Mia mamma era ostetrica. Anzi, nonostante sia in pensione, è ancora ostetrica. Perché l’arte ostetrica non è solo un mestiere ma una passione e le passioni ci accompagnano tutta la vita.
Era un’ostetrica condotta, figura che ormai quasi nessuno conosce più, perché oggi questo mestiere è divenuto stanziale. Una volta non era così.
Una volta l’ostetrica attraversava paesi su un asino per recarsi ad assistere le donne in travaglio. Qualche volta i mariti delle partorienti la andavano a prendere ma non succedeva spesso.
Partiva sola, dunque, l’ostetrica, spesso poco più che ventenne, con la sua borsa contenente stetoscopio di legno, termometro, filo di seta per il cordone, aghi e poco più.
Arrivata in casa sistemava la camera, preparava il letto (o la cucina dato che era l’unico locale riscaldato della casa), sterilizzava catini e strumenti, faceva bollire l’acqua.
E ancora, dopo il parto e nel puerperio seguiva le donne, quando non c’erano né pannolini, né latte artificiale, né creme lenitive per i capezzoli, dava consigli sull’alimentazione, sull’igiene, sulla cura del neonato.
In alcune regioni, l’ostetrica veniva chiamata “mammina“, termine che ben riassume il carico anche emotivo affidato a questa figura. La “mammina” era una seconda mamma del bambino ma anche una mamma della partoriente. Era una figura che si occupava non solo dell’atto della nascita ma anche del contesto famigliare.
C’era una volta l’ostetrica condotta e…c’è ancora. Volendo, in alcune città italiane, è possibile partorire in casa.
Laura, blogger della mia città, ha da pochissimo partorito in casa la sua bimba. Ho voluto farle qualche domanda. Mi ha colpito molto, perchè io non riuscirei mai a farlo.
Perché la scelta di far nascere in casa la tua bimba?
Perchè la parte più terribile della scena del parto nei telefilm è il sanitario di turno che ti dice di respirare o di spingere, insomma, se penso a come affrontare un dolore estremo mi immagino in un posto mio, dove mi sento sicura, dove mi fido ciecamente di chi mi circonda.
In più, da quando ho assistito al parto della mia gatta, ben prima di desiderare figli miei, ho sempre immaginato che nell’eventualità anche io mi sarei arredata una cuccia in un posto sicuro e nascosto di casa.
Venendo a motivi più razionali, si può fare un discorso sui livelli di assistenza e sulla qualità/quantità di assistenza che ricevi a casa rispetto all’ospedale. L’ospedale per definizione dovrebbe essere riservato a patologie ed interventi un po’ più seri di un mero fatto fisiologico quale è il parto. Infatti, qualunque cosa tu faccia in ospedale, se sei in condizione di chiedere ragione di un ritardo la risposta standard che ti danno è che “si è presentata un’emergenza più grave della tua, a cui è stata ovviamente data la priorità”. Infatti in un parto in ospedale la tua ostetrica sta seguendo contemporaneamente anche un altro parto e se finisce il suo turno va a casa, eccetera.
A casa, hai le tue ostetriche, due solo per te (nel mio caso erano tre perchè la reperibilità era a cavallo di natale, capodanno ed epifania), le conosci prima, ti seguono dalla gravidanza alle prime settimane del bebè, eppure la maggior parte delle persone pensa che il parto in casa sia “meno” assistito rispetto a quello in ospedale.
Purtroppo questa opzione non è offerta gratuitamente da tutte le aziende sanitarie, ma dove c’è, una volta che si conoscono i contenuti del servizio scegliere è veramente facile
Cosa bisogna fare per partorire in casa? A chi ti sei rivolta?
Al consultorio, compilando una semplice domanda entro la 32^ settimana di gravidanza. Il resto del lavoro l’hanno fatto loro
Chi c’era con te al momento del parto?
Mio marito, tre ostetriche e il mio gatto Dallas, che è paurosissimo e mai e poi mai avrei immaginato che mi stesse vicino mentre io ero parecchio alterata e c’erano degli estranei in casa.
Non hai avuto mai paura che potesse succedere qualcosa, durante il travaglio e dopo il parto, per cui fosse necessario un intervento tempestivo dei medici?
Ovviamente si, si ha sempre paura che qualcosa vada storto. Ma sapevo anche che le ostetriche, arrivando, avevano allertato il 118 e l’ospedale. Ci fosse stato bisogno, sarei volata là in men che non si dica… anche quando sei già dentro l’ospedale, l’intervento tempestivo ha sempre un tempo tecnico, che importa se lo usi per aspettare il dottore, cambiare reparto o sfreccianre in ambulanza?
Cos’è successo subito dopo il parto?
Le solite cose che succedono anche in ospedale, ma con più calma, tra divano e tappeto (il puzzle alfabetoso in EVA di Valerio steso per l’occasione, non un qualche persiano antico: l’eterno ricordo preferiamo fissarlo nei nostri cuori piuttosto che sul conto della lavanderia :-D), con in mezzo una merenda, le chiacchiere, ecc.
