Per la sezione Scritto da te, in cui ospito sfoghi, racconti, condivisioni di madri e padri, è arrivata la mail di S. che vuole raccontare la sua storia e la sua consapevolezza.
Io non conosco la depressione post partum, solo un po’ di baby blues.
Ma conosco e riconosco le sensazioni di inadeguatezza, di un ruolo che diventa inaspettato quando il puzzle si compone di pezzetti un po’ opachi e riconosco la fatica di doversi identificare e calare in un “registro felice” che non sentiamo in quel momento possibile.
Così come il peso di dover sostenere i pareri e giudizi di chi ha avuto figli da manuale, sani e dormiglioni, o, peggio, di chi i figli non li ha avuti ma si permette di alzare il ditino.
Ringrazio S. anche per questa frase, che mi ha riempito di gioia: sono sicura farà contente anche voi, che da anni, qui con me, lavorate sul sostegno femminile.
Solo un paio di mesi fa mi sono decisa a farmi aiutare ed ora con l’aiuto della mia ginecologa e di una psicoterapeuta (e vostro!) sto cercando di vedere i lati -issimi.
Cara Silvia,
è la prima volta che mi affaccio ad un blog scrivendo la mia esperienza e i miei sentimenti.
Ti ho scoperta per caso, ma giorno per giorno, leggo e rileggo anche gli articoli di anni fa e trovo sollievo nello scoprire tante mamme che faticano come me.
Eppure mi sento comunque inferiore a loro. Perché la mia depressione post-partum è ingiustificata e ingiustificabile.
Ho letto di madri sole, senza aiuti, senza possibilità economiche, magari con figli malati…e mi sono sentita in colpa.
Ho vissuto una gravidanza tranquilla, un parto veloce che augurerei a ogni donna ed ora ho un bimbo stupendo, sano e sempre sorridente di 11 mesi, un marito che ha capito le mie difficoltà, una mamma premurosa e attenta che si è buttata a capofitto nel suo ruolo di nonna e si occupa del suo nipotino mentre sono al lavoro (… e anche di più), ho una persona che mi aiuta nelle faccende domestiche… eppure la depressione mi ha colpita come una pietra.
Mi sono sempre sentita debole, insicura e inferiore alle altre madri, alle mie amiche che con due figli piccoli mi scrivevano sms del tipo “è un periodo pesantissimo ma felicissimo” oppure “stiamo benissimo, i due bimbi sono gestibilissimi”. Per loro era tutto “-issimo”. I figli dormivano tutta la notte, facevano un bel pisolino il pomeriggio, mangiavano esattamente ogni quattro ore e tutto questo da subito, appena nati, appena portati a casa. Ho sempre pensato “è colpa mia, non sono capace di dargli orari e regole”, “è colpa mia perché lui sente il mio disagio e la mia ansia”, “è colpa mia perché sono sempre nervosa”…
E sono entrata in un circolo vizioso.
Per mesi abbiamo combattuto contro un reflusso che faceva piangere mio figlio notte e giorno (ed io insieme a lui), che lo faceva mangiare troppo poco e troppo spesso e che lo teneva sempre al limite delle curve di crescita (malefiche curve di crescita) e poi gli esami per la scarsa crescita e la probabile allergia al latte… storie passate alle quali non ero preparata. Mio marito lavora all’estero tre o quattro giorni a settimana e io mi “appoggio” a mia mamma perché non me la sento di stare sola con il mio bimbo tutta la sera e la notte e questo non essere più indipendente destabilizza il mio carattere orgoglioso.
Solo un paio di mesi fa mi sono decisa a farmi aiutare ed ora con l’aiuto della mia ginecologa e di una psicoterapeuta (e vostro!) sto cercando di vedere i lati “-issimi” dell’essere mamma, di vedermi più “normale”, di accettare le mie debolezze e sentirmi fortunata… per entrare in quello che la mia ginecologa ha definito “un circolo virtuoso”.
Grazie per avermi ascoltata, anche se mi sono dilungata troppo.
Ti abbraccio.
