Proviamo a tornare ai post-spot di qualche anno fa.
Innanzitutto, credo di aver smesso di fumare. O meglio, diciamo che non fumo da un mese. Che dopo 19 anni forse è già qualcosa. Ho colto l’occasione del focolaio, ma era un po’ che ci pensavo. E se non ho ripreso nei giorni scorsi con accumuli intensivi di stress/delusioni/carichi e altro, forse ho smesso davvero. Però se riprendo non ve lo dico. :whistle:
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Le migliori nemiche delle donne sono le donne. Tocca mestamente scontrarsi con quello che ho spesso voluto scotommizzare: fanno buon viso alla tua presunta serenità, ai tuoi piccoli successi, anime consolatrici nei momenti difficili ma in realtà si logorano. E prima o poi sbottano. Quando poi lo fanno a 40 anni come lo avrebbero fatto a 15, senza sapersi misurare, dosare, senza nemmeno un po’ di amor proprio e sbattendo su un social le tue confidenze personali, beh, non resta che la consapevolezza di aver sbagliato il dosaggio affettivo e la maturità di non voler ripagare le piccolezze con la stessa moneta, pur avendo a disposizione mezzi discreti.
È incredibile come la gente alla quale stai per chiedere un piacere ti possa far venire la nausea (Louis-Férdinand Céline).
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Abbiamo passato una Pasqua d’amore. Mare, amici e parenti. “Che palle”, direbbe qualcuno. “Ci voleva”, dico io. L’amore non è mai noioso. E, soprattutto, non è mai troppo. Però può infastidire, me ne rendo conto. E ne faccio un uso parsimonioso.
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Chi parla sempre di soldi ha un rapporto malato non solo con il denaro ma con il concetto di “dono”. Spesso pretende. Non offre. E se offre, per quella rara volta, stai certa che te lo rinfaccerà, prima o poi. Non dona. Pensa a se stesso.
Un giretto in qualche luogo di dolore, a sporcarsi le mani con chi i problemi li ha realmente, sarebbe terapeutico. Io ho imparato più in quelle domeniche trascorse a raccoglier bave e sputi, che in tutto il resto della mia vita.
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Vivere nell’attesa, come Giovanni Drogo alla Fortezza Bastiani ha un senso?
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Sto meditando su una community di mamme che corrono. Un gruppo facebook di auto mutuo aiuto. Runningfordummies, anzi no, runningmommies o runningformommies. L’ho già aperto, ma devo trovare un po’ di tempo da dedicargli, a partire dal naming. Nel frattempo, se siete mamme e correte (non solo dietro ai bambini!), ma anche se camminate o pedalate, cercatelo su FB!
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Anche gli uomini con l’ego ipertrofico sono nemici delle donne. Basta nulla (tipo che non svieni quando li conosci) e…sei una stronza. O peggio, “te la tiri” (ma davvero c’è ancora gente adulta che si esprime in questo modo?). Per cui, vai provocata un po’. Non conosciuta, stuzzicata. Non sviscerata, punzecchiata. Cristallizzata in giudizi.
Aiutatemi: come si chiamava il figlio bellissimo della ninfa Liriope? :pinch:
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Come si può vivere pensando di essere più intelligenti/colti/divertenti/capaci del 98% del genere umano?
Cosa resta? Una vita al 2%?
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Facebook: gente che sbircia i fatti tuoi da tempo immemore, senza mai scrivere nulla. Sa tutto di te. Lurka da anni che è un piacere. Poi improvvisamente ti cancella. Il sollievo di un 25 aprile anticipato.
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Mai esagerare negli apprezzamenti positivi. Su persone, istituzioni, situazioni. Poi tornare indietro è complicato. Perché significa rivedere un’impalcatura che tu hai amato per le sfaccettature che ti ha offerto e sulla quale ti sei arrampicato con sicurezza per guardare un po’ più in alto. È dura.
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I miei figli stanno crescendo senza appello. Con la voracità, l’intemperanza, la passione e lo stupore che solo questa età può regalare. Conservano ancora uno strascico edipico che li riconsegna (a me e solo a me, con buona pace di chi chiacchiera) a fine giornata con baci, abbracci, racconti e confidenze esclusive prima di dormire.
Si amano, si odiano, si cercano, si respingono.
Diversissimi tra loro e da quel che appaiono.
