Domanda
Gentile Dott.ssa Cioni,
sono mamma di Sofia, 5 mesi.
Le scrivo perché penso che la mia piccola stia perdendo la cosa che più le farebbe bene a quest’età: il sonno.
Il primo mese di vita lei ha dormito tantissimo, la dovevo svegliare per farla mangiare e una volta attaccata al seno si riaddormentava, infatti, non mi ha neanche stimolato la produzione di latte che poi ho perso. Mi dicevano che l’eccessiva sonnolenza era data dal banale ittero e dal fatto che fosse nata due settimane prima, era necessario svegliarla per non farla andare in calo ipoglicemico.
Passato il primo mese ha iniziato a star sveglia sempre di più e a diventare più nervosa. Un giorno, nelle 24 h ha dormito solo 7 h. Così ho preso la decisione di insistere con la mia pediatra ad indagare su possibili cause di questo aspetto. Abbiamo fatto un’ecografia da cui è risultato un reflusso gastroesofageo moderato-grave. Abbiamo iniziato la cura ma il problema e ancora irrisolto. Lei di giorno dorme mezz’ora, sembra che abbia un timer che suona allo scadere dei 30 minuti e, spesso, per addormentarsi lotta con tutte le sue forze.
In genere tra un pasto e l’altro fa 2 pisolini di mezz’ora. La sera diventa via via più difficile addormentarsi, non dorme mai prima delle 23.30, se la metto a letto prima si risveglia dopo i classici 30 minuti. La sera in braccio a me si dimena, le ninne nanne servono a poco. Messa nel suo lettino continua la lotta, si mette le mani in faccia, si graffia, si strappa il ciuccio in continuazione e poi lo pretende e sbatte le gambe. Tutto questo per circa mezz’ora.
Quando si addormenta, dorme tranquilla le prime 2 ore, poi iniziano i movimenti continui. Si muove ogni 3 secondi sbattendo braccia e gambe e mettendo le manine in bocca, la maggior parte delle volte lo fa con gli occhi chiusi. Prima delle 7.30 del mattino, quando si sveglia totalmente, ha pochissime pause di tranquillità. C’è una soluzione per allungare i pisolini diurni e farla stare più tranquilla la notte?
La ringrazio.
Risposta
Cara Anna,
mi sembra di capire che Sofia non abbia ancora trovato un “suo” ritmo, dopo il primo mese in cui avete dovuto svegliarla e successivamente con i cambiamenti dovuti al disagio del suo pancino.
Il sonno nei neonati è regolato da molti fattori che stanno in equilibrio (a volte molto precario!) fra loro, quali il temperamento, la salute e la fisiologia e non ultimo l’ambiente emotivo in cui il bambino è immerso. Immagino che con la paura del calo ipoglicemico, anche per voi genitori non sia stato semplice godervi a pieno i momenti in cui la piccolina si abbandonava al sonno.
La mamma e il suo bambino sono un sistema unico e imprescindibile nei primi mesi di vita, per cui tutto ciò che riguarda l’una riguarda anche l’altra e viceversa.
Difficile interpretare il significato di quel risveglio con il “timer” dei 30minuti e allo stesso tempo l’opposizione a riaddormentarsi, che innesca un’altalena continua fra bisogno di riposo e difficoltà di attuarlo.
Mi concentrerò piuttosto su un particolare, ovvero tutto questo movimento degli arti che sembrano non trovare tregua. Provo qui a spiegarle le associazioni che mi sono venute, dato che mi ha detto che Sofia è nata prematura di due settimane.
Moltissimi studi in tutto il mondo, stanno dimostrando che i bambini prematuri risultano beneficiare sempre di più del massaggio infantile, ma nella sua forma del contatto che nutre e contiene, quello che l’Aimi (associazione italiana massaggio infantile) chiama “mani che riposano”.
Sembra che i bimbi che a vari livelli di gravità, siano nati pretermine, non abbiano potuto godere a pieno del contatto stimolante e necessario con le pareti uterine, quindi nascano nel mondo molto più sensibili al tocco (che a volte per loro può anche essere fastidioso, data l’estrema sensibilità cutanea), mentre sembra che trovino un beneficio molto grande dall’essere contenuti, semplicemente fra le mani dei genitori che fungono da confine corporeo finché loro stessi non cominciano a prendere dimestichezza con il proprio corpo. Per questo ad esempio viene molto consigliata la marsupioterapia, che fa percepire anche fuori dalla pancia della mamma, il contatto con la pelle, il respiro e il battito cardiaco di lei.
