Imparare una lingua straniera da piccoli è importante: questo è un assunto entrato ormai nelle nozioni comuni dei genitori, tanto è vero che giustamente fioriscono corsi di inglese per bambini piccoli (o anche piccolissimi), asili e nidi inglesi o bilingui, programmi televisivi e canali Youtube dedicati a canzoncine didattiche pensate proprio per insegnare la lingua nella primissima infanzia.
Fa parte dell’esperienza di tutti noi: quando impari una lingua da grande (o grandicello), puoi acquisire una buona fluency e un ottimo vocabolario, ma l’aspetto più difficile da imparare è impadronirsi della pronuncia corretta e di una intonazione “native”.
Inoltre, anche il più ferrato di noi quando è stanco o nervoso tende a fare più errori morfo-sintattici e utilizzare nella lingua straniera calchi dalla lingua di origine, formando frasi sintatticamente italiane con parole inglesi.
La differenza tra i parlanti nativi e chi impara la lingua più tardi, sta proprio nel fatto che il cervello tende a seguire dei pattern presi dalla lingua madre: ciò ha un effetto sia sulla pronuncia (pattern articolatori) che sulla sintassi e grammatica.
Anche chi ha studiato molto ha una tendenza a cadere in questo tipo di errori, perché è il cervello “immagazzina” la lingua madre in modo che il recupero e l’utilizzo sia più facile e naturale, mentre la seconda lingua (imparata da grandi) utilizza percorsi neurali che sono stati creati per una lingua diversa (la lingua madre).
Imparare la seconda lingua quando si è davvero piccoli ha quindi questo vantaggio: la seconda lingua va a creare dei circuiti propri, anziché utilizzare quelli già formati dal acquisizione della lingua madre.
Si creano cioè pattern articolatori propri: anziché cercare di riprodurre i suoni dell’inglese usando dei pattern articolatori imparati per la pronuncia dell’italiano, il bambino piccolo che impara l’inglese si forma degli schemi ad hoc.
La stessa cosa accade a livello morfo-sintattico: anziché usare per formare una frase inglese i meccanismi che abbiamo acquisito per formare la frase italiana, il bambino che viene esposto da piccolo si forma degli schemi di costruzione ad hoc, paralleli a quelli dell’italiano: per cui il suo cervello non dovrà mentalmente tradurre da una lingua all’altra ma produrrà la frase in inglese direttamente usando questi schemi specifici.
Quando avviene questo?
La creazione di pattern linguistici differenti a livello neurale è in due parole l’essenza del bilinguismo. Il bilingue non traduce da una lingua all’altra, ma produce in modo autonomo le due lingue. Ciò gli permette, negli anni, di sviluppare due sistemi linguistici paralleli.
E’ ovviamente necessario puntualizzare che, affinché ciò accada, cin sono delle condizioni che devono essere rispettate:
- L’esposizione linguistica deve essere massiva e costante: nessuno di noi ha imparato la lingua madre con una ora o due alla settimana, ma con una esposizione quotidiana. La stessa cosa vale per la lingua straniera.
- Non solo esposizione ma anche comunicazione biunivoca: non deve essere allenato solo l’abilità percettiva, ma anche quella produttiva, ovvero il bambino deve avere anche degli stimoli a comunicare in lingua (e non solo ascoltarla).
- L’esposizione deve essere costante negli anni: il cervello si modifica costantemente durante tutta la vita ed in particolare durante l’infanzia. Le informazioni che vengono usate più spesso creano una traccia più profonda e duratura, quelle che non vengono usate invece si perdono, perché il cervello abbandona le vecchie connessioni (o le rende più labili) per investire nelle nuove connessioni, ovvero nei meccanismi più frequentemente necessari. Quindi la pratica della lingua, anche appresa in tenerissima infanzia, deve continuare per anni, se si vuole che i risultati durino e siano realmente acquisiti per la vita.
Consigli per i genitori
Ai genitori che desiderino che i propri figli diventino fluenti in inglese (o in qualsiasi altra lingua straniera), date queste evidenze scientifiche, io consiglio questo:
- Iniziate presto ad esporli all’inglese, tramite canzoncine e ninne nanne (il patrimonio di nursery rhymes della tradizione anglosassone è notevole). Imparatele anche voi, non limitatevi a farle sentire sul disco, perché i bambini imparano a parlare tanto con gli occhi che con le orecchie: osservando la vostra bocca mentre cantate si attiveranno i neuroni specchio, che li porteranno ad introiettare i movimenti dei vostri organi articolatori. Non vi preoccupate se la pronuncia vostra non è perfetta, perché cantando assieme al CD il bambino imparerà la pronuncia corretta. Ma il fatto che voi cantiate e partecipiate darà una coloritura emozionale e affettiva alla cosa, elemento questo veramente importante.
- Se scegliete per loro un nido o asilo bilingue, proseguite l’esposizione anche a casa con musica, cartoni in lingua inglese (proporzionali all’età dei bambini, non esponete i piccoli allo schermo troppo precocemente), per non limitare l’ascolto dell’inglese alle sole ore di scuola.
- Se scegliete un corso di inglese precoce, non limitatevi a maggior ragione: fate entrare l’inglese a casa in tutti i modi possibili. Se non volete parlare personalmente in inglese con il bambino, almeno sentite la tv in inglese (anche voi, non solo il bambino, l’inglese deve diventare “normale” in casa), la musica in inglese. Comprate dei CD di storie raccontate in inglese. Ricordatevi che solo un’ alta esposizione alla lingua può modificare il cervello, ovvero con una o due ore alla settimana lo stimolo è troppo superficiale per agire in termini di creazione di circuiti neurali duraturi.
- Non finite con la scuola di infanzia: perché una lingua sia realmente acquisita ci vogliono almeno 5-7 anni di esposizione costante, quindi se anche il vostro bimbo ha fatto il nido in inglese dovrete proseguire a dargli stimoli gratificanti e adatti all’età con continuità per gli anni successivi, con regolarità. Si può optare per corsi di inglese, o per vacanze studio in Inghilterra, o per una babysitter inglese o una ragazza alla pari…ma anche il lavoro “informale” fa molto. A cosa è interessato il bambino, ai treni? Cercategli materiali che parlano di treni in ingese. Lo stesso vale per ogni argomento ed interesse. Approfittate della conoscenza che ha già nella lingua per accostarlo ad argomenti che lui o lei ama….la lingua sarà uno strumento di conoscenza, non io fine di essa.
Claudia Adamo
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