Domanda
Gentile Dott.ssa Agnone,
sono mamma di Alessandro, che compirà 7 anni a gennaio e che frequenta da poche settimane il primo anno di elementari. E’ sempre stato un bambino vivacissimo, che non sta mai fermo e ieri pomeriggio infatti, per la seconda volta da quando è iniziata la scuola, le insegnanti (davanti al bambino), mi hanno detto che Alessandro è sempre sempre in piedi, disturba gli altri compagni e prende sempre le cose degli altri.
Mio figlio ci è rimasto malissimo (io anche) era molto mortificato e aveva due occhioni da pianto. Io naturalmente quando siamo arrivati a casa l’ho sgridato con ennesimi castighi annessi (no cartoni animati-ritiro dei gogo, pupazzetti preferiti).
Ma la mia domanda è, in che modo mi devo rapportare con lui? E con le insegnanti?
Spero mi aiuti.
Risposta
Carissima,
la prima cosa che apprendo dal tuo racconto è che Alessandro è mortificato dal rimprovero delle maestre. Mi sembra il segno di una consapevolezza (proporzionata all’età, ovviamente) rispetto a quanto sia importante per lui comportarsi bene ed essere apprezzato da un adulto: ha capito di aver sbagliato e se ne è dispiaciuto.
Ma certamente è un bambino, ed è appena all’inizio del primo anno di scuola elementare. Ciò significa, a mio parere, che ha ancora tanto tempo per imparare le regole del comportamento scolastico, che in asilo ovviamente non avrà potuto sperimentare appieno.
Come ho già scritto in qualche risposta precedente, spesso il comportamento vivace del bambino a scuola è un appello relazionale ad un adulto che non lo sta guardando per come lui avrebbe bisogno.
Di certo il tuo ruolo è molto importante: intanto nel riconoscimento delle sue emozioni, come ad esempio la mortificazione che hai notato per il rimprovero. Sarebbe utile in questo caso che tu avessi la possibilità di dirgli che l’hai vista (accoglierla, riconoscerla, legittimarla), e magari farti dire da lui come si è sentito in quel momento. La verbalizzazione, possibile con bambini di questa età, è molto utile ad elaborare i vissuti, molto più che un castigo.
Trovo molto importante che i genitori abbiano la possibilità di essere coerenti e chiari rispetto alle regole educative, di comunicare cosa approvano o disapprovano in modo semplice, diretto, congruo: le parole hanno un effetto da non sottovalutare nella nostra relazione coi bambini.
Al contrario una reazione di rabbia eccessiva o comportamenti punitivi da parte dei genitori possono far passare il messaggio che questa sia l’unica modalità con cui affrontare i problemi. Quando scegliamo i nostri metodi educativi non dobbiamo mai dimenticare che stiamo formando degli individui che saranno gli adulti di domani.
E’ molto importante, inoltre, oltre che parlare dei fatti che accadono, e su come entrambi vi sentite quando accadono, che il bambino abbia la possibilità di mettere in atto un comportamento ripartivo all’errore che ha commesso: è il sistema più efficace per imparare che nella vita esistono gli sbagli, ma anche la possibilità di rimediare. Potreste concordarlo insieme, o in alcuni casi scegliere lui stesso cosa fare per rimediare. Si sentirà così efficace, non svilupperà sentimenti di frustrazione o rabbia, ed avrà sicuramente imparato un’importante lezione.
A volte riparare ad un errore facendo una buona azione (ad es: ho disubbidito, quindi aiuterò a sparecchiare la tavola) serve al bambino per comprendere il peso di uno sbaglio, la morale di un insegnamento, e, cosa non da poco, per imparare il valore della legalità.
I bambini spesso possono sorprenderci nella loro capacità di scegliere come rimediare.
Questa potrebbe essere un’opportunità per cominciare a riflettere su come cambierà il rapporto tra te e Alessandro ora che lui inizia un nuovo ed importante ciclo della sua crescita: la scuola elementare, i compiti, tante nuove difficoltà da affrontare per crescere.
Non so molto di voi, e di come avete costruito la vostra relazione finora, ma di certo questo momento è importante sia per te che per lui: i tuoi dubbi (nella tua domanda per me) su come affrontare queste nuove tappe, sono il corrispettivo di quelli che lui ha sul nuovo mondo che ha davanti (quello scolastico) e che non conosce.
Ha bisogno certamente di qualcuno che gli spieghi tante cose su “come funziona la scuola elementare”.
Andando a te… di cosa hai bisogno per “affrontare” le maestre? Come ti senti quando sei davanti a loro? Che aspettative hai? E soprattutto, come vorresti essere percepita da chi rappresenta la figura adulta di riferimento per tuo figlio, in tua assenza, durante le ore scolastiche?
Mi pare superfluo dire che migliori saranno i rapporti tra genitori ed insegnanti, più serena sarà la “traversata” per Alessandro, ma sono consapevole che le relazioni tra le persone talvolta sono complesse, e ci sono tante variabili che entrano in gioco quando una maestra si rivolge ad un genitore, e viceversa. Sarebbe utile per entrambe le parti poter comunicare francamente su quali sono gli obiettivi formativi ed educativi che avete su Alessandro, per scoprire cosa avete in comune e in cosa differite: scambiarvi i punti di vista su Alessandro non può che fornire a ciascuno una visione più integrata della sua crescita.
Ti chiedo scusa per le domande che ti ho rivolto, ma ho provato a far sì che diventino punti di riflessione per te che, come Alessandro, sei all’inizio di una nuova avventura. Pur nei limiti delle informazioni a mia disposizione, spero di esserti stata di aiuto. Resto a tua disposizione per eventuali chiarimenti.
Dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa
Claudia - La Casa Nella Prateria dice
Bellissimo post. Mi piace molto il concetto di “rimediare” all’errore commesso e non di “subire” una punizione.