Domanda
Buongiorno Dottoressa,
le scrivo per una difficoltà che sto incorntrando con mio figlio, che ha 10 mesi e mezzo.
Una piccola premessa sulla nostra situzione: insieme al mio compagno e al piccolo, viviamo in Cina. Francesco è nato a Shanghai e da circa 4 mesi ci siamo trasferiti a Pechino, dove io ho ricominciato a lavorare a tempo pieno e Francesco è stato affidato alle cure di una nuova tata. Qui sorge il problema. La tata è impeccabile nel suo lavoro: lo fa giocare, divertire, lo accudisce amorevolemnte, gli prepara pappe che il piccolo sbrana in pochi minuti (a differenza di quando le preparo io!).
Inizialmente ero molto contenta di questo legame positivo creatosi tra mio figlio e la baby sitter. La mia inquetudine è sorta un paio di settimane fa, quando Francesco ha iniziato disperatamente a piangere ogni volta che io tornavo a casa dopo una giornata di lavoro e la babysitter se ne doveva andare. Proprio come se volesse rimanere con lei e non con me!
Onestamente credo, provo, a essere una brava mamma: passo ogni momento libero insieme a lui, giocando e facendo tante coccole…e lo stesso mio marito. Quando siamo da soli stiamo bene, ma sono molto disturbata da questa preferenza cosi palese di mio figlio e mi domando in cosa sto sbagliando…è questo il prezzo da pagare per una mamma lavoratrice a tempo pieno?
Grazie davvero e un saluto!
Sara
Risposta
Ciao Sara, accolgo la tua richiesta di aiuto e voglio intanto mandarti un abbraccio chilometrico, vista la notevole distanza da dove scrivi. Comprendo i tuoi sentimenti e i tuoi pensieri contrastanti in merito a questa situazione.
Prima di darti dei consigli pratici, voglio illustrarti le fasi dell’attaccamento elaborate da uno dei più grandi psicanalisti britannici del nostro tempo: J. Bowlby.
Secondo lui il neonato nei primi 3 mesi di vita, pur riconoscendo la figura umana, quando compare nel suo campo visivo, non è in grado di discriminare le persone; dai 3 ai 6 mesi il neonato inizia a distinguere chi si prende cura di lui e, contemporaneamente, compare la paura dell’estraneo; verso i 7/8 mesi la lontananza dalla figura di riferimento provoca angoscia nel bambino.
Ti ho illustrato queste fasi per puntualizzare come la crescita di un bambino piccolo sia talmente delicata, che qualsiasi cambiamento o novità, può provocare sconvolgimenti emotivi e generare angoscia, insicurezza, con comportamenti “strani” o inspiegabili agli occhi dei grandi.
Per quanto riguarda il rapporto con la babysitter in reltà quando è buono, in questo caso direi ottimo, i genitori dovrebbero essere felici, perché il proprio piccolo è in buone mani e cresce sereno.
Può capitare però che i sentimenti vissuti da un genitore si contrappongano e quindi la gelosia per non sentirsi “preferiti” dal figlio provochi sofferenza, insieme al senso di colpa che sicuramente si vive, per dover affidare ad altri le cure del proprio piccolo.
Posso dirti cara Sara che i bambini riescono con i loro comportamenti a parlare ed esprimere i loro bisogni: molto probabilmente Francesco si mostra più interessato alla tata che a te per attirare la tua attenzione e dirti “ho bisogno di te”, “stai più tempo insieme a me”.
Lui sa che la sua mamma non c’è durante la giornata e lo stress che accumula, per la tua mancanza, lo scarica la sera quando ti vede.
E’ inutile dirti di stare più tempo con lui, però puoi migliorare la qualità del tempo vissuto insieme. Prova ad esercitare delle manovre di massaggio infantile, possono aiutarlo e sostenerlo nella creazione di un rapporto speciale con la sua mamme e il suo papà.
Sono certa che questo problema si risolverà presto.
Vi abbraccio.
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