Vi va di scrivere assieme una pièce teatrale divertente (e anche un po’ dissacrante) sulla maternità e sul ruolo della madre ai giorni nostri?
L’idea è venuta ad Huggies (si, si proprio l’azienda dei pannolini) che ha deciso di promuovere il suo prodotto attraverso un filo ironico che posizioni la figura della mamma lì dove, forse, si vorrebbe che stesse un po’ di più e cioè in un limbo tra autoironia, consapevolezza, dissacrazione e, perché no, leggerezza, che non significa vuoto pneumatico ma coscienza delle proprie imperfezioni.
Huggies ha scelto 10 blogger (trovate l’elenco qui http://www.huggiesclub.it/mammacheridere/) e le ha messe all’opera su quella che a scuola chiamavamo “scaletta”, vale a dire, sui contenuti tematici di questa brillante pièce teatrale.
A questo punto, la palla passa a voi! Eh si, perché noi blogger abbiamo scelto gli argomenti, ma voi li svilupperete!
Chissà quanti aneddoti avete da raccontare, quante piccole “rappresentazioni teatrali” ha prodotto attorno a voi la nascita di vostro figlio: dall’immancabile suocera, all’amica di turno che dispensa consigli non richiesti, dal marito agli zii, per finire con la signora che incontrate a fare la spesa tutti i giorni, si quella che anzichè sentirla esprimere giudizi preferireste mangiarvi un pitone in umido (la signora che incontravo io mi sgridava ogni mattina: “signora ma questo bambino è troppo leggero, queste madri di oggi, poveri mariti!” :o: ).
Insomma, io so che avete per certo qualcosa da raccontare e poi…che emozione vedere rappresentato a teatro un vostro aneddoto!
Un autore teatrale elaborerà infatti i racconti più belli (preventivamente selezionati da un’insindacabile giuria di pazze) e un’attrice (il cui nome è ancora segreto) interpreterà la nuova vera mamma: si andrà in scena a Milano nella settimana del 24 maggio.
Ma non è finita, in regalo ai 15 aneddoti più divertenti, anche una fornitura di pannolini Huggies!
Come si fa a partecipare?
SE SEI UNA MAMMA
Dal 18 marzo al 7 aprile, vieni qui, cerca il post che riguarda l’iniziativa Mamma che ridere e raccontaci un aneddoto divertente legato al tema che io vi proporrò.
Quando scrivi il tuo aneddoto nei commenti del post, ricordati di inserire anche un indirizzo email e la taglia di pannolini di cui avresti bisogno. Mentre lo scrivi sii previdente: tieni presente che potresti ricevere la fornitura entro un mese dalla data in cui hai scritto il post e si sa, i bimbi crescono in fretta!
Ogni settimana le autrici dei 15 aneddoti più divertenti riceveranno in omaggio una fornitura di pannolini Huggies.
Se sarai selezionata per ricevere in regalo la fornitura di pannolini, ti contatteremo via email per chiederti l’indirizzo fisico a cui spedirla. Mi raccomando, tieni d’occhio la casella di posta così poi potremo spedirti il tutto nel più breve tempo possibile.
SE SEI UNA BLOGGER
Sei, invece, sei una mamma blogger e sei interessata a partecipare con il tuo blog LEGGI QUI come fare.
Per ringraziarti della tua collaborazione, ti riserveremo 2 posti per lo spettacolo comico che si terrà a Milano la settimana del 24 maggio.
In più entro il 2 aprile selezioneremo 5 tra le blogger che si sono iscritte sul sito Huggies per invitarle partecipare all’incontro con l’autore dello spettacolo e definirne insieme a noi i contenuti. Una di loro potresti essere tu, trasformandoti da semplice spettatrice a co-autrice. Bello, no?
Cominciamo subito?
Il tema con cui voglio dare il via a quest’avventura è un tema molto caro, sia a me che alle lettrici di questo blog: la fine della gravidanza e l’inizio del fantomatico TRAVAGLIO!
Io sono certa che avrete qualche racconto tragicomico di questo momento indimenticabile e quindi, raccontatelo qui sotto, nei commenti e fatemi ridere un po’!
UN GIORNO COME TANTI ALTRI
Hai preparato tutto da settimane: sacca con tutti i ricambi, 2-3 libri sull’argomento, tecniche di respirazione. Insomma, sei prontissima… o no? Arrivano le contrazioni: “Saranno quelle giuste?”, pensi. Intanto tuo marito sviene e a guidare verso l’ospedale ci devi pensare tu. Ed è solo l’inizio…
PRONTE? VIA!
aiutoooooooooooooooooooooo :'(
buongiorno ragazze…sono nel panico piu totale…a ottobre ho avuto il ciclo il 28 a novembre il 24 e ora secondo i miei calcoli ho 3 giorni di ritardoooooooooooooo!!!!!ho fatto il beta il 20 ma mi è risultato negativo il test ieri sera(confesso xrò ke nelle ore precedenti e 5 minuti prima di fare il test avevo bevuto succo alla pera e thè alla pesca il test è il clear blu digitale)ed è risultato negativo ma kon oggi sono quasi 4 giorni di ritardo…riguardo al beta ho pensato ke magari era ankora troppo presto x farlo…e mi è risultato negativo x qst…spero *___* ho il seno molto gonfio dalla quarta sono passata alla quinta mi fanno male i reni quando sono seduta e a volte mi sento kome se nelle ovaie ho qualcosa ke mi pizzica a tratti e a volte mi tira(sopratutto la sera quando mi metto di lato x stare accanto al mio kompagno infatti nn riesco a stare piu di 2 minuti girata verso di lui)lui kmq mi vede molto gonfia è inutile dire ke è kontentissimo x l’aumento del seno..vede anke i kapezzoli piu scuri ma io questo piccolo partikolare nn lo vedo…ci stiamo solo illudendo??????????vi prego aiutatemi….sto impazzendo :'(….kmq auguroni anke se in ritardo x natale…un abbraccio a tutte… :'(
Francesca, hai vinto anche tu! 🙂
Bene, bene, diamo il via ai ricordi…
Primo figlio: lo affronto come ho sempre affrontato tutto, cioè fingendo e ostentando sicurezza e autorevolezza. Non importa se la vita mi ha mostrato più di una volta la fallacità di questo sistema. io persevero. mi hanno sempre ripetuto che bisogna lasciarsi guidare dall’istinto materno…avercelo, questo istinto! il mio istinto mi diceva solo una parola: dormi! volevo, dovevo dormire, ma il piccoletto rendeva questa cosa impossibile! e dire che nelle pubblicità ti fanno vedere solo bambini cicciotelli dormienti…cercando di recuperare minuti di sonno, tentavo ogni strategia possibile: ninna nanne estenuanti da alternare a biechi silenzi carichi di astio, lunghissime passeggiate con la carrozzina avvolta come un bozzolo in strati di tulle per salvare il piccolo dalle zanzare tigre,che, giustamente, si rifacevano su di me. terminata la passeggiata, il piccolo, risentito dall’improvvisa assenza di moto, attaccava ad urlare e via, a sbozzolarlo…passano i giorni…”tieni duro!dopo i primi 40 giorni i bambini si sistemano!” mi dicevano. parte il conto: 38, niente; 39 ancora niente…40 assolutamente uguale a prima! “ma aspetta! alcuni bambini hanno bisogno di 50 giorni” ricominciamo a contare: 48, come prima, 49 idem…50 non è cambiato niente! maledico le nonne, zie, mamme e suocere che alimentano vane illusioni, mentre questo rospetto piange tanto e dorme poco. poi inizia il balletto dei pediatri: la prima contattata telofonicamente mi chiede come va. io ostento sicurezza, non sono come le altre mamme allarmiste e dichiaro che va tutto bene, sì, piange un po’, ma è normale…lei sigla il tutto con un glaciale ” sì, è normale”. col cacchio, le direi ora!dopo 10 giorni ne contatto un altro ” piange sempre dopo i pasti!” signora, per quanto l’allatta?” un quarto d’ora per seno” ” è troppo, il suo bambino fa indigestione, facciamo al massimo 10 minuti per seno” alla faccia dell’allattamento a richiesta! per strada incontriamo un amico di famiglia, un pediatra in pensione che mi rimprovera perchè non so quanto pesa, e poi mi dice che i bambini vanno allattati ad orari fissi e comunque mai la notte perchè la mamma deve dormire! io continuo a tenere in braccio il piccoletto che frigna e non so dove sbattere la testa! ah le gioie della maternità! l’ultima gioia? se prima il tuo seno era un baluardo erotico, luogo di approdo di piacere e intimità, segreto condiviso fra te e il tuo uomo, ora TUTTI i parenti ti hanno visto le tette, infilate in quegli orribili reggiseni per allattamento dal profilo sado-maso. E mentre tu cerchi di scoprire discretamente un seno, litigando con le coppette assorbilatte, che si scollano e finiscono ovunque (più spesso per terra) arrotolando,a volte usando anche i denti, vestiti, magliette ,canottiere, …sollevi lo sguardo e li trovi tutti lì, che ti fissano e tu senti che ora che tuo suocero ti ha visto le tette nulla della tua vita sarà più come prima.
