Domanda
Gentile Dottoressa Agnone,
sono la mamma di tre magnifiche bambine, vivaci, esuberanti, ribelli ed impegnative!!! B. è la più grande, ha 11 anni, è una ragazzina sveglia, curiosa, intelligente ed estremamente sensibile. Fino quasi ai sette anni è stata figlia unica, amata, coccolata, accudita, ascoltata a 360 gradi da tutti i membri della famiglia, genitori, nonni, amici… Questo ha fatto si che fosse una bambina estroversa, creativa, socievole che si distingueva per la sua personalità, forte, determinata e molto particolare, se non unica!
Poi, dopo tanta ricerca ed un lungo e difficile percorso ricco di ostacoli e di sofferenza, siamo riusciti ad avere una seconda bambina, anch’essa estremamente amata e desiderata come la prima. N. era tanto attesa anche da B. che da diverso tempo ci chiedeva di avere un fratello/sorella.
Purtroppo dopo la nascita della seconda bimba si sono susseguite numerose e difficili circostanze che hanno messo a dura prova gli equilibri di tutta la famiglia. Mio suocero si è ammalato gravemente e mio marito, già fortemente provato da questa situazione, ha iniziato ad avere seri problemi con la sua attività lavorativa. La crisi economica che sta attraversando il nostro paese si stava palesando in maniera chiara e senza alcuno sconto…almeno per noi. Sia io che mio marito eravamo stanchi abbattuti ma abbiamo cercato di non fare mancare nulla alle bambine, soprattutto in termini di affetto e di comprensione. Del resto siamo cresciuti insieme (la nostra storia è iniziata quando io avevo 17 anni, lui 19!), sapevamo che potevamo contare l’uno sull’altra e viceversa…
Poi, la morte di mio suocero, le tensioni che aumentavano, noi che ci sentivamo smarriti, in crisi sotto tutti i punti di vista…quindi uno spiraglio di serenità, di gioia intensa, abbiamo aspettato la nostra terza bambina, tutti insieme, con l’ardore che ci ha sempre contraddistinto.
E’ arrivato anche questo terzo cucciolo, M., che ora ha 15 mesi. Lei si starà chiedendo, dove voglia arrivare e perché le stia scrivendo…io penso di farlo per tutte e tre le mie bambine e forse anche per me (o meglio, per la bambina che c’é in me!).
Tutte noi, infatti, sembriamo gridare “guardatemi, sono qui” , abbiamo bisogno di attenzioni, di rispetto, di comprensione…in una famiglia numerosa si alternano tanti equilibri, tanta energia, tanti desideri che non sempre possono essere ascoltati o compresi!
Non è colpa di nessuno, almeno non in maniera voluta o ragionata ma questo è il dato di fatto!
B. si sta affacciando all’adolescenza (o alla preadolescenza, ormai non c’è più molta differenza!) e ha sofferto la condizione di non essere più figlia unica supercoccolata, è sempre una ragazzina vivace ed intelligente ma ora ha meno fiducia in se stessa e ci accusa di essere manchevoli nei suoi confronti sotto numerosi punti di vista!
N. che ora ha 4 anni e mezzo, è un vulcano di energia, di esuberanza e simpatia ma allo stesso tempo anche lei si sente trascurata ed esprime la sua rabbia combinandone di tutti i colori pur di attirare l’attenzione dei genitori o di chi le sta vicino!
M. é piccola, sia anagraficamente che di corporatura, è uno splendore, anche lei vivace e determinata come le sorelle, cerca di farsi strada in quel caos che è spesso e volentieri la nostra quotidianità…
Noi genitori abbiamo numerosi sensi di colpa e non c’è giorno che non ci domandiamo dove stiamo sbagliando. Io mi chiedo, in questa situazione sociale così difficile e complessa, dove anche noi adulti ci sentiamo fragili, esauriti e disorientati, come possiamo essere un buon punto di riferimento per i nostri figli? Io mi fidavo dei miei genitori, sapevo che potevo sempre contare su di loro e questo vorrei che provassero le mie figlie nei nostri confronti…lo vorrei con tutto il cuore!
Io e mio marito, ragionando sulla nostra realtà familiare, abbiamo pensato che sarebbe importante ritagliarci dei momenti esclusivi con ognuna delle bambine per far capire loro quanto sono importanti per noi ed allo stesso tempo potercele godere pienamente. Una nostra grossa difficoltà, infatti, data la loro differente età, consiste proprio nel rivolgersi a loro, usando parole e concetti efficaci ma rispettosi di ogni singola età ma spesso la grande si sente trattata da piccola e la media fa suoi concetti più adulti senza comprenderli realmente e si crea una grandissima confusione con relativa dispersione di energie da tutte le parti!
Lei cosa ci suggerisce? Le ho fatto un quadro, oltre che infinito, troppo strampalato? Le chiedo scusa ma le emozioni e le cose da dire erano davvero tante, spero di non esserle sembrata troppo una che vaneggia…
La ringrazio per avermi ascoltata.
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Risposta
Cara Lia, è stato molto bello fare questo viaggio con te, attraverso il tuo racconto, nella tua famiglia. Grazie per questo.
Tra le tante cose che mi hai raccontato, una continua a troneggiare nella mi mente:
“Penso le stia scrivendo per tutte e tre le mie bambine, o forse per la bambina che c’è in me”.
E’ commovente per me, e non lo dico per dire, scoprire come in ogni persona, ogni volta, ci sia sempre quella saggezza interiore che porta ad avere un’intuizione sulla propria condizione.