Matteo, apparentemente introverso e timido, ha una solidità da fare invidia ai saggi.
Niccolò, a occhi estranei (e spesso, ahimé, giudicanti) sicuro e sfrontato, si barcamena tra voragini di insicurezze e necessità di rassicurazioni.
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Una madre che non va a prendere i suoi figli a scuola resterà sempre una madre di merda. Sappiatelo. Una che “non vive la quotidianità” dei suoi figli (magari arriva a casa mezzora dopo, ma che importa?).
Un padre che va a prendere i suoi figli a scuola, resterà sempre un padre fantastico che, poverino, si fa in quattro e “va sempre tanto di fretta”. Anche se poi, consegnati e ripresi i suoi figli a scuola, pensa solo a se stesso.
Perché chiedersi come mai una madre improvvisamente smette di andare a scuola e un padre improvvisamente trova il tempo di farlo è già un passo oltre il giudizio affrettato. L’importante è appiccicare qualche colorata, colorita e costruttiva etichetta e provare a far leva sul senso di colpa.
Ma qui si lavora su questo da 9 anni. E le provocazioni non sortiscono effetto. Rendono solo un po’ tristi.
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Un padre che fa il padre, diventa mammo, papà high care, papà perfetto.
E chiamarlo semplicemente “papà” non va bene? Finché ci si stupirà di padri che fanno i papà, non ci sarà scampo.
Una madre che fa la mamma è forse una madre high care? Allora come funziona? La madre fa quello che DEVE fare, che è GIUSTO che faccia (hai voluto i figli?). Una madre, finché fa, è semplicemente una madre. Quando fa un po’ meno, per X motivi (che al giudizio comune non interessano, perché l’importante non è il “perché” ma il “come”), allora diventa una madre assente.
E vabbè. Ma io non mollo. Sono online da 10 anni, anche e soprattutto per questo.
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Poi un giorno ricevi una mail così, inaspettata.
Ascolta, sono un po’ di mesi che leggo i tuoi aggiornamenti e mi trattengo, per pudore e rispetto di ciò che non mi riguarda, dal mandarti un abbraccio così, gratis, giusto per.
(…) Crescono i bimbi, crescono i genitori, cresce la famiglia: questo semmai diventa difficile e vedo che a me assorbe energie che non avevo messo in conto: crescere tutti insieme in una stessa direzione, assorbendo le forze centrifughe, compensandole con motivazioni centripete, combattendo l’entropia con la determinazione, assicurando coerenza rispetto allo scopo di ciascuno, trovando la forza ogni giorno di dimostrare nei fatti l’amore che ci unisce a parole. Non è facile, anche perché intorno vedi sempre meno amici che ce la fanno, anche quando le fondamenta sembravano solide. Quattro persone significa sei relazioni differenti da gestire, ciascuna indipendente e al tempo stesso scintilla per reazioni a catena con tutte le altre. Insomma: un casino. Un casino che ci rimodella come persone in modi imprevedibili e che non vien più facile come prima vivere e tanto meno raccontare, se non nelle manifestazioni più ostentatamente buffe e tutto sommato inoffensive.
E poi ne ricevi un’altra
Cara Silvia,
vedi: la sincerità, la lucidità, l’onestà e la trasparenza con cui hai sempre scritto di te mi hanno aiutato. Di più ovviamente nei momenti di vero spaesamento (se penso a quanta fatica da neo mamma sofferente!!)
…ma mi ha aiutato soprattutto leggere di te. Come se facesse chiarezza, pulizia tra i miei pensieri confusi. (…)
E’ bello se tieni aperto questo spazio che davvero non ha uguali in rete.
Ma il resto, è tutto gratis. E’ tutto un miracolo che hai saputo creare, tutte relazioni che ti avvolgono ma che non devono appesantirti. O meglio, io che sento di doverti così tanto e che rivolgo a te il mio pensiero quando affondo il naso nei loro colli addormentati (o urlo perché alle 14.30 non dormono ancora ^_^ ) non vorrei mai che tu pensassi di dovermi qualcosa.
O un’altra
Partecipo e mi commuovo: per la tua sensibilità, per la tua capacità di introspezione e di come riesci a trattare argomenti anche a volte difficili senza essere scontata, banale, aggressiva o eccessiva.