S.
volevo aggiungere che penso spesso a due cose: da una parte al fatto che Medea non è un’invenzione moderna, quindi non siamo nè le prime nè le sole a vivere post parti difficili, dall’altra penso spesso a un proverbio africano che dice più o meno che per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio. Ecco, forse abbiamo un po’ perso di vista questo modo di vivere di una volta nelle famiglie allargate e del lavoro di squadra (pur con tutti i risvolti negativi che ciò comportava) e ci siamo buttate nella famiglia mononucleare a volte quasi come in una sfida.
Cara S., vedo che il tuo scritto è di qualche anno fa ma mi farebbe molto piacere che tu mi leggessi e mi dessi qualche aggiornamento. Leggo la tua esperienza ed è tal quale la mia. Quanto ho cercato qualcuna che dicesse queste cose!! Io ho avuto una bellissima gravidanza e 13 mesi fa un parto spontaneo senza complicazioni, ed ero quindi serena e fiduciosa di poter affrontare con mio marito anche il seguito. Invece dopo qualche settimana di allattamento senza orari e senza tregua giorno e notte ho iniziato a non starci più con la testa, non riuscivo a concentrarmi, a seguire un discorso, a “connettere”. Dopo un mese circa ho inizato a non riuscire più ad addormentarmi e passavo giorni e notti intere senza dormire. Non ero più in grado di gestire nulla, figuriamoci un neonato, per il quale tra l’altro provavo una specie di indifferenza tanto stavo male fisicamente: sudavo da matti (ma era anche un’estate caldissima), avevo tremori, tachicardia e una nebbia perenne nel cervello. Boh, pensavo, sarà lo sballo del post-parto, sarà la fatica, sarò io esagerata. Non un medico ha saputo diagnosticarmi il morbo di Basedow, una forma di ipertiroidismo subdola spesso causata da autoimmunità, da stress (appunto!!) e dallo sballo ormonale del post-parto che ha sintomi vari, ma nel mio caso presumibile perchè io avevo già prima della gravidanza una tiroidite immune. Sono quindi arrivata ai minimi termini prima di iniziare la terapia indispensabile alla mia tiroide, sospendere l’allattamento e “appoggiarmi” come dici tu S. abbondantemente ai miei (marito via tutta la settimana). Ho iniziato a piangere spessissimo, già la stessa interruzione dell’allattamento è stato un colpo durissimo perchè me ne sono fatta una colpa, ovviamente, ci tenevo molto e continuavo a credere di poter ancora allattare. Poi l’aiuto pur indispensabile dei miei ha fatto precipitare la mia autostima, così come l’incomprensione di mio marito e il suo disinteresse per la mia situazione. Ero assolutamente e profondamente disperata, non avevo mai provato una cosa del genere. Non mi interessava più nulla, quasi non avevo percezione dle mio corpo e delle mie esigenze fisiologiche. Avevo in mente solo i pensieri più brutti che voi tutte potete immaginare. Ho parlato per un po’ di tempo con una psicologa del centro di salute mentale, ma non mi sono sentita adeguatamente curata e non ho preso gli psicofarmaci perchè non mi sono fidata di prescrizioni che mi apparivano approssimative. Adesso sto meglio, scopro ora che forse il mio bimbo ha sofferto di reflusso, anche questo mai diagnosticato nè curato, cosa che lo faceva succhiare poco e spesso, piangere molto e svegliarsi molto di notte e che quindi mi ha in fretta logorata. Ho scoperto anche che il morbo di Basedow c’entra con la depressione, anche se forse non riuscirò mai a capire qual è stata la causa e quale l’effetto. Peccato che nessuno mi abbia avvisata già in gravidanza che avrei potuto avere questi sintomi, nè l’endocrinologo nè la ginecologa. Anzi, tutti a dirmi quanto è faticoso ma bellissimo avere figli, anche senza aiuti.Io senza aiuti sarei in psichiatria o in chirurgia e mio figlio non lo so. Comunque ora che sono più lucida sto valutando l’aiuto di una psicologa, ma mi frena il non trovare la persona giusta e la continuità che richiede la terapia (non ne ho il tempo nè le energie). E sono in questa trappola della dipendenza dai miei, perchè con mio marito non va bene: gli dò gran parte della colpa di non aver sentito il campanello d’allarme e di non aver capito che la situazione gli stava sfuggendo di mano, troppo presuntuoso per ammettere che lui era assolutamente inadeguato ad aiutare sia me sia mio figlio e per chiedere aiuto. Ora mi sto concentrando sul recuperare il tempo e le emozioni perse con mio figlio, navigo a vista giorno per giorno. Ma non riesco a smettere il vizio dei confronti con le altre mamme brave belle organizzate serene e soddisfatte che magari pensano già al secondo… io lo vorrei per mio figlio e forse per darmi una seconda opportunità di avere una maternità più serena (quindi un po’ per egoismo), ma dall’altro mi dico guarda com’è andata e come sei incapace con uno, figurati con due… Oltre all’incognita rapporto di coppia e all’età (ho 36 anni)… grazie a tutte per leggermi e ascoltarmi, vi prego siate gentili perchè ancora crollo per un nonnulla.
