Domanda
Dott.ssa Agnone, Buongiorno.
Le scrivo per avere un consiglio poichè mi trovo ad affrontare una situazione che non so bene come gestire e, anche se magari banale, mi crea molta sofferenza:
mia figlia di 6 anni ha conosciuto e legato molto con un bambino sin dal secondo anno di asilo. Noi genitori, trovandoci bene insieme, abbiamo condiviso molte esperienze, gitarelle, giornate ed occasioni insieme. Non di rado i bimbi si fermavano a casa uno dell’altro ,come è anche normale sia fra due bambini di quest’età. Poco tempo fa , dopo un estate di progressivo allontamamento , noi genitori abbiamo litigato per motivi futili e a mio avviso decisamente esagerati. Il problema è ora che mia figlia vive costantemente in attesa che il suo amico venga da lei a giocare, di poter condividere un’esperienza o una giornata con lui, con cui aveva tante cose in comune come gusti, passioni etc e noi non sappiamo cosa rispondere queste sue richieste, se temporeggiare, se dirle qualcosa in merito all’amicizia tra noi grandi che è finita e questo purtroppo complica le cose.
Preciso che loro si vedono a scuola tutti i giorni anche se ultimamente lei mi sembra piuttosto delusa dal comportamento di lui, come se la trattasse in un modo diverso da prima e non escludo sia così, perchè se noi stiamo ben attenti a non denigrare o parlare male dell’amico e dei genitori in sua presenza, sono certa che loro non abbiano la stessa accortezza, ma tutta questa crudeltà gratuita verso dei bambini di 6 anni mi fa friggere il sangue.
Loro sono solo due bambini che si sono scelti e sono legati da un affetto sincero, cosa ne possono delle folli manie e psicosi dei grandi ? La ringrazio se vorrà darmi un consiglio su come e cosa dire a mia figlia in merito, se lo ritiene opportuno o se , come sono propensa a pensare a volte, supereranno tutto da soli.
Grazie.
Risposta
Cara Sara,
non credo la questione sia futile, se la mettiamo sotto al titolo più ampio che riguarda la delusione e la sofferenza che fanno parte della vita. Come genitori, hai usato proprio il termine giusto, ci sentiamo friggere il sangue quando i nostri figli sono costretti a venirne in contatto. Ma la verità è che non possiamo evitarlo.
Ci sono situazioni spiacevoli che generano dolore, dispiacere, delusione. Quella di perdere un amichetto per cause indipendenti dalla tua volontà è una di queste. Ma lo sarebbe stata anche se i due bambini avessero litigato a morte senza che voi genitori vi foste messi l’uno contro l’altro.
Quello che voglio dirti è che non possiamo tacere ai bambini che la vita è fatta anche di questo, ma abbiamo certamente il dovere di infondere loro la speranza. Col nostro esempio, in primo luogo, ma anche con il nostro sostegno e la nostra vicinanza.
Dobbiamo avere profonda fiducia nelle capacità riparative che la vita ha verso questi momenti più brutti, che tutti eviteremmo volentieri, ma che sono poi quelli che ci aiutano a crescere o che danno alle nostre vite una piega che non avremmo immaginato.
A volte si dice che non tutto il male viene per nuocere e il senso credo sia proprio quello che ogni giorno, bello o brutto che sia, ci rende le persone che siamo.
Io non so dirti se i bambini riusciranno a tenere stretta la loro amicizia nonostante quello che è capitato a voi genitori, o se il loro rapporto si allontanerà. Di certo una spiegazione chiara, pulita, su quello che è accaduto aiuterà tua figlia a comprendere e accettare. Senza spiegazione non c’è nemmeno accettazione. Aiutala a trovare le sue soluzioni, qualunque esse siano: un nuovo modo di restare amici, o la possibilità di dimenticare.
Ti faccio i miei migliori auguri.
Isabella dice
Non è facile trovarsi in queste situazioni, si vive nell’incertezza, e si pensa ogni giorno di aver sbagliato