Domanda
Gentile Avvocato,
riassumo brevemente i fatti: ad aprile del 2009 ho querelato il mio ex convivente (padre di nostra figlia nata nel 2004) perché, dopo la nostra separazione, ha acuito i suoi comportamenti aggressivi e violenti che aveva tenuto anche durante la nostra convivenza. Ho integrato poi la querela qualche mese dopo e ne ho sporta un’altra, sempre a seguito dei suoi comportamenti. Tramite il tribunale ho ottenuto, nel 2010, un ordine di protezione di 6 mesi, con assistenza dei servizi sociali relativamente agli incontri padre-figlia. Nel frattempo, mi sono anche rivolta al tribunale dei minori per regolare i nostri rapporti rispetto alla bimba.
Ad oggi non c’è stato però seguito alle querele del 2009 e, visto che il comportamento del padre è radicalmente migliorato nel corso del tempo, temo che un eventuale processo possa turbare l’odierno equilibrio, che tanto difficilmente abbiamo raggiunto.
La mia domanda riguarda quindi le conseguenze di un processo (immagino penale) nel caso venissimo chiamati a testimoniare: cosa rischia il mio ex compagno? E’ possibile patteggiare in qualche modo prima di andare in aula, oppure, potrei spiegare al giudice la situazione (chiarendo che l’accaduto degli anni scorsi resta comunque VERO) e sperare in una pena simbolica?
Sono sempre stata dell’opinione che ritirare una querela in casi come questo potrebbe rivelarsi una decisione sbagliata. Ma per come stanno andando le cose, preferirei che cadesse in prescrizione piuttosto che affrontare un -ormai inutile- processo.
La ringrazio anticipatamente per l’aiuto.
Risposta
La prima cosa sarebbe capire se i reati per i quali hai denunciato il tuo ex convivente sono procedibili d’ufficio o solo a querela di parte, perché nel primo caso l’eventuale «ritiro» della denuncia non avrebbe automaticamente effetti di sorta, dovendo in teoria il procedimento andare avanti appunto d’ufficio, non essendo più considerato un fatto privato ma di interesse pubblico (che, a persone che si rendono responsabili di fatti considerati particolarmente gravi, sia applicata una pena).
Mi sembra più verosimile che si tratti di reati gravi, essendo stato rilasciato anche un ordine di protezione che solitamente i giudici non adottano a caso, ma in presenza di fatti di una certa importanza e ben comprovati.
Se questo è il caso, l’unica cosa che puoi fare è andare a parlare con il pubblico ministero titolare delle indagini, o mandare il tuo avvocato di fiducia a farlo, oppure ancora con la intermediazione dei servizi sociali che si sono occupati del caso, per spiegare esattamente quello che hai riportato sopra, cioè che la situazione in seguito è molto migliorata e non vorresti di fatto che il procedimento andasse più avanti. Può darsi che il pm capisca la situazione e pur senza archiviare il procedimento, cosa che non può fare per legge, lo lasci nel cassetto finché non va in prescrizione, cosa che accade purtroppo comunque per molti altri procedimenti.
Tiziano Solignani – Avvocato
http://blog.solignani.it
Tiziano Solignani dice
Tutto è possibile, purtroppo però senza vedere il provvedimento e il fascicolo, e conoscere un po’ meglio i dettagli della vicenda, è impossibile dire al riguardo qualcosa di sensato o utile. Sfortunatamente, devi rivolgersi ad un avvocato che studi il caso e ti possa dare qualche indicazione. Vista la situazione cercherei di andarci con una certa urgenza. In bocca al lupo.
Lombardo dice
Il mio ex marito si è rivolto al Tribunale dei Minori perché ero depressa (a causa dei suoi maltrattamenti ) ora io non capisco perché sono stata allontanata dalla casa coniugale e mi e’ stata tolta momentaneamente la podestà genitoriale con un Esposto fatto da lui. Si può arrivare a tanto per ottenere una casa comprata solo a nome suo pur nonostante vivessimo insieme con una figlia minorenne? Lui lo ha fatto anche perché io l’ho denunciato per maltrattamenti Psicologici e fisici. Come funziona la legge? Una madre può essere allontanata dalla figlia solamente per depressione?