Domanda
Gentile Dottoressa Agnone,
sono la mamma di un bambino di 6 anni di nome Lorenzo che frequenta la prima elementare. Mio figlio è un bambino vivace, estroverso, a volte un po’ egocentrico, tanto generoso con gli altri e molto creativo. A casa infatti adora inventare i giochi, adora costruire, progettare e difficilmente impiega il suo tempo davanti a tv e/o videogiochi.
Frequenta la scuola con profitto, scrive e legge molto bene ed esegue i compiti a casa senza particolari problemi. L’unica mia preoccupazione riguarda un suo atteggiamento, dalla maestra più volte segnalato, al momento dell’uscita da scuola. Lorenzo non rispetta la fila, mostra la necessità di scappare e infatti appena vede la sig.ra del pulmino, comincia a correre.
Dietro questo comportamento del bambino io non riesco a vedere nulla di patologico, se non la volontà di sfogarsi dopo 5 ore e mezza di regole, di studio. Tuttavia oggi la maestra mi ha detto che generalmente dietro ogni comportamento di un bambino c’è un motivo e che lei ha un’idea del perché mio figlio si comporti in questo modo. Secondo lei quale può essere il motivo di tutto ciò ed è poi così grave da dovermi preoccupare? Volevo solo precisare che noi genitori, per motivi di lavoro, non andiamo mai a prendere Lorenzo all’uscita e solo ogni tanto lo accompagnamo la mattina. Lui mi ha detto che fa cosi perchè vorrebbe trovarmi all’uscita, in un altro momento ha detto che il motivo è la sua stanchezza ma quale è realmente la verità?
Risposta
Carissima,
è davvero difficile per me dirti qualcosa senza avervi mai incontrato.Non conosco tuo figlio, e devo attenermi al tuo racconto.
Attingo alle mie conoscenze per poterti confermare che, con buona probabilità, i bambini che escono da scuola hanno sopportato un lungo tempo di inerzia che necessita loro (ad alcuni più che ad altri) il movimento fisico.
La reazione non è di per sé “patologica”, può semmai essere in contrasto con le richieste dell’Ambiente, in questo caso le regole della scuola che gli impongono una fila all’uscita.
Possiamo anche comprendere tuo figlio, e giustificarlo, ma resta il fatto che, soprattutto in tua assenza, è necessario che lui mantenga l’ordine che gli viene richiesto, anche per motivi di sicurezza.
Io non amo le etichette, meno che mai trovo rassicurante che l’insegnante ti dica “immagino di che si tratta” senza spiegarti: o te lo dice, o non ti dice niente. Cerca quindi di parlare con lei, e di chiarire. Potrebbero esserci cose che lei vede in tuo figlio di cui tu non sei spettatore, ma certa che da parte sua voglia esserci un atteggiamento di collaborazione probabilmente espresso in un modo frettoloso.
Le osservazioni possono anche essere ben accette, soprattutto quando costruttive e con l’intento di cercare soluzioni, più che sollevare problemi.
Se ti è possibile, invece, cerca di spendere del tempo a parlare con tuo figlio dei suoi desideri: ti dice che vorrebbe che tu lo andassi a prendere a scuola, e questo è un desiderio legittimo, ma probabilmente ha bisogno di sentire la tua vicinanza o che tu metta parola riguardo all’impossibilità di farlo nonostante ti piacerebbe molto esserci.
Ti auguro che il dialogo con la maestra possa aiutarvi a collaborare per il bene del bambino, così che lui possa sentirsi sostenuto, anche quando per te non è possibile andare a prenderlo.
Ti faccio i miei migliori auguri.
Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta
arianna dice
Bravissima dottoressa Agnone! Un’insegnante che semina il dubbio e non lo chiarisce non mi piace per nulla! A volte i bambini sono davvero sottoposti a tante regole e la voglia di correre non può essere definita “patologica”, pur rispettando la necessità di non incorrere in pericoli, ovviamente!