Domanda
Buongiorno,
sono la mamma di un bambino di 6 anni.
Mio figlio frequenta la prima elementare, premetto che scolasticamente non mi da problemi, solo che ricevo continue comunicazioni da parte delle maestre perché mio figlio è molto irrequieto, si muove in continuazione, anche da seduto si gira sempre verso i compagni, parla frequentemente, si alza dal banco, ecc. quindi è un elemento di disturbo nella classe.
A casa è lo stesso, mentre mangia deve muoversi, se è seduto per fare i compiti dondola i piedi (perché ha le mani impegnate), non è violento, non fa i capricci, solo che deve essere sempre in movimento.
Adesso ha cominciato a fare qualche dispettuccio ai compagni, prima non lo faceva (butta la gomma a terra o fa finta di non vederli e ci sbatte contro apposta).
Vuole giocare di continuo e quando gli dico “vieni che è pronto in tavola” si dispera e mi dice: “e adesso quando gioco?”
È così da quando si è messo a camminare.
Fa sport due volte a settimana, sabato va all’oratorio, in casa c’è un ambiente normale.
Non usa giochi tecnologici; gioca con macchinine, personaggi, guarda cartoni in tv, facciamo lavoretti insieme, spesso mi aiuta a cucinare.
Ho provato anche a metterlo in punizione e a farlo stare fermo, sotto forma di gioco, dicendogli: “se riesci a stare tranquillo per 15 minuti dopo ti premio”… ma niente!
Cosa posso fare? Dove sbaglio?
Grazie.
Risposta
Cara Alessandra,
dal momento che la vivacità di tuo figlio è evidente segnale della sua apertura intellettuale, non posso che pensare che lui sia ancora alla ricerca di qualcosa che non è arrivato. “Ciò che non si completa si perpetua“: così come ogni bambino è alla ricerca di un contatto rassicurante sin dalle sue prime fasi di vita, questo bisogno di contenimento fisico ed emotivo accompagna ciascuno di noi per tutto l’arco della vita.
È in questo senso che ti suggerirei di rivolgerti ad uno psicoterapeuta. Non perché il “problema” (che per me non è definibile tale) che ci presenti faccia pensare a qualcosa di patologico, al contrario perché “l’incontenibilità fisica” di tuo figlio esprime certamente una richiesta di aiuto, che riguarda qualche piccolo passaggio nella relazione tra lui e le sue figure di riferimento.
Non dimentichiamo che i sei anni sono una fase delicata rispetto alla consapevolezza di sé e del mondo, e che le paure (variamente espresse) esprimono il bisogno di sentirsi sicuri e protetti di fronte alla paura al senso di solitudine che ci accompagnano sin dalla nascita.
Sicuramente l’osservazione diretta di un esperto vi aiuterà a cogliere cosa è necessario attenzionare (potrebbe essere un particolare davvero molto piccolo e per questo difficile da cogliere) perché tuo figlio possa sentirsi “in pace”, e in un porto sicuro.
Il suo “moto perpetuo”, infatti, mi fa pensare che lui sia ancora alla ricerca di qualcosa che non ha ancora trovato perché possa finalmente calmarsi e riposare.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti, e ti faccio i miei migliori auguri.
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