È apparentemente una banalità, in realtà è una grande verità: fino a quando un tumore non attraversa e spezza la vita di qualcuno che ami, è una malattia, solo una malattia, brutta come molte altre, temibile come un dramma, inguardabile come un film horror.
Quando però scopri che alla tua amica di 32 anni è stato diagnosticato un cancro, allora, tutto cambia. E di più cambierà nei 10 anni successivi quando, purtroppo, la stessa malattia ti porterà via un numero spropositato di affetti.
E no, io al senso del dolore non credo. Non credo nemmeno, per dirla con De Andrè “a un dio-fatti-il-culo”. Non credo al destino, alle colpe che ti tornano in faccia, al percorso segnato.
Non credo alla malattia come espiazione, come modo per strutturarsi. Il valore educativo di un percorso di sofferenza? Non ci credo. O meglio, credo che un percorso di malattia possa cambiare in profondità la vita di una persona e far riflettere sul senso ultimo dell’essere al mondo. Ma quando soffri e guardi la morte negli occhi ogni mattina e ogni sera, vorresti solo guarire.
La malattia degli altri è invece un capitolo a parte. Niente come il dolore e la morte di una persona che ami, ti porta più in profondità nelle domande ultime (e prime) sull’esistere, il vivere, lo scegliere, l’accettazione, la lotta.
Io sono figlia di un ginecologo. E si sa no? La storia del calzolaio e delle scarpe rotte…insomma io ho iniziato tardi a fare prevenzione. Molto tardi. Non troppo, per fortuna.
Ho iniziato quando è morta M., la mia mica M. Aveva una bimba di 3 mesi quando si è ammalata. È stato quel giorno che ho deciso che non avrei mai più saltato una visita di controllo.
Sono 48mila le donne che ogni anno in Italia si ammalano di tumore al seno, ma, grazie alla ricerca e alla prevenzione, il 90% guarisce.
Pink is Good: sostenere la ricerca e promuovere la prevenzione
Oggi vi voglio parlare di Lines e Pink is Good, il progetto promosso Fondazione Umberto Veronesi per finanziare borse di ricerca rivolte a giovani medici e scienziati specializzati nel tumore al seno, per sensibilizzare le donne e promuovere la prevenzione, indispensabile per individuare la malattia nelle primissime fasi.
Fino al 30 giugno con l’acquisto di una confezione di assorbenti Lines, verranno donati minuti alla ricerca scientifica della Fondazione Veronesi. Per tutta la durata del progetto, il sito www.Lines.it avrà in homepage un “contatore di minuti”, che permetterà di seguire passo dopo passo il successo dell’iniziativa.
Io l’ho fatto oggi.
Inserendo su www.Lines.it il codice univoco che ho trovato sulla confezione, ho donato minuti alla ricerca.
L’ho fatto per M., G., F., L., G., C., V., G., F. che non ci sono più e per tutti quelli che stanno lottando per esserci ancora.
In collaborazione con Lines
E niente. Saper scrivere è un dono. Di qualsiasi argomento si tratti tu mi emozioni.
Grazie.