La fragilità. Cos’è la fragilità? Cos’è per voi?
Non è una lacrima, non è una capacità, non è un difetto, né un pregio.
È una precarietà, un equilibrio. È legata a Fabio, il mio collega che ho salutato la sera per le scale e che la mattina non c’era più. È legata agli scatoloni che hanno riempito con quello che aveva in ufficio, al suo porta-sigari, alle sue tracce che già sono sparite. Perché bisogna piangere “facendo”, continuando a lavorare, perché un’azienda, giustamente, non si può fermare. Ma tutti ci siamo fermati comunque. Uno si è fermato a piangere contro un muro, per due giorni, come se non ci fosse nessuno, come se fosse solo, a casa sua. E forse lo era.
È legata alla paura che ti devasta assieme al dolore, la paura umana, troppo umana, che ogni giorno cerchi di ributtare sul fondo, perché se ci pensi troppo non vivi più. E allora usi un antidoto scaccia/pensieri, per sopravvivere e provare a essere felice. Poi muore Fabio, si ammala Maddalena e la consapevolezza riaffiora, nonostante le zavorre affonda-pensieri che le hai messo. Perché tu sei una persona positiva e ottimista. Che orienta i pensieri, le riflessioni e le paure. Sì, sì.
E la tua testa va ai bambini, a tutto quello che potrebbe succedere oggi, ora, tra un secondo.
Passi davanti alla loro stanza, vuota da tre settimane. Ma non entri perché, si, insomma, senza di loro è solo una stanzetta con due lettini.
Come hai desiderato un po’ di riposo dal loro chiasso, dalle loro richieste, dai loro impegni! Hai contato i giorni. Eppure ti sei ritrovata a fare il countdown, dalla prima ora in cui li hai lasciati.
La fragilità non è uno scompenso, non è un pianto, non è paura, né fatica. E nemmeno dolore. È la percezione di un limite, il nostro. La fragilità è una consapevolezza.
Che ti fa innamorare della vita, ancora, ancora e ancora.
Senza pretese. Se così non fosse, saresti votato a te stesso, solo a te stesso, dunque al non esserci.
“Siate fragili”.
Questo dirò loro domani quando li riabbraccerò.
Scoperta da due giorni. Valanga di emozioni e soprattutto un calore al cuore che mi fa sentire meno sola (perché anche il marito migliore del mondo-tipo il mio- non danno la stessa sensazione di vicinanza quanto altre mamme) e con nuove energie rinnovate. Una cosa che mi ha insegnato la gravidanza prima, la maternità ora -passando per il parto- è che noi donne abbiamo riserve energetiche notevoli. Però mi mancava la ricarica. L.ho trovata tra le tue parole. Grazie. Solo che temo mi licenzieranno perché passo le ore a leggerti. Interrompo a pranzo per andare a correre 😉
No per carità! Come si fa senza lavoro? 🙂
Grazie cara, ti ho appena risposto nel post della corsa. Vai a correre, che contribuisce a rinnovare le energie.
Io vado tra poco.
Un abbraccio!
Leggo questo pezzo e penso a quanto mi fu detto, come condanna: “Sei fragile, vedi, sei fragile. Mi dispiace per te”. Parole che pesarono come un macigno e che tuttora pesano e fanno pensare, anche se in questo preciso istante, forse un po’ meno.
Ciao cara. ARRIVO a te da wolkerina. E anche da te restero’ se mi vorrai. Sono mamna da quasi un anno e figlia e sorella amatissima da genitori che conoscono quotidiamente il dolore della malattia ma mi insegnano da sempre a sperare e a non aver paura dei sentimenti che provo e manifesto. Hai scritto un post stupendo. Grazie di cuore. Ale mamma di Ale
Ciao Ale, chiunque arrivi da Wolkerina è più che benvenuto. Mi sento sempre un po’ più ricca quando qualcuno approda qui da lì.
Ti abbraccio forte e ti seguo.
La fragilità è in me e fuori di me, e io ne prendo atto, a volte con indulgenza, spesso a pugni chiusi, quasi mai deridendola. La fragilità è mia compagna di viaggio, e così sia.
Bel post, davvero
Linda
Grazie Linda,
l’indulgenza è difficile da recuperare però ci serve a volerci un po’ più bene.
Un abbraccio.
Ha linkato questo post Walkerina e come al solito, nella sua saggezza, trovo un post di cui condivido ogni parola e il sentimento che esprime, per altri motivi e per altre storie.
Come a dire che in qualche modo, di conclusioni da trarre sulla vita non ce ne sono molte, ci si arriva tutti con il tempo e ciascuno attraverso la propria via…
Buona fragilità, allora e un in bocca al lupo a me, a te e a tutti quanti…
Natalie, piacere. Chi arriva da W. è ancora più benvenuto. :-*
Sono cinque anni che ti seguo e non mi stancherei mai di leggerti.
Sai sollecitare i neuroni oltre che il cuore.
Non trovo altre parole.
Grazie per quello che ci doni.
Ciao Andrea!
Ben ritrovato, che piacere!
Ammazza che complimento…sono arrossita.
Grazie.
Un post. Oddio, non è riduttivo chiamare “post” questi tuoi scritti? Sono scritto, a cavallo tra la filosofia e la narrazione personale.
Il tuo libro quando esce?
È da due giorni che rifletto. Te lo dico sempre: pochissime sono le persone che sanno farlo fare.
E tu hai un vero talento.
Grazie.
Ciao Monica, grazie tante.
Il libro? Non c’è bisogno di un altro! Sono già piene le librerie di libri di mamme, alcuni davvero ben fatti! 😉
Vedremo.
Un bacione.
come si intitola il libro? non trovo niente….