Carissime colleghe imperfette, e carissime S., Luisa, Chiara, Anna e tutte le coraggiose donne/mamme che hanno la forza di uscire dal “circolo dannosso” che si nasconde dietro la frase: “E’ colpa mia”.
Non è colpa vostra, anzi NOSTRA, perchè mi ci metto dentro anche io, leggi la mia pubblicazione su questo blog “Sono una mamma sbagliata?”
Non siamo noi ad essere sbagliate, perchè essere in difficoltà, avere bisogno di aiuto, chiedere aiuto, è la cosa più naturale di questo mondo.
Non credo più alle mamme -issime. Credo però alle mamme sole e spaventate che devono a tutti i costi apparire -issime agli occhi del mondo. Agli occhi delle amiche, delle suocere, delle mamme-nonne, dei mariti, della società che le vuole così. Sono certa che ognuna di queste super-mamme, se ascoltate veramente da chi può capire cosa si cela dietro tutta questa perfezione, crollerebbero e scoppierebbero in lacrime di liberazione.
Farsi aiutare è la cosa più giusta da fare, e ci vuole molta forza e molto coraggio per andare da un’estranea e dire: “Salve, mi sono accorta che odio essere una mamma e se potessi tornerei indietro.” Ma nello stesso momento in cui pronunci quelle parole già capisci di sentirti meglio, perchè hai smesso di nasconderti e hai cominciato ad affronatre il problema.
Ho passato moltissimi momenti bui durante la mia prima depressione post-partum e ora tra due mesi circa nascerà il mio secondo piccolo. Probabilmente la depressione si ripresenterà, del resto non vedo come ci si possa sentire felici nello svegliarsi 2-3-4 volte per notte per allattare, cambiare e cullare un esserino urlante e poi affrontare una dura giornata di normale amministrazione con gli impegni di ogni giorno. Già durante questa seconda gravidanza ho dato chiari segni di cedimento umorale, ma come ho scritto nel blog di cui ho accennato prima, non ho mai mollato la terapia psicologica, non ho mai smesso di cercare aiuto ovunque potessi trovarlo (questa meravigliosa stanza virtuale piena di amici è l’esempio migliore).
E soprattutto ho smesso di vergognarmi di dire quello che penso. Certo, non vado in giro a dire che la maternità fa schifo, ma non ho più problemi a dire: “Non è certo tutto rose e fiori essere mamma, anzi, il primo anno vorresti saltare sul primo treno per lontanopoli e scappare via!” Oppure, la mia preferita: “Le cose belle, quelle che ti danno le soddisfazioni più grandi, sono quelle che costano di più in termini di sacrifici, fatica e rinunce.”
Non dobbiamo avere paura di parlare del nostro malessere, soprattutto con le persone che più possono aiutarci e starci vicino: il proprio marito/compagno, sorelle/fratelli, mamme, le vere amiche/amici, e ovviamente i professionisti che si occupano di depressione post-partum.
A tutti voi un abbraccio forte e sincero, e ricordate: i nostri figli ci ameranno sempre e comunque, al di là del nostro essere (im)perfette!
Cara mamma sbagliata, ho letto tutto d’un fiato il tuo commento così come avevo letto la tua lettera. Mi ero commossa riconoscendomi nelle tue parole di “mamma sbagliata”, nelle tue paure, nei tuoi sensi di colpa. Mi colpisce il fatto che tu sia riuscita a volere un altro figlio. Mi dispiacerebbe lasciare il mio “da solo”… ma l’idea di ricominciare mi terrorizza. Forse è solo presto. Forse devo solo darmi tempo e vivere bene la mia prima maternità senza pensare ad altro. Il resto verrà da sè. Grazie per le tue parole.
