Domanda
Salve, prima di tutto la voglio ringraziare per la sua attenzione.
Ho 24 anni ed un bambino di 2. Quando due anni fa il mio compagno (che lo desiderava tantissimo ed infatti oggi lo ama alla follia, e mi aiuta tantissimo) mi disse “Perché non proviamo ad avere un bambino?”, io rimasi un po’ così perché non c’avevo mai pensato (forse per l’età).
Poi, pian piano, mi sono fatta “convincere”. Ovviamente avevamo anche le possibilità per farlo (la sua e la mia famiglia ci aiutano tantissimo volentieri).
Durante la gravidanza mi chiedevo sempre “ma gli saprò voler bene?”, perché non sentivo nessun sentimento…
Poi, il 12 settembre 2008 alle 2.40, è scattato il colpo di fulmine: io e il mio ometto ci siamo incontrati e, come un appuntamento al buio, ci siamo visti per la prima volta. Lui… era così bello, e il primo pensiero e stato “E’ MIO!!!”
Da lì, a tutt’ oggi, il mio pensiero non è ancora cambiato: vivo ogni giorno pensando a lui, vivo in relazione a lui, sono gelosissima, non riesco a metterlo nel suo lettino perché voglio dormire con lui. Io ho un negozio di estetica mio e quando aveva 6 mesi sono rientrata a lavorare a tempo pieno, e lui va al nido da ormai 1 anno e mezzo, ma io sto malissimo, vorrei abbandonare tutto e piuttosto stare con lui.
Mi è venuta l’alopecia. Tutti i giorni il mal di stomaco, giramenti di testa, ogni giorno è un pensiero fisso che va a lui: nella mia vita non esiste altro che lui. Mi piacerebbe affrontare un’altra gravidanza, ma il mio lavoro non me lo permette che brutta cosa però rinunciare a un figlio per il lavoro). Io ora ce l’ho con tutti: con il mondo, con le persone che mi stanno accanto che ovviamente pensano che nella vita bisogna lavorare come fanno la maggior parte delle mamme che non si possono permettere di stare a casa, ma io non ce la faccio!!!
Risposta
Carissima giovane mamma,
ti dedico volentieri la mia attenzione, e mi commuove il racconto della tua maternità che nasce da una perplessità verso un’esperienza sconosciuta (“ci rimasi un po’ così perché non ci avevo mai pensato”) e arriva ad un grande innamoramento frutto dell’incontro con tuo figlio (“E’ MIO!”).
Con la tua testimonianza mostri come la maternità non è prevedibile e scontata, ma nasce sempre dall’esperienza, intesa come possibilità di imparare vivendo le cose sulla propria pelle, lasciandosi sorprendere da quel che può accadere.
Ciò che succede nel momento in cui si diventa mamma è frutto di quel che siamo, della storia che ci appartiene, della situazione che viviamo nel presente, e tanto altro. Come diceva il padre della Psicoterapia della Gestalt, che è il modello con cui io lavoro, “l’individuo è inevitabilmente, in ogni momento, parte di qualche campo. Il suo comportamento è una funzione del campo totale, che comprende lui e l’ambiente.” (F. Perls, 1973).
Quel che ti accade, dunque, è innanzitutto il risultato di quello che è presente nel tuo “campo vitale” (l’Ambiente: fatto di persone, cose, luoghi, emozioni, fatti) in questo momento della tua vita. Per capire il fenomeno nella sua interezza, quindi, dovremmo guardarlo anche da altri punti di vista, che non riguardino solo te e il bimbo, ma anche la relazione con il tuo compagno, con la tua famiglia di origine, ed il momento di vita che stai attraversando.
Diventare genitori è una fase evolutiva importante, a livello personale, di coppia e familiare. E’ un momento che può essere definito “critico” (in senso positivo e non problematico), rappresenta cioè una transizione da un modo di essere ad un altro. Questo passaggio mette in discussione tutto quello che sappiamo, di noi stessi e della vita, e ci pone davanti al nuovo ed all’incerto, con tutta la difficoltà che comporta adattarsi ad un nuovo equilibrio. Ma ha in sé anche tante opportunità.
La pelle, che è l’organo più esteso del corpo umano, è il luogo in cui avviene il contatto tra l’organismo e l’Ambiente, per mezzo del quale entriamo in contatto col mondo. Quando qualcosa “non funziona”, compare un sintomo, un messaggio, diverso da persona a persona, che per te adesso è l’alopecia. Niente paura: è un avviso che il tuo corpo ti dà per chiederti di fermarti e dargli la giusta attenzione, in modo da risolvere qualcosa. E’ fastidioso, ma ha un valore positivo, quello di avvisarti.
