Domanda
Gentile Dott. Torcetta,
scrivo sia per placare le mie ansie da mamma chioccia, che per ricevere risposte/conferme ai miei dubbi. Sono mamma di una frugola di 25 mesi, che ciuccetta ancora dal mio seno per addormentarsi, che mangia un po’ di tutto, con più passione carne e pasta al sugo piuttosto che verdure, che passa le sue mattine al nido con tanti bimbi e le sue adorate (finalmente, dato che all’inizio – giustamente – non ne voleva sapere) maestre e che, se il tempo è clemente, passa i pomeriggi in giardino o al parco, vestita in modo non pesante ma nemmeno leggero, il giusto per non prendere freddo, colpi d’aria o sbalzi (l’ansia mi è stata “gentilmente” trasmessa da mia madre).
Ora, ammetto che il periodo temporale di inizio di quest’incubo corrisponde con l‘inserimento al nido, ma la pupetta ha il naso perennemente goccioloso e prevalentemente di muco verde, in special modo al mattino, appena sveglia e nelle prime ore successive. La tosse poi sembra non voglia abbandonarla mai. Le viene, alle volte sembra secca, altre produttiva, la tormenta di notte e per almeno due orette la passiamo a darle un cucchiaio di miele, a farla bere e a coccolarla. Di giorno, la disturba durante i pasti ma non eccessivamente e comunque prosegue durante tutto il giorno.
Il pediatra della piccola, bravo, un uomo che ha anni di esperienza alle spalle, la ausculta, le visita la gola e mi parla di virus e che passerà. Di pulirle il nasino con la fisiologica… qualche volta mi consiglia un due goccette di Doricum, di umidificare la stanza …una volta mi ha consigliato l’antibiotico, perché, mi disse, quel muco verde che durava ormai da giorni era dovuto alla sinusite.
Io confesso che sono esausta, esausta di vederla sempre così “malaticcia”, LEI, la mia tata, ha uno splendido carattere e nemmeno la febbre l’ha mai abbattuta ma ieri notte si lamentava, all’ennesimo colpo di tosse ed io confesso di non aver nemmeno tanto il coraggio di tornare dal dottore. Già me lo vedo: sguardo rassegnato (“ancora qua, questa”) e al solito mi dirà di metterle le goccine e aspettare.
Ma questa maledetta tosse, e questo diavolo di un muco spariranno vero, prima o poi?! La bimba poi ha fatto tutti i vaccini, addirittura la prossima settimana abbiamo il richiamo per il pneumococco.
Forse la fitoterapia o l’omeopatia potrebbero darci una mano? Lei cosa ne pensa?
Grazie
Una mamma disperata.
Risposta
Cara mamma disperata,
il suo è un caso splendidamente e apparentemente disperato comune a molte mamme e papà con figli di questa età all’asilo (generalmente il primo anno).
L‘inserimento al nido è generalmente una test da carico per il sistema immunitario del bambino. Fino ad allora il piccolo era stato tenuto in un ambiente abbastanza protetto, seppur non sterile. Nel momento in cui vengono inseriti al nido i bambini si trovano all’interno di una comunità numerosa e soggetti a scambi di ogni tipo di possibili infezioni virali e batteriche.
Le vaccinazioni di legge e quelle consigliate coprono un numero molto ristretto di malattie e, soprattutto, lasciano scoperte tutte le possibili forme virali di infezione delle alte vie respiratorie. Aggiungiamo che generalmente il periodo di contagio delle forme virali e di molte forme batteriche parte già dall’incubazione della malattia in fase asintomatica e così possiamo spiegare il circolo vizioso che si instaura in questi casi.
La storia che lei descrive è molto comune e credo che il suo pediatra mantenga l’atteggiamento giusto in questi casi e che è essenzialmente caratterizzato dalle cure sintomatiche e, quando necessario e solo allora, dall’utilizzo di antibiotici. Quello che posso eventualmente consigliare in più è eventualmente usare di più la terapia con aerosol e magari acqua termale. Ultimamente è stato sconsigliato anche l’utilizzo dei sedativi della tosse perché consentono più facilmente il ristagno di secrezioni dannose che la tossa tende a espettorare.