(…)
Qualunque cosa farai, io sarò comunque lieta di aver condiviso con te un qualcosa che mi ha lasciato il groppo in gola e gli occhi lucidi.
O commenti così
Come sempre, mi ritrovo nei tuoi racconti e… mi commuovo! Un’idea! Mettiamo il link al tuo sito sul braccialetto che hanno i neonati in ospedale! Quante mamme starebbero meglio leggendo te e tutte le altre compagne di avventura! Grazie per tutto ciò che fai per le mamme e i loro bambini.
E così
Non ti ho mai incontrata eppure mi sento legata a te da una stima e da una complicità incredibili.
Sarà che i nostri figli hanno età simili, sarà che a volte ci sono davvero affinità inspiegabili, sarà che ti ho trovata quando avevo bisogno di te e mi hai aiutata a crescere.
Io continuo a fidarmi di te, poichè anche questo tuo cambiamento è la prova di quanto tu sia vera. Il fatto che tu abbia aperto il blog ad esperti dimostra la tua serietà: ci sei passata e sai quanto sia importante per noi madri avere un contatto diretto con una persona competente in grado di dare risposte su misura.
Il fatto che tu favorisca il confronto tra mamme che passano le notti in bianco (Vedi “Che palle figlio mio!”) dimostra quanto tu sappia metterti nei panni di chi ha bisogno di sapere che non è sola.
Oggi come ieri quello che ricevo da te è quello di cui ho bisogno.
Diversamente mamma, moglie, blogger e unicamente Silvia, parola mia.
Oppure leggi due righe, che tuo padre ti lascia sul blog:
Ogni volta che digito il tuo blog mi sento eviscerare da una commistione di amore, commozione e lacrime. Ti auguro tutto il bene che questa vita può darti.
E tutto il resto diventa noia. Sigarette comprese. 😉
State pensando che ho bisogno di conferme? Avete ragione.
Fragile, come tutti. E quando ne ho bisogno, se le trovo, mi ci rotolo sopra, come i cani sulla sabbia.
Ma ho lavorato in questi anni: sono diventata capace di vedere la bellezza del disegno complessivo, tra i fili intrecciati confusamente sul retro di un ricamo.
carmen dice
cara Silvia ti scrivo questo commento frettolosamente… .ma adesso posso e lo faccio,tante e tante le volte ke vorrei farlo ma poi …la vita mi assorbe …io come tutte ti “amo” da quando è nato mio figlio Nicolò ed ho iniziato a spulciare tra il tuo blog e ..mi hai subito conquistato…noi tutte stiamo crescendo insieme e so’ ke siamo in tante,in tante ti amiamo,ti stimiamo e ,x lo meno nel mio caso mi dai tanto…tu sei un passo avanti a me,mi anticipi le emozioni ke in me ora mi sfiorano appena e che grazie a te spesso riesco a delineare meglio(i miei figli son più piccoli).Spesso penso” ma perchè non scrivi qlc di solo tuo …un libro…sei una bravissima comunicatrice…starei a leggerti ore intere e riesci a trasmettere tanto di te e a suscitare emozioni forti,riesci a trasmettere il tuo calore di madre,le tue insicurezze di donna ,le tue paure di essere umano e credimi non è cosa semplice…sapessi quante volte inizio un libro e poii…rimane lì mai letto e invece i tuoi post letti e riletti e sempre emozioni nuove.Continua così non mollare ,noi ti sosteniamo sempre e tu sei il nostro sostegno(buone vacanze,buona estate)
Ma le sigarette????? :biggrin:
elena dice
Cara silvia, tutti hanno bisogno di conferme altrimenti non saremmo esseri umani.
Spero che l’amore che ti ha condito il giorno di pasqua possa colorire tutte le giornate consapevole che purtroppo, come dico io, la vita non manca mai di presentare il suo conto a volte, purtroppo, salato.
Una madre può sbagliare anche quando si fà in quattro per essere presente più che può perchè è DOVREBBE DARE PIU’ SPAZIO AI NONNI e un papà può essere bravissimo solo per IL FATTO DI ESSERE PAPà NON IMPORTA POI SE URLA RABBIOSO IN CONTINUAZIONE IN FACCIA AL FIGLIO e non esce da solo la sera.
Hai toccato corde dolorose con il tuo articolo.
Un bacio grosso e ti auguro tanta felicità.
