Il termine “esantema” deriva dal greco (εξανθέω = sbocciare) e viene utilizzato per indicare un ampio gruppo di eruzioni cutanee, che in età pediatrica prendono il nome di malattie esantematiche. Alcune sono elencate numericamente (prima, seconda, terza, quarta, quinta, sesta malattia) secondo l’ordine con cui sono state descritte per la prima volta nella letteratura medica.
Scarlattina (prima malattia)
La scarlattina è una malattia infettiva acuta contagiosa, caratteristica dell’età pediatrica, che si manifesta con febbre e angina ed è caratterizzata da insorgenza di esantema puntiforme (a capocchia di spillo). A differenza di rosolia e varicella è provocata da batteri, contagia i bambini sotto i 3 anni di vita.
Causa
La scarlattina è causata da un’esotossina pirogena, prodotta da alcuni ceppi di Streptococcus pyogenes (streptococchi beta emolitici di gruppo A). Questo patogeno può portare allo sviluppo della malattia reumatica.
Trasmissione
La trasmissione avviene mediante le vie aeree per contatto con il muco o la saliva di un paziente infetto (emesse con un colpo di tosse o semplicemente parlando). Il batterio penetra così attraverso le mucose delle vie aeree superiori e determina l’infezione.
Il picco di incidenza si verifica nel tardo autunno-inverno ed in primavera.
Incubazione
L’incubazione dura, in media, 2-5 giorni, quando iniziano a comparire i primi sintomi.
Chi colpisce
È rara sotto i 2 anni di vita ed è più frequente in età scolare.
Contagiosità
Da 1-2 giorni prima dell’inizio dei sintomi e per tutta la durata della malattia se non viene instaurata una adeguata terapia antibiotica.
In caso di terapia antibiotica adeguata (Penicilline) il bambino non è più contagioso dopo 48 ore dall’inizio della terapia.
Sintomi
In genere dopo 2-5 giorni dal contagio compaiono i primi sintomi.
Periodo prodromico
La sintomatologia inizia in modo brusco con
- febbre (che spesso arriva a 39°-40° C) e brividi
- cefalea
- nausea e vomito
- >angina rossa ovvero con una infiammazione della faringe che si manifesta con senso di costrizione alla gola e deglutizione dolorosa
- esantema (la lingua si ricopre dapprima di una patina bianca e poi, desquamandosi, diventa di colore rosso vivo con papille ipertrofiche “a lampone”).
Periodo esantematico
Entro 12-48 ore compare il tipico esantema rosso scarlatto che inizia all’inguine, alle ascelle e al collo (segno di Pastia), per poi diffondersi, nell’arco di 24 ore, a tutto il corpo.
Il volto appare rosso scarlatto tranne nella zona del naso, della bocca e del mento che, con il loro pallore, contrastano con l’arrossamento restante del viso. Questa distribuzione dell’esantema conferisce al volto un caratteristico aspetto noto come “maschera scarlattinosa“.
Le manifestazioni cutanee hanno l’aspetto di microelementi a capocchia di spillo di colore rosso scarlatto fittissimi non confluenti fra loro, che si scolorano alla pressione (segno della mano gialla) e residuano al tatto una particolare sensazione di ruvidità (a carta vetrata).
L’esantema si attenua in 3-4 giorni lasciando il posto a una desquamazione in lamelle fini che inizia dal volto e prosegue al tronco, alle mani e ai piedi.
Diagnosi
La diagnosi si basa sulla clinica e sulla comparsa del caratteristico esantema confortata dall’esame colturale del tampone faringeo.
Esistono anche test rapidi (sempre su tampone faringeo). Il titolo antistreptolisinico del siero aumenta progressivamente nel corso di 2-3 settimane.
Prognosi
La prognosi è buona e le complicanze scarse se la scarlattina viene curata in modo corretto con gli antibiotici specifici. In caso contrario può causare la febbre reumatica o reumatismo articolare acuto e la glomerulonefrite acuta.
Terapia
La terapia va attuata con antibiotici attivi sull’infezione streptococcica (penicillina, benzatina, amoxicillina, cefalosporina). Inoltre si somministrano antifebbrili e si cerca di idratare adeguatamente il bambino.
Profilassi
L’unico sistema per evitare la scarlattina è quello di tenere lontano il bambino dalle persone già contagiate. La legge italiana prevede la riammissione a scuola dopo 2 giorni dall’inizio della terapia antibiotica. La malattia dà immunità permanente ma essendo presenti diversi ceppi di questo streptococco, questa malattia si può contrarre più volte anche se l’esantema si verifica solo la prima volta.