And the winner is….MARA!!!!!
Complimenti!
Nove mesi passati ad immaginarmi come sarebbe stato il mio travaglio, corso pre-parto per imparare la respirazione e il rilassamento, libri su libri per comprendere “il linguaggio segreto ei neonati”… e finalmente il mio piccolo si gira, a poche settimane dalla dpp.. evvai niente cesareo!
Ma un dubbio si insinua nella mia mente: non è che l’operazione agli occhi fatta nove mesi fa x la miopia e la retina un pò stiracchiata comprometteranno la mia voglia di parto naturale, verooooo?
Così, un mese prima della scadenza, visitina dall’oculista per sentire il suo parere.. DECIDA LEI A SUO RISCHIO E PERICOLO, IO LE CONSIGLIO 60% CESAREO E 40% NATURALE!
E io come faccio a prendermi la responsabilità di partorire, e se mi si stacca la retina nel mentre????
E allora vai di cesareo programmato e di mille paturnie sul fatto che nascerà quando decideranno loro e non lui e invece..
E invece dopo una serata in cui il mio piccolo non mi ha lasciato tranquilla un secondo (e dire che durante la gravidanza è stato così tranquillo, vorrà mica dire qualcosa???), alle 7 di un mattino con ben 16 giorni di anticipo sulla dpp mi si rompono le acque..
ODDIO ODDIO, MA IO NON SONO PRONTAAA!!!
Ripeto questa frase fino allo sfinimento al mio povero compagno che non sa più cosa dirmi, nel frattempo allago la casa, la macchina, la hall dell’ospedale dove l’ascensore non arriva mai, la sala monitoraggi..
il travaglio è iniziato, ho 4 cm di dilatazione e l’ostetrica mi tira su dicendomi CHE PECCATO, IL SUO SAREBBE STATO UN PARTO COSI’ RAPIDO!! (…)
Mi ricoverano e mi operano alle 12, ormai non avevo quasi più liquido nella pancia, le contrazioni erano ogni 5 minuti e il mio piccolino aveva già la testa incanalata.. per riportarlo indietro lavorano un pochino, minuti interminabili.. lui esce con la testa a pera e un occhio nero, ma più bello di come avessi mai sperato..
le gemelle sono nate ad agosto.solo chi l’ha provata sa cosa vuol dire “gravidanza gemellare”:vuol dire essere già un vagone al 3°mese,e un autotreno all’8°…io sono arrivata alla 38°settimana,quando andavo in spiaggia per cercare di rilassare in mare le gambe ormai ridotte a due tronchi d’albero i bambini mi additavano inorriditi:”mammaaaa,oddio un mostroooo!!! :p il parto era stato programmato dal maritino per il primo giorno di ferie,la mattina presto,naturalmente cesareo,e questo mi rassicurava tantissimo.Purtroppo o per fortuna sono una veterana degli interventi chirurgici,a me l’anestesia mi fa un baffo,e i punti so medicarmeli da sola ormai da anni.Appuntamento con mio fratello medico che mi avrebbe accompagnata in sala operatoria,mi darà manforte pensavo,ma quando mi hanno chiamato lui non era ancora arrivato,io facevo fatica a mettere il panzone sul lettino sempre così stretto e gelido,e la mia disinvoltura ha cominciato a vacillare,mi sentivo sola in mezzo a tutti questi camici verdi che avevano tutti molta fretta.Quando finalmnente arriva il fratello si para davanti a me stesa a gambe larghe come un pollo, coperta di betadine,e alla fine invece che tenermi la mano come avrei voluto è stato tutto il tempo a dire:”magnifico,che bello,che bell’equipe”!no dico,e io?mi tagliano,nasce la prima gemella che non piange ma mi piazza sul naso la sua minuscola faccina con dua occhi già inquisitori”oddio com’è brutta”!!”no signora,non dica così”,”si ma è un mostro!!””ma no è che è un pò piccola,ecco ora la pesiamo e laviamo,forse dovrà andare qualche ora in incubatrice,stia tranquilla”.Io sono tranquilla,ho letto manuali,fatto corsi,so tutto dei gemelli,so che c’era questo rischio…ma la seconda?ecco che arriva anche lei,meno male è un pò più tondetta,lei piange un pò,sembra il mio gatto,ma me le portano via subito,iniziano a ricucirmi,la ginecologa mi dice:”visto quanto sangue?”e controlla le placente buttate in terra che hanno devastato la sala.Sembra una macelleria e io sono anche vegertariana!!!Mio fratello scompare,rimango con le inservienti,ho un calo di pressione e dico:”mi sento male”,mi mettono un pò su e mi sparano qualcosa in vena,io non mi posso muovere per la spinale ma vorrei già scappare,mi portano in un’altra saletta e comincio ad aspettare…non arriva nssuno…ma nessuno nessuno…non è che si sono dimenticati,eh?accidenti il campanello è lontanissimo,non ci arrivo…ecco che dopo una vita ariva mia sorella,mi dice che va tutto ok,ha visto le bimbe,poi mio marito,quando le gemelle sono nate era al bar con mia sorella,l’hanno dovuto cercare ovunque…non faccio commenti!!!il resto è andato tutto bene,a parte che la vicina di letto sembrava avesse una famiglia immensa che veniva a tutte le ore,anche di notte di soppiatto,mentre io avevo giusto il maritino che veniva rigorosamente nelle ore consentite”per non disturbare”..ma disturbare chi?sono tornata a casa presto con una bimba sola,l’altra l’ho dovuta lasciare lì 15 giorni perchè non prendeva peso,a casa mi tiravo il latte,glielo portavo e poi tornavo dall’altra.Appena possibile siamo usciti con il nostro passeggino gemellare,naturalmente con commenti a raffica tipo”ecco il treno”,”ma che ce l’avete gli specchietti?”,oppure:”ma sono maschi?”quando erano tutte di rosa vestite,o:”ma com’è che adesso ci sono tanti gemelli?andranno di moda?”eh sì,perchè si comprano su catalogo!!!Ora le bimbe sono grandi,hanno 2 anni e mezzo,la gente fa sempre commenti stupidi,ma sono contenta,il peggio è passato,anche se mai mi dimenticherò quando al 3°mese la ginecologa ci annunciò che erano due:io mi misi a piangere per la disperazione,mio marito per la contentezza…cretino!!!