Mammaimperfetta dice
Alessandra, grazie davvero (anche per la citazione di Edith, che adoro).
Nadia “ti ho consegnata alle mie più care amiche, come un tesoro, quando si avvicinavano alla data presunta del parto, ti ho “inoltrata” all’amica con il sogno di un blog nel cassetto, ho pensato a te riflettendo su “tematiche sociali”… la conciliazione tra vita e lavoro… Ti ho ammirata e ti ammiro oggi, scoprendo un altro aspetto di te.”
Cosa devo dire a te? Solo grazie, semplicemente. Per la stima, il calore, l’intensità, grazie.
Monica, :blush:
Wolkerina e Dani, un bacio speciale.
Francesco “Non ti angustiare poi per le amicizie che vanno. Quelle vere si distinguono e restano. Si dona qualcosa a qualcuno perchè si vuole fare e non per avere in cambio.”
Già. Non è sempre facile però ammettere di aver sbagliato il focus delle relazioni. E’ una sconfitta, è una consapevolezza di aver perso tempo, ore sprecate per anni. Ci vuole tempo.
Carla, tengo botta con le sigarette. 😉 (e grazie).
Vale, :kissing:
Michela, grazie. E’ reciproco. Sei, siete fondamentali voi per me. Un bacio.
michela dice
grazie grazie grazie di esserci. TI seguo da quando ero incinta di 5 settimane, sei stata davvero fondamentale per me!
valewanda dice
Quando ho visto il commento di tuo padre stavo per piangere anch’io… Ti abbraccio
carla dice
cara Silvia,
oggi ho avuto conferma che c’è qualche meccanismo della tua vita che forse si è un po’ inceppato, e me ne dispiaccio molto, perchè alle belle persone, tanto ricche di cuore e di animo auguri sempre il meglio, non so cosa sia ma spero che sia tutto risolvibile, e per quanto riguarda i giudizi vale sempre la regola della pagliuzza e della trave…chi giudica gli altri vede negli altri ciò che hanno di sbagliato loro…quindi non ti curar di loro…
p.s bene per le sigarette, rovinano la pelle, e tu sei troppo bella per fartela rovinare 🙂
un abbraccio forte
pps. i tuoi figli sono sempre stupendi!
Francesco dice
Cara Silvia, è difficile commentare parole e pensieri così chiari e netti. Hai la forza di scrivere pensieri così profondi come l’oceano con una chiarezza straordinaria ma con una forza tale da scalfire un diamante.
Affronti tanti argomenti spinosi in modo da farli apparire quasi leggeri nonostante la loro pesantezza.
Non esistono madri di M o papà High care (mi fa sorridere questa definizione). Esistono solo mamma e papà; due semplicissime parole, tanto semplici da essere le prime che tutti i bambini pronunciano. Noi le stiamo appesantendo con orpelli asfissianti e eccessivi ma restano comunque le due parole fondamentali. Nessuno ci insegna il mestiere di madre o padre e ognuno di noi impara strada facendo. Imparando però si può anche sbagliare e l’importante e cogliere gli errori per trasformarli poi in ricchezze dopo averli elaborati.
Non ascoltare le voci striscianti e subdole di chi vuole insinuare i dubbi nelle coscienze degli altri. Spesso questi sono boomerang per chi li lancia perchè negli altri spesso noi descriviamo i nostri difetti e le nostre mancanze. Lascia che parlino e non farti intaccare da tali stupidità superficiali. Quello che noi possiamo dare ai nostri figli non si misura con il tempo o con le presenze a scuola ma con quello che noi trasmettiamo ai figli in termini di intensità affettiva (e non è una scusa autogiustificante).
Non ti angustiare poi per le amicizie che vanno. Quelle vere si distinguono e restano. Si dona qualcosa a qualcuno perchè si vuole fare e non per avere in cambio. Se si sbaglia fa parte del gioco, l’importante è imparare e magari restringere il cerchio alle persone vere; un pò di pulizia ogni tanto ci vuole.
Continua così a regalarci queste parole e questi pensieri srotolati con questa apparente semplicità e lascia che le voci striscianti ti scivolino addosso senza lasciare traccia, tanto nessuno poi le ascolta.
