Quali sono i pro e i contro della mia vita da blogger? Cosa mi sta regalando questo spazio? Cosa mi sta togliendo?
Vediamo.
Istantanea: regalare ai miei futuri adolescenti, ragazzi, uomini un’istantanea della loro infanzia e della crescita loro e nostra.
Sguardo: osservare e studiare i fatti e le circostanze in modo prismatico.
Catarsi: riuscire a sdrammatizzare le situazioni e mettere a fuoco con più precisione ciò che accade.
Introspezione: aiuto a sbirciare un po’ tra le pieghe di me stessa (non che ne avessi bisogno, affondo già bene di mio, ma insomma, melius abundare…)
Intrecci: incrociare vite, realtà , situazioni e tessere nuovi rapporti.
Sostegno: è un punto di distintività di questo blog, non preventivato, ma ormai imprescindibile.
Contro
I contro sono riassumibili in toto con una frase che mi è stata detta non ricordo più da chi:
saresti l’amante ideale, sei così pubblicamente esposta che non potresti mai creare problemi.
Ora, posto che le persone non sanno tante cose legate al Web


I pro sono tanti i contro solo uno.
Vi toccherà leggermi ancora…almeno fino a quando non deciderò di autodistruggermi aprendo il vaso di Pandora .
Erano troppo cattivi e superbi gli uomini da qualche tempo. Giove, il possente nume che governava il Cielo e la Terra ne era proprio stanco.”Bisogna punirli” si disse. E, chiamato presso il suo trono il fabbro Vulcano gli comandò di fabbricargli una donna. “Fabbricare una donna!!! Ma non é la stessa cosa che cesellare lo scudo di Minerva o sbalzare l’armatura di Marte!” gli disse. “Obbedisci!!” ripeté Giove, severo. “Ho bisogno di castigare gli uomini che stanno diventando veramente malvagi!” E Vulcano obbediente se ne tornò alle sue fucine e cominciò a costruire la donna.
Con le braccia vigorose, la modellò in argilla dal capo alle piante, la fece disseccare, le plasmò con dita sapienti un volto soave, la colorò di tenero rosa e le diede come anima una scintilla del fuoco divino che ardeva nei forni immensi dell’Olimpo. Allora la donna aprì gli occhi, sorrise e le sue membra si mossero con grazia; era in tutto simile alle bellissime Dee. Accorse Minerva ad ammirarla e le donò una cintura di perle e un abito ricchissimo di porpora e gemme; le Grazie le adornarono il petto e le braccia di gioielli scintillanti; Venere, la dolce dea dal sorriso adorabile, sparse sulla testa della fortunata ragazza tutte le più squisite grazie femminili, mentre le Ore dalle lunghe trecce dorate inghirlandavano la donna appena creata con serti di rose vellutate e profumate. Anche Giove volle offrire il suo dono alla bellissima mortale, prima di mandarla fra gli uomini. “Io ti metto nome Pandora ” disse Giove. “E il tuo nome vuol dire la donna “di tutti i doni” e a quelli che hai ricevuto ora, aggiungo il mio. Eccolo, tu porterai questo vaso con te, quando andrai sulla terra. Esso contiene tutti i mali che possono far piangere, soffrire, rovinare gli uomini. Guardati dunque dall’aprirlo, essi sfuggirebbero tutti per il mondo; mentre invece chiusi lì dentro, rimarranno imprigionati in eterno e non potranno nuocere a nessuno“.
La donna accolse grata il dono del nume e su di un cocchio a forma di cigno, scese sulla Terra ove il Fato aveva stabilito che dovesse diventare la sposa di un re. Ma la curiosità, a poco a poco, prese a roderle il pensiero: che cosa dunque conteneva il prezioso vaso intarsiato donatole da Giove? Tutti i mali aveva detto il nume? Ma come erano fatti? Quali erano? E se avesse aperto appena un pochino il coperchio e avesse curiosato con precauzione da uno spiraglio?
Piano piano la donna sollevò il coperchio, ficcò il viso nella breve fessura, ma dovette staccarsene subito inorridita. Un fumo denso, nero e acre usciva a folate enormi dal vaso e mille fantasmi orribili si delineavano in quelle tenebre paurose che invadevano il mondo e oscuravano il sole. C’erano tutte le malattie e tutti i dolori e tutte le brutture e tutti i vizi. E, tutti rapidi, inafferrabili, violenti, uscivano dal vaso irrompendo nelle case tranquille degli uomini. Invano Pandora, cercava affannosamente di chiudere il vaso, di trattenere i Mali e di rimediare al disastro. Il Fato inesorabile si compiva e da quel giorno la vita degli uomini fu desolata da tutte le sventure scatenate da Giove. Quando tutto il fumo denso fu svaporato nell’aria e il vaso parve vuoto, Pandora guardò nell’interno: c’era ancora un grazioso uccellino azzurro; era la Speranza, l’unico bene rimasto ai mortali a conforto delle loro sventure.
