Matteo
Matteo è il mio piccolo uomo. È il solito sensibile, con antenne sempre ritte e recettive, con occhioni profondi che ti scavano l’anima.
Fa ragionamenti complessi, imprevedibili e sorprendenti. Riflessioni a volte mature, a volte ancora meravigliosamente bambine.
Sono belli questi quattro anni. Quando era piccolo pensavo che non mi sarebbe piaciuto avere un quattrenne per casa, pensavo che le gioie di un bimbo veramente piccolo fossero impagabili. Sbagliavo: ogni età si sta rivelando magica. I quattro anni sono l’età dei ragionamenti complessi, l’età in cui solitamente hanno abbandonato le bizze dei due anni e desiderano, loro per primi, usare la testa, l’età in cui il linguaggio è talmente ben articolato e ricco da far detonare qualsiasi emozione.
È un bambino estremamente affettuoso e che necessita secchiate di affetto e attenzione perché vive come un dramma irreparabile qualsiasi tono alterato. Magari non reagisce nell’immediato, ma poi, anche dopo settimane, presenta il conto alla coscienza della mamma imperfetta che sono.
A scuola ha degli amici. Non compagni di sezione ma proprio amici. Ha un gruppo di altri maschietti da cui non si separa mai e a cui vuole bene.
Lui è sempre il primo ad arrivare perché alle 7.30 è già dentro e i suoi amici sono abituati ad entrare in sezione e trovarselo lì, con il suo sorriso buono che li accoglie.
Venerdì Simone l’ha portato alle 9 e racconta che quando è entrato gli amici, che pensavano non arrivasse più, gli sono corsi incontro, l’hanno abbracciato e l’hanno gettato a terra in un’esplosione di gioia. Una festa dell’amicizia.
E poi c’è la Rebecca, il suo nuovo amore a cui vuole portare un braccialettino che ha trovato in casa e che io ho meschinamente finto di non trovare più perché temo che lei lo rifiuti e che lui ci resti male.
Nei rari momenti in cui è senza Niccolò, sa godersi questa solitudine ed è capace di giocare anche due-tre ore, concentrandosi in giochi che non può fare quando gli trotterella intorno il fratello.
Portarselo in giro è come avere a che fare con un bambino di 8 anni, mai un capriccio, mai un comportamento fuori luogo: qualche settimana fa mi ha accompagnato a una visita cardiologica di controllo ed è stato più di un’ora seduto ad osservare.
Portarselo in giro è anche divertente: al supermercato, davanti al banco salumi, osserva curioso le file di affettati:
– mamma, sono tutti maiali questi?
– si, sono fatti tutti con la carne di maiale.
Riflette, poi allunga una mano e prende una confezione di mortadella, la scruta:
– mamma, questo è il culo del maiale? È rosa!
Èsempre un po’ (molto) geloso del fratello, ma da quando gli abbiamo insegnato a comunicarlo le cose vanno decisamente meglio. Capita che o io o Simone siamo concentrati a spiegare qualcosa al piccolo o anche fargli una coccola. Lui osserva da lontano e io gli leggo in faccia quello che sente. Quando vede che lo osservo, solerte esordisce:
– sono geloso in questo momento.
E così si prende le sue rassicurazioni e le sue coccole e tutto si risolve senza drammi e sofferenze.
Niccolò
Niccolò durante queste feste di Natale ha migliorato molto il suo linguaggio. È ancora un po’ incomprensibile ai più, ma forma frasi complesse, chiacchiera di continuo, coniuga i verbi e mette qualche articolo. Ha alcune parole che sono ancora quelle coniate quando ha iniziato a parlare, come chitto (piccolo), onninnì, valuvaluvale (una nenia che si canta quando gioca). È tanta la soddisfazione per questa nuova conquista che quando ha molte cose da dire balbetta un pochino ed è tenerissimo.
È sempre il solito iperattivo: con una mano mangia, con l’altra mano smonta il tavolo, con una mano beve, con l’altra prende le chiavi e apre la porta.
È assolutamente incapace di stare fermo e seduto per più di 5 minuti. L’unico momento in cui sta seduto, non dico fermo, ma seduto (o in ginocchio) è a tavola.
Come ha infilato nelle fauci l’ultimo boccone è già in giro a fare guai.
Ha imparato a chiedere ‘cusa quando fa male a suo fratello senza volerlo o quando combina un guaio accidentale.
Ha una passione per i video di quando era piccolo o di quando eravamo al mare. Li guarda e riguarda dieci volte al giorno.