FANTASTICHE.
Davvero.
Un bacio speciale a Mara.
Partiamo propio dall’inizio Rimango incinta per sbaglio Il tempo passa nel fratempo tanti viaggi parigi, berlino di qua e di la’ tanto non ho ancora deciso cosa fare Vorrei, ma non so, tuttte le mie amiche avevano gia bambini per di piu anche le mie amiche single nel giro di un anno si sono sposate e hanno gia figli (Ho portato bene!!!)
combatuta decido di fare la visita dal ginecologo In questi 3 mesi avevo fumato, bevuto birra, fatto la bella vita qualche mal di testa curata con la novalgina :[
E’ un maschietto!!! ho sempre desiderato avere una bambina come primo genito e va beh niente interruzioni possibili ovviamente, gia’ passato il termine
Esco mi fumo l enesima cigaretta chiamo il mio compagno
Non so se era questo il modo migliore di pensare di mettere al mondo un figlio ma ormai non si puo piu’ tornare indietro per rimediare.
Non so come descrivere quella sensazione Shock!!! e’ forse la parola piu’ indicata Pensavo di avere ancora tempo per riflettere se volevo davvero questo bambino e invece No!
Bene non diciamo niente a nessuno Sono ingrassata un pochino da quando avevo cambiato lavoro ma nessuno sospettava una cosa del genere
La panciava s iniziava a vedere al quinto mese Ma avevamo gia’ il nome del bambino Leonardo come suo nonno paterno avevo gia dato questa splendida notizia al mio fratellino e a luglio oramai di 5 mesi andavo al mare con i miei una settimana
Intanto avevo gia programato un fine settimana sempre al mare con degli amici quindi arrivo a casa evito di dare la grande notizia per non avere rotture da parte dei miei. Parto con i miei amici i quali al mio primo rifiuto di birra e cigarette notevolmente ridotte in numero iniziano a insospetirsi Pensavano stessi poco bene Non era da me!! Do’ a loro la notizia Increduli!!
Torno dai miei a questo punto era giunto anche mio fratello la sera del compleanno di mio padre il 21 luglio 2008 do’ la notizia ai miei e faccio sto regalo tanto desiderato a mio padre
Era da un bel po’ che mi faccevano dei bei discorsi e dei pregi nell avere dei figli quando non si e’ ancora vecchi (premettendo che io sono dell ’81 Insomma :p ancora molto giovane 🙂 )
All alba finalmente siamo riusciti a dormire un oretta prima di partire per le vaccanze Con il mio bikini si vedeva un bel pancino ino ino
La mia grvidanza e’ stata veramente uno spasso Dopo la settimana di vacanza sono tornata a lavoro Mi faccevo tutti i giorni un bel pezzo di strada a piedi Intanto non avevamo ancora trovato casa ma questo era un piccolo insignificante problema Io stavo propio bene nel mio bilocale in affitto Dopo tanti anni in questa citta’ avevo finalmente trovato il mio ideale di casa Subito fuori le mura della citta’ 15 min di passeggiata a piedi per arrivare a lavoro in pieno centro, dalla finestra della camera sembrava propio di stare in campagna L avevo preso l agosto dell anno prima quindi non l ho goduto per niente Avendo provato anche a convivere con il mio compagno avevo capito che non era per me Avevo assolutamente bisogno dei miei spazi e spazio per le mie scarpe Quindi ritornando, nessunissima fretta di trovare casa!
Facceva la spesa da me Mi caricavo le confezioni da 6 di acqua e facevo 10 min di strada ovviamente a piedi
Tutto cio’ fino alla ottavo mese di gravidanza poi finalmente abbiamo trovato casa Si inizia a fare traslocchi Io definitivamente ODDIO i traslocchi ovviamente da sola Mai chiedere aiuto segno di debolezza!!! era il mio moto del cavolo quando penso ora a tutto cio’ mi fa una rabbbbbbia Va beh….
Preparo scatole scatoloni
Ovviamente casa da arredare traslocco da fare, lavoro e una pancia che ormai era diventata un po’ ingombrante
E borsa dell ospedale sempre da fare un bel giorno, credo oramai di essere stat intorno all 36-esima sett finalmente mi decido di comprare il corredino e la roba per l ospedale in un paio d ore compro di tutto e di piu corredino, il necessario per me e delle cose che ovviamente sarebbere servito per il bambino una volta nato Con me la mia cara amica e collega che era da un mese e mezzo che mi assillava con la storia del corredino
Ora pero’ viaggiavo tra 2 case Dormivo ancora nel mio splendido bilocale ma avevo lavato e steso il corredino nella casa nuova Dpp 17 novembre 2008 !!!
sapevo anch io che era abbastanza approssimativa non sapendo di preciso la data dell ultima mestruazione Decido dopo tanta stanchezza e un traslocco da ultimare che forse era il caso di smettere con il lavoro e riposarmi e prepararmi per il parto e la casa. Deciso sabato 8 novembre alle 15 30 esco dal lavoro sapendo che non sarei ritornata per un bel po’. Aspetto il mio amore che doveva portarmi il ferro da stiro per stirare tutto il corredino e preparare la culla. Tarda .. al suo arrivo pero ritengo che fosse piu necessario andare a casa e farmi scendere dal sopra l armadi il tutto con l aiuto di mio fratello. Come vedete su’ questo sono stata abbastanza prudente non sono montata sulla sedia e arrampicata sopra l armadio Fratellino di 1m e 90 e subito soccorso in aiuto
Fatto!! Ci mettiamo davanti a dei cassettini dove c era di tutto e di piu e iniziamo a tirare fuori ogni cosa tutte stupidate ovviamente Accovaciata per terra mio fratello dopo un ora in questa posizione mi dice ma Cavolo alzati e mettiti seduta cosi finisci per schiacciarlo …risate …ma cosa dici??? ancora risate
Dopo un quarto d ora lui se ne va e io finalmente alle 19 45 mi stendo sul divano davanti alla tv 10 min di riposo per poi ricominciare E invece sento di bagnarmi Cavolo noooooooo propio ora???? Leonardo ma appena hai capito che mamma d ora in poi si poteva finalmente riposare Mi alzo Nessuna contrazione ovviamente Chiamo il mio amore Non risponde ovvio Quando serve non c’e’ mai e pensare che non aveva mai fatto niente Nada di tutto quel che si vede nei film Nessuna voglia da esaudire Nessun sforzo fisico con il pretesto che io ero incinta Nada de nada!!!
Ok calma intanto mi faccio una doccia
Esco e richiamo Risponde finalmente Dico che mi si sono rotte le acque arriva in un lampo.
Chiamo il mio ginecologo che mi dice di recarmi subito all ospedale Lui era reperibile quella sera Panico !!! Niente borsa, non sapevo cosa mettermi stava praticamente allaganda casa.