Le prime fasi del rapporto tra mamma e figlio, per i primi tre anni circa, sono caratterizzate da una grande intensità, necessaria alla sopravvivenza, ma anche all’istaurarsi del legame di attaccamento, che farà parte dello stile con cui un bambino entrerà in relazione con gli altri, e che lo aiuterà a creare quella fiducia nell’ambiente che gli permetterà di andare sulle sue gambe.
Crescere un figlio è un lungo e graduale percorso di “separazione” che lo aiuta a diventare un individuo autonomo. Questo percorso rende la relazione (con i genitori) il “luogo”, la palestra, dove trovare un equilibrio tra paura e coraggio, tra il timore di cambiare e l’audacia di affrontare il cambiamento.
Questo vale per tuo figlio, ma anche per te e per il tuo compagno, per voi come coppia e come famiglia. Tra queste due polarità, timore ed audacia, che sono le due facce della stessa medaglia, si gioca il difficile compito di crescere, che ciascuno di noi ha in proporzione alla sua età.
Capisco quanto sia difficile per te sentire che “non esiste altro che lui”, ma riappropriarti della capacità di vedere la ricchezza della vita sarà di aiuto sia per te sia per tuo figlio, al quale farai da esempio per imparare di quante cose importanti e belle è fatto il mondo.
Spero, dunque, che dalle mie parole ti arrivi una profonda comprensione per le difficoltà che stai attraversando, e la giusta dose di incoraggiamento e di fiducia nel fatto che ce la farai. Vorrei che, nel limitato spazio che queste righe mi concedono, ti arrivasse il messaggio che quel che vivi è comune all’esperienza di tante mamme, che non sei sola, e, poiché crescere non è semplice per nessuno, non sempre le cose filano lisce e senza ostacoli.
Ti suggerirei pertanto di farti accompagnare, in questo delicato momento, da qualcuno che possa sostenerti, ed aiutarti a leggere quel che ti succede, in modo da affrontarlo con fiducia nelle tue possibilità, e risolvendone gli aspetti problematici.
La rabbia che racconti, verso il mondo e verso tutti, mi indica che sei pronta a cominciare qualcosa di nuovo, che hai la giusta energia per affrontare il cambiamento. La scelta che farai, relativamente al tuo lavoro e alla tua vita, se adeguatamente sostenuta, sarà ponderata e frutto non del’impulsività ma di un tuo lavoro personale.
Sono a tua disposizione per eventuali indicazioni, e ti faccio i miei migliori auguri.
Dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa
ANCHE IO IN GRAVIDANZA NON PROVAVO ALCUN SENTIMENTO NEI CONFRONTI DI MIO FIGLIO, FORSE PERCHE’ CONCEPITO IN UNA SITUAZIONE DI GRANDISSIMA CONFUSIONE SENTIMENTALE ED EMOTIVA CHE ANCORA OGGI PURTOPPO PERSISTE..POSSO DIRE CMQ CHE L’AMORE PER MIO FIGLIO CHE ORA HA 20 MESI E’ CRESCIUTO PIAN PIANO …ANCHE LUI E’ IL MIO PENSIERO COSTANTE…LO GUARDO SPESSO CON I LUCCICONI AGLI OCCHI QUANDO SORRIDE, QUANDO PRONUNCIA LE SUE PRIME PAROLINE MI VIENE IL MAGONE OGNI VOLTA CHE LO LASCIO PER ANDARE A LAVORO E PENSO CHE NONOSTANTE LE DIFFICOLTA’ CHE HO AFFRONTATO E CHE ANCORA AFFRONTERO’ SIA CMQ LA PRIMA COSA BELLA CHE HO AVUTO DALLA VITA… UN VERO MIRACOLO… 🙂
:heart: ci siamo…ho deciso di iniziare..a cercare una gravidanza…e spero di regalare presto un fratellino o un sorellina al mio cucciolo…un bacio a tutte :kissing: Ciao Daniela… 😉
Ciao Chiara, c’è stata qualche svolta?
Un abbraccio.
Ciao, pensavo proprio a te…. ti auguro davvero di cercare in futuro una nuova gravidanza con serenita’ e consapevolezza perchè non c’è cosa piu’ bella e importante di un bimbo e di riuscire ad avere la possibilita’ di regalar un fratello/sorella, noi questo mese siamo in attesa ma inizio un po’ a perdere le speranze…. Sappi che mi fa sempre piacere se torni a raccontare come va, mi trovi sempre, un bacione anche a te.
Te lo auguro, Chiara!