Può accadere che una precoce somministrazione della terapia antibiotica, limiti la permanenza dello streptococco nell’organismo con conseguente minor risposta immunitaria alla malattia.
Morbillo (seconda malattia)
Il morbillo è una malattia infettiva e contagiosa.
Il suo nome (morbillo, piccolo morbo) deriva dalla contrapposizione con infezioni un tempo frequenti e violente come il vaiolo e la peste.
Leggi l’intervista di approfondimento sul morbillo
Trasmissione
Si contrae per via inalatoria.
Il morbillo è una delle malattie più contagiose che esistano, tanto che è molto difficile raggiungere l’età adulta senza essersene ammalati. Il bambino è contagioso da 1-3 giorni prima dell’inizio dei sintomi (e quindi 3-5 giorni prima della comparsa delle manifestazioni cutanee) fino a 7 giorni dopo la comparsa dell’esantema.
Incubazione
Dai 9 ai 14 giorni
Sintomi
Periodo pre esantematico
Dopo il periodo di incubazione di 9–14 giorni durante il quale possono esserci segni vaghi di malessere, inappetenza, cefalea, disturbi gastroenterici inizia il periodo prodromico (fase pre-esantematica) che dura in genere 3 giorni. In questa fase il bambino presenta una caratteristica mucosite caratterizzata da:
- congiuntivite (con fotofobia e lacrimazione intensa)
- raffreddore con starnuti e abbondante secrezione nasale
- tosse secca abbaiante
- malessere generale e febbre elevata, in genere sui 39°-40°C.
Due o tre giorni prima dell’esantema sono visibili sulla mucosa geniena a livello dei molari inferiori piccolissime macchie fugaci (scompaiono dopo 12-18 ore) bianche, simili a capocchie di spillo (a spruzzatura di calce), che prendono il nome di macchie di Köplik. Le macchie di Köplik sono patognomoniche (ovvero quando si diagnosticano rappresentano un segno inequivocabile della malattia).
Periodo esantematico
Dopo 3-4 giorni dall’inizio del periodo pre esantematico appare il tipico esantema che interessa prima il viso, vicino all’attaccatura dei capelli e dietro alle orecchie, e poi, nell’arco di 2-3 giorni, il resto del corpo estendendosi alle braccia, al tronco e alle gambe con una progressione caratteristica a “nevicata” (ovvero dall’alto in basso).
Le manifestazioni cutanee hanno l’aspetto di maculo-papule ovvero di macchioline di colore rosso vivo, lievemente rilevate al tatto, a margini frastagliati, che tendono a confluire tra loro assumendo l’aspetto di grosse macchie.
Quando, dopo circa 24 ore, l’esantema arriva ad interessare il dorso del piede, l’esantema precedentemente comparso sulla fronte ed il volto inizia ad impallidire così l’esantema procede ad attenuarsi con la stessa sequenza della sua apparizione. L’esantema si attenua in 3-4 giorni lasciando il posto ad una desquamazione cutanea. Il decorso completo del morbillo si esaurisce normalmente in 8-10 giorni anche se la tosse può persistere più a lungo.
Prognosi
Le complicanze più frequenti sono rappresentate da:
- Otite media acuta 10% dei casi
- Broncopolmonite e Polmonite (5-7% dei casi)
- Rara è l’encefalite (1 caso ogni 1000 casi di morbillo) che lascia danni permanenti in circa la metà dei casi.
- Panencefalite subacuta sclerosante (PESS): malattia degenerativa cronica del SNC che si verifica a distanza di molti anni dal morbillo
Terapia
Non ci sono farmaci specifici contro il morbillo.
Gli antibiotici vengono utilizzati solo in caso di complicanze batteriche.
Profilassi
Il morbillo è una malattia che può essere prevenuta tramite vaccinazione (immunizzazione attiva) oppure mediante somministrazione di immunoglobuline (immunizzazione passiva). L’immunizzazione passiva andrebbe effettuata entro 6 giorni dall’esposizione e trova indicazione quasi esclusiva nei bambini di età inferiore ai 6-12 mesi, nelle gestanti e negli immunodepressi.
Rosolia (terza malattia)
La rosolia è una malattia infettiva causata da un virus del genere rubivirus, della famiglia dei Togaviridae.
Trasmissione
Si diffonde tramite le gocce di saliva nell’aria o quelle per esempio lasciate su un bicchiere.