Propongo al mio compagno di portarmi nella casa nuova per stirare il neccessaria preparare la borsa e poi andare in ospedale. Mi fa una bella risata nel muso …
Mi rassegno arriviamo in ospedale salgo e trovo 2 miei cari amici due dottori giovanissimi ci mettiamo a chiachere dopo un po mi sento bagnare ancora a quel punto dovevo essere ricoverata Mi visitano e mi dicono di farmi una bella dormita tanto se ne riparlava l indomani mattina Chiamo la mia cara amica e collegha che borbottava dicendomi Te l avevo detto!!! non si lascia per l ultimo momento ect ect e l atra mia amica chiedondo a loro di preparare la borsa Erano le 21. Vado a letto una camera quadripla In un letto c era una signora che russava a piu non si poteva nell altro letto l altra che chiacherava a voca alta al tel La tv accesa a volume alto Allora decido di alzarmi e farmi un altro po di risate in corridoio con i ragazzi prendo un caffe’ fumo un altra cigaretta Decido di tornare a letto avevo troppo bisogno di dormire Arriva la borsa il mio compagno e la mia amica Inizio ad avere un po di dolori chiamo l infermiera. Misurano i battiti del piccolo a quel punto erano le 23 ero io che disturbavo le altre conquilline cioe il battito cardiaco
Mi chiedono se avevo voglia di cambiare stanza Mi alzo e mi portano in una Family Room. Letto matrimoniale, fasciatoio culla armadio bagno con l idromassaggio Guardavo incredula Pensando a com erano le mie case…..
inizia il travaglio verso le 24 30 dolori alla schiena Un infermiera amica dei miei amici si mette vicino al letto massagiandomi la schiena facendomi fare anche una doccia per rilassarmi.
Quello e’ il momento piu tragico dopo la prima eco di tutta la mia gravidanza
Avevo ovviamente fatto tutti gli esami per l epidurale Ma fare l epidurale voleva dire cambiare stanza quindi tornare in una cameretta piccola doppia con altra gente intorno Mi tengo i dolori pur di non cambiare stanza Era trooooppo bella quella stanza.
Mal di schiena attroce. C eravamo quasi Dilatazione rapida Sala parto Il mio compagno sempre li’ emozionato terrorizzato 10 min di sala parto Alle 3 04 del 9 novembre e’ nato Leonardo 3,100kg per 51 cm di lunghezza un po di lacerazione tra l ultima e la penultima contrazione e’ passato un po troppo tempo Me l hanno messo sulla pancia appena nato e la mia prima parola guardando il padre e’ stato Guarda che carino hahha mi viene da ridere ancora quando penso al mio vocabolo cosi scarso.
E’ stato troppo bravo il mio bimbo Il peso era quello giusto mamma l aveva avertito che se cresceva di piu non avrebbe avuto coraggio nel farlo senza anestesia E poi non ha assolutamente pianto L hanno lavato vestito e riportato da me. Leo continuava a dormire Io ero stanca incredula del fatto che era gia finito tutto Premetto che non avevo seguito nessun corso preparto ne fatto gimnastica dolce ne ero mai entrata in una sala parto Ero molto impegnata a fare altro 8) 8) Quindi ero solo stata traumatizzata con i video di youtube che mi mandava la mia amica stronza 🙂 🙂 🙂
Papa esausto sembrava fosse stato lui a partorire si era addormentato sulla sedia. Ci mandano in camera verso le 6 non sono mai riuscita a chiudere occhio mi guardavo questa creatura che mi facceva cosi tanta tenerezza avrei voluto che fosse sveglio che piangesse come tutti i neonati e invece lui dormiva beato con il suo bel faccino rosa Non aveva sofferto per niente durante il parto e quindi dormiva Non aveva mai dato noia neanche durante l ultimo mese di gravidanza quando tutte le mamme che conoscevo si lamentavano di non dormire di notte perche era propio quello il momento che i loro fagottini si svegliavano. Dopo un po vengono a fare un controllo Viene fuori l ittero per incompatibilita’ di sangue Lo tengo sempre in camera mentre lui fa terapia Non si attacca al seno troppo sonno indebolito dall ittero il pomeriggio Decidono di metterlo nell incubatrice a fare fototerapia. Quindi io cazzeggiavo per l ospedale tutto il giorno. Nel pomeriggio arrivano anche i miei genitori delusi per non essere stati avvisati in tempo Infatti ho pensato bene di mandare un sms quand leonardo era ormai gia nato :8
2 giorni nell incubatrice mangia a orari precisi ma dal biberon perche’ al seno continua a non attacarsi mi dicono che e’ normale infatti non avevo ancora latte poi trovo pure un ciuccio nell incubatrice. Non mi piacque per niente ma insomma cosa dovevo fare o dire loro si occupavano tutto il giorno del mio bambino io davo solo da mangiare col biberon. E’ capitato anche di andare in pediatria all ora giusta per il suo pasto e le infermiere m hanno risposto che aveva bel e mangiato perche’ piangeva tanto
Incredula dicevo ma non e’ possibile non so neanche che voce abbia sto bambino non l ho mai sentito piangere e delusa tornavo nella mia bella camera. Con birilubina a 13 il primario nonche’ amico del mio compagno ci dice che potevamo andare a casa con il bambino.
2 giorni a casa con i miei tra i piedi gente che veniva gente che andava stavo diventando una belva andiamo in ospedale per una il controllo Leonardo vestito tutto di bianco entriamo in questa camera pitturata di giallo e un neon con una luce spaventosa Dalla nostra stanza semibuia a meta’ novembre guardiamo questo pezzetto sembrava un limone da quanto era giallo
Ricovero immediato Lo pungono talmente tante volte in quei piccolissimi talloni Cameretta con l incubatrice Leo con flebo in vena.
Non so se e’ stato il trauma piu grande o la mia salvezza essere stati ricoverati Avevo sempre qualcuno disponibile ad aiutarmi ad allattare anche se fondamentalmente non si e’ mai nutrito dal mio seno Mi sono dovuta rassegnare lui con l aghi in vena non era facile spostarlo quindi giu di tiralatte e biberon C era sempre qualcuno che poteva lavarlo e cambiarlo se non me la sentivo
Ho imparato un sacco di cose e di trucchi che sono stati utilissimi al nostro vero rientro. Ho potuto riposare e leggere. E a casa tutto e’ stato piu facile Sapevo come prenderlo, toccarlo cosa fare quando aveva mal di pancia come lavarlo senza il timore di tenerlo in acqua E’ stato tutto bellissimo dopo.
Ora Leonardo ha quasi 17 mesi Va al nido da quando ne aveva 11. E’ sempre stato un bambino socievole Ride a tutti e socializza con facilita’ con altri bambini. Non abbiamo mai perso una notte di sonno Ha subito dormito 5-6 ore di fila e ora invece ne fa addiritura 12. Sempre nel suo lettino accanto al nostro letto.
S ammala come tutti i bambini che vanno al nido e prendono di tutto e di piu. Dopo un mese di tiralatte sono passata al latte artificiale Piu comodo (Tanto sempre di biberon si trattava) e decisamente per niente doloroso
Ora e’ una piccola peste . La mia vita e’ cambiata Oramai niente viaggi alla scoperta del mondo e del avventura ma Leo non mi fa rimpiangere niente. Vivendo con lui e’ sempre un avventura non sai mai quel che ti combina. Il super papi sempre incasinato a lavoro ci da sempre una mano pero’ A volte non riesco a distinguere chi e’ il padre e chi il figlio.
Seconda figlia. Panzona gigante e tutti e primo parto da guinness dei primati. Così tutti a dirmi :”al primo cric fatti ricoverare, se no la fai a casa”.
