Domanda
Buongiorno dottoressa,
le scrivo per un Suo parere.
Ho una bambina che compirà quattro anni a novembre e frequenta il secondo anno della scuola dell’infanzia.
Al termine dell’anno scolastico la sua maestra (che quest’anno è stata trasferita) mi ha riferito che ha difficoltà nelle relazioni soprattutto con gli adulti. Gioca in particolare con due bambine che la trattano come una bambolina (per esempio: vieni qui, siediti, giochiamo con questi giochi, eccetera) e lei non è mai propositiva ma sempre passiva.
Mi ha detto che parla poco, se non pochissimo (mentre a casa è un fiume di parole…). Premetto che la bambina va volentieri a scuola e quando viene lasciata non piange mai.
Secondo Lei come posso aiutare Sofia a “combattere” la timidezza e a credere di più in se stessa?
Grazie a presto.
M.
Risposta
Cara Monica,
comincio col suggerirti, qualora non l’avessi già fatto, di leggere gli altri articoli che ho già scritto su questo tema.
Molti genitori si preoccupano degli aspetti negativi della “timidezza“, escludendo così il suo valore adattivo, che -come in ogni cosa- ha sempre una cornice positiva e utile per ciascuno di noi. Credo che la tua bimba, per la sua età e per l’esperienza che sta vivendo, possa aver bisogno di comportarsi in modo diverso da quello che adotta in famiglia. I motivi, chiaramente, non sono in grado di dirteli, ma confido nel fatto che possano essere di aiuto, almeno in questa fase.
Anche se spesso facciamo della timidezza una questione di “carattere”, essa è molto più spesso legata o ad un fattore contingente, un’esperienza importante che stiamo vivendo, o ad uno stile che certamente apprendiamo sin dalle prime relazioni, ovvero in famiglia.
Solo per fare un esempio, essere genitori troppo protettivi o, al contrario, troppo critici, aiuta i bambini a diventare introversi, perdendo un po’ di fiducia in se stessi, quella che li porta ad affrontare il mondo a viso aperto. Ma sarebbe naturale affrontare ogni situazione in questo modo, specialmente quando si è così piccoli?
Io credo che i bimbi a questa età possano cambiare tanto, ed “indossare tanti volti” fino a trovare quello della loro misura.
Il comportamento a scuola, inoltre, è legato anche alla sicurezza del legame che si stabilisce con la figura di rifermento, l’insegnante, che trovano la giusta chiave di accesso potrà aiutare Sofia ad aprirsi agli altri e alle attività scolastiche.
La timidezza, oltre ad essere considerata un “difetto”, ha un valore protettivo che aiuta il bambino a non andare oltre una tensione emotiva che non sarebbe in grado di sopportare. E’ un po’ come sedersi ad osservare, prima di prendere una decisione: atteggiamento che tavolta può essere davvero molto saggio.
Non ho consigli pratici, dunque, se non questa diversa chiave di lettura della situazione, che certamente andrà tenuta sotto controllo e rivalutata di momento in momento, anche con l’insegnante. Non dimentichiamo ch il rispetto dei tempi della piccola è fondamentale perché possa acquisire fiducia in se stessa valorizzando le proprie risorse.
Un caro augurio.
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