Proseguiamo la nostra conversazione sull’uso dei videogiochi.
Come ho anticipato la settimana scorsa, il Nintendo ha fatto ingresso a casa in dicembre dello scorso anno. Dopo lunga riflessione. La rete mi ha regalato in questi anni stralci di racconti sui bambini e videogiochi che mi hanno non poco inquietato.
Però io sono per il buon senso. Non per i divieti assoluti e nemmeno per il permissivismo totale.
Perché, per esperienza, so che i divieti servono veramente a poco. Se non ad aumentare il desiderio, come ogni privazione. Inoltre, i suoi compagni l’avevano e ne parlavano. Non volevo che si sentisse tagliato fuori dalle conversazioni, come quando, a 14 anni, il lunedì mattina le mie compagne di classe parlavano della discoteca della domenica pomeriggio e io non ho mai potuto prendere parte a un discorso e inserirmi in un dialogo. Poi si sopravvive a tutto, per carità. Sono stupidaggini, però ciascuno si porta dietro i suoi ricordi, bagagli che spesso si disfano con entusiamo e a volte, invece, si vorrebbero lasciare chiusi perché ci riportano a momenti di disagio.
Come in ogni cosa, ci vuole la giusta misura. Matteo, in fondo, stava per compiere 8 anni. E così a Natale gliel’abbiamo regalato.
Perché poi in fondo, chi non ha il Nintendo li piazza davanti all’iPad o allo smartphone, oppure gli concede ore di tv al pomeriggio. In sostanza, si trattava di organizzare le concessioni in modo da avere un equilibrio complessivo.
E così abbiamo fatto. Stabilendo regole imprescindibli. Poche ma inaggirabili. Per tutti. Noi, loro e…i nonni.
Le regole per noi genitori
- Controllare la classificazione PEGI per età e per contenuto. Leggo su un forum “Ricordo che mia zia quando mio cugino aveva solo 10 anni gli ha regalato un videogioco per ragazzi con più di 18 anni e un giorno per caso ha visto di cosa si trattava e si è scandalizzata, beh penso che avrebbe dovuto pensarci”: ecco, questo non deve accadere mai.
- Giocare per primi, anche solo una volta, ma provare.
Le regole per i bambini
- Tempo: il tempo è la prima e più importante. Mai più di mezzora a testa. Indipendentemente dal gioco. E questo per me è importantissimo. Ho conosciuto famiglie che siccome nel Nintendo o PSP hanno il Junior Brain Trainer anziché il calcio, concedono 2 ore di gioco consecutivo a bambini di 6 anni. A me non interessa il tipo di gioco (che comunque è adatto alla loro età). Mi interessa che non superino il limite orario stabilito.
- Modo: io non tollero doverli richiamare. Per cui loro hanno dovuto imparare velocemente a smettere da soli. Si metteono il timer e quando suona, spengono. Senza fiatare. Perché la prima volta che si lamentano per questo il Nintendo sparisce per una settimana. Come è già capitato. Un po’ rigida? Forse.
Le regole per i nonni
Eh si. Sapete che è più difficile che con i bambini? I bambini ubbidiscono, i nonni no. I nonni, purtroppo, tra pc, iPad e smartphone, sono capasci di lasciarli appiccicati due ore. E io non lo sopporto.
Non sono una che detta legge perché sono del parere che un nonno che ti tiene un figlio è sempre una benedizione, anche se non si accorge che è da cambiare, se gli dà le caramelle o gli compra 18 macchinine. I nonni sono nonni ed è giusto che facciano i nonni. Non sono di quelle che vogliono esercitare potere genitoriale anche nelle relazioni nonno-nipote. A casa mia i nonni possono fare tutto, tanto i bambini sanno distinguere alla perfezione i ruoli e io sono abbastanza sicura di me per permettere a nonni e nipoti di non rispettare le mie regole in mia assenza. È una complicità loro che mi fa tenerezza.
Tranne che per due questioni: tv e i videogiochi. Qui non transigo. Non esiste nessun “eh ma da, poverino, era stanco”. Ma soprattutto, quando mi accorgo che non vengo rispettata, ci resto male, proprio perché io non sono né una figlia n’è una nuora pedante. I nonni hanno libertà massima con loro, su tutto. Ma se io dico che hanno mezzora a testa per giocare con un solo “device” (smartphone, iPad, Nontendo) e tu li lasciate giocare due ore, allora significa che non li ami. Perché i bambini vanno protetti ed educati ad un uso responsabile, che significa, soprattutto, SPIEGARE i motivi. Non vietare o mettere solo regole, ma spiegare il perché. Significa, in sostanza, educarli all’amore per se stessi. E non dovrebbe esistere nulla di più importante.
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