Mancano cinque giorni al termine sono in ufficio:”ahiaaa!!”. Allarme generale: “portala all’ospedale!!”.Arriviamo, mi fanno il tracciato, ho le contrazioni ogni dieci minuti, mi ricoverano e paff!! Si blocca tutto!Così resto ricoverata tra la meraviglia e lo sconcerto generale, nemmeno il mio fenomenale gine riesce a capire perchè la fanciulla non nasca..passano quattro giorni di rottura di scatole incredibile, con l’incasinamento della gestione famigliare che si può immaginare, mi vogliono mandare a casa ma prima mi rifanno l’ennesimo tracciato. Contrazioni ogni 4 minuti!No, non si può, lei resta qui! E che palle!!!Per fortuna la sera, dopo aver mandato a casa marito e figlioletto, la piccola si decide e nasce….dopo una puntura di otto gocce di ossitocina!E per fortuna che il secondo parto doveva essere una passeggiata… :o:
il 27 marzo mi sento strana,non sto male,solo strana, infatti verso le nove e mezza si inizia il percorso da montagne russe : il Luna Park privato,vedrai cosa vinci!…eh già,come da manuale che ho alla mano…tappo mucoso: fatto,cioè perso un paio di giorni prima…contrazioni preparatorie,poche ma buone,grazie…al primo ed unico tagliando fatto in mattinata,ops,monitoraggio qualcosa si smuove… bhe,allora si parte…
le ore passano e ciclicamente Mattia, esaurita la voglia di massaggiarmi dopo i primi cinque minuti,mi propone di accompagnarmi in ospedale.
Forte degli insegnamenti del corso preparto che ho fatto miei e del manuale che continuo a leggere,mi rifiuto. Allora armato di penna e cronometro segna l’andamento delle contrazioni ma poi alle due,al mio ennesimo rifiuto di fiondarmi in ospedale,desolato come pochi,mi dice che va a dormire…meglio così, mi concentro…alle cinque,nonstante le contrazioni non siano veloci come dovrebbero non ce la faccio più e quasi delusa da me stessa, ma esausta,lo sveglio per farmi portare finalmente in ospedale. Evidentemente non sono convincente perchè mi chiede di pazientare fino alle sei…vabbè,un’ora,ce la posso fare…alle sei torno alla carica e finalmente si alza così posso fare la borsa.
Esattamente,per tutti i nove mesi ho acquistato ciò che mi hanno indicato ma non ho mai preparato la borsa : il pensiero è stato,così avrò qualcosa da fare per “distrarmi” in travaglio.
Nel frattempo Mattia che fa ? lava i piatti di ieri sera…vorrai mica che li lasci nell’acquaio ? io ero già sulla porta, strabuzzo gli occhi e minaccio di andarmene da sola se si mette a lavare anche i vetri o faccia qualsiasi altra cosa che non sia portarmi in ospedale.
Questa volta son abbastanza convincente tanto che va in ansia ed uscendo, vedendomi ferma in un picco di contrazione, mi dice di correre!?!…”ma corri tu,a prender l’auto e portala davanti al portone!”
Arriviamo in ospedale e mentre citofona per farsi aprire mi dice di non fare versi per non far figuracce…sono indecisa se ridere o ammazzarlo ma non sono nelle condizioni fisiche ottimali per attuare la seconda opzione e propendo per la prima che almeno interiormente riesco a ridere; vede l’indicazione Pronto Soccorso e opposto Parcheggio e mi chiede lumi,bofonchio qualcosa di incomprensibile e gesticolo nella direzione del PS.
Scendo e richiede se deve portare la borsa…entro e parla lui all’accettazione ma non sono soddisfatta di quello che sento perchè mi sembra che non abbia comunicato correttamente che l’urgenza è reale,impellente allora intervengo imbufalita facendolo presente e lui,allibito,mi dice che è quello che ha detto anche lui…ha ragione,cerco di riflettere ma vengo costantemente interrotta dal mio corpo che ormai da qualche ora fa ciò che vuole…mi dice che va a fumare una sigaretta ed io,con una voce che avrebbe terrificato anche la posseduta del film L’esorcista,replico qualcosa d’irripetibile son così comica che persino lui mi ride in faccia e va…nel giro di un paio di minuti mi visitano,dilatazione tra l’8 ed il 10 e chiamano la Sala Parto.Mio massimo sollievo ma dura poco,accidenti!
L’ostetrica che,scopro presto avere le stesse caratteristiche di umanità e disponibilità della signorina Rottermaier, mi costringe in sedia a rotelle ordinandomi perentoria : Non spinga adesso,eh !?…fortuna che riesco a rilassarmi perché,l’ascensore non arriva e lei inizia a spazientirsi schiacciando il pulsante e borbottando…io cerco di stare tranquilla e scherzo con due signore che aspettano l’ascensore pure loro.
Arriviamo finalmente e non faccio in tempo a cercare di raccogliere le forze per alzarmi dalla sedia che mi dice : Signora,lei può farlo in due spinte,quindi non mi faccia perdere tempo che non ne ho !
Mi mette così tanta fretta che Gioele nasce alle 7.38,piange prima che lo sculacci,si vede che la temeva pure lui ed io resto con la pressione sballata per due mesi buoni,io che mai ho avuto problemi,neanche in gravidanza,singolare eh?…ma consapevole che lei rimarrà il ricordo più fastidioso del parto,quasi più di tutti quei bei “rimasugli” post parto che noi tutte conosciamo ma che vengono taciuti alle primipare per una sorta d’imbarazzo e/o d’iniziazione che non ho mai capito e che non mi trova complice…ma che importa,davanti al miracolo più grande…
taglia 5
sono le 5 del mattino e mio figlio Vasco ha deciso di venire al mondo,cominciano le prime doglie, panico!sento il cuore in gola per l’emozione e la paura, zompo giù dal letto, sveglio Roberto arraffo al volo la t-shirt e la tuta, cerco la borsa per l’ospedale..oddio che paura misto felicità! Non vedo Roberto in casa probabilmente è andato a prendere la macchina; entro in bagno per l’ultima pipì prima di arrivare in ospedale, mi volto ROBERTO SI STAVA TRANQUILLAMENTE FACENDO LA DOCCIA AAAAAAAAAAAAAHHH!!!! COSè LA MIA VITA O UNA SIT COM!!??!! Ancora ne rido al solo ricordo…
Verdun, la mia prima bimba, era arrivata due anni prima in gran fretta, con due settimane d anticipo sulla dpp. Per Pierrot si parlava del 21 settembre, ma io mentalmente ero pronta da agosto.
Infatti, il 24 settembre non era ancora nato. Cominciavano a intensificarsi le telefonate dall’ Italia, tanto per aumentare l’ ansia.
La sera del 24 mia madre mi racconta al telefono che per entrambi i miei fratelli era andata al pronto soccorso ginecologico del Sant’Anna dicendo che non li sentiva più muovere, così l’ avevano indotta ed entrambi erano nati rapidissimamente, “…Se sei stufa, puoi fare cosi anche tu.”
“Mamma, ma cosa dici? Ti sembro la persona che si fa indurre perchè è stufa di essere incinta? Per favore.”
…
Mattina seguente, ore 8 al pronto soccorso del Saint Mary: “…no, no, I’m fine…is just that I haven’t felt him moving in the last 24 hours…”.
Monitoraggio. Va tutto bene, “but if you are really anxious about it, we can induce you”
“Let’s do it.”
Nel mio ingenuo immaginario, l’ induzione sarebbe avvenuta con un gel, o una flebo, una cosa gentile. La midwife sfodera invece un attrezzo stile tortura medioevale – di quelli che tengono esposti alla tower of london; un mattarello, tipo.
Prima che potessi enunciare “What IS that?” mi aveva già rotto le acque. Posso descrivere la cosa solo dicendo che è stato il momento più doloroso di tutto il travaglio, parto compreso.
In effetti però, di li in poi è stato tutto molto veloce: due ore scarse di contrazioni, stringo forte le fotine di H e Verdun e canto l’ ABC song (“Ouch, questa volta sono arrivata fino alla W, mi sa che ci siamo quasi…”)
Poi poche spinte, e lo posso stringere in braccio.