Si fidi del suo pediatra e vedrà che generalmente già il secondo anno di asilo sarà in miglioramento.
Francesco Torcetta dice
Cara Alessandra,
Mi scuso per il ritardo della risposta.
Le dò il mio parere. Per quanto mi riguarda non consiglio mai di lasciare i bambini a casa dal nido perchè lo trovo abbastanza inutile. Credo che la socializzazione per loro sia molto importante e penso che per lasciare un bambino a casa dal nido debbano esserci dei problemi di salute molto importanti e non così comuni come quelli della sua bambina che sono i problemi della maggioranza dei piccoli al nido.
Mamma Imperfetta dice
Ciao Alessandra.
Ti rispondo per il momento io.
Il Dott. Torcetta è partito i questi giorni per 15 gg di missione in Congo, per cui, non potrà per ora rispondere alla tua domanda.
A presto.
alessandra dice
Caro dott. Torcetta, io sono la mamma disperata della mail. La voglio ringraziare per avermi dato anche il suo parere, mi creda è stato come una manna dal cielo. Considerata la sua gentilezza e la cortesia nel rispondermi le volevo chiedere un ultima cosa. Fatto il vaccino la piccola, tre giorni dopo, ha iniziato ad avere febbre. Ma di quelle che vanno e vengono. Un giorno 38, tachipirina e poi niente per il resto della giornata e così per tre giorni. Al quarto mio marito l’ha portata dall’anziano pediatra che ha decretato: è colpa del nido! Mi ha lasciata perplessa. L’avrei associata al calo delle difese in conseguenza al vaccino. Ma il nido è il male del mondo?! Il vecchio pediatra ha imposto 40gg di convalescenza, antibiotico, 10gg e mare. Sicilia mi ha detto… Io abito in Friuli.
Grazie ancora per la sua pazienza e cortesia e per rispondere alla sua mail… di pazienza, quando diventi madre, scopri di averne tantissima! 🙂
franz dice
Più che sufficiente! Anche se mi fa realizzare dalla mia pediatra, per l’ennesima volta, ho ricevuto informazioni incomplete o addirittura inesistenti. Sarebbe meraviglioso ricevere risposte sempre così dettagliate.
La ringrazio infinitamente.
francesco torcetta dice
Cara Francesca, il motivo del consiglio sul Paracetamolo è legato alla maggiore elasticità di dosaggio e alla sua sostanziale assenza di effetti collaterali. L’ibuprofene è sicuramente gravato da una maggiore tossicità gastrica a livello della mucosa con il rischio di dare sanguinamenti della mucosa stessa come tutta la sua categoria di farmaci. Inoltre esiste anche un discreto effetto sul rene che viene spesso sottovalutato ma su bambini di qualche mese o pochi anni andrebbe invece ben considerato. Ricordo che il Paracetamolo viene usato, in associazione a altri principi attivi, nei dolore da neoplasia e quindi anche il suo effetto antidolorifico in corso di otiti o altro è valido. L’ibuprofene, a mio parere, andrebbe usato in pochissimi casi e con indicazione specifica.
Per quanto riguarda il sapore può scegliere tra tanti tipi di Paracetamolo in commercio di cui la tachipirina è solo un prodotto. Troverà sicuramente una formulazione adatta e eventualmente esistono le supposte che vano benissimo.
Spero di essere stato sufficientemente esauriente
franz dice
Gentile Dr Torcetta,
qualche tempo fa lei ha consigliato ad una mamma di usare preferibilmente la Tachipirina e non l’Ibuprofene. Posso chiederle il motivo? Qualche me fa avevo fatto la stessa domanda alla pediatra di mia figlio e lei mi rispose che non c’era differenza, che nei paesi anglossassoni usano addirittura solo l’Ibuprofene.
La Tachipirina, gocce o sciroppo, ha un gusto terribile tanto da far venire i conati di vomito a mio figlio. Quand’ero piccola io mi ricordo che era rosa ed avevo sapore di fragola, perchè l’hanno cambiata?
Grazie
Francesca