Ringrazio Paola per la condivisione di questo privato davvero intimo, per la fiducia e per la stima.
E ringrazio voi, perchè già so che, pur nella libertà più completa di scrivere ciò che sentite, farete, come sempre, un buon lavoro.
Cara Silvia,
sono rimasta molto sconvolta dalla lettera di Linda, talmente sconvolta da ragionarci sopra tutta la notte e sentire il bisogno di scriverti.
Non so se accetterai di pubblicare la mia lettera; parla di un’esperienza forte, dura, lacerante come mamma. Parla di un dolore che non ti lascia tregua e ti fa sentire colpevole tutta la vita. Parla di un aborto. Parla di una donna che si è trovata ad un bivio e non ha avuto il coraggio di lottare. IO non ho avuto il coraggio di andare avanti.
Il mio matrimonio era in crisi e io scopro di essere incinta già di qualche settimana. Nei giorni precedenti, convinta che il mio malessere fosse dovuto all’influenza, mi sono "impasticcata" per bene, continuando a lavorare e portare avanti la casa. Poi mi viene un sospetto. Faccio il test. Positivo. Parlo con il ginecologo e chiedo se le medicine che ho preso durante queste prime settimane potrebbero causare qualche problema. Non mi dà risposte sicure. E a me crolla il mio mondo, già tanto fragile.
Il mio mondo in cui la sofferenza non mi dava tregua già da un po’, che mi aveva martoriata con i problemi di Francesco alla nascita (fortunatamente risolti), con la crisi del mio matrimonio, con la mia solitudine.
Non sono stata in grado di prendere questo rischio, avevo troppa paura. Lo so, sono una vigliacca, me lo ripeto OGNI GIORNO, ogni giorno.
Però io non ce la facevo proprio a sopportare tutto, a mettere al mondo un figlio quando il mio matrimonio stava finendo e ne avevo già uno a cui non far vivere quel martirio. Mettere al mondo un figlio che aveva preso una farmacia intera tramite il sangue della su mamma, che non sapeva di averlo dentro.
Nella camera dell’ospedale eravamo in sei. Tutte a fare la stessa cosa. A turno ci hanno chiamate in sala visite e ci hanno messo un ovulo per stimolare le contrazioni. Il mio utero, che anche durante la prima gravidanza, ha sempre avuto contrazioni, si muove subito, veloce, dolorosissimo. Ho avuto gli stessi dolori del parto, solo che ho visto il mio bambino morire nel bidet di un ospedale. Quando mi hanno portato in sala operatoria per il raschiamento mi sono addormentata piangendo, ma ormai era tardi. Ormai l’avevo fatto.
Piango mentre scrivo, Silvia, perchè è un dolore insopportabile, anche se non me la sarei sentita di rischiare di avere un bambino con dei problemi, dopo quello che era successo a Francesco alla nascita; anche se il mio matrimonio era in crisi; anche se ero nel buio più totale.
E’ vero, magari questo bambino sarebbe nato senza alcun problema, magari avrebbe salvato il mio matrimonio e mi avrebbe fatto uscire dal buio, ma non potevo "usarlo" a questo scopo, stavo troppo male e avevo troppa paura.
Non voglio giustificarmi, né sembrare troppo patetica, come sul mio blog. Ma, come scrivevo anche a Linda, la mia vita è questa e io, pur sforzandomi ogni giorno, non posso cancellare tutt questo.
Silvia, non so se pubblicherai questa lettera, ma se lo vorrai fare, sappi che sono pronta a tutto, agli insulti, alle domande, alle risposte. Sappi che se avessi letto una lettera del genere prima di quel momento, forse non lo avrei fatto. Sappi che pur pensando di conoscere questo tipo di dolore, non lo si conosce finchè non lo si è provato.
Un’esperienza del genere da madri è ancora più brutta. Perchè una madre conosce quel tipo di amore. Perchè una madre queste cose non dovrebbe farle. Nemmeno se ha paura, nemmeno se è sola, nemmeno se sta male.
Forse non me lo merito, ma spero di rifarmi una vita, spero che forse quell’angelo che ho mandato io in cielo ritorni da me, perchè vorrei tanto tanto tanto trovare di nuovo l’amore e riprovare la gioia della maternità. Mio figlio vive anche per lui, vive per due, perchè dentro di me quel giorno e quel dolore non si cancelleranno MAI.
Non so nemmeno io cosa cerco, se comprensione, approvazione o semplicemente ascolto. Beh, sono pronta a prendere tutto. Dritto in faccia, come una forte sberla. Spero almeno che possa servire a qualcosa.
Ti ringrazio comunque, anche se non vorrai pubblicare la mia lettera.
Paola
paola dice
il dolore si attenua. e il perdono di sè stessi aiuta.