E’ l’ alba di un bellisiimo sabato di settembre, un indian summer, dicono qui a Londra. Mi lasciano da sola con lui per un paio d’ore in sala parto. Pierrot mi osserva incuriosito per un po’ e poi si addormenta in braccio, sereno. Aspetto le sette per telefonare a casa ad H senza svegliare Verdun: “Falle fare colazione, e poi venite. E’ un biondino!”.
Il mio biondino avrà sei mesi la settimana prossima, ed è rimasto molto fedele a come si è presentato, sereno, osservatore, curioso, affettuoso, “A very precious little thing”.
Vai Elena! 🙂
Silvia scusa ma posso anche mettere il racconto del parto di Giulia?
Domenica mattina. Agosto. Milano. Caldo. SOno al terzo giorno dopo la dpp e in mattinata avevo la visita con l’ostetrica in ospedale. Una controllatina. Fino a quel giorno non avevo avuto assolutamente niente. SuperT se ne stava beato e dopo una colazione bella tosta e una litigata con mio marito su non mi ricordo neanche cosa.
Svogliatissima mi vesto velocemente, una gonna infradito, canottiera con la panza che spuntava. Era nera dal sole preso in luglio …Esco e dò uno sguardo alla borsa che sta all’ingresso pronta all’uso e penso “Ma va! Mica me la porto. Sto benissimo”.
Bene arriviamo, l’ostetrica mi visita e mi dice “ora smuovo qualcosa”. Boh. Smuovi, smuovi.
“Senti ti faccio un poì di monitoraggio poi direi che ci vediamo dopodomani, ok?”.
Alla visita era venuta anche mia sorella che abita l’ vicino. Per salutarmi.
Eravamo tutti e tre in sala parto dove l’ostetrica mi aveva fatto mettere per il monitoraggio.
Mio marito al cellulare, mia sorella che mi prendeva in giro. Io ridevo tranquillissima.
POi inizia un dolore lancinante alla schiena. Nel giro di 1 minuto il dolore cresce in un modo pazzesco.
“Ehm io non sto bene”.
Mio marito si blocca e mi guarda “In che senso??”, l’ostetrica “che dolori hai? dove?”, mia sorella “hahahhahaha”.
“Cazzarola ho male ovunque. Oh io sto proprio male”
“Bene ci siamo. Avete portato la borsa?”
“LA BORSA?!? Nooooo!!”
“Ok, uff uff uff, Eli vai a prendere la borsa a casa e acchiappa la mamma, uff uff”, in un momento di lucidità, poi guardo mio marito pallido e in preda al panico “Ok avvisa i tuoi e stai tranquillo”.
Guardo l’immenso orologio sulla parete. Le 12.00 e penso “NO. io non ce la posso fare per 10 ore. QUesti sono matti”.
OSTETRICA VOGLIO L?EPIDURALEEE!
“Non facciamo in tempo”.
“Che cavolo vuol dire, ho pagato diamine!” inveisco pensando che fossero loro a non avere il tempo..
Invece ero io che ormai ero al traguardo.
Mio marito, memore del corso preparto “Amore, devi respirare”. Per un momento riemergo da un mondo parallelo dove mi trovavo e lo guardo fisso negli occhi “Ale. NO. Non dire niente. Stai zitto.”
Il mio bel bambino nasce così dopo 3 ore, alle 15.15.
Esco e non c’era nessuno ad aspettarmi. Solo mia madre “gli altri sono andati a prendere il gelato perchè pensavamo tu stessi qui un po’ di più”. Meglio così.
Mio marito si è ripreso dopo credo un paio di giorni. Io ancora quando ci ripenso, mi commuovo. Ovviamente.
Io contrazioni niente, a 38 e qualcosa ho scoperto che la creatura era ancora podalica (extended breech in inglese) quindi cesareo.
La mattina giusta mi alzo alle 7 e faccio colazione leggera (te e biscotti), poi basta… digiuno.
Alle 11 sono alla clinica dei vips a Londra, il parto è previsto per le 14.
Il tempo passa, mi mettono la camicia da sala operatoria, mi depilano (ma se me lo avessero detto prima avrei fatto io), mi fasciano le gambe (sembro una porno infermiera), mi tolgono lo smalto fighissimo (se me lo avessero detto avrei risparmiato 30 sterline di pedicure), mi monitorano, vestono pure il marito con gli scrubs blu e mi lasciano lì ad aspettare.
Aspetta, aspetta…inizio ad avere fame e sete…ma soprattutto l’ansia sale.
Passa il gine, mi dice che l’anestesista è in ritardo.
Verso le 16:15 (!!!) arriva il gine con un’anestesista sostituta e mi dice che dobbiamo fare in fretta, altrimenti perdiamo lo slot in sala operatoria (manco fossi un jet che deve decollare).
Ma dobbiamo fare in fretta, non c’è tempo di aspettare una barella o una sedia a rotelle…. si cammina.
E così nell’ascensore comune, tenendomi la camicia chiusa sul sedere…. me ne entro a piedi, quasi di corsa, in sala operatoria!
Ciao, posso partecipare anche io?
La mia scadenza era il 3 di maggio, ma il gine sosteneva che Emilia sarebbe nata prima. Tutti pronti e sull’attenti dal 20 di aprile.
Arriviamo al 3 di maggio, chiaramente nisba. Faccio il primo monitoraggio.
Tutto ok, la contrazione piu’ alta arriva tipo a 14 su 90. Nella sala monitoraggio con me c’è una ragazza del mio paesucolo, con la stessa mia scadenza, che a metà monitoraggio comincia a contrarsi allegramente, e viene trasbordata in sala parto mentre mi fa ciao con la manina (e anche un po’ tiè, io ci sono e te niente).
Continuo la vita solita, guido, pulisco casa perché “così si smuove il bambino”, faccio torte, mi stanco orrendamente.
Emilia scalciotta contenta e fa capire che sta benone dove sta.
Altri due monitoraggi il mercoledì e il venerdì; le contrazioni se va bene arrivano a 20 su 90 (sì ok, solo una volta e avevo starnutito), il gine di turno: “signora dica a suo marito di darsi da fare… chissà che aiuti”. Io “sarà ma mio marito adesso come adesso fa prima a saltarmi che a girarmi intorno, e poi sono secsi come uno scaldabagno”. Il gine e l’infermiera ridono e mi dicono nuovo monitoraggio domenica, ritenti e sarà più fortunata.
Domenica 11 maggio mi sveglio pensando dai patatona, sii brava nasci che è anche la festa della mamma…. Emilietta si produce, sotto monitoraggio, in una spettacolare contrazione da 50 su 90. Per favore prendete nota, ci tengo perché è l’UNICA E SOLA contrazione che io sia riuscita ad avere.
Veniamo rimandate al giorno dopo. Ah, fra l’altro ormai ero stata accompagnata da chiunque a fare monitoraggi: mamma papà cugina sorella, tutti meno il marito che non è mai riuscito a venire: per qualche misteriosa ragione andava bene che guidassi per fare tutti i miei casini, ma ai monitoraggi NUUU ti accompagnamo noi guai a te se vai da sola.
Il lunedì c’è di turno mia sorella, monitoriamo, contrazioni neanche a parlarne, ma dall’analisi urine viene fuori un’inizio di gestosi. La gine di turno – che era al liceo con me – mi fa “secondo te è meglio che ti ricoveriamo”? Ma che cazzarola vuoi che ne sappia, se mi ricoveri ben se no ho ancora mezzo armadio da riordinare.
Alla fine mi ricoverano, facendo giurin giuretta di farmi l’induzione la sera stessa.
