Domanda
Buonasera,
le scrivo questa mail perchè ho veramente bisogno di capire cosa sta succedendo a mio figlio.
Mattia questo è il suo nome, 5 anni compiuti a marzo, ha iniziato il nido a 18 mesi: ci è andato volentieri senza problemi.
Alla materna il primo anno tutto bene, il secondo bene fino ad aprile, poi sono iniziati i problemi.
Tutte le mattine entravamo a scuola piangeva e vomitava. Lo lasciavo lo stesso, era un dramma, continuava a piangere e vomitava ancora.
Con mio marito abbiamo pensato fosse il caso di rivolgerci ad una psicologa: secondo lei non dovevamo forzarlo, così non ci è più andato.
Siamo andati anche da una dermatologa perchè avevamo notato una chiazza sulla testa e iniziavano a cadere i capelli: la diagnosi è stata forte stress.
Con le maestre sembrava tutto ok, anche con i bimbi.
Stasera però abbiamo nominato la scuola e siamo ritornati punto a capo.
Devo rifare l’inserminto come al nido? Non so cosa fare mi aiuti la prego!
Risposta
Carissima,
colgo la difficoltà che vivi, ciononostante credo che in poche righe non mi sia facile esaminare in modo completo la situazione.
Pur avendomi fornito diverse informazioni, sento che avrei bisogno di chiederti altro.
Pensavo di concentrarmi sul contenuto, ed invece alla fine ho deciso (come appartiene al mio modello di intervento) di stare nel processo, o almeno in quel che attraverso una mail riesco a comprendere. Farti specifiche domande, infatti, non essendo io la tua terapeuta, probabilmente non sarebbe di grande aiuto.
Voglio ricordarti che il comportamento dei bambini è sempre un messaggio, un segnale inequivocabile. Al di là dei “perché“, esiste il dato di fatto, che è il “come“. In questo caso è il “come Mattia va a scuola”.
Mattia esprime un disagio: che possa essere nella scuola o in qualcosa che accade in famiglia, certamente manifesta difficoltà nel separarsi da voi e dall’ambiente domestico. In più, si aggiungono altri sintomi, come quelli dermatologici.
Tutto questo mi fa comprendere che sia necessario aiutarvi: il piccolo manifesta una difficoltà che in questo momento appartiene alla vostra famiglia, a lui quanto a voi.
La separazione, l’ingresso a scuola, infatti, è un tema che coinvolge tutta la famiglia, e a mio parere si dovrebbe lavorare in questa direzione.
Non è da escludere, ipotizzo non conoscendovi, che anche voi siate impreparati su questo fronte, e che col vostro comportamento non verbale comunicare il vostro stato d’animo a vostro figlio, che di conseguenza sente come “pericoloso” allontanarsi da casa per andare a scuola.
Questa potrebbe essere solo una piccola sfumatura nella lettura delle cose.
D’altro canto voi vi siete già rivolti ad alcuni specialisti.
Senza entrare nel merito dell’intervento, che mi è impossibile giudicare in astratto, voglio solo aggiungere che ogni rapporto terapeutico è un rapporto tra persone.
Scegliere un terapeuta è sempre una questione delicata, e non è detto che il rapporto sia sempre il migliore possibile per noi.
Solo per fare degli esempi, può capitare che qualcosa tra noi e il terapeuta non renda ottimale la consulenza: del resto, siamo umani, abbiamo le nostre simpatie-antipatie, le persone con cui funzioniamo meglio o peggio. Puù anche succedere che il momento in cui cerchiamo la nostra consulenza sia un momento in cui non siamo pronti a recepire quel che ci viene fornito come modello di intervento.
Io non posso dirti se è il caso di tornare dalla stessa persona oppure tentare con un approccio diverso. So per certo, però, che è possibile oltre che urgente affrontare la questione e trovare una soluzione, magari attraverso un sostegno alla genitorialità che vi aiuti a stare in questo momento difficile, a cercare delle soluzioni che possano incoraggiare vostro figlio nella sua crescita.
I miei scritti parlano, necessariamente, sempre in generale, ma in realtà ciascuno di noi è unico e diverso dall’altro, come diverse sono le storie di vita e gli ingredienti che le compongono.
L’unicità del rapporto terapeutico rende possibile costruire un percorso che è il nostro e solo il nostro, e che per questo può andare al cuore della questione.
Risponderti sul “cosa fare“, quindi, mi è un po’ difficile a distanza. La cosa che mi sento di dirti è di non arrenderti, e di cercare qualcuno che possa aiutarti: non solo per risolvere l’emergenza di tuo figlio, il suo disagio, ma anche per costruire il senso di efficacia che voi genitori potete avere nell’affrontare le tappe della crescita, come può essere ad esempio il passaggio da un ciclo all’altro della scuola.
Trovare una struttura scolastica che ti sostenga, delle insegnanti che possano lavorare insieme a te, con le quali costruire un rapporto di fiducia, credo che sia fondamentale per non ritrovarti da sola: è chiaro che la scolarizzazione è un’opportunità, e non una tortuna cui sottoponiamo i nostri bambini.
Nel frequentare la scuola ci sono delle occasioni di crescita e divertimento alle cui tuo figlio rinuncia se non frequenta. Aiutarlo (aiutarvi) nel superare le paure insite in questo passo credo che sia un bel dono per lui.
Non so quale sia la tua città, ma se lo desideri posso aiutarti ad esaminare le possibilità presenti nel tuo territorio.
Ti faccio i miei migliori auguri, e spero tu possa presto trovare la tua strada.
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