DANIELA dice
Silvia ti voglio semplicemente bene!
wolkerina dice
Come al solito tocchi corde che vibrano poi a lungo.. grazie Silvia :heart:
Monica dice
Roberta, standing ovation! E aver scoperto che è ANCHE bella dopo anni e anni è la misura di quanto se la tira!
Con il fascino che ha altre blogger avrebbero fatto stampare i 6×3 per le strade altroché!
nadia dice
Silvia cara. Che dire? Vorrei trovare le parole giuste per donare a te quello che tu (senza volere, solo facendo, scrivendo, raccontando) hai donato a me: la forza, l’energia, il coraggio di andare avanti. Ma anche: due minuti per piangere, 1 minuto per chiedersi “dove sto andando?”, 30 secondi per ridere, 1 secondo per sorridere… della bellezza della vita, di questa nostra vita di mamme, donne, mogli, lavoratrici, vestite da donne ma con le “palle”. Perchè oggi essere tutto questo è di una difficoltà enorme. Perchè ci scoraggiamo e tocchiamo il fondo (quanti ne ho toccati …e su quanti mi sono frantumata). Tante volte, per caso, mi hai aiutata tu a risalire. E di questo ti sarò grata sempre. Ti ho consegnata alle mie più care amiche, come un tesoro, quando si avvicinavano alla data presunta del parto, ti ho “inoltrata” all’amica con il sogno di un blog nel cassetto, ho pensato a te riflettendo su “tematiche sociali”… la conciliazione tra vita e lavoro… Ti ho ammirata e ti ammiro oggi, scoprendo un altro aspetto di te. Leggo appunti del tuo diario tra le pagine del blog e sento una rabbia che vuole uscire fuori… e voglio proprio bene alla “mia” mammaimperfetta come ho voluto bene alla “mia” bambola da bambina. Si cambia. Si cresce. La bambola chissà dov’è. Ma quanta forza mi ha dato.
Io fumo ancora. Sono una madre di merda perchè non accompagno nè vado a prendere mio figlio all’asilo. Ci vanno i nonni. Alcuni di loro pensano che sono una madre di merda. Certe volte lo penso anche io. Certe volte lo pensano anche i miei figli.
Io continuo a credere che prima dei miei figli (e del primo in particolare) camminavo senza sapere dove andare. Ora corro e mi godo la corsa, il vento tra i capelli e la fatica enorme di correre spesso da sola.
Poi vedo mamme che corrono, che si truccano in auto, che hanno il mal di stomaco perchè rientrano di notte ed escono all’alba (come me), e vedo mamme che ci sono sempre e “si godono” i figli ma sono tristi, le guardo tutte. Mi piacciono quelle che ridono e che non urlano. E vorrei abbracciare quelle che sono tristi e urlano.
Ora ti saluto Silvia, questo commento sta prendendo una brutta piega e… il mascara si scioglie! 😉
roberta dice
nooooo!!! che disdetta! 🙁
niente parmigiano per me, purtroppo solo latte di capra
per questa volta è gratis.
se passi a roma ti costa un caffè e quattro passi per garbatella. 😎
se invece passi @home ti costa un saluto.
buona giornata
r
Alessandra dice
Ciao Silvia, grazie (tra gli innumerevoli spunti di riflessione che questo post ha seminato) per aver utilizzato il termine “scotomizzare”, per me nuovo: “Rifiutarsi di percepire gli aspetti dell’ambiente e di sé che creino un conflitto intrapsichico” (Zingarelli 2005).
Mi dipinge, in questo HARD TIME della mia vita. Trovo sempre qualcosa di sorprendente in queste pagine (mi piace chiamarle così, come fossero davvero carta avorio, profumata di inchiostro blu).
Mi dispiace molto avvertire un’amarezza profonda nelle tue parole, ma è bello sapere che hai la forza di parlarne e affrontare il lato oscuro delle relazioni di amicizia, amore o di ciò che crediamo tali.
“Non, rien de rien, non, je ne regrette rien, Ni Le Bien Qu’on M’a Fait, Ni Le Mal
Tout Ca M’est Bien Egal”. Scusa ma ho visto ieri sera il film su Edith Piaf con una sconvolgente Marion Cotillard e mi ha lasciato addosso questa canzone… Un abbraccio!
Mammaimperfetta dice
Grazie a tutte/i.
Marilde, che bello rileggerti. Come stai?
