Domanda
Gentile Dott.ssa,
sono mamma di un bambino di due anni e mezzo e ci sono diversi aspetti che mi preoccupano. Noi viviamo in Francia e mio marito è spagnolo quindi penso sia normale avere un ritardo nel linguaggio, non formula frasi ma dice molte parole nelle tre lingue italiano, spagnolo e francese.
La cosa che mi più mi preoccupa è il fatto di avere l’impressione che lui non mi capisca, vedo bambini della stessa età che se vengono richiamati per non mangiare capiscono e si siedono a tavola e terminano ciò che hanno nel piatto, il mio con un no secco allontana il piatto e non si degna nemmeno di sedersi a tavola e questi tutti i giorni, a parte latte e frutta, ne mangerebbe a volontà.
Stessa cosa per andare a nanna, da quando abbiamo cambiato il lettino con un letto “da grandi” tutto è diventato complicato, la sera è una lotta per andare a dormire e restare nel proprio lettino! I problemi penso siano cominciati quando ho ripreso il lavoro, a casa di amici queste storie non esistono ne per mangiare ne per dormire e tantomeno all asilo!
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In più ora sono incinta e la cosa non sembra gradirla. Ho una grande frustrazione che non mi permette di vivere bene le mie giornate e tanta stanchezza dovuta alla gravidanza che a volte lascio correre me qui iniziano i sensi di colpa!
Grazie per una sua eventuale risposta e per il suo aiuto!
Risposta
Carissima,
Ti ringrazio per aver condiviso la tua storia.
Credo che in quello che ci racconti esistono due piani differenti: uno è quello del linguaggio, un altro è quello della comprensione delle regole.
Come tu stessa dici, quando si tratta di bilinguismo bisogna sempre mettere in conto un leggero ritardo nella capacità di formulazione delle frasi complete. Tuo figlio è ancora piccolo e per questo ipotizzerei che il suo sviluppo del linguaggio sia nella norma.
Non includerei, invece, il fattore linguistico nella comprensione delle regole.
È possibile che il tuo rientro al lavoro sia correlato al suo comportamento: esprimerebbe infatti con il suo rifiuto (della nanna o di altre regole) il suo disagio rispetto alla tua nuova modalità di essere presente o assente.
Ritengo che ciascuna coppia genitoriale, ognuno secondo il suo stile, debba trovare la modalità più gentile ma nello stesso tempo ferma e assertiva per far comprendere ai propri figli il rispetto delle regole.
Alcune di queste regole sono importanti per la loro salute (cibo, sonno, sicurezza), altre invece riguardano lo stare insieme, e non sono meno importanti.
Il “rifiuto”, tuttavia, è una tappe evolutiva importante che permette ai bambini di costruire la loro identità. Ciò significa che, all’interno di determinate regole e confini, è un momento di crescita durante il quale esprimono la loro capacità di affermarsi come persone e di esprimere i propri bisogni.
Ciò che fa di un bambino un “bravo bambino” non è la sua obbedienza nel vuotare il piatto o nel corrispondere a ciascuno dei nostri desideri di genitori, anche se sappiamo molto bene che un bambino che obbedisce senza fare storie ci rende la vita molto più semplice.
È purtroppo inevitabile: essere genitori richiede questo impegno costante e sempre crescente nel concentrarci sul nostro ruolo educativo, separando i nostri bisogni da quelli dei nostri figli.
Forse vuotare il piatto in alcuni momenti non sarà esattamente quello di cui tuo figlio ha bisogno, ma forse potrebbe essere quello di cui avete bisogno voi genitori?
Laddove invece esiste un rifiuto selettivo di molti alimenti, sarebbe allora il caso di porsi qualche domanda in più.
In vista del cambiamento in arrivo nella vostra famiglia, dovuto alla tua gravidanza, ti suggerirei di consultare uno psicoterapeuta familiare che possa sostenervi in questa fase così importante. Lo scopo sarà quello di rendervi consapevoli delle risorse da mettere in gioco per risolvere questi piccoli problemi quotidiani.
Spesso questo spazio rappresenta un’occasione di riflessione e attivazione della creatività che porta a soluzioni interessanti.
Nell’augurarvi buon lavoro, spero le mie riflessioni vi siano state utili.
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