Domanda
Gentile dottoressa,
le scrivo dal lavoro con questo peso sul cuore del quale non riesco più a liberarmi, ho davvero bisogno di parlare con qualcuno. Ho 38 anni e sono mamma di uno splendido bimbo di 21 mesi, in attesa del secondo.
Il primo arriva dopo un lungo percorso di sofferenza e delusioni, nonostante la mia diagnosi di endometriosi e i volti perplessi di tutti gli specialisti consultati. Gravidanza perfetta, parto perfetto, però il secondo giorno all’ospedale comincio a piangere per smettere soltanto 3 mesimi sento inadeguata, non ho aiuti, sono sola tutto il giorno, aspetto soltanto il ritorno di mio marito dal lavoro che in quel periodo si fa in quattro per aiutarmi ed è il mio unico sostegno. Ho sensi di colpa verso il bimbo, verso mio marito, mi sento senza via d’uscita, rivorrei la mia vita di prima.
Al pensiero di quei giorni mi vengono i brividi. Poi passa, sembrava impossibile ma accade che m’innamoro davvero di mio figlio, è dura perché lui è impegnativo e dorme poco, ma scopro che avere accanto un bimbo è semplice e pura felicità.
Mi riprendo la mia vita, il lavoro (che adoro), un po’ di tempo per me e per mio marito, torno ad attendere i fine settimana come quando avevo 18 anni, anche se ce ne stiamo soltanto in casa noi tre a mangiarci una pizza. Ritrovo l’entusiasmo perso, mi sento benissimo. Io e mio marito parliamo spesso di un eventuale secondo figlio, “certo sarebbe bello anche se certo sarebbe dura…”, non so perché ma con i miei precedenti sono convinta che non arriverà mai in modo naturale per cui cerco di vivere il tutto senza troppi pensieri. Poi arriva il test positivo: pensavo che lo sgomento iniziale fosse naturale, invece, non passa. Eccomi qui, ci sono ricaduta, il primo pensiero quando mi sveglio la mattina è che vorrei soltanto poter tornare indietro, quando tolgo la maschera che indosso con colleghi, amici e genitori, piango. Perché ho la certezza che non ce la farò.
A complicare il tutto c’è il nuovo lavoro di mio marito che lo porterà fuori casa per l’intera settimana. Abbiamo deciso insieme, ho pensato che doveva viversi la sua occasione, che lui ha sempre fatto tutto per me ed era giusto che si prendesse questo premio, ma dentro, so che senza di lui non ce la farò quando arriverà anche il secondo.
Poi c’è mia madre con quel suo atteggiamento di “hai voluto la bicicletta…” che mi fa stare malissimo.
C’è che dovrò di nuovo lasciare il lavoro, che non ho amiche vere su cui poter contare, che mi sento in colpa verso mio figlio perché lui è come se avesse delle antennine in grado di captare ogni cosa e mi guarda come se sapesse come mi sento in realtà e il peggio di me deve ancora arrivare.
A volte ho pensieri orribili di cui mi vergogno, proprio io che in passato ho saputo cosa si prova quando ti dicono che riuscire ad avere un figlio in modo naturale sarebbe stato altamente improbabile….
Risposta
Cara L.,
mi prendo la libertà di risponderti dandoti del tu: la tua mail fotografa così delicatamente il mondo interno di noi donne che mi sembra quasi di conoscerti di persona.
Grazie per aver condiviso con noi pensieri ed emozioni così private e autentiche, per essere stata così capace di trovare le parole per dire quanto si sta muovendo dentro e intorno a te in questo momento. E di cose se ne stanno muovendo davvero tante, è comprensibile che tu ti senta così frastornata e anche impaurita. E’ come se avessi un mare interiore in tempesta, sarà un caso se in francese la parola mare (la mer) assomiglia tanto a madre (la mère)? Ogni madre sa, sente che la realtà è molto più complessa di quella che si vede. Che sì, abbiamo voluto la bicicletta ma che a volte la fatica si sente, soprattutto quando fa caldo o quando la salita è ripida.