Andrea, dunque, ho controllato. Dal 2008 i commenti che non ho pubblicato sono stati tre. 🙂
Lia, l’empatia…è una delle parole più belle che abbiano inventato.
en-, “dentro” e pathos “sofferenza o sentimento”
Franz, anche io a leggerlo mi sono commossa. 😉
Roberta, poi ti faccio un bonifico, anzi, meglio, ti mando una punta di Parmigiano- Reggiano :tongue:
roberta dice
Ciao Silvia,
mi dispiace leggere amarezza (o un velo di rancore?) nelle tue parole. devono proprio essere scesi in basso per spingerti a questo.
non ti conosco, e non mi sembra di conoscerti, però ti stimo. molto.
per quello che dici e per come lo dici.
perchè non sei un fake, non sei un bluff. non “te la tiri”. non dici cose banali. non giudichi. sei una padrona di casa ineccepibile.
hai la mente affilata e il pensiero elastico.
sei rilevante.
soprattutto questo. e non solo per me.
“be relevant”… quando facevo l’account in una grande agenzia era uno degli obiettivi di comunicazione più importanti. raggiunto molto di rado. quasi mai, direi.
tu invece lo sei per tua essenza. (e certamente anche per il grande lavoro su di te che hai fatto e che continui a fare).
ecco, credo che non potrei farti attestazione più grande. sempre per il mio modo di vedere le cose, si intende.
e oltre tutto ho scoperto che sei anche bella, cosa chiedere di più?
da una donna che spesso non sopporta le donne
un abbraccio virtuale
roberta
franz dice
Ti sei tolta qualche sassolina dalla scarpa, eh Silvia?
La prima volta che ho commentato net tuo blog (ormai taaaaaaaaanto tempo fa) ti ho scritto che i tuoi post erano poesie. Te lo ripeto oggi. ”Sono diventata capace di vedere la bellezza del disegno complessivo, tra i fili intrecciati confusamente sul retro di un ricamo.” come altro si potrebbe chiamare se non poesia?
Brava, brava, brava, perchè ogni volta che scrivi commuovi.
Per dire la verità mi sono commossa anche leggendo le parole di tuo padre (è di famiglia, eh?). Le parole che ogni figlia vorrebbe sentirsi dire.
Lia dice
Cara Silvia, allora dillo che hai la sfera magica? Come fai a scrivere sempre la cosa sensata e giusta al momento più opportuno? Mi dai sempre tanti spunti su cui riflettere e l’empatia che provo quando ti leggo è sempre fortissima! Per quanto mi riguarda, penso tu sia una grande persona, ora sta a te interpretare se nelle parole di chi ti commenta ci sono o meno delle conferme!!! Se non azzardo troppo, ti abbraccio con affetto, Lia :heart:
Almi dice
Come TUTTE le altre volte, vai a fondo…dentro di me… e mi fai pensare…Lo sai, io ti devo tanto, tantissimo, e anche se non frequento più il sito come qualche anno fa, non vuol dire che io ti abbia dimenticata.ANZI, ti porto nel mio cuore! Ciao Silvia!
silvia dice
Che bello leggerti…e’ come leggere di se stessi.. :sideways:
Andrea dice
Sono papà e sono d’accordo con te su tutta la linea. Spesso non ce ne accorgiamo ma manifestando stupore e apprezzamento per un padre che fa solo il pade siamo i primi a fare distinzioni di genere.
Un post ricchissimo. Io adoro questo luogo e sai perché? Perché un blog è fatto anche dei contenuti dei commenti. Io non ho mai letto una banalità qui nemmeno nei commenti e questo è merito tuo. Quando si alza il livello così, dopo anni, chi ancora ti segue e lascia commenti lo fa con grande consapevolezza.
Una curiosità: sei online da tanto tempo, quanti commenti hai cancellato o non pubblicato in tutti questi anni? Sento che la risposta sarà una conferma.
Un’ultima cosa: io sono contento del diradamento di post di questo genere perchè è tanta e tale la profondità che serve il giusto tempo per riflettere.
mammachemozione dice
Silvia, bentornata!
Aspettavo un tuo post, pazientemente.