Giove aveva punito gli uomini con la curiosità rovinosa di Pandora, aveva voluto che i Mali fossero liberi di causar loro infiniti castighi, ma aveva anche donato alla vita travagliata che egli stesso aveva imposto all’umanità, un dolce azzurro conforto: la Speranza che non abbandona nessuno. 1
1 ESIODO, Opere e giorni (Ἔργα καὶ Ἡμέραι), vv. 96 ss
Ciao, sono una nuova mamma blogger.Dopo innumerevoli tentativi sento che questa volta posso farcela. Sicuramente ho molto più materiale ora. La mia bimba è la mia fonte principale di ispirazione.
Cmq quoto in pieno ciò che hai scritto.
Se vuoi passa a trovarmi.
ciao
Dici che i tuoi figli da "grandi" leggeranno i tuoi post, come un regalo, beata te! Pensa he io invece nel mio consuntivo penso che le mie se leggono tutto mi "si" rivolteranno contro!
un abbraccio, extramamma
Ti dico una cosa…
"Psiche che apre lo scrigno d’oro" è appesa vicino alla porta del mio studio
Non sono mamma e non lo saro’ per ancora molto tempo credo, ma sei stata una bellissima scoperta!Dritta dritta fra i preferiti!!!!

Non è necessario essere "alla pari" per un confronto costruttivo.
A me non importa nulla se chi mi commenta ha un blog o meno.
Le idee, le opinioni e le esperienze sono preziose in egual misura.
La seconda è che chi ti ha fatto quel commento non ha mai letto i tuoi post! quello che mi piace e che trovo molto bello è il tuo equilibrio:è vero che c’è la tua faccia e il tuo nome, ma il modo con cui limi i tuoi post e i tuoi commenti apre al dialogo piuttosto che solleecitare a "spiare" la tua vita. è vero, in questo modo non urli, ma semplicemente mi sembra un modo di essere coerente con la motivazione per cui hai aperto questo blog. ed è una cosa da ammirare…
per finire, io non ho un blog né sono su facebook perché non ho trovato una motivazione coerente come la tua e anche se – da quando mi sono trasferita – alcuni mi chiedono di rendermi "visibile" in questo modo non ci riesco, mi sembrerebbe infatti di lasciar razzolare le persone nel mio cuore con gli scarponi… essere semplicemente oggetto del pettegolezzo altrui fornendo elementi non mi sembra una buona motivazione per aprire un blog…
Posso però dirti che da quando ti commento più spesso e penso all’asimmetria di questa relazione – e di quella con altre mommy bloggers – penso che forse si lo potrei aprire, ma soltanto perché in questo modo potrei confrontarmi meglio con voi (altrimenti, vi manderò tante @….
).
insomma, spero di aver scritto con chiarezza, sono un po’ confusa.
ti auguro di continuare ad aver voglia di essere un funambolo, io ti leggerò volentieri!
buona domenica
ciao intanto! è due giorni che penso al tuo post e sostanzialmente sono giunta a ragionare su due cose…
La prima è che deve esserci un bel ribollire dentro di te se ti ha fatto ripensare al vaso di Pandora, e mi spiace perché pur non conoscendoci mi hai aiutato in più di un faticoso momento e mi piacerebbe poterti tendere una mano o ascoltarti davvero e chissà magari ne uscirebbe una risata invece che un urlo…
Anna, grazie, sei carissima.
Tra gli effetti dell’essere pubblicamente esposta ti dico che, leggendoti, oramai mi sei così familiare che al tuo post sulla solitudine in albergo a Varese ero fortemente tentata di scriverti: CONTATTAMI, non startene la sera chiusa da sola in hotel, soprattutto a mangiare (so quanto può essere deprimente).
Se non l’ho fatto è solo perché, vista la mia frugoletta di 5 mesi, gestire le uscite in orario serale mi è veramente difficilissimo e quindi non potrei mantenere la promessa di prendere nemmeno un caffè insieme…
La accetti come solidarietà virtuale?
io posso solo dire che scrivo per due motivi: uno per curarmi e cercare di risorgere dopo un brutto avvenimento della mia vita, come mondopapy ( anche se da una cosa diversa ); e l’ altro per lasciare a mio figlio il diario di un percorso che la sua mamma ha fatto insieme a lui, nella gioia e nel dolore della nostra vita di tutti i giorni.
pubblico le foto mie e di mio figlio e semplicemente butto giù i miei pensieri quasi quotidianamente.
non so cosa sia giusto o sbagliato, credo solo che i blog siano una bella invenzione perchè, a differenza di un diario, danno la possibilità di condividere esperienze, passioni, gioie e dolori con tante persone simili o no a noi. e questo ci aiuta a curarci, a confrontarci, ad informare, a stare meglio con noi stessi e con chi ha voglia di leggerci.
