Domanda
Gent.ma Dottoressa,
il mio bambino ha 2 anni e mezzo, è molto estroverso e dinamico, anche se a volte un po’ agitato e incontenibile nel suo essere molto attivo.
Purtroppo, deve affrontare una situazione che per me è davvero difficile gestire: mio marito da quando siamo sposati lavora lontano da casa, a circa 1.000 km quindi rientra solo per qualche giorno al mese.
Il bambino è molto legato al papà, che ha trascorso a casa gli ultimi 6 mesi e adesso è rientrato a lavoro.
Recentemente è nata una sorellina che ora ha 7 mesi.
Da quando il papà è ripartito io e i bimbi abitiamo dai miei genitori in quanto io sono rientrata a lavoro quasi subito.
Il bambino da circa un anno, da prima della nascita della sorellina, frequenta tutte le mattina una ludoteca, dove è ben seguito, e il pomeriggio sta con i miei genitori e, da quando è partito il papà, anche una baby-sitter (che lavora nella ludoteca del mattino), io trascorro con lui tutto il mio tempo libero, che non è molto purtroppo, anche se sono sempre presente ai pasti, nel primo pomeriggio ed in serata.
Nei prossimi giorni inizierà a frequentare la scuola dell’infanzia.
Ho cercato di parlare con il bimbo dell’assenza del padre, poiché lui non lo nominava neanche più, e di spiegargli cosa stesse accadendo, ma lui non è in grado di capire perché il papà non c’è e che non è colpa del papà o del piccolo se non possono stare insieme
In aggiunta il piccolo mi dice “anch’io vado via, non ci sono, sono fuori” ecc.
Da quando parliamo di questo mi sembra meno agitato, come se si fosse un po’ sfogato, ma il problema resta.
Mi sento chiaramente molto sconfortata e anche colpevole e non posso né voglio gravare mio marito di questo problema anche perché lui a sua volte soffre molto nello stare lontano da noi.
Cosa posso fare ?
Risposta
Carissima,
ho letto con attenzione il tuo racconto, e ho notato molte cose positive.
Mi sembra che la vostra organizzazione familiare, nonostante le difficoltà legate alla lontananza di tuo marito, proceda bene.
La mia sensazione è che stai facendo del tuo meglio in una situazione non facile.
Mi sento di dissentire soltanto su una cosa che riguarda tuo figlio: quando scrivi “non è in grado di capire perché papà non c’è”.
Proprio su questo non sono d’accordo: i bambini capiscono moltissimo, più di quanto noi immaginiamo, solo che a volte capiscono più “di pancia” che non “di testa”: da qui l’agitazione, la tristezza, le sue verbalizzazioni.
Ma vediamo più nello specifico la vostra situazione: davanti a qualcosa che non si può modificare è inutile agitarsi, conviene piuttosto prendere consapevolezza e attivare le proprie risorse. Cosa che ritengo tu stia facendo, coinvolgendo la tua famiglia d’origine, e puntando molto sulla qualità del tempo che trascorri con tuo figlio.
C’è qualcosa, però, che è importante non perdere di vista: voi continuate ad essere “famiglia”, anche quando tuo marito non c’è. Fisicamente non è con voi, ma continua ad esserlo in un modo quasi “sottinteso”, che include il suo esserci nei vostri pensieri e nei vostri gesti quotidiani.
Non è una cosa soltanto “sentimentalistica”, ma anche il modo in cui si tessono le trame relazionali di una famiglia.
I rapporti, infatti, emergono da uno sfondo che include tutti i membri del nucleo familiare, inclusi quelli assenti (perché momentaneamente non ci sono, ma anche in caso di morte, separazione, divorzio, etc.)
Nel tuo rapporto con tuo figlio è sempre”sottintesa” la presenza di tuo marito come co-genitore ed è il modo di essere genitori-con (sono padre/madre di questo bambino con questo partner) che determina il modo di essere genitori-di (sono padre/madre di questo bambino).
Se visto entro questa cornice di significato, si spiega perché è difficile che un genitore da solo possa trovare una soluzione davvero placante per il figlio: e questo è vero nonostante il tuo fine sia molto nobile, ovvero quello di preservare a tuo marito dispiacere e difficoltà.
Solo partendo da questo insieme si può ricostruire il benessere di tutti i membri del sistema-famiglia.
Il disagio di tuo figlio (ma, mi permetto di dire, principalmente il tuo) a mio parere può ricondursi a quella “frattura” creata dal grande rispetto che nutrite l’uno verso il dolore dell’altro, ma che finisce con farvi restare troppo “soli” (tu da un lato del mondo e lui da un altro).
Solo mettendo insieme il reciproco dispiacere per la necessaria separazione, e stabilendo un progetto comune nell’affrontare il vostro attuale tema familiare (l’assenza del papà), potrete trovare parole che entrambi userete per per dare a vostro figlio il sostegno necessario a superare questo momento.
Capisco che la situazione non è semplice, ma confido nella capacità che avrete, nei giorni in cui siete insieme o quando vi sentite (telefonicamente, ad esempio), di essere in contatto anche quando non siete uno accanto all’altro.
Per fare questo non è necessario (o sufficiente) essere vicini, quanto essere spontanei, esprimersi pienamente, credere nella possibilità di essere-con.
Credo che i vostri figli abbiano bisogno che voi troviate un modo creativo di essere genitori insieme, pur in una situazione non facile, e che i discorsi, le spiegazioni, le parole che placano la paura arrivino anche da papà che è lontano (ma che per fortuna di tanto in tanto torna, e c’è con tutto se stesso).