Nella vita degli adulti i desideri non sono mai chiari e univochi, spesso vogliamo qualcosa ma al tempo stesso ne abbiamo paura o allo stesso tempo vogliamo anche il suo opposto: in una parola siamo ambivalenti. Personalmente penso sia un sentimento molto sano e saggio se viene espresso e accettato, ci permette di divenire consapevoli di tutto quello che potrebbe accadere nel mondo reale, al contrario vivremmo sereni e felici in un mondo irrealistico, una sorta di paese delle meraviglie. Ben vengano i dubbi, le perplessità e anche le paure: siamo adulti e abbiamo tutte le capacità e le risorse per gestirle e superarle, ogni volta meglio della precedente pur con tutte le nostre fragilità.
Ben diversa è la situazione quando questi sentimenti ci sono ma cerchiamo di zittirli perché sono inadeguati, difficili, scomodi. Allora sì vedo dei rischi di caduta, dei capitomboli rumorosi e dolorosi.
Proviamo a guardare in faccia le paure che ti spaventano, proviamo a capire se davvero sono ingestibili o se – forse – dobbiamo provare a cambiare il punto di osservazione per cogliere al pieno la situazione e il contesto in cui sei inserita.
Nella tua mail sono riportate tante sorprese che hai sperimentato in prima persona, a partire dalla prima gravidanza (a dispetto delle diagnosi-profezie dei medici), la tristezza nei primi mesi del tuo primo bimbo che poi (quasi misteriosamente) ha lasciato spazio a un innamoramento e all’armonia della nuova famiglia, la seconda gravidanza e in contemporanea, il nuovo lavoro di tuo marito. Sulla carta sono tutte novità meravigliose, nella realtà ci sono delle ombre che non possono essere negate o nascoste ma solo gestite al meglio. I cambiamenti sono sempre esperienze estremamente faticose per gli esseri umani, anche se si tratta di qualcosa che abbiamo desiderato tanto, anche se è qualcosa di bello e positivo come una nuova nascita in famiglia. Se sappiamo che per noi i cambiamenti sono anche una fatica possiamo prepararci alle novità, ricordandoci dei nostri desideri e rispettando le nostre fragilità, le nostre paure, i nostri limiti. Non siamo robot esecutori ma, per fortuna, esseri umani!
Il bello è che quando accettiamo e valorizziamo questa nostra umanità riusciamo ad affrontare al meglio le situazioni nuove, anche quelle impreviste, positive o negative. Sembra paradossale ma non appena ci prendiamo cura della nostra fragilità capiamo come questa possa diventare la nostra forza. Non giudicarla negativamente ci permette di non farla giudicare dagli altri, fossero anche i nostri genitori, fossero anche persone che lo fanno ingenuamente per spronarci a fare meglio.
Cosa significa nella pratica? Nel tuo caso l’aver sperimentato una difficoltà all’inizio del rapporto con il tuo primo bimbo ti ha portato a innamorarti di lui e della tua nuova famiglia con un trasporto e un’emozione forte e armoniosa. Non sappiamo affatto se questo si ripeterà alla nascita del tuo secondo figlio, dipende da troppi fattori per fare delle previsioni. Quello di cui sono certa è che dentro di te qualcosa è cambiato: hai sperimentato che una salita si può superare, si può far fatica, si può sudare ma poi il panorama ripaga di ogni sforzo. L’hai già fatto una volta, perché non due?
Scoprirai che il nuovo bambino creerà in te un nuovo modo di essere madre, di fare le stesse cose in un modo differente, di aggiungere nuove capacità a quelle che hai già. Quello che abbiamo imparato non lo dimentichiamo: si memorizza nel nostro corpo, nel nostro cuore, nella nostra mente e semmai possiamo migliorarlo.
Con questa consapevolezza puoi affrontare qualsiasi nuova sfida, puoi pre-occuparti della realtà che ti troverai a gestire:la nuova organizzazione familiare, l’assenza fisica di tuo marito durante la settimana, la ricerca di persone fidate che ti possano aiutare in una fase così delicata e importante, la scelta di amiche che possano cogliere la tua sensibilità, la gestione del tempo per il “grande”, trovare il modo di tutelare il tuo lavoro, programmare il tuo ritorno. E tutto il resto che verrà.
Per parafrasare quello che scrivi tu, ho la certezza che ce la farai. Perché ci stai già pensando e non stai nascondendo la testa sotto la sabbia.
La tua mail mi ha fatto ricordare di come la tradizione induista vede la nascita, una visione poetica molto lontana dalla nostra adultocentrica e focalizzato sul controllo. In questa cultura sono i bambini a scegliere i genitori e a incarnarsi nel momento e nel posto che serve loro per insegnare qualcosa alle persone intorno a loro.