ogni blog è una sota di viaggio e come tale penso che ognuno lo debba fare come meglio crede, come si sente, nel modo più sereno possibile.
paola
p.s. silvia, ti ringrazio immensamente per le infomazioni che stai recuperando sul mio parto. spero siano utili anche a te. hoprovato più volte a rispoderti ai messaggi ma tutte le volte l’ e-mail mi tornava indietro come non inviata. ti ringrazio di cuore.
c’è un blog dove l’autore inserisce ogni giorno una favola nuova, magari da leggere la sera. Ne sito linkato ci sono anche i file con le favole raccontate a voce. Grande!
Io ringrazio tutti di questo bellissimo confronto.
Stiamo scrivendo assieme una bella pagina duepuntozero.
Rispondo brevemente a Mondopapy, sentendomi in parte coinvolta nella sua replica sul concetto di "coraggio". Ognuno misura il coraggio (o la bontà o l’onestà o qualsiasi altra virtù che più lo affascina e gli assomiglia) in base al proprio, personalissimo, concetto esperito di tale virtù. Coraggio per me è licenziarsi da un posto di lavoro noioso per affrontare una passione saltando nel vuoto-per altri sarà solo un gesto inconsulto, per altri un’idiozia pura e semplice. Coraggio per me è mettere in discussione rapporti apparentemente solidi ogni volta che ci sentiamo anche solo un po’ meno felici di una volta. Per altri una forma congenita di masochismo sentimentale, per altri ancora un’incontentabilità da insicurezza patologica. E potrei proseguire.
Non conosco il tuo blog, il tuo passato (che intuisco doloroso) e il tuo presente ma reputo comunque coraggiosa, per quanto attiene alla mia indole e alla mia sensibilità, l’esposizione pubblica e in buona fede di uno stato d’animo.
Il narcisismo, Silvia, io lo leggo tra le pagine di chi scrive di sé: non per gli altri o per sé. E non sempre questo è più diffuso in blog anonimi, al contrario. Come se la visibilità debba essere a tutto tondo, una coerenza di impianto stilistico. Ma non lo considero un difetto, non necessariamente.
Cerco di riordinare le idee e i pensieri… Io sono una di quelle che scrive con il suo nome ma non con il cognome e che non ha pubblicato foto nè sue nè dei bimbi (a immagine intera)..
Non avevo mai riflettuto sul coraggio e meno di questa scelta… Semplicemente è venuto naturale impostare il blog in questo modo…
Forse perchè già racconto di me… e forse non me la sento di pubblicare foto per una sorta di pudore di fondo.. non so…
Io ho aperto il blog quando ero incinta e costretta al riposo… ho iniziato per giorco, perchè stando perennemente a riposo avevo bisogno di riempire quel lungo tempo… E poi è diventata un’avventura bellissima… perchè sono venuta a contatto con un mondo e con delle persone che mi hanno dato e mi stanno dando tanto… perchè mi fermo a riflettere di più… perchè a volte scrivendo riesco a prendere il giusto distacco dalle cose per analizzarle meglio… perchè mi sfogo…
Vabbè! Spero di non essere stata troppo incasinata nei pensieri e in come li ho esposti!
Barbara io però più che esibizionismo e narcisismo la definirei, almeno nel mio caso, una buona autostima (almeno per quanto riguarda la corposa attività di informazione e studio che io faccio).
Per il resto sono d’accordo, anche sulle vetrine di Ego, che però ho riscontrato molto più nei blog in anonimato (non parlo di parent blog 😉 ).
Poi trovo interessante il parallelismo tra tipologia di fruizione dell’autore di un blog e fruizione dei lettori.
Donatella grazie. Prometto che quando aprirò il MIO vaso di Pandora lascerò uscire subito anche la speranza!
ehm… è il primo blog a cui partecipo ”attivamente” (se così si possono definire i miei commenti, non so neanche bene come funziona un blog! Certo mi ero anch’io un po’ stupita della tranquillità con cui ti esponi, ma come ti ho scritto via mail trovo che questo blog sia una meraviglia e che tu sia una grande! Grazie e… evviva la speranza!
Rivelarsi in un blog come fai tu è estremamente coraggioso. Un coraggio che io non avrei mai, dunque così lo percepisco. Ci aggiungo un pizzico di esibizionismo e una spolverata di narcisismo, che mal si sposano alla mia riservatezza dunque li ritengo, alla pari del coraggio, elementi imprescindibili alla vita di un blogger. Non di tutti, ma di chi fa del blog qualcosa in più di un luogo di confronto intellettuale, aprendosi a confidenze intime e personali, mostrando aspetti riservati del proprio presente/passato come io solo potrei tra amici fidati, e forse nemmeno a quelli.
