Domanda
Buongiorno Dottoressa Agnone,
sono una mamma che lavora e lascia la sua principessa, di 20 mesi, dalla nonna per tutto il giorno. Purtroppo mi succede che quando la bambina fa i capricci incomincia a mordermi e si arrabbia così tanto che non so come gestirla: cerco di stare calma, ma a volte non è facile, ci scappa un urlo o lo sculaccione che, riconosco, non è assolutamente valido. La mia giornata incomincia alle 04:30 e fino alle 23:30-24 non vado a dormire.
A volte sono stanca anch’io, ma non è colpa della bambina. Solo che lavoro lontano da casa, faccio più di 100 km al giorno e vorrei se possibile dei consigli per cercare di essere, non una madre perfetta, ma migliore, questo sì …
Io dico sempre che i bambini hanno bisogno di capire e di regole come noi, si devono aiutare a crescere , ma aiutano anche noi a imparare e crescere interiormente nell’affrontare la relazione con loro.
Le chiedo dei suggerimenti su come evitare questi scatti di rabbia della nostra principessa o almeno come capire quello che vuole veramente dirmi, e aiutare il nostro rapporto. Mia figlia è la gioia più bella che la vita mi ha dato e vorrei cercare di essere una buona madre e darle soprattutto tutto l’amore e il rispetto che è giusto debba avere..la ringrazio fin da ora.
Un abbraccio, Daniela.
Risposta
Cara Daniela,
probabilmente l’abbraccio con cui concludi la tua lettera è quello di cui tu avresti bisogno: sei una mamma molto stanca, e per quanto tu abbia diverse consapevolezze, a volte, leggendoti, ho la sensazione che tu pretenda da te stessa qualcosa di più di quello che le tue energie ti consentono. Sappiamo bene che conciliare la vita familiare con quella professionale non è facile, è anzi molto impegnativo: richiede sacrificio, ma è anche fonte di soddisfazioni, nel momento in cui ci fa sentire persone realizzate, impegnate proficuamente, utili. Non so quanto questi aspetti positivi siano chiari per te, dal momento che se hai fatto questa scelta devi necessariamente averne un vantaggio, oltre che una necessità (e non mi riferisco solo a quella economica). Credo che essere una persona consapevole dei propri limiti, ma anche soddisfatta delle proprie scelte, sia una base importantissima per il clima familiare. Leggendoti, invece, ho la sensazione che tu ti senta un pò in colpa: lavori tanto, manchi per molto tempo da casa, e ritieni che questo sia la causa di qualche problema. Premesso questo, ci racconti che c’è una principessa che è arrabbiata e la sua mamma non sa come reagire alla sua rabbia.
Ma anche le principesse, per quanto regali e irraggiungibili, sono bambine come tutti, ed hanno i desideri e le necessità uguali a quelle di ogni bambino.
Mi chiedi un modo per evitare gli scatti di rabbia… ti rispondo con una frase già utilizzata nel precedente articolo, che ti invito a leggere: i bambini devono potersi arrabbiare e trovare un modo adeguato per esprimere quello che a loro non piace.
Capisco che l’episodio rabbioso, o i morsi, non sono piacevoli, ma il modo di affrontarli dipende dal punto di vista con cui si analizza ogni singolo episodio: finché la nostra percezione è relativa al fatto che l’episodio è sbagliato, che sia contro di noi, o da correggere e eliminare, questi vissuti si riverseranno sul bambino; al contrario, la rabbia è un messaggio diretto all’adulto nel solo linguaggio di cui un bambino è capace, ovvero quello spontaneo, diretto, fisico e senza filtri.
La rabbia dei bambini è sempre un appello alla relazione con gli adulti.
Questo non significa che è necessario permettere ai bambini di fare ciò che vogliono: al contrario, spesso quello di cui necessitano è proprio un contenimento alle loro tensioni, dalle quali loro stessi si sentono travolti.
Per dirla più semplicemente, tua figlia cerca di esprimere un disagio che percepisce come urgente, e lo fa nel solo modo che conosce. A te chiede di ascoltarla, e di aiutarla a placare il suo disagio.
Impedirle di esprimersi non è quindi il modo migliore per aiutarla.
Dare voce, legittimità alla rabbia dei bambini, quindi riconoscerla e comprenderla, significa farli sentire visti, capiti, compresi, considerati, e questo già da solo basta a placare parte della loro frustrazione.
Ci sono frasi semplici ma molto efficaci, che ricordo sempre, una delle quali è “capisco che sei molto arrabbiata, che questa cosa non ti piace, che è brutto per te…”
Un’altra tecnica valida è quella di parlare ai bambini stando all’altezza dei loro occhi, guardandoli in viso, e non dall’alto: è un aiuto valido per empatizzare con quello che provano.
Lavorare sul contenuto della rabbia, a distanza, non mi è possibile: bisognerebbe analizzare più attentamente le dinamiche della vostra vita familiare in questo momento della vostra vita. Quel che posso confermarti è che la tua bimba è arrabbiata, e cerca un modo per dirti che c’è qualcosa che non le piace.
Questo potrebbe riguardare il tuo lavoro, ma non è detto che sia solo questo. Ed anche se questa fosse la principale causa della sua rabbia, la soluzione non è certamente quella di licenziarti (potrebbe essere una soluzione se coincidesse anche con un tuo bisogno personale).
Ti inviterei dunque a lavorare sulla qualità del rapporto con tua figlia, dal momento che la quantità, da sola, non fa la differenza. Si può essere genitori onnipresenti ma molto trascuranti, e, al contrario, genitori molto impegnati, ma attenti e sensibili.
