Domanda
Gentile Dott.ssa Agnone,
le scrivo per un problema all’apparenza risolto, ma che continua ad assillarmi e per il quale ho la necessità di una parola esperta.
La questione riguarda mia figlia di 7 anni, una bimba che fin da neonata ha mostrato una forte vivacità e vitalità, una particolare predisposizione ad esprimersi col pianto, sensibile, emotiva, molto fantasiosa, con spiccate doti artistiche e volte chiusa nel suo mondo, alla ricerca dell’approvazione altrui, ma con difficoltà a volte a stabilire rapporti, divisa tra la voglia di mostrare le sue tante capacità e la difficoltà/timidezza di emergere/di farsi notare, divisa fra la voglia di autoaffermarsi e contrapporsi agli altri e il bisogno di accettazione.
Insomma, la mia bimba, che amo immensamente, è difficile anche per me da descrivere, anche se credo che la sua unicità consista proprio in questa complessità.
Le scrivo perchè a volte percepisco in lei delle zone di ombra, che vorrei mi aiutasse ad interpretare. Mi riferisco in particolare ad un periodo brutto, quando, durante la scuola materna, ha subito per molto tempo degli episodi di mobbing da parte di un gruppo di bimbe, guidate da una leader che la escludeva sistematicamente dai giochi con atteggiamenti da bulla.
Poi la questione si è progressivamente risolta e ora mia figlia, a scuola, è ben inserita e apprezzata. Tuttavia credo che soffra anche ora il confronto con compagni (soprattutto bimbe) particolarmente dominanti con i quali si scontra, ma dai quali cerca approvazione e a volte, parlando con me, tira fuori ancora i ricordi dell’asilo, di quando veniva “picchiata, esclusa.”
Io la rassicuro, dicendole che non era lei ad essere sbagliata, evidenziando i suoi punti forti, ma soffro temendo che quel periodo l’abbia eccessivamente segnata, anche perché percepisco in lei un po’ di vittimismo e mancanza di autostima come se si autocolpevolizzasse di certi comportamenti “cattivi” di alcune amichette o come se pensasse che tutti ce l’hanno con lei. Spesso penso che negli anni della scuola materna avrei dovuto affrontare in maniera più sistematica la questione, con gli altri genitori e con l’insegnante, che invece, pur mostrandosi comprensiva con me quando ne parlavo, non ha mai preso posizioni chiare e non ha mai ha organizzato un confronto diretto con gli altri genitori. Ho bisogno di sapere se ho sbagliato e come posso aiutare mia figlia ad acquisire una maggiore sicurezza nelle sue capacità.
La ringrazio in anticipo per la consulenza.
Risposta
Cara Barbara,
leggendo le tue parole mi arriva la sensazione di una tipica situazione che non si è ancora conclusa.
Per potere andare avanti, nella vita, ciascuno di noi ha bisogno di chiudere un ciclo, e aprirne un altro.
Un esempio: sento il bisogno di mangiare, mi alzo, mi preparo qualcosa, mangio, digerisco. Il ciclo si è concluso, e solo in questo modo potrò essere pronto ad avere di nuovo fame.
Dietro questo esempio riduttivo ci sono cicli più importanti, ed una situazione irrisolta si trascina portando con se umori negativi e una tensione di base che non ci permette di trovare lo spazio per digerire, assimilare, chiudere il capitolo e andare avanti.
Pare che la questione, lasciata “in sospeso” da una mancanza di attenzione o presa in carico, a suo tempo, abbia ancora per voi degli degli strascichi nel presente.
Non posso essere sicura di come effettivamente siano le cose per la piccola, dal momento che questa è solo una consulenza a distanza, ma di certo questa situazione è ancora aperta per te.
Il bullismo è una cosa seria: ne scrivo continuamente (se cerchi su google il mio nome insieme al tema troverai diversi articoli), e purtroppo non è un fenomeno da sottovalutare, soprattutto per il fatto che si porta dietro strascichi lunghissimi.