Incubazione
L’incubazione varia dai 12 ai 21 giorni, ma il contagio avviene soltanto nei 2-3 giorni precedenti i primi sintomi e per i 5 giorni che seguono l’eruzione cutanea di piccole chiazze rosate.
Sintomi
I sintomi della rosolia sono alquanto blandi: macchie rosa sulla pelle, lieve febbre, gonfiori dei linfonodi del collo e delle orecchie, dolori alle articolazioni.
terapia
La rosolia non va propriamente curata e scompare da sola nel giro di 48 ore. Eventualmente si possono somministrare antipiretici per abbassare la febbre che la accompagna e stendere del talco sulle chiazze rosate del bimbo per calmare il prurito.
Prognosi
La rosolia non è pericolosa per i bambini, ma è molto rischiosa se viene contratta dalle donne in gravidanza, perché può colpire il feto e provocare malformazioni o addirittura un aborto.
Pertanto è dovere dei genitori, una volta che sia stata diagnosticata la rosolia, avvertire tutte le donne incinte che stanno a contatto con il bambino, così come il personale dell’asilo che frequenta, che può diffondere a sua volta la notizia.
Terapia e vaccino
Non esiste una terapia specifica della rosolia, se non l’uso di antipiretici. La vaccinazione preventiva (offerta congiuntamente a quella contro il morbillo e la parotite) resta lo strumento di prevenzione più efficace, (efficacia > 95%) e che garantisce immunità a vita.
Non si tratta di una vaccinazione obbligatoria, ma altamente consigliata, e gratuita.
Il calendario vaccinale prevede due dosi di vaccino MPR: la prima tra i 12 e i 15 mesi e la seconda a 5-6 anni. Possono essere vaccinati anche i bambini dai 6 ai 12 mesi che sono venuti in contatto con un caso di morbillo o in corso di epidemia. Il vaccino può essere somministrato contemporaneamente a qualunque altro vaccino.
Un vaccino combinato chiamato MPRV, che contiene sia il vaccino MPR che il vaccino antivaricella può essere somministrato al posto dei due singoli vaccini nei bambini e nei dodicenni.
Quarta malattia
È chiamata anche malattia di Filatov Duke ed è provocata dallo Streptococco beta-emolitico di gruppo.
Secondo la maggior parte degli studiosi non sarebbe altro che una forma attenuata di scarlattina, caratterizzata da febbre ed esantema simile a quello della scarlattina.
Trasmissione
La trasmissione avviene mediante le vie aeree per contatto con il muco o la saliva di un paziente infetto.
Incubazione
3-5 giorni.
Chi colpisce
Bambini tra i 2 e gli 8 anni.
Sintomi
I sintomi di questa malattia insorgono solitamente dopo circa una settimana dal contagio: febbre, arrossamento della gola (talvolta accompagnato da placche) ed esantema, costituito da piccolissimi puntini rossi in rilievo e molto vicini tra loro. Solitamente questi puntini si limitano a colpire l’inguine e i glutei, ma talvolta possono anche comparire sul viso. La scomparsa dell’esantema può essere seguito da una lieve desquamazione cutanea. In ogni caso in molte forme i sintomi possono essere piuttosto modesti e quasi inavvertiti.
Durata
Si esaurisce nel giro di 7-10 giorni.
Terapia
Antibiotica, associata ad antipiretici nel caso di febbre.
Prognosi
Essendo provocata da un batterio, non porta gravi conseguenze, neanche se presa in gravidanza. Può però provocare alcune complicazioni, per esempio malattie reumatiche o malattie a carico dei reni.
Quinta malattia
La quinta malattia, o megaloeritema, è causata da un virus chiamato Parvovirus B 19.
È così chiamata perché rappresenta il quinto esantema infettivo identificato e descritto in pediatria.
Trasmissione
Il contagio avviene per contatto diretto con il muco o la saliva del paziente infetto o con le goccioline immesse nell’aria con tosse, starnuti o semplicemente parlando.
Incubazione
L’incubazione, invece, è compresa tra i 4 e i 14 giorni, fino a un massimo di 3 settimane.
Contagio
Il bambino risulta contagioso dalla settimana prima dell’inizio dei sintomi fino alla comparsa delle manifestazioni cutanee. Di conseguenza quando compaiono le manifestazioni cutanee il bambino non è più contagioso.
