Domanda
Dott.ssa Agnone, buongiorno.
Mio figlio Thomas ha quattro anni e mezzo e da cica un mese presenta a mio avviso un tic nervoso: chiude e riapre le palpebre degli occhi con ritmicità ; con l’occhio sinistro sembra fare l’occhiolino. All’inizio era una cosa sporadica, due tre volte al giorno, ora invece si manifesta molto più spesso e specialmente la sera.
Mentre dorme non ha sintomi.
Non ho ancora fatto accertamenti oculistici, ma anche se li farò non penso abbia problemi di questa natura.
Volevo chiederle se secondo lei questi tic potrebbero essere associati a una probabile gelosia nei confronti della sorellina di 2 anni (non ha mai dimostrato minimamente gelosia).
Alla scuola materna le insegnanti hanno constatato il verificarsi di questo “tic” quando si sente messo al centro dell’attenzione.
Quindi, mi chiedevo, può essere ansia?
La ringrazio, sono seriamente preoccupata, spero possa darmi consiglio su come comportarmi.
Mara
Risposta
Cara Mara,
grazie di aver pensato a noi e di aver condiviso la tua storia.
Mi scuso per il ritardo con cui ti rispondo, e mi permetto di suggerirti gli articoli che ho già scritto sui tic nervosi:
il primo riguarda una spiegazione clinica dei tic;
il secondo ed il terzo propongono una lettura più relazionale del sintomo.
Sembra che tu abbia già fatto delle ipotesi sulle possibili cause del sintomo: ritengo sempre che quando un paziente ha un’ipotesi, questa non è mai del tutto sbagliata, perché ha quantomeno un senso per lui.
Potrebbe al contrario verificarsi, come accade in tutti i percorsi terapeutici, che la lettura iniziale della situazione possa ampliarsi ed integrarsi con altri elementi.
La relazione (l’incontro con l’Altro), inoltre, è fonte di sostegno, di contatto e di crescita, ed è proprio per questo motivo che è di per sé terapeutica. Vista la tua preoccupazione e l’evidente disagio di tuo figlio, è importante che troviate una strada per alleviare il vostro malessere.
Penso che sia legittimo che tu voglia fugare i tuoi dubbi riguardo alle origini dei tic nervosi di tuo figlio, non aspetterei quindi a consultare uno psicoterapeuta familiare, che possa sostenere da un lato voi genitori, ed incontrare personalmente il bambino, dall’altro, avendo così una visione più ampia della vostra famiglia e di quel che accade in questo momento della vostra vita.
Resto a tua disposizione per ulteriori chiarimenti, e ti faccio i miei migliori auguri.
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