Domanda
Gentile Dottoressa Agnone,
sono Barbara ho 41 anni e dopo 18 anni di matrimonio vengo a scoprire che mio marito mi tradisce da 1 anno e mezzo e con la stessa donna anche nel 2007.
Abbiamo una bimba di 6 anni, ha iniziato la prima elementare, ho deciso di separarmi, perché non ne vale più la pena rimanere con un uomo del genere, il quale rimane soltanto il padre di mia figlia.
Alla sera mia figlia mi dice che le manca il papà, che lo vuole e che vuole ritornare una famiglia, noi con l’aiuto della psicologa abbiamo preparato il discorso per annunciarle la separazione, le abbiamo detto che non ci amiamo più ma che continuiamo a volerci bene perché siamo la sua mamma e il suo papà.
Ma il dolore che provo nel vedere mia figlia piangere (sono figlia di separati) è indescrivibile!! Lui è andato a vivere in un altra casa, si sentono ogni giorno e cerco di avere rapporti civili con lui solo per lei. Continuo a dirgli che noi siamo una famiglia anche se il papà vive in un altra casa, che ci vogliamo bene perché siamo i suoi genitori, ma mi sento inutile per lei!!
Cosa posso fare? Un abbraccio e grazie.
Risposta
Cara Barbara,
nelle tue parole leggo molta chiarezza riguardo al come proseguire il rapporto con tuo marito, ma leggo anche la consapevolezza delle ripercussioni che avrà sulla vostra famiglia.
Leggo che il percorso è già iniziato, e che avete avuto modo di avvalervi anche di una consulenza psicologica: mi chiedo (dal momento che mi dici poco di questa consulenza) il cosa posso fare io per te, e perché la tua domanda non è rivolta alla persona che sta seguendo il vostro percorso.
Faccio solo delle ipotesi: probabilmente questa persona è la terapeuta “di coppia”, e tu hai bisogno di uno spazio “privato” per un sostegno più mirato; forse ti sono rimasti dei dubbi che potresti provare a portare in una seduta con lei; forse, anche se il percorso è già iniziato, è ancora presto per sentirti sicura di quelle competenze che ti saranno necessarie, come genitore, per accompagnare tua figlia in questa esperienza.
La separazione non è mai un’esperienza semplice. I bambini soffrono molto per la sensazione di perdita che li accompagna: il loro dispiacere non è legato soltanto al “perdo un genitore” (in questo caso dovrai pazientemente riformulare il fatto che non si perde un genitore, ma forse le abitudini a vivere tutti insieme), ma anche al “perdo la vita che avevo prima“, sia sul piano concreto che su quello simbolico (la coppia, la famiglia unita, e così via).
Quando qualcosa si spezza, per ogni individuo è necessario un tempo per riadattarsi. Si dice che spesso i figli durante una separazione si sentano colpevoli, ma è vero anche che i genitori si sentono altrettanto responsabili perché vorrebbero risparmiare loro la fatica del cambiamento.
Cosa dirti in questi casi se non che è un evento che fa parte della vita? Sostengo sempre che non è importante il cosa-succede, ma il come-succede. Se pertanto questo è il momento in cui tu e tuo marito non vi amate più e non siete in grado di portare avanti un rapporto autentico, è possibile proseguire in una “buona separazione“, rispettosa non solo di voi stessi e condotta civilmente, ma anche del vostro ruolo genitoriale e dell’importanza che ha l’accompagnare la bimba in questo percorso.
Non mi soffermo su questo, perché ho idea che ne siate consapevoli. Ma so anche che non è facile per i genitori, perché coinvolti in un percorso emotivo molto forte che richiede numerose elaborazioni.
Proprio per questo è necessario avvalersi del sostegno psicologico, o terapeutico, tutelando il benessere dei figli, oltre che di tutto il nucleo familiare.
Per quanto riguarda te, cara Barbara, mi permetterai di chiederti se in questa vicenda (sempre dolorosa) non ci sia molto del tuo ricordo di bambina, e di tutti i dolori non espressi a suo tempo, che riemergono quando guardi tua figlia. In questo credo possa aiutarti un percorso terapeutico personale, che ti permetta di riconoscere le risorse (sia tue che della piccola) pur nella difficoltà di questo momento, e che renda possibile che tu la sostenga in modo scevro dai tuoi ricordi dolorosi.
Inutile che io ti dica quanto è importante che tu le parli di possibilità: non siete più una famiglia sotto lo stesso tetto, non ci saranno più le cose di prima, me ne nasceranno altre, e la bellezza è ancora possibile. Ma devi crederci tu per prima, anche con quella parte di te bambina ferita che forse non ha avuto modo di sentirsi dire (da genitori che stavano soffrendo troppo) che nella separazione esiste ancora l’amore: quello di un padre, quello di una madre, verso il proprio figlio.
Che è un legame indissolubile che, comunque vada, porta avanti il mondo.
grazie per le parole di speranza e di sostegno. grazie di cuore