Mi pare proprio che i tuoi due bimbi abbiano scelto in modo forte e chiaro la loro mamma: con le tue sensibilità e le tue caratteristiche, esattamente come sei, senza che tu “debba” fare qualcosa di specifico. L’importante è che tu ci sia, che tu sia tu.
Tanti auguri per questa nuova avventura, ti abbraccio forte.
Gloria Bevilacqua – Psicologa e psicoterapeuta
Mammaimperfetta dice
Ciao Linda,
Ben trovata. Con chi vuoi metterti in contatto esattamente?
Linda dice
Con Laura:)
Linda dice
Cara!
Non avevo visto che mi avevi risposto! Grazie mille:) e complimenti, come posso contattarti?
Ci sei in Facebook?
Magari potremmo sentirci in privato
Io sono Linda de piccoli
Un bacio
Laura dice
Cara Elisabetta, sono forse la persona meno indicata a darti un consiglio ma, leggendo la tua lettera, non posso che rivedere la me stessa di un anno fa e voglio raccontarti com’è andata. La prima cosa che ti voglio dire, come fece la dottoressa con me, è che da quella fossa riuscirai a risalire, anche se adesso non ci credi, anche se i problemi di oggi ti sembrano ostacoli insormontabili. Magari sarà difficile, per me lo è stato, ma poi è arrivato un momento in cui ho capito che tutta quella sofferenza ha avuto un senso, non so come spiegarti, è come se avessi visto i puntini che si sono congiunti e che mi hanno portato fino a qui.
La mia situazione è un po’ differente perché mio marito sta via soltanto in settimana e rientra per il week – end ma per contro non ho altre persone su cui contare, con mia madre ho sempre avuto un rapporto conflittuale e non potrei pensare di fare affidamento su di lei. Io ho cercato di essere pratica, il “grande” frequentava già il nido ed ha continuato nonostante fossi a casa e, alla nascita del secondo, ho cercato una signora che venisse qualche ora da me al pomeriggio. Teneva un po’ in braccio il piccolino, mi sistemava qualche cosa per la casa e… parlavamo. Non mi è importato della spesa che ha certamente inciso sulle nostre finanze, non mi è importato di chi ha giudicato (“deve già solo guardarsene uno e non ce la fa?”), non mi è importato di nulla. C’ero già passata, il senso di inadeguatezza, la tristezza, la solitudine soprattutto. Ho semplicemente cercato di non andare a fondo: questo è stato il mio modo.
E tu troverai il tuo.
Se hai bisogno, sono qui.
Laura
Elisabetta dice
Ho riletto questo thread ed i relativi commenti almeno tre volte. Ho anche lasciato un mio commento ma si è disconnessa la rete. Che fosse un segno? Boh, visto che non accade mani niente per caso.
Il motivo del mio interesse a questo argomento è dovuto al fatto che sono incinta la VI mese del secondo figlio. Il primo ha 21 mesi e da poco ho saputo che il mio compagno se non vuole perdere il lavoro deve andare in trasferta in un altro continente. Bello è? No, per niente. Io non faccio altro che dannarmi l’anima, assalita da mille ansie e preoccupazioni. Ho una mamma disponibile e che mi aiuta moltissimo ma abbiamo entrambe un carattere molto aggressivo e lei tende molto ad invadere la mia vita privata, spesso disarmandomi dalla disperazione. Quando nascerà il secondo figlio e magari sarò già sola perchè lui sarà partito, mi viene male all’idea che io mi debba trasferire dai miei. In più ho un lavoro che mi fa dannare per l’ufficio di vipere in cui mi trovo. Questi per me sono giorni di forte tensione e rabbia e ansia. Ah, non ho nemmeno amiche o sorelle o fratelli. In pratica sono sola. Ho paura di scoppiare e non farcela. I miei bambini come cresceranno? Riuscirò a conciliare tutto, tenendo i nervi saldi ed una discreta salute mentale?
Piango sempre quando sono da sola. Sono senza stimoli, mi sento come fossi finita in una fossa e non riuscissi più a risalire.
Laura dice
Certo Linda che mi piacerebbe conoscere la tua storia e parlare con te, come possiamo contattarci?
Ho ricevuto il tuo messaggio ed è stata l’occasione per rileggere queste mie parole scritte più di un anno fa… quante emozioni!