Non aspetto un bambino…..meglio così….non dovrò affrontare mille insulti…..!!Il mio compagno c’è rimasto malissimo….spero un giorno di poterla cercare serenamente una gravidanza…un bacione
ciao chiara, secondo me questa potrebbe esser la famosa svolta che aspettavi…… il destino…. fammi sapere, scusa se non scrivo molto ma ho una mega influenza con testa che scoppia, ritrovare un tuo post è stato davvero bello!bacioni
Grazie Daniela… i tuoi “commenti” sono sempre pieni di comprensione…..la mia situazione purtroppo ancora non è cambiata…stò ancora lavorando con dei ritmi improponibili…..e il mio piccolo è “sballottato” di qua e di là….la cosa che mi fa felice è che lo vedo molto sereno…evidentemente lui stà bene ugualmente…c’è però una novità…per un “errore” chiamiamolo così….potrei aspettare un bimbo/a perchè circa 3 settimane fa il mio Amore… mi ha fatto uno “scherzetto”..io avevo appena smesso di prendere la pillola…speriamo che non sia veramente accaduto quello che temo…perchè una marea di persone mi si scaglierebbero contro….e la situazione lavoro sarebbe ancora peggiore…..mha??è proprio vero…a volte ci si sente come dei burattini come se la tua vita fosse in mano di altri….potrei essere qui a saltare di gioia,,sperando di avere una creatura dentro di me…e invece è 2 settimane che non dormo per la paura di quello che potrebbe succedere se veramente aspettassi un bimbo…
Ti aggiornerò…baci
Ciao!!sono davvero felice di risentirti, ti ho pensata, ormai questo blog è per me un appuntamento quotidiano, mi fa star bene, meglio e l’empatia con alcune storie mi fa spesso domandare “chissa’ come sta andando!”. Noi stiamo cercando un secondo bimbo e questa volta abbiamo deciso che non rientrero’ a lavoro a 10 mesi come fatto per Luca ma prendero’ l’anno intero, amen per i soldi in meno, mi sono pentita per Luca e non faro’ lo stesso errore, ora che al mattino va all’asilo la sua mancanza e senso di colpa stanno affievolendo, mi sto facendo una ragione che comunque dai tre anni non sarei stata con lui comunque cosi’ complice la fortuna dell’asilo sotto casa, mi faccio le faccende in casa, lo porto, vado a lavoro e da pranzo in poi son tutta per lui, visto che da quando va all’asilo se ne esce con frasi “mi sei mancata tanto” o “sono triste quando vai via” e il cuore piange!!Ti auguro ogni bene, mi auguro di ritrovarti a raccontarmi se la svolta c’è stata e come va, ti auguro la serenita’ e la pace interiore per poter ciascuno viver la propria famiglia come ritiene sia piu’ giusto con pace e serenita’. Un Abbraccio forte forte.
Ciao Daniela….insomma….diciamo che effettivamente dopo un pò ci si abitua…mi sono rassegnata a questa vita così frenetica e piena di impegni…ogni tanto mi fermo e i sensi di colpa mi mangiano il fegato…aspetto un svolta positiva..che prima o poi arriverà…spero!!
Ciao Daniela….insomma….diciamo che effettivamente dopo un pò ci si abitua…mi sono rassegnata a questa vita così frenetica e piena di impegni…ogni tanto mi fermo e i sensi di colpa mi mangiano il fegato…aspetto un svolta positiva..che prima o poiarriverà…spero!!
Ciao Chiara, come sta andando? Un Abbraccio
Mi piacerebbe tanto poterla pensare come te…ma io mi sento in colpa nei suoi confronti ogni giorno che stò senza di lui, quando parlo di qualcosa che non si riferisce a lui, quando vado a lavorare, quando vado ai corsi di aggiornamento…e queste sono cose che ogni giorno faccio e devo fare ma ovviamente mai e poi mai andrei a cena fuori senza di lui…o ad una festa o al cinema…mi sentirei morire……
Quanti sono i modi di vivere la maternità! Quanti!
Io a leggerti Chiara mi sento davvero diversa.
Mi è pesato tanto riprendere il lavoro dopo la maternità quando loro avevano 10 mesi e io avevo esaurito obbligatoria, facoltativa e ferie. Ho cominciato a stare in ansia mesi e mesi prima, rovinandomi gli ultimi tempi di maternità. Volevo starci io con loro, proprio nel momento delle conquiste più grandi (camminare, parlare, eccetera).
Ma ora no.
Ora mettimi in casa per 24 ore con entrambi e io impazzisco. Io ho bisogno di lavorare per sentirmi bene, per sentirmi non solo madre, per sentirmi completa.