Poi verso le 4 del mattino tutti e tre abbiamo raggiunto Valerio nel lettone.
Anche il resto (visita pediatrica, screening delle malattie del sangue, controlli) sta succedendo a domicilio.
Quale credi sia il più grande vantaggio del parto in casa?
Innanzitutto, essere assistita da persone che conosci, che ti conoscono e che sono a tua completa disposizione. In ospedale ti capita l’ostetrica di turno: potrebbe essere chiunque! E poi, l’essere a casa tua: niente corse in macchina, niente “oddio ho rotto le acque sull’ultimo premaman pulito e adesso cosa mi metto”… arriva tutto da te, quando lo chiedi, dove chiedi di metterlo.
Per inciso: io e te credo abbiamo partorito una volta nello stesso ospedale. Vogliamo confrontare il tuo tè prezuccherato servito nel piatto da minestra all’orario prestabilito con il mio earl grey con panettone portato alle 3 del mattino da un marito che per l’occasione ha pure scoperto dove teniamo il servizio buono?
Dice Sheila Kitzinger: «Il fatto che la donna partorisca in casa è una decisione politica, l’asserzione della sua determinazione a riappropriarsi dell’esperienza del parto. Partorire in casa può significare cambiare la società». Sei d’accordo?
Fare un figlio è un progetto che ha una durata media di 25 anni, rispetto alla quale il parto è un evento microscopico. Io credo che la società la cambi riappropriandoti del modo in cui li cresci e li educhi, i figli. Indipendentemente da come sono nati e da chi li ha messi al mondo.
Le scelte sul parto le ho fatte senza pensare tanto nè ai miei figli nè alla società.
La domanda di base era: siccome mi aspetta un numero imprecisato di ore tra dolori atroci, cosa mi permetterebbe di affrontare il tutto nel modo migliore possibile?
Alcune donne si sentono più sicure sotto le mani di un chirurgo, altre in una struttura attrezzatissima, io ho scelto il mio salotto.
Siti
Nascere a casa
Mipa
La Luna Nuova
Informa Nascita
Nascere in casa
Le Dieci Lune
Documenti
Parto in casa, più richieste ma in Italia è un privilegio – Solo 1.500 bimbi non nascono in ospedale
Parto Naturale – Parto in casa
La casa maternità di Verena Schmid
Associazione Differenza Maternità di Verena Schmid
Domande frequenti
Bambinonaturale – Nascere a casa: perchè no?
Case maternità
La via lattea – Milano
Montallegro – Induno Olona (VA)
La quercia – Merone (CO)
Il Nido – Bologna
Ti ringrazio per questo racconto. Le testimonianze sono sempre preziose.
Anche io ho fatto l’esperienza del parto in casa.
La mia era stata una gravidanza normalissima fino alla fine.
Poi dopo il parto ho avuto una grave complicanza: L’eclampsia post parto.
Mi hanno ripresa per i capelli all’ospedale dove mi hanno trasferito d’urgenza.
Ringrazio il cielo di non aver avuto la crisi eclamptica nel momento esatto del parto altrimenti la mia bambina ora non la stringerei tra le braccia …
E’ vero, per il parto in casa la gravidanza deve essere fisiologica … ma chi lo stabilisce se è fisiologica?
Di certo l’ostetrica non sempre è in grado … ciò che mi è successo si poteva prevedere ma la mia ostetrica (tanto decantata e famosa) non ci è riuscita (o non ha voluto) ed ora eccomi quì con tutti i miei problemi: depressione, crisi coniugale (mio marito era contrario al parto in casa), reni e fegato sballati …
Altro che enpowerment della donna …
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_629_ulterioriallegati_ulterioreallegato_1_alleg.pdf
(F. sa Roma)
Ciao a tutte! appoggio annalisa! avere delle ostetriche competenti e di fiducia pronte a consigliarti e a seguirti per ogni dubbio e problema, ti rassicura e ti da grande tranquillità! Soprattutto con il primo figlio, quando tutto è nuovo!
Per me la paura non era il parto ma l’ospedale. Troppe amiche avevano avuto problemi con parti indotti, accelerati e questo mi spaventava molto. Fortunatamente ho avuto una gravidanza fisiologica e il mio bimbo è potuto nascere in casa maternità (a Merone). Per me è stato il giusto compromesso tra la nascita a casa e l’ospedale.
In ogni caso se ci fosse stata anche solo la parvenza di qualche problema ci sarebbe stato tutto il tempo di trasferirci in ospedale!Tutto è andato molto meglio delle aspettative! E’ stata un’esperienza indescrivibile e anche mio marito è riuscito a non perdersi neppure un istante della prima settimana di Davide!
Cioa, ho letto e molto apprezzato l’intervista , inoltre condivido tutto quanto ha detto Laura. TRa le otivazioni per cui io ho scelto il parto a casa aggiungerei la vicinanza con il papà, non potevo tollerare l’idea che no rimanese con noi la prima notte di vita di nostra figlia e cominciasse già a perdersi dei momenti così importanti.