Mia sorella nel panico chiama mamma marito e tutti quanti, e fra tutti riescono a portarmi il mio borsone pronto ormai da un mese dove la camicia da parto strapagata a momenti stava facendo i tarli. Vengo subitissimo piazzata in una stanza dove la mia coinquilina si premura di avvertirmi che il cesareo è una roba tipo tortura dell’inquisizione, fa male come se ti squartassero e soffri indicibilmente nei giorni successivi.
Grazie neh sorella, ti ricorderò nelle mie preghiere.
Comunque la sera NON mi fanno l’induzione. “vediamo se la situazione si evolve”; eh certo, in effetti la mia unica contrazione di due giorni prima lasciava ben sperare.
Il mattino dopo induzione, a letto e sotto monitoraggio per due ore e mezza con mia sorella che mia fa le parole crociate sulla pancia. Ne esco con un mal di schiena feroce, Emilia scalcia come a dire ‘a mamma, c’hai provato!!!!!
Ostetrica e gine di turno: eh vedrai che nel pomeriggio ti parte il travaglio.
Nel pomeriggio mi parte la carogna, perché chiunque sta partorendo: partoriscono in sala parto, in sala travaglio, partoriscono anche in saletta monitoraggio. TUTTI partoriscono, la tizia che ha fatto l’induzione con me tempo due ore ha il bambino in braccio, il fiocco fuori e i parenti in camera.
Io ho, per fortuna, gli amici che messaggiano e vengono a trovarmi, interessandosi anche del dantesco travaglio della mia room mate.
A sera mia mamma sostiene che non devo agitarmi, che è colpa mia che non ho pazienza. Rotolo via sbraitando verso il 4 monitoraggio della giornata, dove l’infermiera mi confisca l’ipod perché dice che ho la pressione alta. Contrazioni niente, mi minacciano di ripetere l’induzione il giorno dopo.
Il mercoledì mattina presto arriva mia mamma con mia sorella. Mi monitorizzano (?), visitano e scoprono, oh sorpresa, che l’utero è più chiuso di prima, la bimba è altissima e contrazioni neanche l’ombra. Ma dai, le sorprese della vita.
In compenso io ormai sono in piena gestosi, e programmano ilcesareo per il primo pomeriggio. Avverto il marito di venire, con calma, e mia mamma va a casa a prendermi una camicia da notte pulita. Rimango sola con la sorellina.
Tempo dieci minuti vengono a prendermi perché hanno anticipato l’intervento; a quel punto mia sorella rimane sola con un’ostetrica iena che le strilla di preparare i vestiti per la bimba, e la compagna di stanza che le fa le condoglianze per il mio difficile intervento. Non osa richiamare mia mamma perché sta guidando, per fortuna arriva il marito. Mia sorella che ormai è in confusione gli dice che deve venire in sala operatoria con me e il marito sbianca ma tiene botta.
In mezz’ora mi preparano, e mi ritrovo sul lettino in corridoio di corsa verso la sala operatoria (mi sa che sta gestosi era un po’ peggio di quello che mi avevano detto), con marito e sorella che seguono a ruota e coinquilina che mi fa ciao ciao dalla porta della stanza.
Arrivo su e finalmente riesco a riprendere un po’ il controllo della cosa, spiego all’anestesista che ho paurissima e lui mi tranquillizza, e dice che mi starà vicino e mi spiegherà tutto.
Epidurale stringendo la mano dell’allieva ostetrica con cui avevo un po’ fatto amicizia.
Il resto è nebbioso; dopo pochissimo l’anestesista mi fa “hanno tagliato”, io emergo dalle nebbie per dire “ma mi prendi per il… ?”.
No, un attimo dopo sento sfrucugliarmi nella pancia, e poi piangere.
La mia tatina.
Si, Paola, va bene!
ciao silvia … io avevo scritto già del mio parto … è valido se copio qui quel post???
fammi sapere!
ciao, paola
Era il 5 dicembre 2008, io ero incinta alla 39° settimana e tutto sembrava scorrere per il meglio, tranne il tempo. La soleggiata Napoli era avvolta da una coltre di nubi spessa e densa come la panna di una torta nuziale, e la pioggia ed il vento la facevano da padroni. Io ero reduce da una giornatina… tutta nausea e maledicevo l’ora e il giorno in cui mia madre, comportandosi più da menagramo che da mamma, mi aveva detto “ah guarda, la gravidanza è una passeggiata: tu e tuo fratello Diego non vi si sentiva proprio!!” Invece io ho vomitato 6 mesi su 9
Comunque quel giorno stavo davvero male male male… avevo chiamato il ginecologo che mi seguiva privatamente e lui, pur sapendo che non ne avevo la possibilità, voleva a tutti i costi che andassi da lui nella clinica privata… che la macchina nuova costa meno… ed io e mio marito invece avevamo già deciso da tempo che il parto sarebbe avvenuto in una delle strutture ospedaliere più folkloristiche del napoleano: l’ospedale (pubblico) SS. Annunziata.
Brevi cenni storici sulla Reale Casa dell’Annunziata, sita nel cuore della superba Forcella, si trovano qui: http://guide.supereva.it/campania_i/interventi/2004/05/160400.shtml e qui http://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_della_Santissima_Annunziata_Maggiore. Per un’appassionata di arte nulla di meglio… ma soprattutto per una fifona come me è stato assolutamente indispensabile entrare nell’ospedale con la migliore TIN, dedicato da quasi 400 anni a bambini, in cui fino a 15 anni fa le nurse vivevano in semiconvitto per dedicarsi completamente ed esclusivamente ai pargoli. MI SENTIVO IN UNA BOTTE DI FERRO.
In effetti, tutte le volte che ero andata a farmi i tracciati avevo notato che la fauna che popolava l’ospedale era quantomeno variegata: dalla signora della Napoli bene, con vestaglia di seta ricamata, alla ragazza Rom, alle giovani della comunità cinese, a ragazze madri non più grandi di 15 anni… E ad accogliere – ed irregimentare – un pubblico di parenti/amici/benefattori altrettanto variegato c’era e c’è ancora il mitico OSS DON PASQUALE, il quale, vedendomi arrivare bianca pallida quella mattina ammiccando con tutto il suo “charme” mi fa “signurì, nun ve preoccupate: qua c’è Don Pasquale, state ‘mmano all’arte!”.
Mi ha accompagnata alla sala accettazione e dopo esattamente 10 minuti ero a fare tracciato ed ecografia. Intanto erano arrivati mio padre e mio marito, che avevano finalmente trovato un parcheggio (al centro storico di Napoli si trova di tutto, tranne un posto auto). Dopo altri 15 minuti, stabilito che avevo cominciato il travaglio, vengo trasferita in sala. Erano le 9.15
In sala travaglio mi ha accolta una giovane ostetrica, Carla, che con una gentilezza squisita ma ha detto: “fintanto che sei sola e che non sei alla fine del travaglio puoi stare con tuo marito, ma se arriva un’altra donna è possibile che non gradisca avere un uomo in sala, quindi ti consiglio di chiamare tua madre.” IO CHIAMARE MIA MADRE?!?!?! e che bisogno c’era? era già lì… non so se per telepatia o se avvisata dai due uomini lì presenti…
In effetti durante tutta la mattinata sono stata in compagnia di altre signore – partorienti e non – e sempre e costantemente vigilata da 2 ostetriche e una dottoressa… magicamente invece al pomeriggio mi sono trovata sola, e quindi ho chiamato subito mio marito: se devo prendere a pugni e calci qualcuno per il dolore, preferisco sfogarmi sul diretto corresponsabile della situazione!!!