L’effetto Teletubbies è esaurito e non è stato sostituito da nient’altro. E’ comprensibile: guardare la tv significa stare quasi fermo almeno per qualche minuto.
Tossisce mettendosi la paffuta manina davanti alla bocca.
Va al nido molto volentieri, come l’anno scorso.
E’ un porcellino: si sporca in modo indecente (suo fratello se si macchia la maglia diventa isterico), quando mangia sembra siano passate le cavallette, butta cibo ovunque, lancia pagnotte, è ingestibile.
Qualcuno lo chiama lo zingaro (senza offesa per l’etnia): ha imparato che essendo il più piccolo deve difendersi come può. E così non subisce niente: restituisce ceffoni e urla a suo fratello come fa un bambino di 5 anni.
Non è ubbidiente: testardo, come non ho mai conosciuto nessun bambino, se decide che si deve arrampicare sul tavolo della cucina e buttare per aria la fruttiera lo fa.
Non ci sono spiegazioni, urla, minacce e punizioni che servano a qualcosa.
Risponde in un modo che è assolutamente irritante:
– Niccolò smettila
– No, mettila tu
– Niccolò, non rispondere
– On pondere tu
– Niccolò, se non la finisci vai in camera
– No vai camea tu
E via dicendo.
Portarlo fuori è un’impresa: il passeggino l’abbiamo eliminato quando non aveva nemmeno un anno perché non ci è mai voluto stare. Non vuole dare la mano per strada e scappa da ogni parte. Ogni volta si rischia un’ischemia.
Ricordo che quando Matteo aveva la sua età e andavamo in giro, io avevo le mani sempre impegnate poiché trasportavo Niccolò di 6 mesi nell’ovetto. Matteo mi ha sempre seguito come un omino, senza mai allontanarsi una volta dalla mia gamba.
Ma è anche un cancerino da manuale. Tra la scorza ribelle e testarda, spunta spesso la capacità di prendersi cura di chi ha intorno. E così capita che mentre stiamo per uscire dal nido, lui riconosca il pianto della Dudi, si tolga giacca e cappello, li butti per aria e corra in sezione a darle una carezza.
Insieme
Insieme litigano. Insieme a volte si menano (anche se molto meno). Insieme urlano.
Ma finalmente insieme giocano, ridono e, soprattutto, ora che Niccolò ha affinato il linguaggio, insieme chiacchierano.
Si cercano molto. Si curano uno dell’altro. Si aiutano a vestirsi e svestirsi, a tagliare le pietanze, a costruire torri con i Lego.
Le prime domande di entrambi quando vado a prenderli a scuola sono: ve Teo? Dov’è Nichi?
Quando Matteo si lascia andare e non si lascia imbrigliare dalla sua timidezza, capita che gli corra incontro e gli dica: “mi sei mancato”.
Si spaventa da morire quando Niccolò fa qualcosa di pericoloso o afferra qualcosa di contundente, si accerta mille volte che il pesce di Niccolò sia spinato per bene, che la carne non sia in pezzi troppo grossi, che non metta in bocca troppa mollica.
Dal canto suo il piccolo ricambia con un’ammirazione infinita per questo fratellone.
Non si direbbe mai che sono fratelli, sembrano cresciuti in famiglie diverse, con un’educazione collegiale uno e con la mala educación l’altro.
Matteo è il mio mare mattutino, quello calmo della bassa marea, quello in cui anche un piccolo sassolino crea un grande movimento di cerchi concentrici.
Niccolò è il mio mare mosso, quello che spumeggia e si infrange senza mai calmarsi, quello in cui puoi gettare qualsiasi cosa senza che il suo movimento confuso ne risenta.
Yaya dice
Cara Silvia,
che meraviglia la tua analisi! Così obiettiva e così piena di amore!!!
Li ami entrambi per quello che sono.
Comunque sembra una cosa comune che i primi siano caldi mentre i secondi scalmanati, lo stesso i miei nipoti, il maschio talmente calmo da sembrare alieno, la femmina arrivata dopo 4 anni una peste!!! La femmina istiga il maschio, lo pesta, eppure si cercano se sono lontani.
E i genitori (mio fratello e mia cognata) di certo apprezzano la calma del maschio, ma si sciolgono quando la femmina cerca tenerezze :biggrin:
Mia figlia di 3 anni è buona ma vivace, testarda ma riesco ancora a farla ragionare.
Mio marito dice che è tremenda, ma non sa quel che dice, nostra figlia è moooooolto gestibile!!!!
E se tanto mi da tanto, la seconda che nascerà settimana prossima, sarà agitata come intende mio marito….