E noi terapeuti spesso non dobbiamo far altro che essere dei catalizzatori di un processo le cui energie si inceppano da qualche parte (cosa che capita anche all’acqua che scorre sul letto di un fiume) e formano un’ansa inaspettata.
Una famiglia numerosa, ed una vita ricca di eventi, significano anche tanta stanchezza: tanti desideri, tanti vorrei ma non posso, ed è davvero difficile stare dietro a tutto. Certamente.
Ciascuna delle tue figlie vorrebbe essere “vista”, ma io ho come la sensazione che il problema non sia quello: tolti i limiti “fisici” e “umani” legati al fatto che il tempo è limitato, ho come la sensazione (spero di non sbagliarmi, dato che siamo a parecchia distanza) che tra di voi circolino sentimenti “buoni e sani”, e che questi siano semi ben custoditi nell’anima di tutte e tre le ragazze.
Continua a tornarmi alla mente invece l’immagine di te.
Come dirti… ho come la sensazione che la chiave di tutto sia il prenderti cura di te stessa.
Proprio pochi minuti prima di aprire la tua mail, discutevo con una persona a me tanto cara della differenza tra la nostra generazione e quella delle nostre mamme: a lei dicevo che spesso cresciamo con modelli impliciti in cui la genitorialità (soprattutto femminile) crea un connubio indissolubile col sacrificio.
Un po’ come se non potessimo essere brave mamme senza sacrificare il piacere, la gioia per noi stesse, l’amor proprio.
Ma è vero tutto questo?
Io credo che la serenità dei figli si nutra anche della serenità che abbiamo verso noi stessi. I sensi di colpa, le volte in cui ci trascuriamo, che anteponiamo la famiglia, i doveri, il lavoro, mettendo noi stesse in coda a tutto, non sono certo una bella lezione di vita per i nostri figli.
Spesso a noi hanno insegnato che hai valore se anteponi il dovere al piacere. La lezione (quella dell’amor proprio) ci tocca impararla da grandi, e a nostre spese. Sarebbe molto bello, invece, se ai nostri figli toccasse la possibilità di apprenderla ora, sin dall’infanzia.
Io sono profondamente convinta che una famiglia che funziona è una famiglia in cui tutti stanno bene, hanno i loro spazi, e c’è rispetto per ciascuno.
Con questo non intendo che nella tua famiglia non ci sia rispetto, se non nel momento in cui proprio tu vorresti dare tutta te stessa a anche di più.
Ho una sensazione: che tu sia un po’ sopraffatta. Quando ci sentiamo così, molti sintomi posso emergere: emozioni, preoccupazioni, dubbi.
Quando la nostra mente perde l’orientamento, tutto il corpo vorrebbe gridare “guardatemi, sono qui!”
Forse ti sarà di aiuto sapere che preoccupazioni come le tue sono comuni a tante persone, quando si chiedono cosa ne sarà di loro, come sarà il futuro, come potranno risolvere il loro problemi.
Molte persone si preoccupano di “cosa fare”, senza prima chiedersi cosa, o per meglio dire chi, vogliono essere.
Fare una pausa di riflessione, centrarsi su se stessi, chiedersi “chi sono, dove vado, cosa voglio dalla vita” è molto utile in questi casi per riprendere contatto col terreno, come un albero con le sue radici.
Metter su famiglia richiede uno sforzo tanto grande da essere a volte troppo concentrati sui rami, e su ogni singola foglia, da dimenticare che senza “grounding” rischiamo di cadere al primo soffio di vento.
Non c’è niente di sbagliato in te, né in tuo marito, né nei genitori di questa generazione.
Forse da piccoli non lo sapevamo, ma nemmeno i nostri granitici genitori erano sicuri di tutto.
Perché la verità è che nella vita ci sono pochissime certezze, il passato ci abbandona subito, il futuro è inconoscibile per definizione, e non ci resta che vivere il presente.
La qualità di questo presente dipende dalla nostra serenità. La paura non ci aiuta ad affrontare le cose nel modo migliore. Se accumuli pensieri negativi su te stessa, sul tuo essere genitore, o su quello che pensi di non saper fare, accumulerai anche ostacoli alla libera espressione di te.
Le soluzioni non arrivano dall’ansia, ma dall’apertura alla creatività. Invece di guardare i problemi come trappole, guardali come opportunità di vivere la vita a testa alta. Le forze vitali ti travolgeranno, e ti accorgerai che tutto è più semplice di quanto sembrasse: parlerai in modo adeguato a ciascuna delle tre figlie, troverai il giusto compromesso per ciascuna, e, possibilmente, anche per te e tuo marito.
Spero che le mie parole non suonino troppo vaghe, ma che ti siano di aiuto per illuminare la tua strada. Ti auguro tanta gioia per il tuo viaggio.
Lia dice
La ringrazio davvero molto per queste parole, tutt’altro che vaghe, per me…
Capisco bene quello che mi sta dicendo ed in fondo era quello che sapevo e pensavo già, non per dirle che mi sta dicendo delle banalità ma per confermare che é vero ciò che ha scritto! Molto dipende da me e dal mio benessere, gli umori e l’andamento della casa con tutti i suoi membri…Ho diritto di essere felice e serena anch’io, ho bisogno di occuparmi di me stessa e so bene che questo sarà un buon insegnamento per le mie bambine! E’ anche vero che sono sopraffatta dagli eventi, dalle responsabilità…partirò da qui, dal volermi bene, dall’insegnare alle mie bambine a volersene, sin da piccole, perchè loro valgono tantissimo, anzi di più!!! Grazie