Domanda
Gentile Dott.ssa Agnone,
mi chiamo E. e ho due bambini. L. di 4 anni e G. di 2 anni e mezzo.
Le scrivo per la più piccola. È una bella bimba chiacchierone e socievole ed anche molto mammona. Va all’asilo nido da quando aveva 6 mesi. Il mio “problema” è che è molto “dispettosa”.
Le faccio qualche esempio: una lotta per prepararla la mattina; una lotta per vestirla; per metterle scarpe; per pettinarla; per farmi prendere la mano per strada.
In cosa sbaglio? Come devo gestire questa situazione?
Grazie.
Risposta
Carissima,
hai provato a guardare la situazione da un altro punto di vista?
La tua secondogenita, che in questo rispecchia un tratto tipico dei figli minori, esprime tutta la libertà della sua autonomia.
È un fatto assodato e riconosciuto che ciascuno di noi non è sempre la stessa persona, in ogni relazione in cui si esprime, e questo non è diverso quando siamo calati nel nostro ruolo di genitori.
Essere genitori di un primogenito è molto diverso che esserlo dei figli che nascono dopo, i quali trovano un ambiente familiare che non è quello di prima, con un fratello maggiore, con dei genitori che non sono alla loro prima esperienza, che hanno meno paura di sbagliare, che hanno un’altra esperienza di vita. Tendenzialmente è questo che consente ai fratelli più piccoli di essere più “audaci” (perché la relazione lo è!) e di affermare il proprio carattere con determinazione.
Il guaio nasce quando noi genitori, molto presi dalle incombenze quotidiane (come lo è quello di prepararli per uscire o di sbrigarsi al mattino!), tendiamo ad autoriferire tutto quello che accade nella relazione con loro: pensiamo che lo facciano per farci dispetto.
È per questo che povo a proporti la seguente interpretazione dei fatti: piuttosto che disubbidirti, la piccola compie delle piccole prove di autonomia. È solo perché molto piccola che non comprende le conseguenze delle sue azioni, quali in mettere a repentaglio la sua incolumità quando non ti dà la mano, o il farti ritardare quando non si fa pettinare.
A volte i “difetti” possono rivelare aspetti positivi del carattere, che equivale a dire che ogni cosa ha due facce. Sicuramente la determinazione le servirà nella vita per andare avanti davanti alle difficoltà.
Con questo non intendo dire che devi lasciarla fare. Esistono due livelli, quello del riconoscimento della bellezza di questa bimba che vuole far da sé, e quello della responsabilità genitoriale che ti porta a spiegarle che in alcune circostanze non puoi assecondare le sue richieste.
Credo che la differenza nel tuo sguardo, quando “leggi” questa situazione, possa già fare la differenza in termini di comportamento: è solo ammirando la bellezza di una bimba fiera e risoluta che riuscirai, infatti, a cogliere sfumature già presenti e a scegliere soluzioni pronte ad essere afferrate.
Il mio augurio è che questo possa avvenire senza che tu perda di vista il tuo ruolo di genitore, educatore e guida del suo modo di stare nel mondo, con l’audacia e l’assertività che la contraddistinguono.
Ti auguro buon cammino.
Marcella Agnone – Psicologa psicoterapeuta
Angela dice
ciao!
ti ha già risposto la Dottoressa, ma quando ho letto la tua lettera mi sono rivista
i miei figli hanno la stessa differenza di età dei tuoi, adesso hanno 6 e 4 anni
e il “piccolo” è veramente tosto, soprattutto a due anni, ed esattamente come per te, da noi era battaglia costante. Lasciala fare da sola, ci metterà di più ma sarà più contenta. Falle fare tutto quello che può da sola. La storia della mano per strada invece è più dura, lì devi prepararla prima di uscire di casa, prima di scendere dalla macchina, insomma deve percepirla come regola.
a me è servito quasi un anno per far sì che diventi un gesto naturale, magari sei più fortunata!
ciao
Angela