Carissima S.,
sono veramente contenta di poterti essere vicina e, per quanto possibile, di un qualche conforto. E’ proprio questo l’aiuto di cui parlavo, ed in primis la solidarietà tra donne mamme. Credimi, i sensi di colpa, le paure, le abbiamo tutte quante noi!!
Vuoi sapere una cosa? Il mio secondo bambino nascerà tra due mesi, eppure ancora non riesco a concretizzarlo. Lo sento muoversi dentro di me, lo vedo nelle ecografie, parlo di lui al mio primo bambino, eppure ancora non gli ho mai rivolto la parola, continuo ad ignorarlo. Ovviamente lo ignoro perchè ne ho paura. Paura di non riuscire ad amarlo come amo il primo (immensamente), paura di fare un torto al primo figlio togliendogli qualcosa (invece avrà un compagno di vita), paura di non farcela a reggere lo stress, la stanchezza, le preoccupazioni e tutto quello che ho già vissuto col primo. Però so una cosa: passerà. Col primo figlio non mi aspettavo minimamente di star male, adesso so che capiterà, ma so anche che passerà, che riuscirò (faticosissimamente) a superare i lunghi momenti bui e che alla fine lo amerò tanto quanto il primo. E sarà ancora più bello vedere come si ameranno loro due. Non subito ovviamente, ci vorrà un bel po’, ma il tempo passa e chi semina bene raccoglie sempre i frutti.
Sono sicura che tra qualche mese leggerete i miei commmenti su quanto sono pentita e disperata per aver fatto un altro figlio, figurati, mi conosco!! E so anche che qui troverò chi mi consolerà e mi incoraggerà, perchè è questo lo scopo di questa splendida stanza virtuale!! Ricordati sempre: non sei sola, andrà tutto bene alla fine!!!
Per quanto riguarda il secondo figlio, come avrai letto è arrivato un po’ inaspettato, credevo avrei avuto il tempo di desiderarlo un po’ di più, ma le cose non vanno sempre come noi le programmiamo, giusto? Io credo che la decisione di avere un secondo figlio spetti principalmente a te, anche a tuo marito, ovviamente, ma sei tu che hai la principale voce in capitolo; e tuo marito che ti ama e ti comprende sarà al tuo fianco, qualunque sia la scelta fatta, ne sono certa. Non pensare di dovere qualcosa a qualcuno, neanche a tuo figlio (fai già tanto per lui ogni giorno!). Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno per stare bene con te stessa con il tuo bambino, se un giorno sentirai di volere un altro figlio bene, altrimenti non cambierà nulla per il tuo bambino che ti amerà sempre e comunque (nessun figlio unico è mai morto di solitudine!)
Ti abbraccio forte forte, se hai bisogno sono qui!!
Grazie…ora sono consapevole di non essere un mostro e che tutta questa stanchezza inizia dal mio cervello, dal mio cuore e poi arriva nelle mie gambe che quasi non vogliono più sorreggermi.
Carissima luisa,
i veri mostri sono le persone insensibili che non hanno saputo cogliere la tua stanchezza e il tuo bisogno di aiuto.
Io ho mandato mio figlio al nido a 12 mesi, e sai una cosa? Ho fatto BENISSIMO!! Lui ci è sempre andato volentieri, per due anni si è divertito, è stato ben accudito, ha imparato tantissime cose: a stare con gli altri, a diventare autonomo, a staccarsi da me a da casa senza problemi, a divertirsi con bambini della sua età guidato da persone qualificate a stimolare correttamente la sua crescita cognitiva.
Cosa avrebbe fatto con me tutto il giorno? Mi avrebbe aiutato a fare le innumerevoli lavatrici? A stirare il bucato? A fare la spesa? O avrebbe finito col passare tutto il suo tempo a guardare cartoni animati in tv?
Ho fattto la scelta migliore, dopo due anni di nido è antrato alla scuola dell’infanzia felice e sorridente, la mattina è lui a chiedermi di portarlo a scuola!!
Sicuramnete ripeterò le mie scelte anche con il secondo.