Sono certa che non vi mancherà il modo di trovare una soluzione a tutto questo, e che comprenderete la necessità di parlare voi per primi della vostra “separazione” come coppia, dichiarando l’uno all’altro i vostri vissuti senza non-detti, e condividendo la forza creativa del dolore della lontananza.
In questo percorso scoprirete la vostra formula del prendersi cura, che è alla base delle relazioni familiari e dei rapporti intimi: prendersi cura l’uno dell’altro ed entrambi dei vostri bambini.
Nel caso in cui doveste avere bisogno di un sostegno per questo “momento critico” (come può esserlo la nascita della piccola e l’inizio della scuola del primogenito), non esitate a chiedere un consulto ad un professionista abilitato che si occupa di relazioni familiari: la vita di una famiglia attraversa sempre delle “tappe” che coinvolgono -in modo diverso- tutti i suoi membri, e questi momenti servono proprio a crescere insieme, ciascuno con la sua specificità.
Vi ricordo che “terapia” non è soltanto “cura della patologia”, ma anche (e soprattutto) “sostegno allo sviluppo”.
Nonostante le difficoltà organizzative, sono certa che sarà possibile concordare delle modalità che vengano incontro alle vostre esigenze.
Vi faccio i miei più sentiti auguri e vi auguro “buona crescita”. Insieme.
Monica dice
Dottoressa, la ringrazio per questa risposta. Apre gli occhi ma fino a un certo punto. E’ Vero i papà sono lontani e fanno tanti sacrifici.. in modo differente.. loro soffrono perchè non stanno con la famiglia, ma devono pensare solo a loro stessi. Io ho due bambini di 3 e 9 anni. E’ complicato. Da 8 anni lui è via durante la settimana e torna appena riesce, ma proprio perchè lo fa appena può.. è sempre molto stanco. Io capisco che lo fa per noi.. ma non è corretto. Meglio un gg in meno ma più rilassato dico io.. e non è perchè non lo voglio vedere.. lungi da me pensarlo. Ma poi tornando al discorso di prima.. lui pensa a se.. noi donne dobbiamo pensare a tutto il resto.. o meglio gestione familiare.. economica… parenti amici … lavoro.. Lavoro otto ore al gg ho due cani e due bambini.. la vita non è semplice.. e non posso essere serena io per prima e trasmettere serenità se tutto pesa sulle mie spalle.. siamo umani. Non credo che mettersi nei suoi panni lontano da casa ci faccia pesare meno il lavoro e la crescita dei figli ogni gg. Non so.. forse sono in una fase negativa io.. ma non so chi soffre di più in questi casi. Forse sbaglio io ? O forse sono stanca di pensare che sia io a sbagliare ?
Letizia dice
Ciao Monica…io la penso come te…mio marito solo x carriera lavora fuori…i miei bimbi di 8 e 4 anni si chiedono xché gli altri hanno un papà e loro no… io lavoro 8 ore al giorno…ho sacrificato la mia carriera x i figli…alla fine credo che questi mariti vivano in una situazione del tipo la botte piena e la moglie ubriaca…
dott.ssa Marcella Agnone dice
Cara Agnese,
non è facile trovare formule precostituite che possano andare bene per tutti, persone o coppie. Ogni stuazione è diversa.
Il bello è anche che ogni situazione può essere osservata da diversi punti di vista, e penso sia questo che ti è capitato quando hai letto una storia simile alla tua.
Non sono in grado, soprattutto a distanza, di poter spendere parole sulla tua situazione, ma immagino la difficoltà del momento che attraversate.
So anche che in queste situazioni torti e ragioni si distribuiscono equamente.
Colgo e accolgo la tua difficoltà di madre ed il tuo desiderio di non essere sola nell’occuparti di tuo figlio, e spero che troviate presto una soluzione (o anche soltanto un equlibrio emotivo) che possa andar bene ad entrambi.
Tanti auguri.
Agnese dice
Buongiorno, mi chiamo Agnese e ho un bambino di un anno, stamattina sono entrata in questo sito perché anche io ho il compagno che lavora lontano, di solito torna sempre a casa per il fine settimana ma in questo periodo gli sono usciti dei lavori che lo porteranno a stare fuori tutto il mese, ed io invece di sostenerlo come una stupida gli ho fatto presente che adesso è un padre, e che deve essere presente per suo figlio.
Fino a dieci minuti fa pensavo di aver ragione, ma dopo aver letto la prima storia di questo sito, dove il papà sta fuori per tanto tempo e lei non gli vuole far pesare niente, anzi lo sostiene, ritengo di aver sbagliato tutto.
Come posso rimediare con il mio compagno?
Grazie
Corallina dice
Carissima Dottoressa, grazie infinite per gli ottimi consigli.
bietolina dice
questo post capita a fagiolo anche se la mia situazione è piu’limitata forse visto che il papà di Ale lavora via ciclicamente per due settimane di fila….ed è cosi’ da prima che lui nascesse….
solo che ora che ha due anni …comincia a cercarlo…quando siamo a casa nostra….(perchè anche io quando il papà non c’è spesso torno dai miei).
Il fatto è che il papà in base ai turni, come è mancato per il suo primo compleanno, un natale ecc…macherà ancora per queste feste o per certe ricorrenze…e spero che non ne soffra…
pero’ veramente questo post mi sta facendo un pò riflettere sul futuro..e sul come poterlo gestire…