Quel secondo figlio che mi faceva fare tutti quei pensieri definitivi, cui non riuscivo a pensare senza sentirmi soffocare, che forse ho addirittrura creduto di non volere, oggi è qui con me ed ha sei mesi. Sono rientrata al lavoro ieri (!), mezza giornata soltanto ed è il primo tempo che trascorro senza di lui. L’ho addormentato cullandolo come ogni giorno, poi è arrivata la baby sitter… io ho inforcato gli occhiali da sole anche se fuori quasi pioveva ma le lacrime mi sono sfuggite lo stesso da sotto. Lei mi ha detto: “ti capisco, sono una mamma anch’io…”
Questo per dirvi che la dottoressa non si era sbagliata, che tutte voi avevate ragione perchè, alla fine, ce l’ho fatta.
Vorrei poter sostenere che è stato facile ma non è andata così… è stato invece difficile ma ora sono qui, sopravvissuta e grata, infinitamente grata per questo secondo miracolo.
Linda de piccoli dice
Ciao mamma imperfetta! Che ne dici? Diventiamo amiche? Così ti racconto la mia storia! Di mamma imperfetta che ha avuto una lunga sindrome da tristezza acquisita dopo parto!!! Mi piacerebbe conoscerti! Veramente!
Linda
DANIELA dice
Ale, Laura, certo che ce la farete, se vorrete io saro’ qui, se vi sentite sole, saro’ qui, non c’è nulla di piu’ bello e allo stesso tempo di sconvolgente di una nuova gravidanza e una nuova vita, in qualunque momento mi trovate, avete amore e questo vi fara’ superare tutto e sarete grate della vita che avrete con i vostri bimbi.
Un abbraccio forte.
Alessandra dice
Cara Laura, la nostra forza sta proprio nelle nostre fragilità…sembriamo tentennanti ed insicure, ci poniamo mille dubbi e quesiti, ma nel momento del bisogno, anche se pauroso, tiriamo fuori le energie mentali necessarie per affrontare le nostre solitudini. Anch’io ho una paura fottuta (passami il termine), ma cerco di non pensarci e vedere giorno per giorno come mi sentirò.
Un ultimo consiglio, se posso: quando ti sembrerà di non aver scampo, di non vedere la fine, scrivi, scrivi e scrivi, se non con noi (io sono qua, comunque), fai una sorta di diario, magari da lasciare al tuo piccino. A me è servito tanto per il mio primo figlio; è stato terapeutico e salutere sfogarmi, anche senza un vero interlocutore, in carne ed ossa. Oltre ad un bel ricordo, quando lo rileggo, vedo i progressi che ho fatto insieme a mio figlio e spero che rifacendone un altro per questa seconda gravidanza, tutto ciò mi accompagni nella consapevolezza che ce la possiamo fare, di nuovo!!!!
Un abbraccio
Laura dice
Io sto un po’ meglio e vi ringrazio ancora perché le vostre parole sono state una vera spinta nella risalita. Cerco di andare avanti portando nel cuore la speranza più banale: che tutto possa andare bene. Ho compilato un piccolo elenco delle cose che vorrò fare in futuro e so che devo soprattutto risolvere il problema della solitudine che mi accompagnerà per i primi mesi. Non voglio giustificarmi ma allo stesso tempo non riesco a dimenticare il periodo che ha seguito la nascita del mio primo figlio, quando avevo tra le braccia un bimbo di cinque giorni senza sapere dove sbattere la testa e nemmeno mia madre riusciva a trovare mezz’ora di tempo per passare a trovarmi.
Così ci sono giornate in cui mi piace pensare che ce la faremo, che ritroveremo un nuovo equilibrio, che saremo grati per tutto quello che la vita è stata capace di donarci.
In altre invece c’è soltanto spazio per le lacrime raccolte in cui ancora mi domando se ce la farò, quando in silenzio chiedo scusa per il niente che finora sono riuscita a dare a questo nuovo bimbo.
Vorrei essere diversa, più forte, ma, purtroppo, sono solo così.
Grazie!
