Domanda
Gentile Dottoressa Giani,
le scrivo per avere un consiglio per E., la bambina di 8 anni appena compiuti del mio attuale compagno. I genitori di E. si sono separati quando la piccola aveva circa 3 anni. Sia il papà che la mamma hanno trovato nuovi compagni dopo circa 6 mesi dalla separazione. Abitiamo tutti nella stessa città per cui il papà ha potuto mantenere sempre costanti e frequenti i rapporti con la figlia dato che pur avendo l’affidamento congiunto la bimba vive con la madre. La nostra famiglia non ha mai avuto particolari problemi di relazione con E., è una bambina solare, allegra e molto attiva, ha un carattere deciso e poca pazienza ma anche se ci sono capitati episodi come i capricci o piccoli problemi siamo sempre riusciti a gestirli. Nella nostra famiglia la figura principale di riferimento è il papà, ho sempre lasciato che fosse lui a preoccuparsi di E., io ho un ruolo più da amica anche se in qualche occasione mi è capitato di intervenire direttamente, comunque diciamo che nella maggior parte dei casi è lui che la gestisce. E. sta con noi circa un paio di volte alla settimana e tutte le domeniche.
La mamma, che abita accanto alla nonna, non convive ancora con il suo compagno e da qualche mese (ma alcuni episodi si sono manifestati quasi subito dopo la separazione) lamenta un comportamento aggressivo e un atteggiamento di sfida da parte della figlia. Con lei, il compagno, la nonna e in qualche occasione con le coetanee E. ha reazioni aggressive (calci, pugni, offese verbali). La mamma è esasperata da questa situazione perchè non sa più che cosa fare. La bimba infatti sembra non reagire a punizioni o sgridate, lei dice di averne provate tutte…i modi gentili o quelli più cattivi…ma le cose stanno degenerando… come possiamo noi aiutare la mamma a farsi rispettare e creare con E. un rapporto sereno? Forse con noi è più facile perchè siamo in due? quale consiglio ci può dare? Come mai con me e il padre ha un rapporto sereno e invece con la mamma è così conflittuale? Noi desideriamo solo che E. sia felice e mi dispiace molto per questa situazione…
Mi scusi se mi sono dilungata, la ringrazio anticipatamente della Sua attenzione.
Eleonora
Risposta
Cara Eleonora,
la situazione di cui mi sta parlando appare molto delicata e complessa e tendenzialmente la strada migliore in queste situazioni e fare in modo che i genitori, soprattutto se come in questo caso abbastanza collaboranti, si facciano supportare da uno specialista per comprendere meglio da dove nasce la rabbia di Emma e quindi quale possa essere l’intervento migliore.
Lei si sta comportando molto bene, dimostrando equilibrio nel suo non facile ruolo, trovarsi quotidianamente a convivere con una bambina non sua, stare un po’ dietro le quinte è sempre un ruolo complesso, essere la compagna, vivere la quotidianità, ma avere poca voce in capitolo non è mai un compito semplice. Cerchi di stare accanto al suo compagno, supportandolo nelle decisioni da prendere e parallelamente provi ad ascoltare E., cerchi di capire come sta, cosa sta provando in questo momento, mai in maniera colpevolizzante.
L’aggressività di E. come lei mi riferisce non è rivolta solo verso la madre, ma anche fuori dalla cerchia familiare, questo fa pensare che c’è qualcosa che la infastidisce, che le provoca disagio e che non è necessariamente connessa al rapporto con la madre stessa. Tendenzialmente i problemi emergono con il genitore a cui spetta passare maggior tempo col bambino perché è più facile che insorgano conflittualità legate a regole e routine.
Nello specifico per supportare E. tenete presente che i comportamenti dei bambino sono legati anche da quello che vedono a scuola e soprattutto a casa, quindi il compito degli adulti è quello di essere tranquilli e affrontare l’ostacolo come sempre un passo alla volta.
Importante far capire al bambino l’effetto delle sue azioni, sarebbe sempre meglio evitare le implicazioni di tipo moralistico in quanto il bambino non ne capirebbe le motivazioni.
E’ importante che l’adulto aiuti la verbalizzazione domandando al bambino “perché l’ha fatto”, senza aspettarsi una risposta soddisfacente, ma così il bambino impara ad esternare i propri sentimenti, sapendo di non essere giudicato.
Una risposta assolutamente negativa è l’indifferenza, tutte le situazioni richiedono un atteggiamento dell’adulto positivo e che riesca ad attenuare l’aggressività del bambino ed è giusto anche dare “conforto” all’aggredito, sempre senza sottovalutare l’importanza di dare attenzioni all’”aggressore”.
È utile che sia il suo compagno che la mamma, soprattutto se in buoni rapporti, provino ad affrontare la questione rabbia e aggressività di E. insieme, in questo modo lei può sentire che mamma e papà sono insieme nel supportarla e sono concordi su quello che è giusto fare e quali sono le linee educative.
Lascio ancora un’ultima riflessione: cosa è stato detto ad E. circa la decisione dei genitori di separarsi? Chi ha voluto la separazione e perché si sono separati. E. si sente responsabile per questa separazione?
Grazie per la sua fiducia e spero possiate trovare un po’ di tranquillità con la piccola E..
Mara Giani – Psicologa, psicoterapeuta e mediatrice familiare
Da mamma separata ti posso dire che la cosa più importante e’ il dialogo. Parlare per capire. Certo che un bambino se non è’ abituato o se c’è qualcosa che lo preoccupa o lo turba non lo dirà subito. Ma bisogna essere pazienti. Un dialogo dolce, comprensivo e soprattutto sincero. Nel tuo caso prima di tutto dalla mamma che però dici averle provate tutte. Allora dovrebbe farlo il papà . È sicuramente l’aiuto di una persona competente e’ necessaria in questa situazione.
IL MIO EX COMPAGNO AVEVA DUE FIGLE CHE STAVANO CON NOI QUANDO TOCCAVANO AL PADRE…LA PRIMA DELLE DUE FIGLIE, CHE ALL’EPOCA AVEVA 11 ANNI, ERA TREMENDISSIMA SIA CON IL PADRE CHE CON LA MADRE..UNA VERA INDEMONIATA…ERA INEDUCATA, URLAVA, LE VENIVANO CRISI ISTERICHE, PICCHIAVA SENZA MOTIVO LA SORELLINA..INSOMMA ERA VERAMENTE DIFFICILE PER ME CONVIVERE CON QST FAMIGLIA ALLARGATA …OVVIAMENTE LA DETESTAVO PER TUTTO IL TRAMBUSTO CHE CREVA E SOPRATTUTTO PER LA MANCANZA DI RISPETTO CHE AVEVA VERSO IL PADRE CHE TRATTAVA ALLA STREGUA DI UN COETANEO…..ORA HO CAPITO CHE ERA UNA BAMBINA CHE SOFFRIVA TANTO PER LA SEPARAZIONE DEI GENITORI E PER L’IMPOSIZIONE DI FIGURE AFFETTIVE NUOVE CON LE QUALI LEI ,SUO MALGRADO, ERA COSTRETTA A CONVIVERE E CON TUTTI I RISVOLTI EMOTIVI E DI GELOSIA POSSIBILI…CREDO CHE I BIMBI DI SEPARATI SOFFRANO DAVVERO TANTO DI UNA SITUAZIONE CHE LORO CERTAMENTE NON HANNO CHIESTO……….SOLO ORA CHE HO UN FIGLIO HO CAPITO TUTTE QST DINAMICHE..PURTROPPO…