Qualche sera fa, Simone, leggendo un mio messaggio di auguri scritto per una nuova amica mi ha detto: “ho quasi paura per te, questi slanci d’amore che regali potrebbero tornarti indietro come un boomerang e farti soffrire”.
Non è il nuovo che deve spaventare. Ma il vecchio. Spesso è lì dove non ti immagini, dove non previeni, dove ti cali sugli occhi la maschera della fiducia che si annida il rancore peggiore, quello covato.
Io, ho la presunzione di proiettare questo nuovo legame maturo e trasparente in un futuro molto lontano e di vederlo ancora là, saldo come ora, consumato e diretto più di oggi, VERO come un rapporto fraterno che si incardina proprio lì dove si apre qualche falla d’amore.
Penso che alcuni percorsi siano scritti, non so da chi e non so come, ma li vedo lì, solcati da tratti profondi che scavano, con mani ruvide, fossati incolmabili da altro che non trasudi solidità.
Se l’oggi di ora fosse l’oggi di ieri, starei qui a scrivere mesta che mai e poi mai investirò tanto su un rapporto di amicizia, ma l’oggi è ora e io so che le delusioni parlano di amore e di legami tenaci: i tradimenti infittiscono le trame dei rapporti veri.
Giuda non ha portato, nella storia, solo dolore. Dopo lo smarrimento del Getsemani, la forza. La resurrezione è una grande e bella metafora.
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