E non credere che non abbia avuto gli uccellacci del malaugurio che mi tormentavano continuamanete!! Ricordo ancora le parole di mia suocera (molto gentile e disponibile, ma terribilmente ignorante e impicciona): “Vedrai! Si ammalerà continuamente e finirai col pagare soldi per niente e doverlo tenere comunque a casa malato!” Giuro che l’avrei strozzata!
Risultato: il primo anno si è ammalato 4 volte (assolutamente sotto la media) e il secondo solo 1!! Avevo avuto ragione su tutta la linea!
Ripeto, chiedere aiuto è perfettamente NORMALE! fosse anche quello di un nido che accoglie i nostri piccoli per poche o più ore al giorno (il mio faceva dalle 9 alle 15.30).
Si, mi sono sentita male, triste e terribilmente in colpa al pensiero di lasciare quel fagottino di 12 mesi nelle braccia di un’altra, ma dopo un po’ ho capito che lui si era affezionato alla sua maestra e stava bene con lei, io mi sono tranquillizzata e ho ricominciato a ritagliarmi nuovamente un po’ di tempo per me (magari x farsi una doccia di 10 minuti invece di 10 secondi?), cosa che ha fatto bene a me e soprattutto a mio figlio, che al mio arrivo al nido trovava una mamma serena, gioiosa e vogliosa di stare e giocare con lui il resto della giornata.
La stanchezza, fisica o mentale che sia, si combatte solo con il riposo!!
Non curarti dell’ipocrisia, dell’ignoranza e della superficialità di chi ti giudica! Sono tutti bravi a sputar sentenze!! Una donna riposata, lucida e serena è sicuramente una mamma migliore (anche se per meno ore al giorno) di una mamma onnipresente ma costantemente stanca!! Meglio la qualità della quantità!!
Ti abbraccio forte forte, se hai bisogno sono qui!
Sei una persona incredibile, positiva ed altruista. Hai saputo con le tue parole darmi conforto e sostenermi. Grazie, grazie, grazie!!!!!!!!!!!!
P.S. sicuramente non sei una mamma sbagliata ma una mamma realista, che si interroga su se stessa.
Cara luisa,
sono una mamma come tante altre!! Quando arrivi a toccare il fondo puoi solo risalire! Nessuna è wonderwoman, facciamo tutte il nostro meglio è questo quello che conta!!
Grazie per le tue parole, mi fanno pensare che ho imboccato la strada giusta!!
restiamo in contatto!! Grazie a tutte le mamme che hanno la forza e il coraggio di dichiararsi “imperfette”!!!
bacioni!!
Luisa, anche il mio piccolo era così. Poi crescono e sbocciano. Ce la farai, ne sono sicura. Un abbraccio.
Grazie!!!!!!lo spero. Il confronto è davvero importante.
Dopo la nascita del mio secondo bambino, dal momento che in modo “travagliato” e dolorosissimo è venuto alla luce la mia vita è stata stravolta. Non si dorme più, non si riesce ad avere un minuto per fare qualsiasi cosa…lui è come un koala sempre appeso al mio collo e questo da 14 mesi. E devo occuparmi anche di un’altra bimba che ha quasi sei anni.
Dopo aver visto quanto profondo può essere il buio ho deciso di farmi aiutare e per riprendere in mano la mia vita l’ho mandato per metà giornata al nido tra disappunti e commenti poco graditi. Mi sono sentita e mi sento inadeguata, sbagliata, profondamente imperfetta e stanca, stanchissima…ma voglio lottare per ritrovarmi non lasciandomi forviare o trascinare alla deriva da chi è capace solo di giudicare. Perchè ho un figlio così? non riesce a stare fermo, è un uragano. Ha cominciato a camminare a 9 mesi.