I dolori aumentavano…ma la dilatazione non procedeva spedita…
…le 12…
…le 14…
…le 16…
…alle 18 eravamo sempre a 5 cm, nonostante le contrazioni aumentassero notevolmente di intensità e durata…
alle 20 finalmente 8 cm!
…ma alle 22 ancora 8 cm…
Intanto era cambiato il turno delle ostetriche, me ne vengono presentate altre 2: una una mamma bruna bruna… l’altra una tipa rosso fuoco!!! i capelli color Milva!!! un taglio favoloso, cortissimo, sfilzato (tu guarda un po’ una cosa va a notare durante il travaglio…)
Io ero sfinita, mi ripetono ecografie su ecografie, il cardiotocografo era ormai quasi un’appendice della sottoscritta…
Alle 22 l’ostetrica rosso fuoco è esplosa: “Mò basta, sto giovanotto sta incanalato da troppo tempo, tu stai diventando viola e qua non si prende una decisione!” e, detto fatto, mi ha rotto le acque.
Da lì una escalation di movimenti ginnici che non immaginavo di potere nè saper fare: in piedi, seduta, stesa, accovacciata, sempre con lei che mi incoraggiava, mio marito che mi reggeva la schiena e mia madre che tremava. Alle 24 in punto, dopo aver riempito la sala travaglio di sangue, la Milva partenopea con piglio deciso ordina: “mò andiamo in sala parto”; ed io:”no, no, no, no, no…” avevo una fifa blu, avrei voluto che tutto fosse già finito o, meglio ancora, che mi dicessero che non sarebbe nato in quel momento, che potevo tornare un altro giorno… tutto, ma non ce la facevo più!!!!!
In sala parto c’era praticamente uno stadio: le due ostetriche, il ginecologo di turno, la pediatra, due nurse, tre infermiere, mio marito… mancava giusto quello che vendeva le patatine fritte e i pop-corn come al cinema!!!
In quell’ultima terribile ora e mezzo ho urlato come non mai, non ho mai avuto così paura e la cosa più assurda è stato vedere tutta quella gente attorno a me: le ostetriche e il ginecologo davanti, mio marito a reggermi la testa, pediatra e nurse pronte con asciugamani e medicine, le infermiere chi a inserire la flebo, chi ad aggiustarmi gli occhiali, chi a bagnarmi la fronte…
Quando finalmente Fab è uscito non mi pareva vero!!!!! Era l’1:19 del 6 dicembre 2008.
Non ho pianto e lui non ha quasi pianto, ha aperto gli occhioni enormi, io mi sono aggiustata gli occhiali, ho abbassato la testa, lui ha alzato la testa verso di me e ci siamo guardati… e ci siamo innamorati…
Quando la mattina dopo mi hanno detto della sindrome di Down, mai apparsa nè sospettata da nessuna analisi, ho solo detto “è MIO figlio” e nulla, davvero nulla, può rovinarmi la felicità di averlo qui con me.
Mara
Taglia 6
Ore 21.45, primo figlio e 40° settimana.
Prime contrazioni (almeno credo che fossero quelle…e chi lo sa al primo parto cosa sono…), ebbene sì…ci siamo!!!
Ho frequentato il corso pre parto, dove ti dicono – non andare subito in ospedale, aspetta, fatti una doccia, lavati i capelli, mangia – una doccia???? I capelli????? Mangia???? Ma chi se ne frega direi…
Però sono stata brava, visto che i dolori non erano poi così frequenti, ho aspettato fino alle 6.00 del mattino, poi in macchina con il cuore in gola per l’emozione di vedere finalmente il nostro piccolo Matteo!!!
Arrivati in ospedale per trovare posto con la macchina non ve lo dico!!! Erano pure le 6.00, ma stavano tutti in giro quel giorno.
Mio marito mi “sbarca” di fronte al pronto soccorso con la valigetta dei sogni e va a parcheggiare e mi ritrova seduta sul marciapiedi….
Entrati al pronto soccorso, inizia la “barzelletta”, vedo il dottore di turno e gli dico che ho i dolori e lui che mi risponde? – ma signora ha un viso così rilassato, non sembra proprio che lei sia in travaglio – ve lo giuro mi ha detto così e per finire mi dice – io vado a fare colazione e tra un po’ torno – .
Ecco questo è stato solo l’inizio!!! Alla fine mio marito lo è andato a prendere al bar, mi ha visitata e ho rotto le acque sul suo lettino – e ti sta pure bene direi e mi dice – bè forse la ricovero!!
…FORSEEEEEEEEEE….
Ma devo fare devo urlare come una pazza, dico io!!!!
Ho avuto un travaglio di 24 ore filate, in ospedale tutti che mi facevano i complimenti perché non ho fatto un solo urlo indemoniato ed è vero.
Non sembravo io, forte e soprattutto coraggiosa!!!ho camminato tutto il tempo…
Dopo ben 24 ore mi portano a fare l’ecografia a piedi, io con i dolori lancinanti a piedi, non vi dico lo sballo, per poco non gonfio di botte l’ostetrica…vedono che Matteo è molto grande, nascerà di 4.200!m ma decidono comunque di continuare con l’ossitocina…meraviglioso
Alla fine questo bimbo non vuole proprio uscire e mi fanno il cesareo, e dopo ben 25 ore vediamo il nostro bimbo…4.200 kg per 54 cm…
Che dire ne è valsa la pena!!!!
E dopo…tutta un’altra storia
Una vita intensa, turbolenta, gioiosa, disordinata e dolorosa anche perché matteo non ha avuto un inizio facile!
Sono una mamma felice e assolutamente “imperfetta”
Un bacio a tutte
Raffaella
rgolotta@libero.it
taglia n°6
Aspetta e aspetta, siamo arrivati a 39 + 6, primo parto. Il bimbo/a è ancora bimbo/a, il sesso non lo voglio sapere; primo figlio, sorpresa, incanto, poesia!
5 e 30 del mattino la pancia si fa dura, ritmicamente, si può andare.
Valigia pronta, da due mesi almeno, tutto verdino e giallino; profusioni di teneri gadgets e di profumini delicati.
Macchina e ospedale.
Trak! Cambia tutto.
Suoni, odori, sapori… persone.
Ommmamammammia! Dove sono? Dove?
Tutto si blocca là nel parterre. Tutto tace e passano le ore. Troppe ore dice qualcuno, bisogna accellerare.
Zooooom! Via Veloce! VE LO CE!
Ovuli, gel, amnioressi, ossitocina. Tutto in offerta! Venghino siori venghino!
La saga del travaglio!
Ohi ma… le donne vicino a me partoriscono.
Partoriscono anche quelle arrivate dopo.
Io no. Stoica, mantengo la mia panza lì! Immobile!
Dilato con la lentezza di un brapido che corre.
E passano le ore e io mi sparo flebo di ogni sostanza. E un mars di nascosto. Sono passate 24 ore circa e la mia dilatazione è sui 6 cm.
Poi cominciano le contrazioni forti quelle che ti manca il fiato.
E io sono stanca, mi giro per trovare espressioni di conforto e vedo tutti i parenti con visi preoccupatissimi che mi viene da fare battute per distenderli, qualcuno ha il rosario in mano. Davvero troppo! Nel parterre qualcosa avviene ma il battito rallenta, cesareo.
Ah! Ok! Ho vinto tutto.
Mi addormento stordita in una sala operatoria fredda su un letto durissimo con le contrazioni e la paura.
Ma poi mi sveglio e vedo la mia pupina. 4 chili di morbidezza.
Ohi… Nessuno s’azzardi a estrarre rosari!
🙂