Vorrei rassicurare le scettiche sul parto a casa sul fatto che al minimo problema ci si può trasferire in ospedale, io purtoppo ho dovuto farlo, perchè avevo il liquido tinto, ma il tutto è avvenuto in modo piuttosto calmo e non convulsivo e con la mia super ostetrica sempre al mio fianco che mi faceva mantenere l’attenzione su quello che stavo facendo. Arrivati in ospedale Emma è nata in 40 minuti, senza alcuna complicazione e dopo la visita del pedatiatra siamo tornati subito a casa. Tra poco nascerà il fratellino e non ho dubbi: attiverò sicuramente il parto a casa. E’ impagabile anche solo il fatto di essere seguita quotidianamente per tutto il puerperio da due persone con le quali hai costruito un rapporto di fiducia già dalla gravidanza e sapere di poter chiedere aiuto per qualsiasi problema. Al quarto giorno di vita di Emma avevo dei problemi con allattamento, così la mia super ostetrica ha aperto latte e coccole alle 9 di sera solo per aiutarmi. Non potete immaginare che rassicurazione sia avere qualcuno che ti sta così vicino nel dopoparto.
Si, Paola, ci pensavo anche io alla soluzione, diciamo così, a cavallo tra industrializzazione totale della nascita (ospedale) e parto in casa.
Io ho sentito parlare molto bene della Stanza della Cicogna di Cittiglio (VA), sia come struttura, ma soprattutto come personale.
Foto – Forum Anep
La Cicogna – Forum Anep
I due anni della Stanza della Cicogna
Ho giusto scoperto da una mamma in attesa che dentro l’ospedale di Careggi a FI hanno organizzato una casa di maternita`. Credo che come soluzione sia molto intelligente, ambiente familiare (anche se non casa tua), ma reparti vicinissimi. Lei ha pero` giustamente ribattuto: "ma perche` non fanno direttamente i reparti piu` umani?". Bella domanda!
E’ sempre un piacere leggere i tuoi articoli (permettimi di non chiamarli semplicemente post): hai un’accuratezza invidiabile. Grazie!
Come al solito: chiara, efficace, diretta. BRAVA!
Cecilia, io sono la prima che ha detto che non avrebbe mai il coraggio.
I motivi sono tanti, come spiegavo a Laura:
– se subentrano complicazioni, un conto è un cesareo d’urgenza che quando sei in sala parto con la vena presa viene praticato nel giro di qualche minuto, un conto è attendere che vengano a prenderti, che ti trasportino, che ti trasferiscano, che ti prendano la vena eccetera…
– un’emorragia, un’embolia, una complicazione che necessiti della rianimazione per la mamma o dell’intensiva per il bimbo.
Insomma, sono tante le paure.
Però sono consapevole che sono, appunto, paure mie, non so nemmeno quanto fondate.
Perché il parto è un evento fisiologico che nella stragrande maggioranza dei casi si svolge senza complicazioni.
E sono consapevole che quello che ha vissuto Laura dev’essere meraviglioso.
Anche la bimba di Laura sai aveva il cordone intorno al collo?
Ma che intervento tempestivo ti hanno praticato quando sei nata? No, perché il cordone non necessita di nessun intervento tempestivo che non possa venire praticato anche fuori dalle mura ospedaliere.
A meno che non ti abbiano dovuto, che so, intubare d’urgenza.
E qui torniamo alla mia paura.
Anche il mio secondo bimbo aveva un giro di cordone. Era viola, ma non hanno fatto altro che liberargli il collo una volta nato.
Bellissimo! Ma avendo avuto un primo cesareo la cosa mi e’ preclusa a priori. E pou il papa` non lo accetterebbe du buon grado….
Devo dire che l’idea di partorire a casa mi spaventerebbe da morire. Certo, sono allettanti le comodità di cui parla Laura, ma avrei troppa paura dei rischi…
Ad ognuno il suo parto!!
se mia madre avesse partorito in casa ora non avrebbe una figlia di venticinque anni in procinto di laurearsi (sono nata con il cordone ombelicale attorno al collo e avevo ingerito il liquido. la prima immagine che i miei hanno avuto di me è stata una neonata praticamente nera che stava per morire soffocata. solo l’intervento tempestivo -dubito che sarebbe stato altrettanto tempestivo se fosse stata a casa- dei medici mi ha salvata). quindi occhio a valutare certe scelte 😉
blog interessante, ciao!
a wwm, pensa che io ho partorito a casa e uno dei motivi era che mi trovavo in un paese straniero e ancora molto sconosciuto (tipo non parlavo la lingua)!bella questa intervista alla laura,come il suo racconto,molto rasserenante!
Devo dire che ho scoperto un servizio al quale non avevo mai pensato e quasi quasi penso che piacerebbe anche a me partorire in casa.
Non lo farei mai adesso perchè già devo partorire in un paese che non è il mio quindi non me la sento proprio.
Comunque ammiro molto questa mamma e credo abbia vissuto un’esperienza meravigliosa.