Ho bisogno di vedere gente, di vestirmi, truccarmi, di parlare di attualità, politica, musica, letteratura con qualche essere che superi il metro di altezza.
Più ore consecutive passo con entrambi meno sono di qualità. Non sto dicendo che la qualità è meglio della quantità (con questo discorso finisce sempre che ognuno tira l’acqua al suo mulino) ma sto dicendo che PER ME la quantità abbassa la qualità. Matteo ha 6 anni e mezzo, tra poco comincerà camminare con le sue gambe e io so già che sarò contenta di essermi tenuta uno spazio professionale e di aver amato e curato in questi anni il mio lavoro.
E giusto seguire e assecondare le proprie inclinazioni. Solo tui sai davvero qual che ti fa essere più serena.
Daniela, condivido a pieno le tue parole………però non riesco ad arrivare ad una conclusione…e quello che provo leggendo i vostri commenti è solo “sconforto”…(ovviamente non per colpa vostra) ma mi chiedo…cosa è giusto??
Ho una grande confusione in testa….penso e ripenso quale è la cosa giusta e come poter fare per realizzarla..
Come ha detto Marangela, fare la mamma a tempo pieno è un vero e proprio lavoro…..e sono convinta che una donna dovrebbe avere un minimo d’ indipendenza economica per poter contribuire a crescere i propri figli con tutti i loro bisogni che si presenteranno in futuro…(l’apparecchio, i libri, i vestiti, le scarpe, le gite a scuola, lo sport, le visite mediche, la patente, la casa, il matrimonio….) e mi chiedo come la penserà il mio bimbo ormai cresciuto quando gli dirò: Amore, la mamma non te lo può comprare questo perchè quando eri piccolo la tua mamma ha fatto la scelta di voler rimanere con te per crescerti e non è andata a lavorare e quindi non ha i soldini per comprarti tutte queste cose….(ovviamente almeno che il babbo non abbia uno stipendio superiore alla media…)cosa succederà quando avrà 16 anni e mi dirà: mamma, ma io non ci voglio stare a casa con te, io voglio andare a studiare lontano a fare le mie esperienze (in scuole che gli studi costano molto) e il motorino?e la macchina?………….è giusto dedicarsi a pieno alla loro crescita sapendo che tra 10 anni non avranno più bisogno di noi…..ma avranno bisogno della nostra disponibilità economica che gli servirà per soddisfare le loro esigenze …(la mia vuole essere una provocazione perchè io non la penso ovvimente così…altrimenti avevo già la risposta di cosa volevo fare!!)
….E poi…Dall’altra parte della razionalità c’è il cuore i sentimenti e l’affetto che si ha per una creatura messa al mondo con tanto Amore e che per nessun soldo del mondo vorresti lasciare…ogni giorno sentirsi sempre più ingorda del tempo da poter passare insieme a lui…che non basta mai…voler a tutti costi esserci sempre…in ogni suo momento..vedere ogni giorno i suoi occhi aprirsi la mattina gioiosi di fare di imparare di conoscere e chiudersi la sera sazi dell’amore e la sicurezza che gli hai dato….perchè farli crescere con i nonni (ovviammente i nonni sono importanti) oppure con le tate??o trasportarli da una casa ad un’altra con nessuna stabilità..oggi stai con la tata, poi ti viene a prendere il nonno che ti porta dalla nonna che poi ti viene a prendere la mamma che ti porta a casa dal babbo….è giusto?tutto questo perchè la società ci impone di dover stare bene economicamente che se un figlio non ha ogni giorno un vestito diverso si sente estraneo, che le visite mediche sono sempre più costose….e poi cosa è più giusto? dedicarsi totalmente al lavoro (lavorare part-time come dipendente non ti dà secondo me, la autonomia economica che oggi purtroppo serve almeno che il marito non stia economicamente bene, ma non sarebbe neanche giusto farci mantenere da loro)oppure dedicarsi alla famiglia ed ai propri figli??
Spero che presto il mio cuore o la mia mente riesca a trovare un giusto equilibrio per riuscire a prendere le scelte più giuste….
Ciao Chiara, il mio non è un lavoro a tempo pieno e anche per questo mi sento stupida a sentirmi cosi’, mi rendo conto che ci sono mamme che hanno un impiego a tempo pieno e che quindi la mia situazione sarebbe solo di privilegio, pero’ davvero non riesco a sentirmi fortunata nel lavorare, aver due stipendi e aver il pomeriggio da passar con Luca, è piu’ forte di me…. le mattine passate con i nonni sono state per lui piene di stimoli arrivando a casa che ha imparato e visto qualcosa di nuovo e io mi sono persa tante cose, stiamo poi cercando il secondo figlio e un lavoro a tempo pieno sarebbe incompatibile con la nostra idea di famiglia(non ti sto giudicando) quindi tra tempo pieno o casa la nostra scelta sarebbe casa.