Mondopapy dice
Nessun giudizio, solo tanto vuoto…lo conosco e non sto a spiegarti qui perchè…ma so che puoi superarlo, andare avanti…continuare a pensare al futuro….
Tanti anni fa anche mia moglie ha dovuto fare una scelta come la tua…superare quel senso di colpa non è stato facile…noi eravamo insieme e insieme abbiamo affrontato un cammino doloroso…ma la vera forza è dentro di te…..
Abbraccio il tuo dolore….
Manuela dice
Ormai hanno già detto tutto le altre mamme.
Da parte mia solo un affettuoso abbraccio
Manuela
Amnesia dice
Nessuno dovrebbe giudicare duramente una scelta così sofferta e personale.
Da parte mia hai tanta, tanta comprensione.
Un bacio, Claudia.
Ari@nna dice
Il dolore altrui non va mai giudicato, solo tu puoi sapere quello che hai dentro.
Sono scelte dure, difficili che non si fanno mai a cuor leggero e che purtroppo lasciano sempre qualche segno, anche nelle persone più insensibili, credimi.
Nessuna sberla, solo un abbraccio.
EricaML dice
Io non giudico più. Da molto tempo perchè non sono nessuno per farlo. ma come mamma e come donna ti abbraccio forte
Silvia dice
Quello che penso io, Nadia, è che l’essere tutti qui a parlare a Paola sia una meravigliosa rete psico-emotiva per lei, al di là dei termini che ciascuno sceglie di usare e delle convinzioni personali che spostano l’empatia da Paola al suo bambino, a seconda dell’animo di chi legge.
Grazie, quindi, a tutti quanti. Ci sono momenti in cui tutto diventa prezioso, anche una sola sillaba e sono gli stessi momenti in cui proprio una sola sillaba può ferire a morte.
Al solito, voi siete stati delicati, senza censure, preconcetti e giudizi morali.
Avere dei lettori così, credetemi, per me è un orgoglio immenso.
wwm dice
cara paola, inutile dire che le tue parole mi hanno colpite fortemente. mi sono venuti i brividi, le lacrime.
sento il tuo dolore così forte e io credo tu sia stata molto coraggiosa ad affrontare tutto ciò,
ti auguro davvero di trovare un po’ di serenità e di non continuare a martoriarti così.
Non posso capire fino in fondo quello che hai passato ma scrivere questa lettera è stata una cosa molto importante.
Ti abbraccio forte e ti auguro tanta felicità.
elena
marilde dice
Sono state dette già tante cose e ho timore e pudore a commentare su un tema così delicato. Il rischio di una parola mal detta che vada ad aumentare la colpa è alto. E quando la colpa è così forte è come se il dolore non avesse ancora diritto di esistere fino in fondo. Parti da lì, Paola, dal dolore. Se come dici è la prima volta che ne parli, hai appena iniziato quel lungo percorso in cui non è che il dolore sparisca, è che trova un luogo, un senso, che come dice bene Max “ questa esperienza ci rende umili, piccoli, ci mette in contatto con la nostra natura. Molti reputano questo un male, ma per me è entrare nella verità.” E io aggiungerei, entrare nella vita. Continuamente noi facciamo i conti con gesti di creazione e gesti di distruzione, qualunque forma essi possano prendere. Non sappiamo mai cosa ci toccherà scegliere o subire domani. Sappiamo che c’è vita e che c’è morte nel nostro quotidiano e con questo dobbiamo imparare a convivere. Tutti noi. C’è una cosa però che mi permetto di consigliarti, e spero che tu non te ne abbia a male perché lo faccio davvero con il cuore. Parlane di questo aborto. Hai iniziato qui, fallo con un’amica fidata, vai in un consultorio, da una terapeuta, da chiunque possa aiutarti a condividere questo peso. Perché altrimenti il rischio è quello che tu scrivi, e cioè che tuo figlio viva anche per quel bambino non nato. Io lo so che quel dolore lì non lo cancellerai mai, imparerai a conviverci, sarà come una cicatrice che ha smesso di sanguinare ma pur sempre una cicatrice. Lo so bene perché tante donne me lo raccontano, ma non lo saprò mai bene perché non lo conosco direttamente. Invece so bene cosa vuol dire vivere per due. Perché l’ho vissuto. E se tu ti farai aiutare a fare i conti con quel dolore, farai un regalo enorme a te stessa e a tuo figlio.
ziacris dice
nessuno deve giudicare nessuno. stai già pagando abbastanza il tuo gesto. Da me non avrai mai nessuna critica, anzi considero un atto di coraggio il tuo, il coraggio essendo già mamma, di dir di no ad un bambino. E d’altronde come avresti potuto scegliere in maniera diversa? Un bambino deve essere benvoluto, ben amato e soprattutto ben accettato. Paola io ti auguro solamente che, comedici tu, un domani da te possa tornare un piccolo angelo a lenire il tuo dolore.