Cara gente del blog , ho appena un momento di pace; i miei bimbi dormono, Pietro e Gregorio, rispettivamente di tre mesi e tre anni,ciò che mi manca sono i momenti x me e solo x me, leggere sul di ano, disegnare, cazzeggiare , si xche ci sta anche questo.I figli stravolgono la vita , fatto saltare equilibri, ti mettono di fronte alle umane debolezze e questioni irrisolte, creano rabbie ,nervosismi, imbruttiscono a volte , diciamocelo , chi la sera davanti allo specchio non si e mai detta: ” ma come mi sono ridotta …..?., ma chi me l’ha fatto fare…?Guardiamoci con compassione cerchiamo di nn fare deleteri paragoni che non servono a nulla, Nulla Nulla .Cosa credete , anche le mamme che vedete in giro tutte perfettine, magrine. (tasto x me dolentissimo , pancia ancora da sesto mese ), urlano hanno attacchi isterici, si sentono sbagliate.Quando guardo xro i miei certe sere ,mi dico , che meraviglia , siete la cosa piu bella della mia vita,anche se a volte ….ahhh non vi sopporto!,e si , si ,non sono così male, xche vi merito.Dai ragazze sana autostima ,e shopping ogni tanto che aiuta . Vi abbraccio
Grazie mille di cuore! Mi avete commossa. Non avevo mai pensato a me come a una mamma coraggiosa per aver chiesto aiuto. Anzi!
Grazie Silvia per il tuo blog. (io sono stata proprio dal dottor Zanacca per il reflusso del mio gigiolo. È davvero un medico e una persona speciale che sa ascoltare le mamme)
Faccio il copia incolla di una frase di Massimo Recalcati:
“Fare il genitore è un mestiere impossibile, perchè tutti i mestieri del mondo prevedono un training, uno studio, una performance e una qualità della performance.
Nel mestiere di genitore non è possibile né imparare a sufficienza, né stabilire a priori quale sia la migliore performance, né giudicarla se non nel lungo periodo e con ampissimo vizio di forma, visto che nel frattempo i figli hanno vissuto, fatto cose, visto gente.
I genitori perciò sono posti nella condizione di accogliere il vuoto di competenze, di accogliere il dubbio, e navigare a vista.”
Secondo me è normale un senso di inadeguatezza di fronte alla grandezza e difficoltà di crescere una nuova vita. Quando poi il bimbo ha qualche piccolo problema (reflusso, intolleranze) e tu sei spesso sola, è normale sentirsi giù.
Hai dimostrato molta forza nel chiedere aiuto. Secondo me spesso il malessere che viene fuori nel post parto non è nemmeno sempre per forza causa della relazione madre figlio. E’ come se lo stress (perché stress è!) dei primi mesi portasse a galla nodi del passato, che avevamo nascosto sotto la sabbia.
Quindi ben venga il malessere se è una molla che spinge a risolvere, sciogliere i nodi e quindi stare meglio.
La molla. Sì, sì. QUEL post che devi scrivere, intitolalo così!
Grazie!
Credo poco a chi si riempe la bocca di issimi. Non sentirti inadeguata anzi considerati forte e coraggiosa per essere riuscita a chiedere una mano.
Grazie a tutte! Fa bene allo spirito sentirvi vicine.
Anch’io vorrei poter tornare indietro per essere preparata
ai pianti alle notti ad oggi ancora insonni. Anch’io avrei rivoluto
la mia vita “di prima” e questo mi faceva stare male…
Che mamma ero? Che “mammaccia”? Stare meglio prima?
Senza mi
o figlio? Come potevo pensare una cosa del genere!
Ma so di non poter ricominciare. E mi fa male pensare al tempo
perso e a tutto quello che non mi sono goduta..
S.
Carissime inadeguate, credo di entrare ad honorem nel gruppo
“ti lasci mettere in crisi da una bambina?” mi ha detto qualcuno qualche mese fa.
si, in crisi nera, persa, disperata, angosciata.
sentirsi una madre inadeguata e cercare in tutti i modi di comportarmi da buona madre, mi ha portata in un orrendo buco nero, dal quale a volte stento a credere che uscirò.
essere madre per me è difficile, io, così sicura e determinata nel lavoro, e così fragile dentro casa.
io, divorata dai sensi di colpa, dall’incapacità di delegare, da pensieri complessi e velenosi.
si, diventare made significa rinascere, perdere un pezzo di se, a volte perdersi. E io non lo sapevo perché nessuno me l’aveva mai detto. Ho passato così tanto tempo a cercare di far tornare le cose come erano prima, tanto tempo buttato, perché indietro non si torna. Quindi ora vado avanti, attraversando il mare dell’insicurezza, della paura, ma consapevole che non c’è nulla di scontato nel diventare madri. Nulla di scontato.
quanto mi riconosco nelle tue parole …
Cara Chiara, anche mio figlio mi ha sempre messa in crisi… Ho sempre avuto “paura” dei suoi pianti (“…oddio adesso vedrai che piange e io cosa faccio?!?”) dei suoi risvegli (“…oddio ho fatto rumore, vedrai che si sveglia e poi non dorme più!”) dei biberon bevuti per metà (“…oddio ha mangiato poco…vedrai che tra un’ora ne vuole ancora!”)… E di paura in paura mi sono persa tanti momenti belli. Sulle paure ci sto lavorando, sto cercando di vedere le cose in modo più positivo ma non sempre ci riesco.
