In collaborazione con Gruppo FamiCord
Intervista a Renata Zbiec, Managing Director della Filiale Italiana
Quando è stato scoperto che nel sangue del cordone ombelicale sono presenti le cellule staminali?
Si è scoperto alla fine degli anni ’70 del secolo scorso che nel cordone ombelicale c’è la “vita”. I ricercatori hanno confermato che il sangue del cordone ombelicale e della placenta è una ricca fonte di cellule staminali ematopoietiche come quelle presenti nel midollo. Nel 1983 si è deciso di utilizzare il sangue del cordone ombelicale come fonte alternativa di cellule staminali del midollo osseo per il trapianto ed è stata creata la prima “banca del sangue cordonale” negli Stati Uniti. Il primo trapianto di cellule staminali del cordone ombelicale nel mondo è stato eseguito su un bambino affetto da anemia di Fanconi nel 1989. Da quel momento il sangue cordonale viene utilizzato come alternativa al midollo osseo nei trapianti.
Che malattie si possono curare attualmente con le cellule staminali del cordone ombelicale?
Attualmente le cellule staminali ematopoietiche permettono di curare circa 85 malattie, come leucemie o linfomi, o malattie genetiche gravi come la talassemia oppure malattie ereditarie del sistema immunitario, malattie metaboliche ereditarie, tumori solidi come neuroblastoma e retinoblastoma. In fase di sperimentazione ci sono terapie per la cura del diabete giovanile e applicazioni nelle lesioni cerebrali pediatriche. Le attuali ricerche confermano un potenziale utilizzo delle cellule staminali anche nella medicina rigenerativa.
Che caratteristiche possiedono le cellule staminali cordonali che le rendono cosi speciali?
Principalmente le cellule staminali cordonali sono di facile utilizzo e presentano un minor rischio di rigetto (GvHD) inoltre sono dotate di ottima vitalità e grande capacità proliferativa tale da generare un numero di cellule circa sette volte maggiore rispetto alle staminali del midollo osseo;
Sono “incontaminate”, in quanto durante la vita fetale sono protette dall’utero materno dai diversi virus, da infezioni batteriche e dall’inquinamento atmosferico.
Il trapianto con le cellule staminali cordonali riduce il rischio di rigetto (GvHD). Non richiedono una compatibilità perfetta tra donatore e ricevente infatti sono sufficienti 4/6 loci, mentre nel trapianto con le cellule staminali del midollo osseo la compatibilità deve essere 9/10 o 10/10 loci.
Conservate ad uso familiare, in caso di necessità per un trapianto sono disponibili immediatamente e in qualsiasi momento, mentre il processo di ricerca di un potenziale donatore di midollo osseo o di un campione di sangue cordonale ed i successivi test di verifica di compatibilità possono richiedere mesi.
Le cellule staminali cordonali possono essere conservate per molto tempo e probabilmente per tutta la vita del donatore, in quanto dal punto di vista biologico e fisico, i campioni biologici conservati al di sotto della temperatura cosiddetta Temperatury Glass Transition (cioè – 135°C) – non sono sottoposti a nessun processo biologico, né fisico.
Nel mondo i trapianti effettuati utilizzando sangue cordonale sono ormai più di 20.000 e ogni anno il loro numero aumenta di circa 40%. Più frequente e di maggior successo è il trapianto tra i familiari. Infatti 1/3 di tutti i trapianti a livello mondiale viene effettuato tra consanguinei. Esiste la probabilità pari al 25% che i fratelli siano perfettamente compatibili.
Le cellule staminali del cordone ombelicale possono essere prelevate solo al momento del parto?
Si, il parto è l’unica occasione in cui è possibile prelevare le cellule staminali in modo semplice e veloce e conservarle nella banca privata per un’eventuale terapia in futuro.
I genitori possono scegliere anche la donazione pubblica, solidaristica presso le banche pubbliche, dove il campione donato potrà essere messo a disposizione di un trapianto per la persona malata non familiare.
Purtroppo in Italia ogni anno il 95% dei parti si conclude con la distruzione del cordone ombelicale, quindi non viene effettuata né la conservazione autologa familiare né la donazione. Questa situazione è anche sicuramente legata alla posizione del Ministero della Salute Italiano contrario alla conservazione privata del cordone ombelicale. Rimane da sottolineare il fatto che le banche pubbliche che hanno più campioni bancati al mondo (quelle di New York, Londra, Durham o Düsseldorf) si trovano in paesi dove non solo è permessa l’istituzione di banche private, ma ne è anche permessa la divulgazione pubblicitaria, a dimostrazione del fatto che una corretta relazione e coesistenza tra pubblico e privato apporta benefici alla giusta informazione della famiglia interessata alla donazione/conservazione autologa e familiare.
Le banche del gruppo FamiCord hanno già utilizzato le cellule staminali conservate ad uso privato?
Il gruppo FamiCord in Europa ha conservato circa 60mila campioni dal 2002 ad oggi. Fino a gennaio 2013 sono stati scongelati 12 campioni di cellule staminali per uso terapeutico e nel 90% dei casi il campione è stato utilizzato tra fratelli. Sono state curate malattie come: neuroblastoma, 4 casi di leucemia linfoblastica acuta, leucemia mielodisplastica, anemia di Fanconi, istiocitosi, malattia granulomatosa cronica, encefalopatia. Nel 100% dei casi la cura ha portato benefici al malato e nel 75% si è arrivati alla guarigione completa. Riteniamo che i risultati ottenuti siano davvero molto positivi.
Si possono leggere molto spesso informazioni contrastanti su direttive, standard di qualità, accreditamenti e certificazioni che riguardano le banche del sangue cordonale. A quali informazioni i futuri genitori devono dare maggior peso nella scelta della banca?
Si consiglia ai genitori di verificare che la banca sia accreditata da un ente governativo ufficiale (generalmente il Ministero della Salute del paese di appartenenza della banca).
Infatti le banche del sangue e dei tessuti, PUBBLICHE e PRIVATE, operanti nell’Unione Europea, per svolgere l’attività di raccolta, di processamento e di conservazione del sangue cordonale o dei tessuti, devono essere autorizzate dalle autorità competenti, dal Ministero della Salute e/o dal Centro Nazionale del Sangue.
franci di gemelli monelli dice
so che è utopistico ma dovrebbe avvenire in automatico ad ogni parto!!
Quando ho partorito i gemelli mi ero informata ma praticamente tutti i se e i ma e le difficoltà che creava mi han fatto desistere (oggi so di aver sbagliato ma con il senno di poi non si va da nessuna parte) …
Se mai dovessi avere un altro figlio almeno ci tento …sperando di non partorire di notte, di domenica ecc. ecc.