Max dice
Mi colpisce leggere che tutti parlino del dolore di Linda, ma nessuno menziona la tragedia vissuta, seppure senza la piena coscienza, della morte ricevuta dal piccolo povero innocente.
La radice del dolore di Linda è tutta lì. Chi non comprende questo, può dire a cuor leggero “ma quale errore?”.
Linda ne ha piena coscienza, perché il suo sentire è profondo. Penso che non tutti abbiano questo sentire, e la discriminante non è aver vissuto la maternità, e neanche essere donna e non uomo. Perché è possibile riscontrare un\’insensibilità alla vita indifesa anche in molte donne.
Io sono un uomo e ho vissuto il dolore di Linda ma come padre, e il segno lasciato dentro di me è profondo, sebbene non avrei mai e poi mai voluto vivere quella situazione.
La sola cosa che vorrei dire a Linda è che questa esperienza ci rende umili, piccoli, ci mette in contatto con la nostra natura. Molti reputano questo un male, ma per me è entrare nella verità.
Cosa c\’è di sbagliato a cercare il Perdono dall\’alto? Io sento per me che è l\’unica strada. Ti auguro di riceverlo e di sentirti accolta, perdonata e amata profondamente.
Chiara dice
Insulti? Stai scherzando? Chi potrebbe insultare una donna che si è privata di un pezzo di sé in questa maniera? Tu sei da consolare, anche se nessuna consolazione curerà il dolore che hai dentro.
Ti abbraccio forte
paola dice
sono arrivata solo ora e non posso fare altro che ringraziarvi per la vostra comprensione e per il vostro rispetto.
è la prima volta che parlo di quest cosa e ho scelto di farlo qui per la stima che ho nei confronti di silvia e perchè, pur essendo questo un luogo "pubblico", accessibile a tutti, rimane una sorta di angolino privato dove solo alcune persone speciali arrivano, leggono e si confrontano.
avevo paura di essere giudicata in modo forte, ma ho capito che il vostro essere speciali non vi avrebbe permesso di mettere due paraocchi. siete ancora più speciali di quanto pensassi. non perchè non mi avete giudicata, ma perchè non avete negato rispetto e comprensione nemmeno in questo caso.
e perchè sapete essere mamme al di là delle convenzioni.
grazie ancora e grazie a silvia, perchè mi avete permesso di avere il cuore un po’ più leggero.
paola
Michela dice
Cara Paola,
per fortuna la vista non mi ha messo (per il momento) davanti a scelte cosi’ laceranti.
Come mamma posso intuire il dolore che provi, ma non credo di capire fino in fondo per mancanza di esperienza.
Buona fortuna e cerca di perdonarti!
Secondo me solo un uomo o una donna non mamma potrebbe prenderti a sberle. Non certo la comunità di donne e mamme riflessive che leggono questo blog.
E per fortuna!
Laura dice
Errore???? Ma quale errore????
laura.ddd dice
grazie per averne parlato, con rispetto e affetto
Alessandra1966 dice
No, non sono daccordo conNadia che parla di errore. E’ stata una scelta. Sofferta e che ti ha fatto soffrire tanto. E come tutte le scelte, soprattuto quelle che si pagano sulla propria pelle, va rispettata. Non hai niente da perdonarti. Nemmeno la tua sofferenza. Un bacio e un abbraccio.
nadia dice
Cara Paola
Ti abbraccio forte Non torturarti più di quanto il pensiero di quella scelta ogni giorno ti accompagna. E’ stato un errore ma siamo persone e non ne esiste al mondo neppure una che non abbia nulla da rimproverarsi Dagli errori qualcosa di buono esce sempre .. pensa che questa tua lettera sarà di aiuto e sprono magari per qualche donna che come te si trova ad un bivio simile… Abbraccia forte tuo figlio e accetta di aver commesso un errore e che mai più capiterà, accetta la tua scelta e vivi il presente, vai avanti giorno per giorno e perdonati. Tante care cose per una mamma che ha già troppo sofferto, ti auguro ogni bene
Carla dice
Paola, le tue parole mi trasportano a circa un anno e mezzo fa, quando anch’io ho fatto la tua stessa scelta e mi fanno riprovare lo stesso intenso, acuto dolore. Un percorso diverso ma in fondo la stessa motivazione: non ritenevo di potercela fare, ed allora avevo delle quasi certezze su difficoltà di gran lunga maggiori di quelle che avevo già affrontato con il mio nano. Ancora adesso, nonostante la certezza razionale di aver fatto la cosa giusta, quando ci ripenso provo in senso totale di vuoto e vedo solo nero intorno a me e davanti. Ma procedo, per mio figlio e per mio marito che hanno bisogno di me, e per la speranza di poter avere un altro figlio tramite l’adozione, perchè ritentare e ritrovarmi nella stessa situazione sono sicura che mi distruggerebbe definitivamente. Non credo che potremo mai dimenticare quel figlio che non è nato: potremo solo scegliere di rendere la nostra vita e quella dei nostri figli più "viva", più intensa e vera, perchè sappiamo cosa voglia dire rinunciare ad un’altra vita.