Non sono mai i bambini a metterci in crisi, io penso. Siamo noi stesse, le nostre insicurezze e i maledetti sensi di colpa che ci trasciniamo per struttura femminile.
Ma si può alzare la testa. Si deve.
Sennò ci si ritrova a 50 anni, con la vita passata, i figli grandi, incancrenite.
No grazie, preferisco vivere.
Vi abbraccio!
Io sono una mamma ” issima “, si si !!!!!!!!!!
Stanchissima
Tesissima
Magrissima
Impegnatissima
Ansiosissima
Inadeguatissima
Ma anche felicissima di essere mamma di simone. Ora mio figlio ha 5 anni. Sono stati anni pesanti. Vedevo altre mamme fare cose che io non mi sognavo nemmeno.
Non e stato facile e probabilmente non lo sara` ma a mio modo sono “issima”.
Con fatica ho cercato di far pace con me stessa……e con il mondo….non sempre riesco. Quindi non sei sola. alcune mamme mostrano perfezione ma chissa?………
A tuo modo? Anche a mio modo.
Imperfett-issima.
Un bacio, amica.
io ancora adesso, il mio metto ha 26 mesi, mi sento imperfetta e inadeguata, mi sembra che le altre mamme siano più brave a dare e a far rispettare regole, al parco mi sembra che lui sia l’unico che quando gli dico torna indietro non lo fa…e se penso ai primi mesi, alle difficoltà ad allattare ad accettare l’allattamente artificiale…tutto perchè faccio i paragoni, le altre mi sembrano emi sono sempre sembrate più brave-fortunate di me, poi guardo lui, sorridente intelligente simpatico e sì un po’ capriccioso e mi dico che ha solo 26 mesi che da lui a volte pretendo troppo, che l’importante è che stia bene che impareremo a parlarci e a capirci… e allora penso che poi tanto male come mamma non la sono…se solo la smettessi di fare paragoni…
Ti sei chiesta perchè li fai i paragoni? Prova a capire questa cosa, scava un po’, vedi cosa smuove questa domanda.
Si vive male se ci si paragona in continuazione.
Chi vive nei paragoni e ha l’autostima bassa si distrugge. Chi ce l’ha alta, rischia il delirio di onnipotenza. E’ sempre un male accostarsi agli altri sui paragoni e non sull’essere.
Prova a uscire da questo circolo vizioso…
Ti abbraccio.
Cara S. la tua confessione è diventata la tua liberazione … Come insegna questo interessantissimo blog, la perfezione non esiste, o per lo meno non in questo mondo così destabilizzante come quello materno … Portare dentro di sè una vita è un’esperienza magica, le emozioni e le fantasie sono gli ingredienti per farcire la favola di eccessiva glassa … le aspettative vengono tradite sin da subito tante volte, quando cominciamo a domandarci: il bambino che stringo fra le braccia percepisce i miei sentimenti? gli piaccio? come sarà da grande? mi amerà? mi abbandonerà presto? ma soprattutto c’è la frase, quella maledetta frase che rimbomba nella testa: sarò una buona madre? sarò all’altezza di questo compito talmente grande che richiede amore, dedizione, impegno e grosse responsabilità’? le librerie e i siti internet pullulano di manuali che insegnano ad accudire e a svezzare un bambino, ma non esiste una ricetta che ci confermi quale sia la migliore fra tutte. Essere mamma vuol dire rinascere assieme al proprio bambino, uscire da quell’involucro di egocentrismo, che nonostante il carattere positivo che ci viene affibbiato, caratterizza ogni singola esistenza, compresa quella femminile, che come vuole la tradizione si dice sia dotata di un innato istinto materno, che fino a quel momento non ha ancora portato al petto una creatura scaturita dal suo grembo. Essere mamma vuol dire farsi travolgere dal flusso delle emozioni, del pianto assordante, delle notti in bianco, dallo snervante ticchettio dell’orologio che ti ricorda che il tempo passa e tu sei ancora in pigiama con le tette al vento e la casa intorno a te è un campo di