Domanda
Sono la mamma di una ragazzina di 11 anni. Tra qualche giorno dovremmo fare la prima dose del vaccino anti-HPV (human papillomavirus) ma sono molto perplessa vista la protezione parziale dal virus e sopratutto per il fatto che la protezione è limitata nel tempo e cesserà nel periodo in cui potrebbe essere più esposta al contagio.
Non essendo al momento previsti richiami al termine del periodo di efficacia del vaccino mi chiedo se sia il caso di esporre una ragazzina ai rischi che comunque qualsiasi vaccino può comportare per una protezione parziale e limitata.
Aggiungo solo che in seguito alle vaccinazioni obbligatorie ha spesso avuto febbri alte, in particolare dopo la vaccinazione contro il morbillo
Risposta
Carissima Monica,
la sua domanda contiene numerosi spunti di discussione interessanti. Ma andiamo per ordine.
Io dividerei la questione in due punti:
1) Fare o non fare la vaccinazione anti-HPV? e se si 2) Sarebbe opportuno farla a 11 anni?
Sul primo punto, la scelta se vaccinare o no dipende da sicurezza ed efficacia del vaccino insieme alla severitá della malattia che vogliamo prevenire. Sulla severitá della malattia non abbiamo alcun dubbio. Riguardo la sicurezza, tutti i dati raccolti fino ad ora (con milioni di dosi ormai somministrate in tutto il mondo) sono a favore di un vaccino con un profilo di sicurezza molto alto. Il fatto che la sua bambina in passato abbia avuto reazioni “vivaci” alle precedenti vaccinazioni non vuol dire che avrá le stesse reazioni alla vaccinazione anti-HPV. I vaccini non sono tutti uguali: il vaccino contro il morbillo, ad esempio, si sa che causa piú spesso di altri delle reazioni febbrili. L’effetto collaterale piú spesso riportato dopo la vaccinazione HPV é in dolore nel punto di iniezione. La febbre viene anche riportata, ma con minore frequenza (fra 1/100 e 1/1000 vaccinati).
Passiamo all’efficacia. I ceppi virali inclusi nel vaccino (HPV16 ed HPV18) causano intorno al 70-75% di tutti i casi di cancro in Europa. Gli studi clinici hanno dimostrato una buona efficacia (intorno al 90%) nei confronti di questi ceppi. A conti fatti, la vaccinazione potrebbe prevenire il 63-68% dei casi di cancro. A questo si aggiunge il fatto che studi recenti depongono per una probabile protezione data dal vaccino anche verso i ceppi che non sono inclusi nel vaccino stesso (si parla di “protezione crociata”). Insomma, certamente la percentuale di protezione é piú che soddisfacente nel diminuire il rischio di cancro. In conclusione, io direi che la valutazione pende in favore della scelta di vaccinare. Ovviamente resta fermo il fatto che vaccinarsi contro HPV non vuol dire dimenticare di utilizzare tutte le protezioni necessarie contro le malattie a trasmissione sessuale!
Riguardo al secondo punto, lei ha ragione a dire che 11 anni sembra un’etá troppo bassa per vaccinare contro una malattia a trasmisisone sessuale. Attualmente gli studi clinici mostrano una buona protezione del vaccino almeno fino a nove anni dopo la prima vaccinazione. Questo significa che la bambina sarebbe comunue protetta almeno fino a venti anni di etá. A quel punto i dati disponibili fra nove anni ci diranno se sará necessario o no un richiamo. Se lei volesse spostare la vaccinazione piú in lá, non andrebbe fatta comunque oltre i 14-15 anni. In pratica “guadagnerebbe” solo pochi anni. Il problema dell’eventuale richiamo si porrebbe comunque a 23-24 anni.
La scelta italiana di vaccinare a 11 anni deriva per lo piú da fatti organizzativi: a quell’etá si é sicuri che la stragrande maggioranza delle bambine frequenta la scuola e quindi é piú probabile avere coperture vaccinali alte su tutta la popolazione. Offrendo il vaccino a 14-15 anni si perderebbero tutte quele bambine che nel frattempo hanno abbandonato gli studi.
Spero che la mia risposta abbia potuto chiarire qualche dubbio e le permetta di scegliere con piú serenitá.
Un caro saluto.
Pierluigi Lopalco dice
Gentilissima Stefania,
Il legame tra vaccini ed autismo è ormai da molto tempo completamente rifiutato dalla scienza. Per molte malattie che sono attribuite ai vaccini si tratta di una pura e semplice coincidenza temporale: nel senso che normalmente queste malattie si manifestano nel periodo in cui i bambini si vaccinano e alcuni genitori credono che siano state causate dalla vaccinazione. Tutti gli studi approfonditi hanno rigettato l’ipotesi che i vaccini possono causare questo genere di patologie. Per quanto riguarda l’antipolio, gli effetti collaterali di quel vaccino sono sempre stati conosciuti: non sono stati scoperti per caso. Le paralisi post vaccinali erano un effetto collaterale, anche se piuttosto grave, molto raro che comunque giustificava L’utilizzo di quel vaccino che ha permesso di eliminare la poliomelite. Quando il rischio di poliomielite e diminuito nella popolazione allora si è deciso di abbandonare quel vaccino e sostituirlo con un altro che non presentava quell’effetto collaterale. spero di averle chiarito qualche idea il resto disposizione per qualsiasi altra domanda.
Stefania dice
Buongiorno,
essendo diventata mamma da poco sto raccogliendo informazioni sui vaccini. Quello che noto è che ci sono tanti casi di danni da vaccino (così almeno denunciano i genitori dei bimbi danneggiati), in particolare si parla di autismo (ma non solo). Mi chiedo: questi genitori sono tutti dei visionari che cercano nel vaccino colpe che non ha oppure, come successe per l’antipolio, tra qualche anno scopriremo che magari qualche ragione questi genitori ce l’avevano?
Grazie
Un saluto