Non credo ci siano parole di consolazione da poter condividere, e quindi non ci provo: sappi solo che nonostante la società voglia instillarci un senso di colpa superiore a quello che già da sole proveremmo, dobbiamo rifiutarci di sottostare a questo meccanismo infernale.
Un abbraccio forte.
Laura dice
Io penso che tu abbia fatto la cosa giusta. Smettila di torturarti e di rovinarti la vita, che mi sembra già abbastanza complicata. Goditi il tuo tesoruccio Francesco. Ti abbraccio forte
Linda dice
Silvietta dice
vorrei dirti tante cose ma mi sembrano tutte sbagliate… come ti hanno già detto, ogni scelta comporta una rinuncia. Mi spiace che tu abbia dovuto vivere una rinuncia così grande, e consapevole di quello che stavi perdendo. Penso che ti meriterai di ritrovare tutto quello che cerchi. un abbraccio anche da me…
Arianna dice
Cara Paola, posso solo immaginare, come mamma, quello che hai passato e stai passando.
Sembra che tu stia cercando, più che una consolazione, qualcuno che ti faccia sentire ancora più male. Come se sentissi il bisogno di "scontare la pena" per ciò che hai fatto, più di quanto tu stia già scontando con il senso di colpa.
Queste sono esperienze che non si cancellano nel tempo, puoi solo cercare di dargli un significato, metabolizzarle, consapevole che sì, l’alternativa c’era, ma sarebbe stata una scelta azzardata e tu come donna non te la sei sentita. Ripetiti questo: non te la sei sentita, e io sono spinta a credere che sia giusto assecondare le proprie intuizioni, quando ci si trova a un bivio.
Come donna e mamma hai tutta la mia comprensione. Ma credo che un sostegno psicologico possa servirti di più, un aiuto per uscire dalla melma di dolore nella quale ti sei impantanata. Per te, per tuo figlio, anche per il tuo matrimonio.
Credo che la tua lettera rappresenti te e moltissime altre donne che si trovano nella tua situazione.
Io vi abbraccio tutte.
MammainCina dice
Un abbraccio…la tua solitudine mi ha fatto venire i brividi, vorrei davvero essere li’ e abbracciarti, non hai fatto niente di male, eri troppo sola per scegliere diversamente…non vivere nel dolore, cerca di guardare alla gioia di quello che hai nel presente a tuo figlio e a te stessa, le madri devono essere felici, lo devono ai propri figli….Ti abbraccio!
Denise dice
A me sembrache ti condanni troppo. Ti giudichi vigliacca, dici che una madre queste cose non le deve fare, dici che forse non ti meriti di rifarti una vita. Ma no. Perché sberle, poi?
Sei una donna che ha fatto una scelta ponderata e pensata, scegliere è sempre un dramma ma anche un atto di responsabilità.
Donatella dice
Ma quali sberle, ti stai già torturando abbastanza da sola. Io so solo che vorrei abbracciarti, forte…
Sappiamo che è un dolore che non si cancella, che un’esperienza così non si può dimenticare, si può solo superare, come ogni lutto. Dovresti perdonarti, non trovare scuse, ma solo perdonarti.
Dai un bacio al tuo Francesco e amalo per due… e credi agli angeli, di certo ce n’è uno speciale che veglia su di te e ti ama teneramente.
valewanda dice
Io posso solo dirti che qui non riceverai giudizi, ma solo solidarietà e comprensione: una madre, perché tu lo eri, che fa un gesto così estremo, ha un dolore dentro che merita solo rispetto, carezze. Grazie per aver condiviso questo con noi, io sto zitta e ti abbraccio dolcemente, quando lo vorrai.
Mamma in 3D dice
Chi non conosce questo tipo di dolore non può lenirlo, comprenderlo, ma sicuramente neanche giudicarlo.
Chi invece conosce questo tipo di amore può ascoltare, in silenzio, con un rispetto che vorrebbe poter essere consolatorio.
l'erinni dice
ti abbraccio…
annabella dice
cara paola, tu aspetti qualcosa che suoni duro come una sberla? da me ricevi una carezza, la più dolce che io possa dare, uguale a quella che faccio a mia figlia. il dolore è personale, nessuno deve sentirsi in grado di puntare un dito, e quello che scrivi è talmente carico di lacrime che non si può fare altro che abbracciarti. anche il tuo gesto è stato amore (le cui declinazioni sono infinite). la tua forza ce l’hai vicino a te.