Mi ripeto, la rete che hai saputo creare è preziosa: è un dialogo che coinvolge tutti, mamme papà esperti educatori etc etc
Un abbraccio
franci di gemelli monelli dice
Non volevo commentare perchè (per me) quello che hai scritto si commenta da se …
amo leggere i tuoi post …e qui ci vengo sempre sperando proprio che sia tu a scrivere …
ANGELA dice
quante verità e come le scrivi… se scrivessi libri saresti sicuramente la mia scrittrice preferita…
parlando di scuola elementare ieri mi sono sentita dire che sono una mamma troppo attaccata al lavoro perchè sto disperatamente cercando una scuola a tempo pieno….
temo che sarà sempre come dici tu: una mamma che lavora verrà sempre considerata egoista (senza pensare che magari una lo fa ANCHE per necessità economiche) e i sensi di colpa sono enormi.
ciao
Sara Manfredini dice
Anche io vorrei darti la mia, seppur piccola, conferma. Ho incontrato il tuo blog in rete durante la gravidanza, ne sono rimasta subito affascinata, ho addirittura azzardato a contattarti su fb quando ho capito che siamo della stessa città. E tu mi hai accettata nei tuoi contatti, e per questo ti ringrazio davvero. A volte mi sembra di conoscerti di persona. Sarà che ti vedo “in rete” ma so che siamo nel raggio di pochi km. Grazie per il tempo che trascorri qua parlando di te.
Gloria dice
“Un padre che fa il padre, diventa mammo, papà high care, papà perfetto.
E chiamarlo semplicemente “papà” non va bene? Finché ci si stupirà di padri che fanno i papà, non ci sarà scampo.
Una madre che fa la mamma è forse una madre high care? Allora come funziona? La madre fa quello che DEVE fare, che è GIUSTO che faccia (hai voluto i figli?). Una madre, finché fa, è semplicemente una madre. Quando fa un po’ meno, per X motivi (che al giudizio comune non interessano, perché l’importante non è il “perché” ma il “come”), allora diventa una madre assente.
E vabbè. Ma io non mollo. Sono online da 10 anni, anche e soprattutto per questo.”
Solo questo paragrafo vale più di mille parole, sarebbe da appendere alla scrivania di ogni mamma, anche e soprattutto a quelle che sono “sempre presenti” e che ti guardano anche un po’ male quando arrivi trafelata o perché a riprenderle c’è la baby sitter… Sempre bello leggerti 🙂
Franci dice
Sei tornata a scrivere (ricordo bene questo stile)! E cosa produci! Io non so, stimolare i pensieri è davvero un dono. Sei unica.
Ti conosco da anni e sai bene cosa darei per poterti frequentare di persona.
Gli spunti che lanci qui sono tali e tanti che ci tornerò su con calma.
Intanto penso.
Che soddisfazione riuscire a far pensare le persone.
Murasaki dice
Mi raccomando continua a non fumare!!
ps: io sono una madre di M perché i miei figli né li accompagno e né li vado a prendere… e a mio Marito una volta (lo avevo raccontato nel blog) una delle mamme che si incontrano fuori dalla materna ha chiesto: “scusa… era da un po’ che volevo chiedertelo… maaa… tuuu fai il mammo?”
Lui le ha risposto piccato: “No io al massimo faccio il papà!”
😎
marilde dice
Srotoli le frasi in un modo così profondo e morbido che leggerti, di qualunque cosa tu scriva, è sempre un gran piacere.
mamma al quadrato dice
Che bello leggerti di nuovo. Hai ragione, le donne sanno farsi molto del male. Ti abbraccio.
raffaella dice
Carissima Silvia,
hai bisogno di conferme…eccomi io ci sono…e CONFERMO che leggerti ha in sempre in sè qualcosa di magico, riesci con le tue parole schiette, sincere, fragili, speciali, parolo d’amore ad entrare SEMPRE e dico SEMPRE nel mio cuore con una forza travolgente.
Condivido il commento di chi vuole mettere su braccialetto in ospedale il tuo link, io il tuo l’ho consigliato a molte amiche. Sei stata la persana alla quale ho scritto, subito dopo la nascita del mio Matteo e dei suoi problemi, e tu subito mi hai risposto e sollevata.
Che dire il tuo essere vicina a molte madri aiuta tutte a non sentirsi sole e a digrare a voce alta il sentirsi un pò “imperfette” e sai che ti dico evviva l’imperfezione!
Abbraccio te e i tuoi figli che sono bellissimi :heart:
Raffaella