Chi colpisce
L’incidenza della malattia è maggiore tra i bambini di età compresa tra i 4 e i 7 anni, con una leggera prevalenza per il sesso femminile.
Tra gli adulti, devono porre particolare attenzione le donne in gravidanza, per le quali un eventuale contagio entro il 4°-5° mese di gestazione nel 15% circa dei casi può essere causa di aborto spontaneo. In caso di dubbio, quindi, è sempre consigliabile l’esecuzione di mirati test sierologici e di un controllo ecografico.
Sintomi
In genere non ci sono sintomi prima della comparsa dell’esantema.È, quindi, la comparsa della tipica eruzione cutanea che rende evidente la malattia. Inizialmente colpisce il volto, soprattutto le guance, che appaiono molto rosse e calde, mentre bocca, mento e fronte appaiono pallidi. Si evidenziano sempre più, poi, le tipiche macchioline rosse, lievemente rilevate al tatto, le quali si diffondono al tronco, alle natiche, alle braccia e alle gambe. Spesso l’esantema è anche causa di forte prurito.
Durata
La quinta malattia ha una durata media di 11 giorni (da 2 a massimo 4-5 settimane), con possibili ricomparse dell’esantema in caso di bagni caldi, particolari situazioni di stress o esposizione al sole prolungata.
Terapia
Solitamente è una malattia autolimitantesi e la terapia è solo di supporto. In caso di prurito si somministrano antistaminici.
Prognosi
Normalmente non comporta complicazioni. Negli adolescenti e negli adulti può causare dolori articolari o vere e proprie artriti. In bambini affetti da anemia amolitica cronica (ad esempio, anemia falciforme, sferocitosi, ecc.), può causare crisi di aplasia, cioè infettare i precursori midollari dei globuli rossi e peggiorare l’anemia
Profilassi
Non esistono vaccini e, in tutti i casi, le misure preventive non sono necessarie perché si tratta di una malattia lieve.
Sesta malattia
La sesta malattia, o esantema critico, è causata dal virus Herpes Virus Umano tipo 6. È così chiamata perché rappresenta il sesto esantema infettivo descritto in medicina.
Sesta malattia
Malattia infettiva causata dall’Herpes Virus umano di tipo 6 (HHV6); nel 1990 è stato isolato l’Herpes Virus umano di tipo 7 (HHV7), capace di dare una sintomatologia del tutto sovrapponibile a quella del tipo 6.
Trasmissione
Si trasmette mediante contatto diretto con il muco o la saliva del paziente infetto, oppure con le goccioline respiratorie emesse con la tosse, gli starnuti o anche semplicemente parlando. Il virus penetra attraverso le mucose delle vie respiratorie superiori.
Incubazione
Tra i 5 e i 18 giorni, con un tempo medio di 10 giorni.
Contagio
Il bambino è contagioso durante la fase febbrile della malattia, quindi prima o contemporaneamente alla comparsa delle manifestazioni cutanee.
Chi colpisce
La malattia colpisce il bambino sotto i 3 anni di vita, in special modo fra i 6 e i 18 mesi.
Sintomi
Inizia con febbre elevata, in genere sui 39°-41°C. Qualche volta vi può essere malessere generale, raffreddore, arrossamento del faringe con mal di gola, congiuntivite, facile irritabilità anche se di solito i bambini appaiono vivaci e in buone condizioni generali.
Dopo 3-5 giorni, in corrispondenza con la scomparsa della febbre, compare un’eruzione cutanea (in termine medico esantema) che interessa prima il tronco ed il collo e successivamente si diffonde al viso e alle estremità scomparendo poi rapidamente nell’arco di 24-48 ore.
Le manifestazioni cutanee hanno l’aspetto di macchioline grandi come capocchie di spillo, di colore rosa pallido, a volte lievemente rilevate, simili a quelle della rosolia. Non provocano solitamente prurito.
Terapia
Solitamente è una malattia autolimitantesi e la terapia è solo di supporto. Si somministrano antifebbrili e si cerca di idratare adeguatamente il bambino.
Prognosi
L’esantema critico di per sé non è una malattia grave, ma nei bambini predisposti può accompagnare alla febbre alta delle convulsioni.
Profilassi
Non esistono vaccini e, in tutti i casi, le misure preventive non sono necessarie perché si tratta di una malattia lieve e di breve durata.
Varicella
La varicella è una malattia esantematica, infettiva ed epidemica causata dal virus varicella-zoster appartenente al gruppo degli Herpes-virus.
