Domanda
Buonasera dottoressa,
sono Valentina e sono mamma da 5 mesi del bellissimo Vincenzo. Mi riempie di gioia esser diventata mamma anche se molte volte mi sento e mi fanno sentire inadeguata.
Il discorso è molto lungo…Ho 26 anni e la nascita del mio piccolo mi ha stravolto la vita. Ho avuto non poche prove nella mia vita, dalla perdita di mio padre al bipolarismo di mio fratello, al menefreghismo di mia madre che è sempre stata assente e che cerca di rimpiazzare con regali e cose del genere e premetto che questa cosa non smette di farmi male.
Quando è nato mio figlio ho subito una sorta di trauma, infatti quando sono tornata a casa non so perchè mi vedevo persa e come se solo in quel momento avessi capito tutto. Mi sono sentita da subito un peso e una responsabilità enorme. Pian piano mi sono ripresa ma un’altra batosta mi ha colpito…dopo 15gg dal primo bilancio, sono andata dal pediatra che ha notato un forte calo nel piccolo, 300gr. Mi ha dato subito il latte artificiale e mi ha detto di smettere con l’allattamento e questa cosa mi ha fatto stare davvero male anche perchè la famiglia di mio marito mi ha fatto sentire ancora peggio dicendomi che io l’avevo malnutrito e da quel momento mi hanno sempre trattato come una stupida, controllano tutto quello che faccio con mio figlio, come gli dò il latte, come lo cambio, come lo prendo in braccio, e mio marito non è da meno, sempre pronto a giudicarmi e a farmi sentire inutile e inadeguata, appoggiando tutto quello che gli dice la sua famiglia e ostacolandomi sempre in tutte le scelte che riguardano il bambino. Addirittura in quel momento terribile del calo, la sorella a mia insaputa ha chiamato vari pediatri e ha preso la decisione di portarlo da un altro pediatra. Mi sono state dette tante cose che mi hanno fatto stare male, tipo che se lo davo a loro l’avrebbero fatto riprendere subito, come ho fatto a non accorgermene, ecc ecc.
Ad oggi ogni volta che mio figlio piange e non riesco o a capirlo o a calmarlo sto male e crollo, mi sento una stupida che non sa cos’ha suo figlio, mi prende il panico e mi chiedo se mi sono presa un carico che non sono in grado di mantenere.
Riconosco che c’è un problema di fondo che è il rapporto con mio marito e la sua famiglia, perchè se non si fossero comportati come si comportano, forse io avrei vissuto il tutto in maniera più serena, ma io a prescindere da quello che dicono mi chiedo davvero se sto facendo il mio dovere di madre se non sono buona a nulla.
Io vorrei dare il meglio a mio figlio ma vorrei essere più sicura e lasciarmi scivolare tutto. Avrei altre mille cose da scrivere ma adesso preferirei un suo parere su quello che le ho scritto. la ringrazio infinitamente.
Valentina.
Risposta
Carissima Valentina,
leggo con dispiacere tutto quello che lei ha dovuto vivere in uno dei momenti più belli ma anche delicati della sua vita, momento in cui si è tendenzialmente più vulnerabili emotivamente e bisognosi di sentirsi compresi e supportati.
Per alcune donne, il periodo successivo al parto è in parte vissuto come una perdita che può causare più o meno dolore, per quanto sano possa essere il bambino e portatore di gioia. La puerpera inizia una nuova esistenza che implica l’inevitabile scomparsa di alcuni aspetti di se stessa e – soprattutto con la nascita del primogenito – dei residui di infanzia e adolescenza che ancora sono in lei.
Alcune donne hanno bisogno di più tempo rispetto ad altre per separarsi dall’immagine del bambino che hanno portato dentro sé per nove mesi, prima di riuscire ad entrare in contatto con il loro bebè reale. Non sempre le due cose coincidono, il neonato vero può essere molto diverso da quello creato dall’immaginario della neomamma e queste sensazioni inattese possono creare delle difficoltà passeggere nell’instaurare un immediato rapporto affettivo con il bambino o nel prendere atto delle trasformazioni in corso e delle nuove responsabilità di mamma.
Durante il puerperio, le emozioni tendono ad essere fluide e mutevoli. Non solo possiamo scivolare da un umore ad un altro, ma possiamo anche provare gioia e tristezza simultaneamente. Nuove emozioni inaspettate possono sconvolgerci, facendoci sentire “in alto mare”. Oppure possono portare la sensazioni di essere più vitale di quanto siamo mai state.
Questi sentimenti possono essere travolgenti ed irresistibili, con un potere forte quanto lo stesso oceano e l’energia necessaria ad integrarli può metterci tempo ad attivarsi. Perciò i risultanti momenti di ansia, fatica, e depressione sono facili da capire. Ma c’è anche un umore postnatale molto differente che prende alcuni genitori di sorpresa. Una specie di “stato alterato di coscienza”, un’euforia che rende capaci di accudire e nutrire il neonato senza mai sentirsi travolte, depresse o angosciate. Uno stato emotivo che fa ricordare questo periodo a molte donne come il migliore della loro vita. Questa solida capacità emotiva è uno dei regali inaspettati che il periodo del bonding (primo legame) talvolta concede. Ogni donna ha le sue reazioni, ma il contesto intorno dovrebbe rispettarlo, soprattutto laddove avvengono delle interferenze nel fisiologico legame, come ad esempio è successo a lei con le difficoltà di accrescimento del suo bambino.
Inizi Valentina a credere di più in se stessa, nelle sue capacità, solo fortificandosi riuscirà ad arginare le intromissioni delle persone che a vario titolo talvolta si permettono di dare giudizi e farci del male.
Certamente poi rimane aperta la questione con suo marito, dove forse questa potrà essere l’occasione di fare chiarezza nella vostra relazione, capire quanto voi siete in grado di essere complici e solidali, perché nell’essere genitori questa componente risulta ancora più importante per fare le scelte migliori per vostro figlio, per arginare le intromissioni della sua famiglia che potrebbero a lungo andare compromettere definitivamente la vostra relazione.
Spero di essere stata esaustiv e spero si possa godere il suo bambino difendendovi dai giudizi degli altri.
Mara Giani – Psicologa, psicoterapeuta e mediatrice familiare
Grazie mille per avermi risposto!cercherò di mettere in atto i suoi consigli, la ringrazio ancora!
Valentina
Sii forte e chiedi a tuo marito di stare da soli a casa e che prima di essere di “tutti” è tuo perché lo hai portato dentro tu per 9 mesi e che sei perfettamente in grado di prenderti cura di tuo figlio e che nessuno più di te ha diritti su di lui. Se hai bisogno chiedi al consultorio familiare che sicuramente ti sarà di supporto oppure segui il tuo istinto che non ti tradirà. Nessuno è nato “imparato” e sbagliando s’impara.. Devi vivere con più serenità il tuo periodo di adattamento e prenditi il tuo tempo perché ami tuo figlio e vedrai che andrà bene! Se vuoi, sono qui per condividere la mia esperienza di mamma di due gemelli di quasi 4 anni e aiutarti se vuoi…