Non sono la più adatta a commentare questa puntata di Una Mamma IMperfetta, quella sul “teorema dell’uomo con bambino”.
Forse dovrebbero commentarla le mamme dei compagni di classe dei miei figli. Sarebbero più adatte.
Anzi, non forse, sicuramente. Già lo fanno.
Perchè loro a scuola ci vanno, ogni mattina (e ogni giorno alle 13) così come ogni mattina ci va mio marito. Da sempre.
Complessivamente 2 anni di nido, 3 di materna e 4 di scuola primaria: 9 anni che della scuola si occupa lui.
E dunque? Qui non è questione di femminismo, è semplicemente questione di buonsenso:
un uomo al parco che spinge un’altalena sta facendo SEMPLICEMENTE il papà.
Non fa il mammo, non fa il bravo marito, fa il padre, cioè fa quello che è. O no?
No perchè se un uomo al parco con ifigli ci suscita “desideri sessuali”, allora, beh non ci possiamo lamentare di nulla.
Significa che siamo le prime ritagliarci quei ruoli che ci stanno stretti.
Significa che nostra nonna forse avrebbe ragionato come noi. Eh però, mia nonna avrebbe 100 anni se fosse viva.
Non so, ditemi voi. Perchè un conto è avere un marito che lavora tanto e non può portarli a scuola, un conto è che a noi sembri anormale che un padre segua i suoi figli e se ne occupi.
È una differenza sostanziale. Impossibilità vs. volontà.
Poi si può dire che è un grosso aiuto, che da sole è più difficile, si possono porre “ma e se”, sensatissimi e logici.
Ma non si può anteporre la meraviglia davanti a un padre che sta con i suoi figli. Un padre che sta con i figli fa il padre, esattamente come una donna fa la madre.
Voi vedete differenze logiche? Io ne vedo tante culturali.
Ancora.
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Sarà che vivo in una provincia dove il tasso di occupazione femminile supera il 60%, sarà che da sempre io e mio marito conciliamo i nostri tempi di lavoro e di vita mettendoci a disposizione l’uno dell’altro, anche nella cura dei bambini… Ebbene sarà per tutto questo se anche io mi sento un po’ a disagio nel riflettere su come ancora alcuni stereotipi faticano a morire.
E il disagio più grande è nato stamattina quando un conoscente molto colto, biasimava una collega che si trova a vivere un dramma materno difficile da superare: la figlia, ormai adulta, ha avuto un grave crollo psichico e lei,frustrata dai sensi di colpa, è una donna che ha lavorato sempre con passione e dedizione, una donna impegnata, una donna che oggi si sente in colpa, poichè “forse poteva dedicarsi meno al lavoro e più a sua figlia”. Ragionamenti come questi, non li ho mai sentiti fare verso un padre. Questo è un gap culturale da superare e, se ancora ci stupiamo di un padre che segue i figli o di un marito che condivide con noi le fatiche domestiche, siamo lontane. Ancora di più se biasimiamo, giudichiamo o sminuiamo quelle donne che hanno saputo costruire rapporti di equilibrio e condivisione. Loro devono essere il nostro modello e il modello dei nostri figli. Non quelle donne che fanno tutto, che sono le uniche sovrane della casa, che stirano, cuciono, cucinano, puliscono, lavorano fuori casa, che hanno una casa sempre perfetta… brave loro, se questo le fa stare bene, ma che non siano il modello della donna di domani.
La maestra dei miei figli, dopo anni che vede prevalentemente il papà, quando mi sono presentata io perchè lui era fuori per lavoro, mi chiede: e suo marito?
Lo facciamo anche per rompere dei tabù, perchè qualcuno deve pur iniziare, e perchè per lui è normale!
Io la chiamo sindrome della scimmietta. Gruppi di mamme oche che si meravigliano rumorosamente dicendo frasi del tipo: ma lo sai che il suo stira! Ma lo sai che il suo fa la cucina! Ma cicrediche il suo fa le lavatrici. Pensa che il mio a volte riordina la casa!!. Mariti normalissimii trattati come delle scimmiette da concorso.
l’illogico ,secondo me, e’ che molto spesso parte proprio da noi donne il “meravigliarsi tanto” di papa’ che fanno semplicemente i papa’….