Talvolta da lettrice mi sento completamente inutile. Certi blog sono solo vetrine di Ego in cerca di qualcosa che tutto è tranne che desiderio di scambio. Sono giardinetti privati chiusi da inferriate apparenti, da cui però si lascia volutamente aperto il cancello principale per permettere a chiunque di sbirciarvi dentro. In altri la partecipazione di noi "semplici lettori" diventa estremamente interessante proprio per il livello di profondità che un blog riesce a raggiungere rispetto ad altri "palchi" digitali, in virtù del livello di esposizione scelto e imposto dal suo autore, a cui in un modo o nell’altro noi lettori cerchiamo di adeguarci.
Al solito, la differenza la fanno le teste.
La prima volta che entrai nel tuo blog fu la prima cosa che mi stupì tantissimo il fatto che ti rendessi visibile con tutta la tua famiglia…sì, forse più questo mi stupì..poi con i giorni non c’ho più fatto caso, e diventò tutto molto familiare e ‘naturale’…certo è che ti ritengo sempre una spericolata funambola del blog, mantieni un equilibrio a dir poco ammirevole!!!!fiu fiu…
aspettiamo l’urlooooo …(nella bottiglia..hihi)
Vale è un’altra che scrive con il suo nome e la sua faccia.
Tiziano, hai ragione, però i motivi per cui non usare il proprio nome possono essere davvero i più disparati.
A volte è solo mancanza di coraggio, a volte (più spesso) un blog senza nomi reali è una sorta di auto-aiuto o di catarsi.
Penso a Mondopapy, ad esempio. Non so nemmeno se sua moglie legge il Blog.
Lui nel Blog si apre moltissimo, si mette proprio a nudo da un punto di vista emotivo, cosa che, ad esempio, io che ci metto nomi e visi, non mi sento di fare.
L’ho fatto una volta ma ho reso privato il post (e non escludo di farlo ancora).
Ma questo Blog è per Papy una sorta di atto catartico, è terapeutico.
Io credo che Papy si stia curando tramite quel Blog.
Dipende anche dalle motivazioni che ti spingono ad aprire un blog.
Io l’ho fatto per due motivi: lasciare ai miei figli qualcosa di "vivo" e informare. Questi due motivi non prevedono l’anonimato.
Anche professionalmente non è facile. Tutti sanno dove e per chi lavoro (sono su Linkedin). Ho deciso di non coprirmi nemmeno da questo punto di vista. Anche queste sono scelte.
Però a tratti è davvero faticoso.
Ci sono cose, personali e lavorative, che vorrei URLARE, ma non posso farlo, non ancora almeno…
risolto!!!! Comunque hai riassunto bene lati e positivi e negativi del mondo dei blog. Diciamo che un altro negativo è che il marito rompe le palle perché non vuole essere citato… Tanto non legge il blog, quindi me ne infischio!!:-)
Si è risolto il problema dei commenti? Vediamo…
Mettere il nome e la faccia sul web impone una certa moderazione e come dici tu non sempre si riesce ad affrontare come si vorrebbe certi argomenti. Ma io non comprendo come si possa fare diversamente. In fondo coprirsi dietro una identità giusto per dire cose altrimenti inenarrabili significa che nella realtà quelle cose, quei problemi non possono o non si riescono ad affrontare; tanto vale allora tacere sempre. Il coraggio o lo si trova qui e là o da nessuna parte. Anche a me al Meyer capita di incontrare sconosciuti che si avvicinano parlandomi del blog e quando li ho intorno penso che loro, perfetti sconosciuti, sanno quasi tutto della mia vita, mentre io niente della loro. Ma questo, a parte un’iniziale imbarazzo, non mi spaventa. Non credo che i nostri blog debbano diventare luoghi di sfogo barbaro, dove mandare a quel paese quel vicino o quel conoscente, sarebbe riduttivo, tanto riduttivo. Questi sono diari che puntano più in alto, puntano il là nel tempo… Ciao Silvia
Ah beh….ci tocca? ma se è una fortuna!
Prova da Explorer.
In effetti siamo proprio pochini a scrivere con nome, cognome e faccia…:D
Se mio marito non leggesse…avrei qualche capitolo in più da scrivere.
Devo risolvere questa cosa dei commenti. Ma come mai?
ok finalmente commento:hai un coraggio da leone a scrivere con nome e cognome, io nn ci penso nemmeno.
come farei a scrivere quello che penso sulle persone che ho intorno se dovessero leggermi? nemmeno mio marito legge, voglio che questo sia davvero il mio non luogo del cuore
yeahhhhhhhh ho capito come fare…provate a inviare il commento anche se nn avete scritto nulla, al secondo invio vi compare lo spazio x scrivere.
vediamo se ho ragione
prova