Alessandra dice
Sembra srtano, ma è proprio così…più stai con i figli, più te ne occupi senza aiuti esterni e meno riesci a sollevarti da terra per vedere e ridimensionare certe insicurezze o solutudini che provi. A volte è difficile trovare il tempo anche per farti una doccia e quando sporadicamente riesco ad organizzarmi e lasciare il mio piccino solo per andare a far la spesa, nel momento in cui rientro, sono più rilassata e serena, anche nei suoi confronti. Rimanessi io fuori tutto il giorno, mi sentirei frustrata come te, ma non avrei sicuramente problemi di solitudine…Io ho fatto la scelta di rimanere a casa ed occuparmi del mio piccino, consapevole che sarei stata sola, senza l’aiuto di nesssuno…ed ora a distanza nemmeno di 18 mesi, sono incinta di nuovo di 11 settimane…Ora, dal momento che ho una gravidanza delicata, devo mandare il mio bimbo al nido, anche se in cuor mio preferirei star con lui. Tutto ciò son sicura gioverà a tutti e due. Ci sono quindi le vie di mezzo, che come sempre andrebbero meglio per tutte, ma che quasi sempre, non riusciamo a mettere in atto. Essere frustrate con il sistema che ti obbliga ad andare a lavoro, non necessariamente ti autorizza a puntare il dito contro quelle mamme che anche se volontariamente, si occupano personalmente dei propri figli e che quindi non debbano per questo provare solitudine….Cerca, invece, di convogliare la tua energia in modo più propositivo e ben mirato.
DANIELA dice
Forse è stare tutto il giorno con i propri figli che provoca una stanchezza e solitudine che trovo sia ben diversa se la giornata non la si è passata con loro ( o uno che sia), perchè i bimbi ogni giorno, ogni ora, impegnano piu’ di un lavoro, perchè a volte si è sole a gestire capricci, malanni e quant’altro e giorno dopo giorno subentra stanchezza che non ha a che fare con l’amore pieno e totale per loro. Non parla una mamma che vive o ha vissuto cio’ in prima persona, ho sempre avuto accanto genitori, cognate e marito, tutti presenti e partecipi che mai mi hanno fatto sentire sola e triste ma proprio per questo spesso mi sono domandata come sarebbe o sarebbe stata se fossi stata sola, io e il mio bimbo,tra capricci, malanni o quant’altro e mi rendo conto che sarebbe stato tutto molto diverso. Per questo oltre a essere profondamente grata a tutta la mia famiglia che mi permette di essere quella che sono,posso provare a immaginare la situazione inversa e provare vicinanza e affetto per quelle mamme che si sentono sole, perchè uscire il pomeriggio con il mio bimbo da sola mi diverte e facciamo tante cose ma arrivo a casa cotta, uscirci con mia mamy che ce lo “dividiamo” è tutt’altra cosa!Consapevole di cio’ provo a capire e immaginare chi di aiuto non ne ha e non per questo meno innammorata dei propri figli.
Laura come va?
bacioni
Chiara dice
Io provo stanchezza e sconforto ogni giorno… quando vado al lavoro e so che per 10 ore di fila sarò sola senza di lui…e provo un senso di dolore e vuoto al solo pensiero di vivere una vita senza di lui…e aspetto ogni domenica per godermelo 24 ore su 24 e godermi ogni suo pianto e ogni suo capriccio perchè lui fa parte di me e della mia vita….
DANIELA dice
Come al solito Silvia hai colpito nel segno! Non penso davvero neanch’io che la mamma che ha i suoi momenti di stanchezza e di solitudine non ami alla follia i propri figli e non è certo detto che per questo non vivano in ambienti sereni, magari l’importante è provare a non far avvertire ai bimbi la nostra stanchezza ecc e a volte bastano due chiacchere con un’amica che ti passa a trovare e magari si offre di cambiare l’ennesimo pannolino per ricaricarele pile.
Non si parla di violenze sui bambini, quella a mio avviso non è “imperfezione” comune a tutte le mamme in quanto esseri umani, quella è cattiveria e non fa parte dell’esser madre nè considero un essere umano chi compie atti violenti verso dei bambini.
Avere dei momenti di stanchezza e sconforto non trovo significhi non solo non amare i propri bimbi ma nenache che non si giochi con loro, li si faccia divertire e sentire amati.
Prenderne atto e confidarlo è un primo passo d’amore prima che verso se stessi verso i propri figli affinchè si possa star meglio e far stare ancora meglio loro.
Un abbraccio a tutte.
