Domanda
Dottoressa Agnone buongiorno.
Mia figlia ha 7 anni appena compiuti e frequenta la prima elementare.
Ha iniziato la scuola piena di entusiasmo e gioia è sempre andata a scuola molto volentieri, ha un ottimo rapporto con le insegnanti, fa volentieri i compiti insomma tutto molto bene fino ad oggi che ho scoperto che ha pianto in classe prima dell’inizio delle lezioni.
Le ho chiesto il motivo e lei mi ha detto che non lo sapeva fino a che stasera prima di andare a letto è scoppiata a piangere e mi ha detto che non vuole andare a scuola ma stare con la mamma.
Mi ha detto che le manco molto a scuola soprattutto subito dopo che ci siamo salutate (la porto a scuola io).
Sono sicura che lei va molto volentieri a scuola ed è felice alla fine di stare a scuola ma non so se essere dura con lei oppure consolarla.
Io ho cercato di dirle che quando le manco di pensare che la mamma comunque la mattina lavora e cercare di pensare a tutte le cose belle che faremo insieme nel pomeriggio le ho detto che è una bimba grande e che non deve piangere per queste cose, che anche a me manca ma poi penso a tutto il tempo che passeremo insieme dopo il lavoto.
La cosa che mi ha stupito quando le ho chiesto “ma se la mamma fosse in banco con te saresti contenta?” lei mi ha risposto felicissima.
vorrei sapere come comportarmi con lei non vorrei usare un comportamento sbagliato.
Attendo un suo consiglio e la ringrazio
Risposta
Carissima,
intuisco che il comportamento di tua figlia possa averti sorpresa. Probabilmente avevi delle aspettative sul buon funzionamento del suo percorso scolastico, e questa “novità” ti ha colto impreparata.
Stando a quello che scrivi, non mi pare di dover leggere tra le righe: le manchi, e vuole stare con te. Questo messaggio potrebbe racchiuderne altri, ma non posso saperlo, a distanza.
Il comportamento, così come me lo racconti, non mostra segni di particolare interferenza con la vita quotidiana, quindi risponderei che l‘unica cosa possibile è assecondare il suo bisogno di “coccole”.
Questo non significa ovviamente farle saltare la scuola, ma provare a riflettere sul tempo trascorso insieme, e su quale potrebbe essere quello di cui tua figlia ha bisogno e che non riesce a prendersi quando siete insieme.
A casa sei molto presa? Le faccende ti assorbono molto? Riuscite a passare del tempo insieme senza che gli impegni quotidiani (suoi e tuoi) vi assorbano totalmente?
La mia riflessione è che, probabilmente, l’insoddisfazione nasce dalla qualità più che dalla quantità, e dico questo non per giudicare il tuo operato, quanto piuttosto per spingerti ad un auto-riflessione che potrebbe esserti di aiuto nella ricerca di una soluzione.
La mia idea sulle richieste affettive, d’altro canto, è sempre stata la stessa: non dobbiamo aver timore che l’affetto o una dose supplementare di coccole mostrato verso i bambini sia in qualche modo controproducente. Come potrebbe, del resto?
Sento, in queste domande che talvolta mi sono rivolte l’eco di una vecchia filosofia educativa che ritiene che la dolcezza “rammollisca” i piccoli, rendendoli persone più deboli e in futuro adulti con meno carattere.
Se anche non fosse la tua idea (ed eventualmente mi scuso), approfitto per dire che non credo di poter essere d’accordo con questo pensiero: penso invece che l’attaccamento costituisce uno dei sistemi di controllo del comportamento che motiva il bambino a ricercare e mantenere la vicinanza fisica con la figura di riferimento, allo scopo di ottenere protezione. Essere persone amate significa crescere nell’autostima e nella sicurezza di sé.
Spero con questo di aver risposto alla tua domanda: costruire l’autostima della piccola in un clima di affetto e fiducia, dandole la certezza che tu ci sei, per lei, quando ha bisogno di te.
Ti auguro buon lavoro, e ti faccio i miei auguri.
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