Domanda
Gentile Dott.ssa Agnone,
sono mamma di due bimbe, una di quasi 4 anni e 1/2 e una di quasi 2 anni e 1/2. La grande è quella che mi da sempre più problemi a livello emotivo. Il problema principale è che mi piacerebbe dormisse nel suo letto e lei invece dorme ormai sempre con me e mio marito nel lettone, rendendo le nostri notti molto pesanti e con frequenti risvegli. Premetto che nel lettone è finita molto presto (la sorellina mai…) perchè dormiva poco e la stanchezza era tanta, ma comunque negli ultimi 2-3 anni c’erano anche notti in cui dormiva nel suo lettino tutta la notte o almeno gran parte della notte. Poi piano piano la situazione è deteriorata, anche perchè lei è abituata ad addormentarsi con me nel lettone e ha ancora il ciuccio per addormentarsi (anche se sempre più spesso crolla sul divano in sala) e poi cerchiamo di spostarla nel suo letto, anche se in passato molte volte non l’abbaimo spostata perchè ci addormentavamo anche noi. Da poco abbiamo deciso di abbandonare i lettini che erano ancora in camera nostra e le abbiamo messe nelle loro cameretta. Quasi contemporaneamente la bambina ha iniziato a stare tutto il giorno all’asilo, dovendo quindi fare la nanna a scuola. Questa nanna all’asilo la disturba perchè lei in realtà non vuole più dormire al pomeriggio, e all’asilo invece è obbligata. Le maestre mi dicono che dopo pranzo piange sempre, in modo silenzioso e un po’ angosciata (dice che vuole la mamma) ma poi a volte riesce anche ad addormentarsi… Ogni mattina comunque protesta piangendo e dicendo che lei non vuole dormire all’asilo, ma le insegnati mi hanno invitata a non mollare.
Alla sera, anche quando si addormenta stremata, quando cerco di metterla nel suo letto, o si sveglia subito e inizia a piangere e scalciare disperata che non vuole dormire li da sola, o comunque dopo poco si sveglia e anche se a volte riesco a farla riaddormentare nel suo letto, ogni 15 minuti si sveglia angosciata e mi supplica di farla dormire con me. Una volta che è nel lettone si addormenta tranquilla, sento proprio sciogliere fisicamente la tensione muscolare e dorme fino al mattino.
Non so come fare, probabilmente prima dovrei farle passare quest’ansia e tensione che non le permette di dormire tranquilla almeno le prime ore del sonno. Quasi tutti i giorni è sveglia dalle 6 de mattino e infatti alle 20.00 dorme già sul divano, ma se fosse emotivamente tranquilla e per quanto è stanca, una bambina di 4 anni dovrebbe almeno dormire 6-7 ore di fila senza svegliarsi…. Aggiungo che lei è molto legata a me, vive quasi di me, molto insicura e sensibile, al contrario della sorellina che è molto autonoma e molto meno sensibile, seppur anche lei molto attaccata alla mamma.
Grazie se mi darà qualche consiglio.
Risposta
Cara mamma,
mi spiace sentirmi arrivare dalle tue righe l’idea di un’organizzazione scolastica che propone regole che sembrano immodificabili.
Mi sembra di capire che quello del riposino pomeridiano a scuola sia una cosa “obbligatoria”, che costringe tua figlia ad andare contro un messaggio del suo corpo, che è quello di non dormire (il perché non vuole farlo lo vedremo più avanti, ma probabilmente poco importa, e ti spiegherò perché).
Mi chiedo se sia prevista un’alternativa, in questa scuola, per i bambini che possono -talvolta o sempre- aver necessità di stare svegli, e se sia possibile obbligare invece un bambino a dormire se non ne ha voglia: ci si riesce?
Vedi, la questione è legata ai punti di vista, alle chiavi di lettura, quelli che cambiano nettamente l’interpretazione delle cose: se noi pensiamo che un bambino deve fare quello che vogliamo o di cui noi abbiamo bisogno (per esempio, un bisogno degli adulti potrebbe benissimo essere che i bambini dormano, tutti insieme, a quell’ora del pomeriggio), il suo esprimere un comportamento contrario sarà interpretato come ribellione.
Se noi invece pensiamo che il nostro compito di educatori, e di genitori, è di cogliere i bisogni del bambino immedesimandoci in lui, mettendoci esattamente nei suoi panni, allora coglieremo il suo disagio come segnale di un bisogno non soddisfatto.
Quando arriva il pomeriggio (pensiero che provoca disagio in tua figlia tanto da farla piangere sin dal mattino), poco importa se non vuole dormire perché è agitata o perché realmente non ha sonno: obbligarla equivale a dirle che a nessuno importa di lei, dall’altro che se vuole esser euna brava bambina deve imparare a mettere da parte i messaggi del suo corpo.
La questione del sonno notturno è molto delicata, ed io non mi sono mai professata a favore di un metodo piuttosto che un altro: credo che ogni famiglia debba trovare il suo equilibrio, rispondere ai propri bisogni, trovare le proprie soluzioni.
Questo per rimanere coerenti col fatto che, nell’intimità familiare, ognuno ha esigenze proprie.
Di certo credo che nessun bambino dormirà nel letto dei genitori fino a 20 anni, e che gli insegnamenti non si danno ai figli col timore che “altrimenti prendono il vizio”.
La notte è buia per tutti (quanti adulti soffrono di insonnia!), ancor più per i bambini, e se durante il giorno non hanno modo di averne a sufficienza (in termini di qualità, non di quantità) della vicininanza delle persone che amano, è probabile che per loro sarà più difficile separarsene la notte.
È anche vero, d’altro canto, che esiste una fatica, una stanchezza dei genitori, nel condividere il “lettone” con i propri figli (cosa che sicuramente non consente un riposo soddisfacente), nel condividere l’intimità della camera da letto, o nell’interrompere il loro sonno parecchie volte durante la notte.
Che possiamo fare quindi? Dare loro un rimedio “esterno”, che “meccanicamente” induca la serenità del sonno che non riescono ancora a conquistare, o piuttosto cercare dentro la relazione con loro questa serenità e questa sicurezza che induce all’abbandono e al relax notturno?
Sicuramente la seconda soluzione è la più difficile, ma anche l’unica risolutiva.
Credo che le soluzioni nascano dalla consapevolezza dei bisogni, e quando si parla di famiglie la soluzione nasce dall’ascolto dei bisogni di tutti e dalla ricerca di un compromesso.
Il rilassamento fisico, muscolare, di tua figlia nel lettone ci parla di come lei sia tesa quando è da sola e di quanto abbia bisogno di rilassarsi di notte, quando si riunisce a voi. Credo che una riflessione alla ricerca di soluzioni debba partire necessariamente da questa evidenza.
Io rifletterei anche su quanto pochi siano 4 anni rispetto alla complessità della vita, e delle sue giornate lunghe e piene lontano da casa.
Detto questo, spero che le mie parole ti siano di aiuto, e che ti spingano a trovare un tuo adattamento creativo.
Ricorda che quando noi genitori riusciamo a percorrere questa strada, anche i nostri figli imparano a trovare soluzioni orientate sui loro bisogni.
E sono queste le più autentiche e durature.
Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta
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