Domanda
Gentile Lara,
ho un bimbo di 3 anni che da una settimana ha cominciato a frequentare la scuola materna; la prima settimana tutto è andato bene, non ha avuto difficoltà di ambientamento e stranamente solo un giorno di pianto ma già il lunedì della seconda settimana cominciano una serie di problemi con l’insegnante che comunque si presenta una persona ostile e poco disponibile al dialogo con il genitore.
Si lamenta dicendo che il bambino invade lo spazio degli altri bambini distruggendo i giochi che stanno facendo, che risponde e non vuole svolgere le attività. Sono perplessa perchè è un bambino solitamente solare e all’inizio anche timido.
Avendo frequentato fino a giugno il nido è abituato alla figura della maestra e a stare con altri bambini.
Lui è entusiasta del fatto di andare alla scuola materna e torna contento ma l’insegnante dice che è ostile e non riesco a capire se è un rifiuto del bambino verso i metodi dell’insegnante o se è lei che tende ad estremizzare il fatto che lui ogni tanto, come penso succeda ad altri bambini, non riesca a controllare le emozioni e abbia magari dei momenti di rabbia.
Comunque quando ho chiesto un aiuto per gestire al meglio la situazione l’insegnante non si è resa disponibile ed essendo l’unica insegnante presente nella scuola non trovo soluzione.
Grazie
Risposta
Carissima ,
leggendo la sua lettera mi sembra ci siamo sostanzialmente due punti su cui bisogna riflettere.
Da una parte c’è l’inserimento del suo bimbo nella nuova struttura scolastica dall’altra c’è la difficoltà di rapporto tra la sua famiglia e la nuova insegnante.
Il suo bambino non è alla prima esperienza di distacco dall’ambiente familiare ed avendo già frequentato il nido era già “preparato” al nuovo inserimento; infatti come lei mi ha descritto è entrato nella nuova comunità con sicurezza e con una giusta “dose” di lacrime.
Tuttavia tra nido e materna ci sono differenze organizzative che possono richiedere al bambino uno sforzo di ambientamento.
Il rapporto numerico insegnante bimbi è profondamente diverso, si passa quindi da una situazione in cui la figura adulta/materna è più presente ad una situazione in cui vi è solo una figura adulta per una sola classe.
Questo cambio di proporzione ha un significato anche nel rapporto tra pari: mentre all’asilo nido questo rapporto viene mediato e filtrato più facilmente dall’aduto, alla materna questo filtro viene meno e il bambino è chiamato a gestire le proprie relazioni in maniera più autonoma.
Trovandosi in questa nuova situazione il bambino sperimenta il proprio comportamento talvolta facendo anche scelte “sbagliate”, questo perché ha bisogno di imparare cosa siano le relazioni, le situazioni di conflitto, la negoziazione. Come lei ha già scritto è normale provare rabbia e non riuscire a controllare le emozioni soprattutto in occasione di cambiamenti importanti come l’inizio di un nuovo percorso scolastico.
Il secondo punto riguarda la relazione con l’insegnante, che lei dice di essere l’unica presente (nell’istituto o nella classe?). Nonostante sia partita col piede sbagliato è importante trovare un punto di collaborazione, chiedendo magari di riportare episodi specifici in cui in classe suo figlio ha avuto reazioni spropositate (che giochi ha distrutto, con che compagno si è arrabbiato, etc…). Questo può essere utile per rielaborare con suo figlio il vissuto scolastico riportandogli questi episodi specifici che lui può ricordare. Può ovviamente fare riferimento alla coordinatrice riportando le sue perplessità, ma forse concederei sia all’insegnante che a suo figlio il tempo per conoscersi e capirsi, soprattutto se, come lei mi riporta, alla fine della giornata il suo bimbo torna a casa contento.
Lara Pistone – Educatrice
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