Trasmissione
La trasmissione della malattia avviene tramite contatto diretto con la saliva di un paziente infetto o con le goccioline emesse parlando, con colpi di tosse e starnuti o, ancora, tramite il contatto con il liquido contenuto nelle vescicole. Più raro è, invece, il contagio da un individuo affetto da Herpes Zoster.
Incubazione
L’incubazione dura, in genere, 14-16 giorni, ma la trasmissione agli altri è considerata possibile da 10 a 21 giorni dopo l’esposizione.
Chi colpisce
A livello epidemiologico i soggetti più a rischio risultano essere i bambini tra i 5 e i 10 anni d’età. Alcuni lattanti possono presentare una parziale immunità, forse acquisita per via transplacentare, che perdura fino ai sei mesi d’età. Tra gli adulti, essendo una malattia molto contagiosa, è difficile che vi siano soggetti non ancora immuni alla varicella. Un eventuale caso di contagio in età avanzata, però, è da tenere bene sotto controllo, perché abitualmente grave. In particolare, se contratto da donne in gravidanza il virus può danneggiare il feto.
Sintomi
Si manifesta, inizialmente, con sintomi di malessere generale e febbre e lieve cefalea. La febbre, in genere lieve, in alcuni casi può arrivare anche a 39°-40°C. Dopo qualche giorno compaiono la tipica eruzione cutanea, che causa una forte sensazione di prurito. Inizialmente colpisce il cuoio capelluto, poi il viso e il tronco, fino a estendersi anche all’addome, ai genitali, alle braccia e alle gambe. Le macchie, da papule pruriginose, nell’arco di 6-8 ore si trasformano in vescicole rosse contenenti liquido chiaro, che in alcuni giorni si seccano, diventano croste e si staccano spontaneamente.
Le lesioni possono essere presenti anche sulle mucose dell’orofaringe e del tratto respiratorio alto, interessare la congiuntiva palpebrale e la mucosa rettale e vaginale. Nella bocca le vescicole si rompono immediatamente, sono indistinguibili da quelle della stomatite erpetica e causano spesso dolore alla deglutizione. Le vescicole laringee o tracheali possono causare una dispnea grave. Le lesioni sono spesso presenti sul cuoio capelluto e provocano tumefazione e dolorabilità dei linfonodi suboccipitali e cervicali posteriori.
Prognosi
La varicella nei bambini è solitamente benigna.
Terapia
Le forme lievi necessitano solo di una terapia sintomatica. Compresse umide si possono applicare per limitare il prurito, che può essere assai intenso, e per impedire il grattamento, che può portare a infezione diffusa e cicatrici.
Nei casi gravi, gli antiistaminici sistemici possono essere impiegati. A causa della frequenza delle sovrainfezioni da stafilococchi o streptococchi delle vescicole, i pazienti devono lavarsi spesso con acqua e sapone e vestire con biancheria pulita; le mani devono essere mantenute pulite e le unghie tagliate corte. Non bisogna applicare antisettici sulle singole lesioni, a meno che esse non presentino infezioni secondarie. Le sovrainfezioni stafilococciche o da streptococchi -emolitici vengono trattate con antibiotici specifici per via sistemica.
È stato riscontrato che l’acyclovir per via orale riduce lievemente la durata e la gravità della varicella quando somministrato a ospiti immunocompetenti entro 24 h dalla comparsa dell’eruzione. Tuttavia, data la natura comunemente benigna della malattia, non è raccomandato sistematicamente nei bambini sani con varicella non complicata.
Profilassi
La varicella può essere prevenuta o il decorso della malattia attenuato somministrando immunoglobuline anti-zoster (ZIG) IM, derivate dai sieri di pazienti convalescenti da herpes zoster oppure immunoglobuline anti-varicella-zoster (VZIG), preparate da pool di plasma contenenti alti titoli di anticorpi specifici. Per essere efficaci tali preparazioni devono essere somministrate entro 96 h dalla esposizione; il loro uso è ristretto ai soggetti a rischio di contagio affetti da leucemia, sindromi da immunodeficienza o altre patologie gravi debilitanti e alle donne in gravidanza a rischio di contagio.