Ma sarà bello scoprire un carattere diverso e cercare di capire come far andare d’accordo le due sorelle, come farsì che si rispettino.
Forse, poi, tutto si risolverà da sè, seguendo il naturale corso…
Un abbraccio affettuoso.
Yaya
Sognodime dice
Questo post è dolcissimo ed anche per una non-ancora-mamma come me, è emozionante il ritratto che fai dei tuoi bambini.
Annalisa dice
E’ incredibile! Avrei potuto scrivere cose molto simili dei miei due bimbi: Daniele, 3 anni e mezzo, e Simone, 1 anno e mezzo. Anch’io ti rubo la metafora del mare: complimenti! Racconto bellissimo!
MousyMousy dice
…Lo sguardo dolce di Matteo e il sorriso di Niccolò.
Che emozione!
Silvia dice
Maddy, anche a me non facevano impazzire sai?
maddy dice
Ma che belli sono i tuoi figli!Non solo per come li descrivi, sono proprio belli, con quell’aria imbronciata viene voglia di strapazzargli le guanciotte di baci!E te lo dice una a cui i bambini non fanno proprio impazzire… 🙂
vale dice
che bello Silvia, cercavo Mattia nelle tue descrizioni, ma è diverso dall’uno e dall’altro. E’ un post che fa riflettere sui propri figli, brava!
chiara dice
emozionante, commuovente, così vero e rispettoso delle peculiarità di ciascuno dei due.
Silvia dice
Il lord e il lordo è MERAVIGLIOSA!!!
beba dice
me lo sono divorato questo racconto…
"secchiate di affetto"… quanto hai ragione ne hanno bisogno sempre.
anche i tuoi sono come i miei due uno lord che non si macchia mai e uno "il lordo" come lo chiamo io sempre zozzo e felice di esserlo…
quanta vita c’è in questi racconti silvia
Silvia dice
Cuspide cancro! Caratterino complicato. 🙂
Erika dice
Ciao a tutte!
Concordo con tutti i commenti letti.
Io ho un maschio e martedì ho scoperto di essere in attesa del secondo (maschio appunto).
Chissà…spero di poter fare anch’io in seguito questi bellissimi resoconti/confronti!
P.S.: DDP 22/06, Cancerino giusto? O Gemelli? Scusate l’ignoranza 😉
improvvisamente in quattro dice
Che bella descrizione…
Mi hai trasmesso una tenerezza infinita…
miks dice
se sono le iniziali, il/la prossimo/a, mettigli/le un nome con la S….vedrai, sarà un angioletto!!
Silvia dice
Saranno le iniziali Michela! 😀
wwm dice
Oddio Silvia che belle descrizioni.
Matteo è proprio come il mio SuperT. Lo riconosco in molte cose che scrivi…
Ciò mi fa pensare che il o la secondo/a sarà un po’ più turbolento.
A volte è un pensiero che mi preoccupa ma sempre più spesso sta diventando un pensiero felice. Due figli che si completano, che nella loro diversità si cercano e si vogliono bene.
L’arrivo di un fratello o una sorella per SuperT sarà una meravigliosa e impegnativa avventura!
Cristina dice
Meraviglioso spaccato di famiglitudine!
un bacio.
Mammamsterdam dice
Sono bellissimi e fra un po\’ diventeranno meno faticosi. Orso, il mio piccolo, è un testone anche lui, si arrabbia e mi dice che posso andare ad abitare da un\’altra parte, ma basta prenderselo in braccio e coccolarlo, o distrarlo, o spiegargli ragionevolmente il perché certe cose si possono fare o no, e in qualche modo ci si aggiusta.
E poi più crescono più sono complici. Anche contro di te, stai pronta.
Rossana dice
Una foto di Niccolò meno imbronciato, no? 😀
Sono belli da matti questi ritratti, e soprattutto doverosi. Perché poi crescono, e non te lo ricordi più. Invece qui puoi rileggere, e rituffarti in quei momenti, come se non passassero mai.
giuliana dice
ciao Silvietta, ho letto questo racconto con emozione, rapportandolo al femminile. Questo torello insieme al cancerino sono la copia in blù delle mie fanciulle rosa.
piattinicinesi dice
molto bello questo post, Silvia, non è facile descrivere i propri figli e tu l’hai fatto benissimo.
spesso di maschietti fratelli sono così, è bello che siano l’uno l’opposto dell’altro e ancora più bello quando si cercano.
la metafora del mare mi è molto piaciuta, te la rubo per tenermela dentro al cuore