Rispondo anche alla mamma che ha scritto dopo: io personalmente non ho mai pensato che far la mamma casalinga sia piu’ semplice che lavorar ecc anzi far la mamma a tempo pieno è molto piu’ stancante che lavorare, ci metti tutte le tue forze e tuoi sentimenti ma che soddisfazioni quando in maternita’ facevo tutto io per il mio piccolo.
lo so’ lavoro solo la mattina ma col cuore potrei occuparmi della casa, delle commissioni e nel pomeriggio esser al 100% per lui, invece cosi’ stiamo insieme ma ho anche da fare!con la mente e cuore insieme so’ che sono fortunata, continuare il mio lavoro ma non posso non esser sincera con me stessa che ho qualcosa dentro che non mi fa sentire realizzata e completa come vorrei. Grazie ancora a tutte….
Molte mamme che lavorano purtroppo hanno la presunzione di pensare che chi rimane a casa non fa nulla…o che abbia la possibilita’ di starsene a casa …in quanto casalinga e mamma a tempo pieno dico che non e’ affatto cosi’…due stipendi sono meglio di uno soltanto il bello della mia condizione e’ che posso dedicarmi al mio bimbo ma adesso che di anni ne ha sei cerco anche di renderlo autonomo e comunque di staccarmi da lui gradualmente…non e’ sempre facile ma per il suo bene tutto e’ possibile…un abbraccio
Daniela, la scelta è stata dura da prendere….ma dopo averne parlato a lungo con il mio compagno, ho scelto di continuare a lavorare (a tempo pieno)…spero di aver fatto la scelta giusta per me e per la mia famiglia…sperando che non ci sia una ricaduta “psicologica” e “fisica” da parte mia…a quel punto vorrà dire che non ce l’avrò fatta e smetterò di lavorare…con tutte le sue conseguenze e i problemi che si presenteranno…. certo,quello che è giusto…non l’ho ancora capito….!
si…grazie di cuore…
Dott.ssa GRAZIE
Carissime, il punto non è che esiste una sola decisione, e che non è facile prenderla. Il punto è che ciascuna decisione è buona solo se misurata su noi stesse e sui nostri bisogni più autentici.
Non per tutte rinunciare al lavoro per dedicarsi esclusivamente alla maternità è l’unica buona -ma difficile- scelta, e non per tutte è vero anche il contrario.
Quello che è importante, quando ci sono in ballo scelte difficili, ovvero che ci fanno entrare in crisi, è che possiamo valutarle con attenzione, in modo da capire qual’è davvero la cosa giusta per noi.
A volte il punto di crescita non è la decisione che prendiamo, ma il processo che ci porta a prenderla, che può insegnarci tanto di noi e del nostro momento di vita.
Penso che ad ogni mamma dispiaccia lasciare il proprio figlio per dedicarsi ad altro, per ciascuna in misura diversa, ma ci sono occasioni in cui questo tema può diventare l’unica figura in primo piano.
Chiara, so bene che non è facile mettere in pratica il consiglio di farsi sostenere e prendersi un proprio spazio in un momento di difficoltà, ma (uso di proposito il giro di parole) a volte è il modo migliore per fare la cosa migliore. Affrontare le cose da soli è sempre più faticoso che farlo in compagnia.
Ciao, gia’ davvero difficile talvolta lasciar il lavoro e cambiare tutto, quando poi come nel mio caso il lavoro è bello, sotto casa con ottime persone tutto si complica, vorrei sapere dalla mamma che ha scritto quale decisione prendera’, mi consola sapere che quel qualcosa dentro che sento ogni giorno è condiviso da altre, quel non sentirsi mamma al cento per cento domandandosi ogni sera se ho passato con lui abbastanza tempo ecc…
Un bacione a tutte
Che risposta…… 🙂 bella bella bella…..
ovviamente sarà molto difficile da mettere in pratica…
Ciao, mio figlio di anni ne ha tre, sono tornata a lavoro quando aveva 9 mesi lasciandolo con i nonni per tre/quattro ore al giorno, non passa giorno o minuto che non faccio che pensare a lui! solo a lui e a quanto vorrei lasciar il lavoro per fare la mamma a tempo pieno, cosi’ non mi sento felice, non mi sento IO! quanto ti capisco!!
Bellissima risposta.