Chiara dice
Io non voglio passare davvero da Super-mamma…Anche io mi sono sentita debole..anche io ho passato 1 anno e mezzo di notti in bianco…Samuele ha sofferto fino a 13 mesi di reflusso gastroesofageo..ho dovuto riniziare a lavorare quando lui aveva 4 mesi e lo allattavo…ho dovuto eliminare il mio sport…i miei hobby….e non mi sento perfetta anzi spesso mi sono sentita inadeguata….ma mai sola, mai triste perchè c’era lui con me…la vera ragione di vita..la mia forza…la mia luce..la mia felicità…E ce l’avevo con gli altri, con il sistema…che ti obbliga a non goderti questi momenti con i tuoi figli perchè devi lavorare sennò non ce la fai, non puoi dare un futuro a tuo figlio perchè oggi per qualsiasi cosa ci vogliono i soldi e perderti i momenti più belli della tua vita…della sua vita!
Mamma Imperfetta dice
Chiara, ormai ci conosciamo da un po’.
Tu sai che uno dei motivi per cui ho aperto questo blog è quello che ha dato anche il titolo, vale a dire il tentativo di dare voce alle fragilità racchiuse in ogni madre, unito ad un lavoro di scardinamento dell’ideale di perfezione che annusavo io quando avevo due bambini sotto i 25 mesi che urlavano tutto il giorno e mi sentivo incapace, impotente, stanca.
Non paragonerei la stanchezza, le depressione con i gesti estremi di cui ci parlano le cronache dei giornali. Sono due stati diversi che fanno ben distinti: fragilità psicologica e malattia mentale.
Una madre che si sente triste e ingabbiata non è una madre che vuole solo andare dall’estetista: questo è uno stereotipo che io combatto con tutte le mia forze e capacità.
Una madre debole è una buona madre, una madre che va dall’estetista anche. Una madre triste ama suo figlio così come una madre felice. Una madre preoccupata e spaventata quando è sul tappeto a giocare con i suoi bambini lo fa con lo stesso amore di una mamma-caterpillar.
L’equazione mamma spaventata=mamma incapace, lasciamola all’immaginario di chi sceglie il Mulino Bianco come aspirazione di vita familiare.
Aggiungo che se non è “normale” sentirsi spaventate, a mio parere, non lo è nemmeno vedere tutto bellissimo. Non è onesto. Perchè la fatica a volte non è bellissima, le notti in bianco non sono bellissime, un figlio che si ammala non è bellissimo, la conciliazione tanto meno. Ed essere consapoli di queste fatiche, prenderne atto (anche con il sorriso, non necessariamente piangendo) è un atto di onestà anche verso i propri figli.
Alessandra dice
Beh, c’è libertà d’opinione e quindi dobbiamo “sopportare” anche le super-mamme… Brave che siete….Mi vien da dire: ma che donne siete voi, che giudicate chi è meno fortunata di voi e si sente più debole sotto questo punto di vista, in un momento cruciale per la donna come la maternità… Siete razziste nel vostro modo di vedere la questione, perchè qui non si sta parlando di sentire sentimenti negativi nei confronti dei nostri figli, bensì di inadeguatezze personali che pian piano scompaiono, di pari passo con i progressi dei nostri piccini. Andate a leggervi un po’ di lettertura a riguardo e prima di fare le buoniste, magari inaugurate un nuovo blog tutto vostro sulle super mamme!!!!!! E che cavolo….
Chiara dice
Sicuramente con questo commento io non sono d’aiuto a questa mamma, però non riesco proprio a concepire come si fa a mettere al mondo una creatura e poi sentirsi così??? Non riesco neanche a rileggere la lettera, perchè mi fa soffrire sapere che ci sono veramente tanti bambini che non vivono in un ambiente familiare sereno e felice cosa secondo me fondamentale per i loro primi 10 anni (almeno) di vita….queste sono mie considerazioni…non voglio accusare nessuno…però ne sento dire talmente tante..madri depresse…madri che uccidono…madri che si sentono strette il ruolo di mamma….??????ma che donne siamo allora??siamo capaci solamente ad andare dal parrucchiere?dall’estetista?a fare l’aperitivo????mi dispiace ma non riesco a concepire…davvero!