Anche i neonati di madri colpite da varicella 5 giorni prima del parto o 2 giorni dopo sono candidati a tale profilassi. Elevate dosi di globuline umane possono modificare l’andamento della malattia, se somministrate IM poco dopo il contagio, ma la quantità necessaria è tale (0,6-1,2 ml/kg) che non sono generalmente raccomandate. I preparati, IM o EV, di immunoglobuline specifiche anti varicella-zoster non hanno invece valore terapeutico dopo l’inizio della malattia. In alcuni bambini, l’Acyclovir è stato impiegato in modo profilattico dopo l’esposizione alla varicella per 1 sett. a cominciare da 7 giorni dopo l’esposizione. Ulteriori studi sono necessari per determinare la sua efficacia.
Un vaccino con virus della varicella vivo attenuato è raccomandato dalla American Academy of Pediatrics per la vaccinazione universale di tutti i bambini sani senza una storia attendibile di varicella. Una dose è raccomandata in età compresa tra i 12 e i 18 mesi. Per i bambini di età superiore a 18 mesi privi di immunità contro la varicella, una dose può essere somministrata in qualsiasi momento tra i 19 mesi e i 13 anni. Gli adolescenti sani di età superiore a 13 anni e i giovani adulti che non sono stati immunizzati e che non hanno una storia di infezione varicellosa devono ricevere due dosi di vaccino distanziate di 4-8 settimane.*
Vaccino
Leggi qui l’articolo sul vaccino contro la varicella.
Fonti
Io ho 45 anni e da alcuni giorni mi hanno diagnosticato la varicella sto prendendo un antivirale ogni otto ore,sono spaventato
avevo scelto di non vaccinare mio figlio per la varricella e l’ha beccata a scuola a due anni e mezzo…tranne pochissimi episodi di febbre alta posso dire che gli è andata bene con poche vesciche e pochi espisodi di prurito…
MIO FIGLIO HA AVUTO LA 6 MALATTIA A 15 MESI CON FEBBRE ALTA ED IMPROVVISA….LE ALTRE MALATTIE RIENTRANO IN QUELLE DI VACCINO OBBLIGATORIO.
Devo andare all’ASL ad informarmi… Se ci fosse, glielo farei fare, ne ho troppa paura.
E in questi giorni c’è stata un’epidemia di morbillo in un asilo vicino al nostro… ma ti pare normale?
Quindi non è obbligatorio nemmeno in Svizzera?
Qui è facoltativo, ma di fatto è obbligatorio, soprattutto sei i bambini frequentano le collettività.
Qui da noi (in Svizzera) recentemente c’è stata una presa di posizione molto ferma e decisa da parte dell’Ufficio Federale della Sanità Pubblico in merito a una nuova e preoccupante ondata di contagi da morbillo. L’Ufficio, attraverso comunicati stampa in giornali, radio e televisione, raccomanda la vaccinazione sistematica dei bimbi piccoli e quella di richiamo per tutti i nati dopo il 1963 e che non hanno mai contratto la malattia (la maggiorparte dei genitori, dunque). Si vive in uno stato di allarme dopo alcuni decessi nella Svizzera interna, regioni dove le vaccinazioni avvengono ma spesso troppo tardi..
Io ho la fobia da varicella. Non so perchè.
Avessi potuto vaccinarli l’avrei fatto.
Per ora l’hanno avuta già 5 volte in sezione e non l’hanno ancora presa.
brava Silvia, tu non avrai dubbi quando spunta un puntino a Matteo o Niccolò… Riguardo alla varicella, qui a Milano la vaccinazione non viene proposta insieme a quella del morbillo, parotite, rosolia, e i consultori in genere si rifiutano di farla. Io sono riuscita a far vaccinare Mattia perché stavano per nascere i gemelli ed era un rischio troppo grande, ma è stata una fortuna trovare quella Dott.ssa in consultorio. Altri consultori non la fanno nemmeno in casi come questi…
Ross, hai letto il Dott. Parri qui sopra?
C’è il vaccino per la varicella! Il nostro spauracchio! 😀
Utilissimo.
Andrea, grazie. Anche in Emilia Romagna che tu sappia? Entro oggi ti invio una mail.
Questo post arriva a pennello! Proprio oggi ho trovato un avviso all’asilo per 2 casi di 6a malattia all’interno della struttura, così almeno ne so qualcosa in più! Visto che da quando Davide ha cominciato l’asilo m’è tornato con raffreddore, febbre, infezioni varie e laringite…attendo fiduciosa lo sfogo per i prossimi 10 giorni!
solo una breve nota: il vaccino per la varicella si trova in questo momento associato a quello morbillo-parotite-rosolia e alcune regioni stanno iniziando a proporlo in questo caso la vaccinazione viene effettuata a 13-15 mesi e ripetuta a 5-6 anni