdono le esagerazioni quando trascorre un arco di tempo sufficiente a ristabilire armonia nei rapporti, e non parlo di ore, ma di giorni e settimane. Quando mi accorgo che riesco a essere autorevole senza essere autoritaria, quando mi rendo conto che riesco, qualche volta, a far bastare un sguardo per avvisare che si sta oltrepassando il limite. Talvolta penso che oltrepassare il confine, perdere la pazienza, possa in qualche modo far parte di una sana “educazione alla vita”, ovvero insegnare che non sempre le nostre azioni trovano le stesse reazioni presso gli altri, che l’emotività a volte prende il sopravvento.
Quando ero piccola e poi ragazza mi è capitato spesso di vivere nella paura delle reazioni di mia mamma. Tutto dipendeva dal suo stato emotivo e la stessa mia azione poteva provocare in giorni differenti ilarità, stizza, rabbia senza modo di prevederlo con certezza. Non era bello, ma ho sicuramente sviluppato una certa empatia. Quello che cerco di fare io è rendermi conto di quando sono stanca o impensierita, dirmelo ad alta voce e poi dirlo a loro. Metterli al corrente del mio stato d’animo, con parole che loro possano capire. Allenarli a capire e interpretare i sentimenti e le emozioni. Certo, con due bambini di ormai 7 anni è più semplice rispetto a bambini molto piccoli. Quando è nato il terzo ricordo le sfuriate pomeridiane: “dovete smetterla di fare confusione, avete svegliato il piccolo! cosa devo fare con voi? ormai siete grandi!” anche se non avevano neanche quattro anni. Stavo male, malissimo. Ma ero talmente stanca che avrei voluto infilarmi sotto alle coperte e piangere ore e ore.
Io non butto i sensi di colpa, quando mi capita di averne, sono emozioni preziose che mi ricordano come non mi voglio sentire. Ma sto anche bene attenta a non farmi travolgere dal senso di colpa: se questo capita parlo con qualcuno che possa capirmi e ricordarmi che, in effetti, di norma ce la metto davvero tutta.
Sara dice
Ho due bambine, vicine tra loro, hanno 25 mesi di differenza. La prima una santa, la seconda un piccolo diavolo. Brava, simpatica, ma molto capricciosa. In qst tre anni non si contano le vote che ho perso le staffe, anzi dovrei dire nell’ultimo anno e mezzo, perché, diciamocelo, prima dei due anni sono tutti patatoni. Poi avviene la trasformazione. É una bimba impegnativa, sempre in cerca di stimoli, di voglia fi fare, e di avere sempre ragione lei (siam messi bene a tre anni). Mi arrabbiavo moltissimo, urlavo tanto da farmi male la gola, poi mi fermavo e pensavo “oddio sembro mia madre” e già qst non era una bella cosa. Poi pensavo a quanto brutto deve essere avere paura proprio di chi ti dovrebbe proteggere, di chi dovrebbe essere il tuo punto di riferimento. Tutto qst ovviamente non é che mi faceva sentire meglio, anzi, faceva venire il magone. Allora mi sforzo di non far volare più i mal rovesci, e di seguire i consigli che, sembra stupido a dirsi, la SuperTata tanto dispensa alle famiglie di mezzo mondo. Un angolo della casa, dove si va in castigo, dove tu pensi a quello che hai fatto e io, da un’altra parte, sbollo. Una tabella dove viene “vinta” una faccina che ride o una che piange, se si portano a termine le varie mansioni tipo “mangiare tutto” “vestirsi da soli” ” riordinare” ” lavarsi i denti” (ok lo ammetto il riordinare é più per me che x loro), però funziona. Non butto più via roba da mangiare, che è una cosa che mi manda in bestia.
Spero di aver trovato il mio metodo (ok non é il mio), per non avventurarmi piû in sensi di colpa struggenti, e per educare in modo costruttivo le mie bambine.
mammachetesta dice
Io ho capito che le mie crisi di rabbia erano troppo quotidiane e verbalmente volente e che non erano normali.
Mi sono fermata, mi sono fatta domande e ho capito da dove venivano, le motivazioni che ovviamente non erano la circostanza particolare in cui capitavano.
Così ho chiesto aiuto alla mia dottoressa vista anche la forte storia di depressione che aleggia sulla mia famiglia di origine.
Con le medicine va molto meglio. Mi arrabbio se ne combina una ovviamente ma è un’arrabbiatura normale, da genitore che educa, non da persona che si sfoga.
Io sono un caso particolare perché sapevo che il rischio c’era per me e ho riconosciuto al volo i sintomi avendoli visti in mia madre.
Ma è anche importante capire quando si è solo stanche, quando si ha bisogno di aiuto o quando c’è “di più”.
Chiara dice
Chiedo scusa e provo a spiegare, come con gli adulti. Le parole non sono le stesse ma il comportamento si’. E i bambini capiscono secondo me, in fondo e’ un modo per cominciare a tutti gli effetti a considerarli persone, con le quali ci si confronta. Ovvio che tu sei il punto di riferimento, ma un eccesso puo’ capitare e credo che loro capiscano che e’ un eccesso proprio quando sei tu che lo chiarisci.
ArteMamma dice
Non è facile rispondere perché il mio bimbo è ancora piccolo (19 mesi). A volte quando sono molto stanca può capitare che mi spazientisco, poi mi dispiace perché realizzo che bastava cercar di capire quale fosse il suo bisogno. In questi casi gli chiedo scusa: gli spiego che sono stanca e gli chiedo scusa.
Con me stessa: rifletto a fondo e cerco di usare quel dolore che sto provando per migliorarmi.
E comunque, come dice anche Valewanda, può capitare. Per fortuna di perfetto al mondo non c’è niente, neanche i genitori. Personalmente credo sia importante cercare di crescere insieme ai nostri figli, in un processo di costante scambio reciproco.
Valewanda dice
E’ una domanda difficile, io di solit se sono a casa mi butto sul letto e poi torno di la’ da loro e cerco una scusa per distrarli dal prima con un gioco.
Di solito mi succede quando ho avuto una giornata sopra il limite e non ce l’ho fatta a trattenermi. Mi perdono di solito, penso che possa succedere, senza esagerare, non siamo robot. Mi dispiace, mi mortifico, poi passiamo tutti oltre….