Gent.le dott.ssa Agnone,
sono la mamma di una bimba di 3 anni che ha iniziato la scuola materna.
Nessun grande dramma, la prima settimana (1 o 2 ore in tutto al giorno) è andata benissimo, era entusiasta della novità. Poi la seconda settimana ha iniziato a piagnucolare un po’ al mattino, poi basta ma ha iniziato a piangere disperata quando andiamo a prenderla alle ore 12.00.
Questa mattina l’ho portata e lei ancora a casa mi diceva “non bisogna piangere!” e infatti non ha pianto al momento del distacco ma quando sono ritornata per protarle una cosa che avevamo dimenticato, la maestra non mi ha fatta entrare nel salone perché stava piangendo.
Mi preoccupa e mi fa star male che lei si trattenga e poi stia male durante la mattinata: le maestre la vedono spesso triste e anche a casa è molto nervosa. Passa da momenti di euforia a momenti in cui sembra molto giù, fa capricci per niente.
Lei tra l’altro non vuole fare la cacca nel water ma solo nel pannolino, è una bambina che vive molto di emozioni, quasi romantica e quindi spesso malinconica, molto affettuosa e alla perenne ricerca del contatto fisico, soprattutto con me (mi tocca i capelli per addormentarsi e quando è stanca, e ha ancora il ciucccio)
E’ già molto grande di testa e fa dei ragionamenti molto profondi a volte…
Ho anche un’altra bimba di 15 mesi e sicuramente la gelosia ha la sua parte, anche se esteriormente fa vedere poco.
Perché piange da sola nel corso della mattina? E perché piange così disperata al momento in cui andiamo a prenderla?
Risposta
Cara mamma,
mi è molto caro quello che scrivi, perché ci sono passata da poco. Ti rispondo da professionista, ma anche da mamma che conosce perfettamente lo stato d’animo in cui ti trovi.
Quello che posso fare per te e ripercorrere passo passo le tappe della tua mail, e dell’inserimento a scuola, provando a commentarlo un pò.
La tua bimba ha 3 anni: è matura, profonda, affettuosa, vive di emozioni, è anche pronta per la scuola materna. Questo può aiutarti a pensare che non le stai chiedendo più di quello che lei è pronta a fare.
Le stai chiedendo (tu come qualsiasi altra mamma) un cambiamento importante: passare dalla vita familiare e domestica alla vita sociale. E’ un passo grandissimo per un bambino! È quindi normale che l’adattamento sia difficile.
È normale che all’inizio ci si senta attratti dalla novità, che le poche ore a scuola siano leggere e gradevoli, e che soltanto dopo compaia la difficoltà e la stanchezza. Non preoccuparti.
Quando al mattino dice “non si deve piangere”, semplicemente ripete una regola che sta cercando di interiorizzare: non so se l’abbia sentito dire a casa, o più probabilmente a scuola. Di per sé non è una regola sbagliata, se intesa nel senso consolatorio: “non abbandonarti allo sconforto, fatti coraggio, la scuola è un bel posto”.
È legittimo che lei si senta disorientata, e che abbia desiderio di stare con la mamma (questo puoi anche dirglielo, come puoi dirle che anche lei ti manca quando non siete insieme o che è bello rivedervi quando vai a prenderla), ma è importante anche aiutarla a vedere che a scuola, intorno a lei, ci sono bambini che giocano, che è possibile divertirsi, e che quello che ora le sembra pauroso perché nuovo presto sarà familiare.
Quello che finora è stato tutto il suo mondo sta cambiando i punti di riferimento: bisogna essere tolleranti, avere pazienza, e darle tempo. E soprattutto non preoccuparsi.
È fondamentale infatti il tuo atteggiamento: affettuoso, empatico, ma non titubante, altrimenti il messaggio sarà che non ci si può fidare perché anche mamma ha dei dubbi sulla scuola.
Riguardo al trattenere il pianto… penso che possa essere un buon segno: sta provando a “farcela”, ma non sempre ci riesce; e quando vede te, che sei casa, che sei mamma, si rilassa e lascia andare tutte le sue tensioni.