Il modo migliore sarebbe affrontare il bullismo a scuola (dico sarebbe perché purtroppo non sempre si trova un ambiente recepivo rispetto a questi progetti).
Il lavoro migliore è quello che si fonda sullo sviluppo dell’assertività, ovvero la capacità di esprimere le proprie opinioni, le proprie emozioni, sentirsi capace di risolvere situazioni e problemi.
Perché un intervento di questo tipo sia efficace, generalmente viene destinato non ai singoli individui, ma al gruppo classe. Questo perché il bullismo è un fenomeno al quale appartengono tutti, anche chi non è il diretto interessato, in qualità di “spettatore”.
Progetti di questo tipo, oltretutto, rappresentano un’opportunità di crescita per l’intero gruppo, e potenziatori dello sviluppo del linguaggio e delle competenze espressive.
Oggi un progetto di questo tipo potrebbe essere proposto in occasione dei recenti dialoghi con la scuola a proposito del cyber-bullismo e delle vittime di episodi di offese nel contesto scolastico adolescenziale.
Per tua figlia non posso che suggerirti tutto ciò che possa aiutarla a sostenere e sviluppare la fiducia in se stessa. Dati i tuoi timori, è necessario che tu ti chieda se l’ambiente in cui cresce è un ambiente nel quale lei si senta sicura, nel quale possa esprimersi al meglio.
Con le giuste opportunità, anche le “ferite” più profonde possono guarire ed essere superate. Ecco perché è giusto che lei abbia adesso intorno a sé un ambiente sereno ed accogliente.
Trovo che questo sia un argomento piuttosto delicato, quindi ti rimanderei senza alcun dubbio ad un consulente nella tua zona, che possa sostenerti rispetto alle risorse del territorio e alle opportunità che si possono attivare rispetto alla vostra situazione specifica.
Spero con le mie parole di esserti stata di aiuto, e ti faccio i miei migliori auguri.
Serena dice
Buona sera, sono la mamma di Marco un bambino di undici anni che frequenta la prima media.
Giovedì mattina è stato vittima di un’ aggressione nella palestra della scuola
due compagni di classe lo hanno aggredito non si sa per quale motivo sorprendendolo alle spalle mentre si recava a cambiarsi per poi andare a far lezione.
Il bambino è stato preso a calci sberle ,sbattuto a terra e poi contro un palo con la testa,poi è riuscito a scappare in bagno e di nuovo raggiunto e picchiato.
A quel punto Marco si è difeso e fortunatamente con l intervento di due compagni é riuscito a salvarsi.
Il bambino sotto sk e dolorante si è rannicchiato inun angolo e poi raggiunto dalla prof di ed fisica.
A Marco si non è s prestato nessun soccorso e tanto meno hanno avvisato noi genitori ,i ragazzini sono stati puniti senza distinzione fra vittima,aggressori e tanto meno da chi è intervenuto in soccorso di mio figlio.
Nostro figlio é tornato a casa distrutto fisicamente ,ma anche moralmente,nel pomeriggio lo abbiamo portato al pronto soccorso ed è stato riscontrato un trauma cranico e lividi ovunque.
Il mattino seguente noi genitori ci siamo recati a scuola ,ma i professori cercano di soffocare la cosa scaricando la colpa tutta ai ragazzini compreso il mio.
Siamo rimasti senza parole. Preciso Marco é un bambino introverso che non farebbe male ad una mosca pesa solo 28 chili mentre uno dei suoi aggressori ne pesa quasi 70.
Adesso Marco é preoccupato perché probabilmente sarà sospeso con gli altri , praticamente oltre al danno fisico subirà anche quello psicologico e sicuramente perdera fiducia negli adulti e nella scuola.
Noi genitori siamo preoccupati e molto in ansia
La ringrazio per l attenzione saluti .