battaglia, dell’impossibilità di farsi una doccia in santa pace, di sorseggiare una tisana in totale tranquillità, di spaparanzarsi sul divano a leggere un libro … sì essere mamma non è un’avventura idilliaco, è uno scontrarsi con una nuova dimensione, impegnativa, difficile, a volte solitaria, una novità che stravolge i ritmi e la vita di coppia … eppure un figlio lo vogliono fare tutte le donne, perchè solo così ci si sente veramente realizzate. E’ scritto nella Bibbia, si individua fra le leggi della natura che la donna debba procreare, perciò quando l’orologio biologico fa tic tac si innesca il meccanismo della maternità, dalle prime nausee alle prime doglie, dall’allattamento allo svezzamento, dai primi passi ai primi capricci … e la catena si allunga, anello dopo anello, anno dopo anno, fatica dopo fatica. Nel mentre il tempo è passato, il pargolo è cresciuto, i nostri fianchi si sono arrotondati, le prime rughe si sono disegnate intorno agli occhi e noi non ce ne siamo rese conto, travolte dal vortice … giravolte che ci hanno davvero fatto girare la testa, ma non solo a causa della stanchezza e dell’ angoscia, ma anche per i primi sorrisi, le prime conquiste, le prime parole … quei gesti che ci hanno fatto dimenticare la fatica di essere mamma. A volte questi gesti non bastano a placare le nostre ansia, a volte ci schiacciano e ci sconfiggono. Ed è allora che una brava mamma impugna le armi del coraggio per trovare la strada giusta da percorrere, comincia a volersi bene veramente, a guardarsi nello specchio dell’anima e a rinascere ancora. Cara S. la tua decisione di affidarti a persone esperte per superare le tue difficoltà emotive ti rende una mamma decisa, che vuole aiutarsi per aiutare il suo bambino, una mamma che intende compiere quel passo in più per capirsi e capire, per guardare negli occhi suo figlio e pensare che sì, sarò una buona mamma perchè voglio cercare di esserlo, accettando il pacchetto completo, comprensivo di fatiche e conquiste, di sogni e speranze, accettando che siamo umane e che solo la voglia di metterci in discussione condividendo esperienze, può incoraggiarci a non mollare. Essere mamme vuol dire scoprire se stesse ogni giorno diverse, arricchite di nuove scoperte, esperienze, emozioni, sconfitte, cadute e risalite. Essere mamme è una conquista, un viaggio dentro sè stesse attraverso gli occhi del proprio figlio, che essendo altro da noi, ci fa uscire e rientrare in noi stesse. Ed è così che ci scopriamo ogni giorno diverse, rinnovate e più forti, consapevoli di noi stesse. In bocca al lupo a te e a tutte le mamme imperfette che si aiutano ogni giorno.
Domizia, mi sono commossa e ti abbraccio.
Grazie.
grazie mille per le belle parole e per il lavoro portato avanti! 🙂
Ciao S. leggendo la tua storia mi sembra di leggera la mia quasi uguale e ti dico che anche io nonostante oggi mio figlio ha 22 mesi mi sento ancora una mamma inadeguata…..spesso ripenso che vorrei tornar al giorno della nascita di mio figlio per cambiare tantissime cose questo fatto mi fa stare veramente male. Anche io come te a volte non vedo niente di “issimo” anzi spesso tra me e me mi dico “che mal vita” che sto facendo. Io la colpa la do soprattutto a mio marito e mia madre che mi fanno sempre sentire una stupida e ti confesso che io mi sento realmente la mamma di “A” quando stiamo da soli (purtroppo capita raramente perchè lavoro tutto il giorno). Per farmi forza mi dico che passerà è solo un periodo e poi penso che in fondo mio figlio non pensa minimamente che sono una mamma inadeguata per lui.
Un saluto
Ilaria
Ciao Ilaria,
non devi permettere a nessuno di farti sentire inadeguata.
Ma io cosa predico a fare da 10 anni online? :-)))