Il pianto di un bimbo che comincia la scuola spesso non è di dolore, ma la necessità di esprimere tutta la normale tensione che questa esperienza porta con sé.
Tensione, nervosismo, capricci, di conseguenza sono del tutto normali: se il suo impegno è tutto concentrato nell’esperienza dell’inserimento, “da qualche parte dovrà venir fuori il resto”. Anche qui, ti invito ad aver pazienza e comprensione, sono capricci e “regressioni” che scompariranno presto e spontaneamente.
L’atteggiamento dei genitori, in questo caso, non dev’essere troppo rigido, pur mantenendo una coerenza educativa ed il rispetto delle regole. Con la consapevolezza che è un momento un po’ particolare, ed con il suo comportamento cerca di farvi capire la sua fatica (e cerca la vostra attenzione).
Credo che quello che sia importante sia soprattutto la qualità del tempo che trascorrete insieme, in famiglia. Datele messaggi di incoraggiamento, lodatela per quel che riesce a fare, anche se vi sembra una cosa normale o scontata. Piano piano le cose cambieranno, sono sicura che stanno già cambiando.
Anche a te invio sostegno ed incoraggiamento, perché anche per una mamma questo è un momento “tostissimo”: vedrai che anche tu ce la farai, e sarai orgogliosa di vederla “andare per il mondo” con le sue gambe.
Un caro saluto, e tanti auguri.
Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta
Anna Carrera dice
Buongiorno… Sono Anna e sto passando anche io questo periodo con la mia piccola che compirà due anni il mese prossimo…Non immaginavo sarebbe stata così dura. ..In effetti un po.di dubbi se.stia facendo la cosa giusta mi vengono quando vedo mia figlia nervosa a casa e devo lasciarla piangente all’asilo ma d’altronde devo riprendere il lavoro e sono convinta che starà meglio lì che a casa… ma è normale che sia così nervosa quando torna a casa e anche la notte sia sempre molto agitata? È un periodo molto duro anche per me… Non immaginavo… Grazie per la risposta..
Iulia dice
Salve,
Ho visto che il messaggio è “vecchio”,ma mi è arrivato sotto gli occhi e lo letto con grade piacere e ,sopratutto, mi ha confortato molto la risposta della dott.essa Marcella Agnone e ,chissa, magari leggera il mio messaggio…
Io ho lo stesso problema con mio figlio. Ha iniziato la scuola materna già da un mese,ma ancora piange molto,è ansioso e non c’è la fa,come altri bimbi,rimanere fino alle 16. Io sono molto determinata, capisco l’importanza di questo importante passo e cerco sempre di incoraggiarlo e non mi faccio vedere presa dallo sconforto…ma ultimamente è diventato molto difficile e mi domando se è davvero ciò che è meglio per lui. Giulio fa tre anni a fine novembre e è un bimbo molto sensibile e un po’pauroso.
Grazie,Iulia
dott.ssa Marcella Agnone dice
@ArteMamma,
può capitare che alcune situazioni scolastiche non siano l’optimum, ma per esperienza personale posso dirti che la valorizzazione delle risorse di un bambino, anche se molto piccolo, può fare miracoli.
La scuola è, in fin dei conti, una palestra di vita, nella quale può capitare che le situazioni non ci calzino proprio a pennello, ma proprio per questo ci costringe a tirare fuori il meglio di noi stessi per adattarci. E questa regola non risparmia i bimbi molto piccoli.
Le alternative, del resto, sono scelte personali: non tutte le mamme possono permettersi di ritirare un bimbo ad anno scolastico iniziato, e non sempre questa è la cosa migliore per il bimbo stesso. Sta a ciascuno valutare la situazione considerando tutti gli elementi che la costituiscono, cosa che noi, a distanza, non possiamo fare.
ArteMamma dice
Io credo che il disagio di un bambino vada sempre ascoltato e accolto. Se la bambina è molto emotiva e matura, probabilmente saprà anche spiegare con le sue parole che cosa la fa soffrire tanto.
E se per caso le maestre o il metodo usato non fossero adatti alla sua sensibilità, sarebbe corretto continuare ad insistere senza farsi sorgere alcun dubbio?