Le linee guida Aimi per i bambini prematuri (che alcuni ospedali nei reparti di neonatologia seguono), prevedono il semplice contatto delle mani dei genitori col piccolino, avvolto da esse come in una culla, addirittura dentro l’incubatrice, (quando la situazione clinica lo consente) per fargli conoscere il senso di protezione e sicurezza dato dalla presenza e dal calore affettivo del contatto nutritivo. Le mani non si muovono, non massaggiano, semplicemente sono lì, seguono il respiro del bambino, quasi non pesano, stanno ad indicare che tutto va bene.
Perché vi sto raccontando tutto questo?
Perché, anche se Sofia ormai ha superato i primi momenti critici, spesso i bambini nati prima del termine restano molto sensibili: ai rumori, alla temperatura, alla percezione del vuoto quando sono in braccio, ai cambiamenti pur minimi di qualsiasi tipo, e questo può influenzare anche le abitudini del sonno fisiologico.
Tutto questo suo movimento delle braccia e delle gambe mi ha fatto pensare a un bisogno di contenimento, di ricerca di un confine che delimiti, che permetta di sentirsi al sicuro.
Potrebbe provare, quando c’è il momento dell’addormentamento – ad abituare Sofia, nella culla o nel lettino, a sentire le sue mani che la avvolgono (appoggiandole a destra e sinistra lungo il suo corpo, a coppetta) e le trasmettono fiducia, sicurezza, possibilità di abbandono. Lei si limiti a respirare e provare a comunicare attraverso il respiro e il contatto che va tutto bene, che la sua mamma è lì con lei. Se si muove o scalcia, lei mantenga la posizione, respiri, magari le prenda le manine se rischia di farsi male graffiandosi, tenendole fra le sue. A volte, i bambini come Sofia, hanno più bisogno di fermezza accudente che di dondolio continuo. Può accompagnare con una ninna nanna ma se ha provato che la infastidisce si limiti al silenzio, o alla sua voce che in maniera calma, sussurra parole d’amore. Quando si addormenta, resti ancora un pochino lì con le mani, e poi le stacchi da lei molto lentamente. Questa procedura sarebbe da proporre ad ogni eventuale risveglio, per favorire di nuovo la nanna.
Ovviamente, sto suggerendole quello che il suo racconto mi ha suscitato, visto che non mi è possibile vedervi nell’interazione reciproca. Spero che possa essere d’aiuto.
Per quanto riguarda una possibile miscela floreale,
- Mimulus – per i bambini molto sensibili ai rumori, alla luce, quando ogni più piccola variazione dell’ambiente provoca risveglio e reazione di paura o disagio.
- Impatients – è il fiore che placa la tensione dovuta alla percezione di non avere tempo. Mi viene in mente di inserirlo perché mi sembra che il tema della gestione del tempo sia una costante legata ai disturbi del sonno di Sofia.
- Cherry plum – è il fiore che aiuta a lasciarsi andare, abbandonarsi al sonno e diventa prezioso quando ci sono movimenti incontrollati degli arti che sfuggono al rilasciamento muscolare che dovrebbe accompagnare la nanna.
- Aspen – come ho già scritto in altre risposte, questo rimedio placa il senso di allarme che impedisce il rilassamento, quando non si conoscono i motivi, ma c’è la percezione che “qualcosa non va nell’ambiente” quindi si applica anche a tutti quei casi in cui ci si lascia molto influenzare da tutto ciò che accade fuori.
Li faccia preparare in miscela senza alcol (o in aceto di mele) e le diluisca nel biberon dell’acqua di Sofia, nella misura di 1 goccia della miscela ogni 10ml di acqua. Almeno nei primi giorni in questo modo li assumerà in maniera più continua.
Può continuare così anche dopo se le torna comodo (non esiste il sovradosaggio), oppure, se preferisce, darle 4 gocce per 4 volte al giorno, come da posologia standard.
Suggerisco per lei il rimedio – che a mio avviso tutte le mamme dovrebbero prendere come benefico sostegno – red chestnut, che placa le preoccupazioni per la piccola, aiuta a essere vigili e presenti senza cadere nell’apprensione.
Vi auguro tante “nanne ristoratrici”.
Virginia Cioni – Psicoterapeuta e Floriterapeuta
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