Trova degli spazi quotidiani (se pur brevi, ma intensi) da dedicare interamente a voi, anche come famiglia, senza l’interferenza di altre incombenze: questo aiuterà la bimba a sentirti presente, e permetterà a te di concentrarti sul suo linguaggio, compreso quello non verbale. L’osservazione di lei quando è con te ti aiuterà a capire molte cose.
Ipotizzando che la ragione della sua rabbia sia la tua assenza (ma potrebbe ache riguardare altro, come le dinamiche familiari, la relazione col papà, o altro ancora) spiega a lei, anche se piccola, dove vai, cosa fai quando non sei in casa, a che ora torni: questo la aiuterà a rendere prevedibile la sequenza giornaliera, e a sapere che la tua assenza, se le arreca disagio, non è illimitata, ma ha una fine: tu torni ogni giorno quando… (quando lei ha finito la merenda, o quando è finito un programma in tv, o scegli tu un punto di riferimento che le sia semplice capire).
I bambini, infine, generalmente mandano messaggi molto “puliti”, chiari, sta a noi dedicare loro il tempo necessario per comprenderli (e spesso sono più semplici di quel che distrattamente pensiamo).
Non so se la bimba si arrabbia solo con te, o se lo fa anche con altri, ma è utile tener presente che ogni relazione è unica, e per questo ogni volta che si arrabbierà con qualcuno non lo farà nello stesso modo e con le stesse intenzioni.
Riguardo al mordere, come gesto evolutivo, ti invito a leggere questi articoli:
Il primo è scritto in collaborazione con la collega Gloria Bevilacqua, il secondo è scritto da me sul tema del mordere.
Se tutto quello che ti ho scritto, insieme agli articoli già pubblicati su questo sito, ti avessero ancora lasciato insoddisfatta, ti suggerisco una consulenza presso uno psicologo psicoterapeuta, che possa affiancarti in un percorso di osservazione e sostegno nella relazione con la bimba, che possa dare voce alle tue esigenze nella relazione con lei, e aiutarti a riconoscere i vissuti familiari di questo momento. Nel caso in cui scegliere fosse difficile, possiamo aiutarti dandoti qualche indicazione relativa alle risorse sul tuo territorio.
Certa che saprai trovare il giusto dialogo con la piccola, ti faccio i miei migliori auguri, e resto a tua disposizione per ulteriori chiarimenti.
Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta
olivia dice
ANCHE IO MI SONO TROVATA DAVANTI A COMPORTAMENTI DI MIO FIGLIO DI 20 MESI ABBASTANZA AGGRESSIVI COME APPUNTO I MORSI…LE MANATE O LE TIRATE DI CAPELLI ED ANCHE IO QUALCHE VOLTA HO FINTO DI NIENTE ALTRE VOLTE HO RISPOSTO CON AGGRESSIVITA’ ANCHE SE SO CHE E’ SBAGLIATO….MOLTO SPESSO POI MIO FIGLIO MI PROVOCA ASPETTANDO UNA MIA REAZIONE…AD ESEMPIO COLPISCE LA MIA GATTA COME PUO’ E QUANDO SONO PRESENTE MI GUARDA SAPENDO CHE CHE MI DISPIACE MA FORSE INGELOSITO DALLA SUA PRESENZA…E’ ALTRETTANTO VERO CHE QST COMPORTAMENTI SONO LEGATI A FASI CHE COME VENGONO COSI’ VANNO VIA….C’E’ STATO UN PERIODO IN CUI COLPIVA CON LE MANI CHI SI AVVICINAVA A LUI PER DARGLI UN BACIO OPPURE MORDEVA SEMPRE O TIRAVA I CAPELLI..QST COMPORTAMENTE SONO NOTEVOLMENTE DIMINUITI MA CMQ PERSISTONO…
dott.ssa Marcella Agnone dice
Ringrazio Daniela per la testimonianza: avvalora molto ciò che scrivo quando qualcuno può raccontare la sua esperienza.
Ringrazio Franz per i complimenti: l’immagine che hai scelto mi è particolarmente cara, e dà un senso al lavoro che faccio con molta passione.
franz dice
Un commento che non c’entra con il problema di Daniela ma che è da un po’ che volevo scrivere: sento di dover fare i complimenti alla D.ssa Agnone.
Le sue risposte sono sempre chiare, complete ed esaurienti. Quasi sempre mi commuovono perchè non incolpano mai ma sostengono sempre.
Dottoressa, non conosco il suo viso ma l’immagine che ho di lei è di un abbraccio rassicurante. L’abbraccio che una mamma dà al proprio bambino quando cade e si sbuccia un ginocchio.
Grazie dottoressa. E grazie Silvia per avercela fatta conoscere.
Francesca
Mamma di Neva dice
Cara omonima, ti capisco davvero sai!
Io ho imparato a parlare con la mia piccolina (ad agosto compie 3 anni) e non ci credevo ma ha funzionato. Neva faceva le stesse cose di tua figlia urlava, dava calci e sberle.
Quando mi sono messa alla sua altezza ed ho cominciato a chiederle perchè fosse arrabbiata tutto è cambiato. Ancora oggi ha i suoi scatti d’ira, ma chi non li ha. Tutti noi abbiamo dei momentio in cui siamo più stanchi o nervosi e ce la prendiamo con chi ci vive accanto.
…… Goditi i momenti con la tua piccolina …. un abbraccio Daniela