Non c’è nessun libro, Vale! 😉
peccato…. pensaci!! ;-))
Fragilità e percezione dei nostri limiti…niente di più vero.
Pensare che siamo e saremo sempre precari mi aiuta ad apprezzare ciò che ho, come questa tua riflessione.
Grazie.
I limiti servono a “dare forma”.
Grazie a te.
Grazie. Oggi mi sento meno fragile e più forte.
Talmente bello questo post che ti ho citata da me.
Raffaella
Grazie Raffaella. Anche per la citazione.
Un bacio!
e i figli fanno quello: ti rendono immensamente più fragile.
e innamorata della vita
Fioly, perfetto…
La fragilità, la mia fragilità, e’ pensare ad una persona che non c’ e’ più ormai da 6 anni. Pensarla in quel che faccio, mentre guardo i bimbi ed essere consapevole che con lui tutto sarebbe stato migliore. Ma non c’è’ più e ancora non riesco a capire il perché. Anche lui la sera ha salutato la mattina non c’ era più.
E’ una consapevolezza sana, però, Francy.
Restituisce passione.
Lo scorso giugno mi sono dovuta sottoporre ad un intervento chirurgico programmato. Non avevo alternative. Fino a due giorni prima, non ci volevo pensare. Poi sono crollata, e mi sono lasciata travolgere dalla mia fragilità. E dalle mille paure. E’ stato durissimo, faticoso, ansiolitico. E ancor più difficile tornare alla normalità, cercando di riprendere in mano la mia routine quotidiana.
Ci sono eventi nella vita che ci mettono a dura prova. Ci sono perdite “vicine” che ci fanno ricordare quanto tutto sia effimero.
Io ho riscoperto una parte di me che avevo nascosto, e ho imparato ad accettare anche la mia fragilità, le mie paure e le mie ansie.
Grazie Silvia per questa riflessione. Mai come in questo periodo, mi aiuta a continuare a non mollare.
Ramo, se molli tu, come facciamo noi?
Ti stringo forte. Sai dove trovarmi. 😉
La mia fragilita l`ho toccata il 26 luglio …. giorno in cui ho deciso di dare ascolto al mio corpo che da piu di 3 MESI urlava….ma io da MAMMATUTTADIUNPEZZO non consideravo. Andavo avanti nonostante dolori lancinanti ogni 3, 4 giorni e sintomi strani liquidati dal medico di base come fitte intercostali, e allora vai di anti-infiammatori. Si non c`era tempo da perdere ad ascoltarmi : la casa, il lavoro il bambino insomma la mia vita da vivere. E poi il 24 luglio fitta lancinante e il respiro cosi faticoso e la notte sdraiata respirare era un incubo con rantoli …. e2 giorni dopo quasi 1. svenimento mentre lavavo un banalissimo tegame…mi hanno portato al pronto soccorso. Diagnosi pneumotorace spontaneo avanzato, collaso del polmone destro, il polmone sinistro schacciato…. in 2 ore avevo gia il drenaggio polmonare….ma non e` bastato purtroppo, intevento di chirurgia toracica in cui mi hanno detto che avevo aderenze tenaci e una pleura simile ad un colabrodo….insomma dopo 11 giorni dolorosissimi e lunghissimi eccomi a casa : debole, bisognosa di affetto riposo cure….insomma fragile come tutti e non mammatuttodiunpezzo come mi ritenevo. UMANA, FRAGILE, IMPAURITA.
Elena, mi sono venuti i brividi.
Spero che ora tu stia meglio. Che storia pazzesca.
Un abbraccio!
piano piano mi stò riprendendo ho ancora dei limiti da rispettare ma và bene così..mio figlio e mio marito accanto … …coccole e baci quotidiani…la CURA in questa mia convalescenza. E poi il mio cuore cosi fragile ed innamorato della vita come non mai, innamorato di mio figlio, innamorato di mio marito. Ringrazio ogni mattino e ogni sera x questi doni da non dare mai per scontato in quanto precari come una piuma nel vento. ti mando un grande abbraccio silvia e grazie per i tuoi meravigliosi appunti di vita cosi toccanti…e veri.
“La fragilità non è uno scompenso, non è un pianto, non è paura, né fatica. E nemmeno dolore. È la percezione di un limite, il nostro. La fragilità è una consapevolezza.
Che ti fa innamorare della vita, ancora, ancora e ancora.”
Queste parole sono da scolpire in eterno nella pietra. Per tutti quelli che giudicano la fragilità un disonore o per quelli che se ne vergognano.
Questo post racchiude una profondità e una sensibilità incredibili.
Grazie per letture simili.
Grazie a te. Ma non esagerare. 😀
Grazie anche da parte mia. Ma davvero tanto. Quanta roba c’è dentro di te?
A distanza di anni rileggo ancora i tuoi post. Oggi per me è una giornata difficile, ne ho letti una decina e ho sempre pianto. Sono fragile. E sono felice di esserlo perché le persone fragili hanno il cuore che batte più forte. Continuò la mia lettura, poi magari ti scrivo.
condoglianze alla famiglia e ………
la fragilità la trovo oggi giorno una ricchezza…
un abbraccio forte a te silvia
veronica
Anche a te, un abbraccio.
Come si fa? Come? Ci rendiamo conto di quello che scrivi, che doni con le tue parole asciutte e contemporaneamente grondanti?
Non ce n’è per nessuno. Ricca, irripetibile e generosa.
Oltre che fragile al punto giusto.
Grazie.
Al punto giusto. Quale sarà il punto giusto?
Grazie Simo…
Piango con tutta la mia fragilità di mamma e di persona…
Lia, non so se essere felice o meno… 🙂
Un abbraccio, cara.
W. ti mando un bacione.
Ti voglio bene.