Chiara dice
Per me avere un bimbo è stata la cosa più bella della mia vita e mai un attimo mi è passato dalla mente un pensiero negativo e se non fosse per il mio “maledetto” lavoro e che nella vita dobbiamo lavorare e sempre di più ne avrei fatti altri 1000 perchè non c’è più bell’emozioni che di quelle che ti regalano i tuoi figli..ogni pianto..ogni lamento..ogni sorriso..ogni traguardo è tutto così meraviglioso…non riesco davvero a vedere i lati negativi!!!allora sono io un’aliena???
pat dice
Mi sembra di leggere me stessa che scrivo in tutti i vs post… almeno mi sento meno aliena.. ho una bimba di 4 anni e mezzo e un piccolo (molto desiderato) di un mese, ma mi ritrovo spesso a pensare che sono stata una folle a volere il secondo bimbo, che il ns equilibrio famigliare è perduto per sempre…. la fatica è tanta, sono sola tutto il giorno, mio marito torna abbastanza presto il pomeriggio è mi aiuta moltissimo per fortuna… forse la cosa che mi manca di più è la compagnia…. penso che se non fossi sola avrei più energia e forza, ma da sola è dura…
grazia dice
ciao…la vita è un’altalena di emozioni, a volte l’entusiasmo è tale che pensi di poter scalare le montagne, altre la paura, la delusione, la stanchezza, il timore di non esser all’altezza prendon il sopravvento, ma nonostante tutto restiam quelle che nei giorni di sole possiam spaccare tutto e volare al di là del muro….sono solo giorni no…poi il sole torna a splendere, soprattutto grazie ai nostri figli che sono il dono più bello, perchè ci permettono di scoprirci x come siamo, con la nostra forza e con la nostra fragilità…ce la fai…
DANIELA dice
Ale, auguroni! spero di “aggiungermi” presto anche io….in cerca del secondo che non arriva…!!e quando sara’(perchè sara’!!) saro’ magari anche io nuovamente piena di domande ecc come alcuni mesi fa che mi aspetto riaffiorino nel momento in cui saro’ “finalmente” di nuovo incinta(perchè lo saro’!!) e allora questo blog e i racconti di MammaImperfetta saranno di nuovo la mia linfa….
Un abbraccio.
Mammaimperfetta dice
Siete belle.
Alessandra dice
Io sono qui, quando vuoi…
Io sono di 8 settimane…Magari, se vuoi e vista la strizza che abbiamo, ci facciamo compagnia l’una con l’altra in questo nuovo percorso parallelo…
Un abbraccio.
Alessandra
DANIELA dice
Saro’ qui! un abbraccio.
Laura dice
Sono Laura, la mamma che ha scritto la lettera. Non sono riuscita a leggere le vostre risposte venerdì perché ero sul lavoro e le lacrime che non ho potuto contenere mi hanno impedito di proseguire. Ho stampato e letto a casa nel week end ed ora volevo… ringraziarvi. Ringraziare la dottoressa perché le sue parole mi hanno toccato profondamente, spero un giorno di poterle dire che aveva ragione, che in qualche maniera alla fine ce l’ho fatta, anche se in questo momento, mi dispiace, per me è ancora difficile crederlo. E voglio ringraziare tutte quelle che hanno speso un po’ di tempo a rispondermi perché per me ha significato davvero tanto. Spero di potervi ritrovare ancora.
monica - pontitibetani dice
A me sembra che in tutto quello che scrivi ci sia una fatica che tutte conosciamo e conosceremo, ma anche un dato di realtà “socioculturale” che rende essere mamme oggi più difficile: la solitudine. Che non è solo n dato “esistenziale” ma concreto e reale, tanto più che – come dici – tuo marito sarà lontano per lavoro.
Io con la prima figlia ho sperimentato a lungo non solo la lontananza fisica del papà della piccola, ma anche la lontananza dalle amiche e colleghe, di persone che mi aiutassero ad affrontare stanchezza, smarrimenti …
Con la seconda bimba (a parte il dettaglio di un nuovo compagno e quindi di una nuova famiglia) ha avuto suoceri vicini, invadenti il giusto, ma vicini e solerti nella praticità, un compagno supportivo quando cedevo, o mi cedevano i nervi, che mi indicava come vedere il positivo. Si la solitudine non è una buona compagna per una mamma…
Così leggendoti mi sono chiesta cosa si potrebbe fare per superare quella solitudine e quell’isolamento … con il senno di poi immagino tutti i vari corsi post partum che si trovano nelle cittadine più grandi, o il supporto di una doula, o affidarsi alle mitiche “mamme del parchetto” con cui magari parlare anche solo di pannolini … meglio che la solitudine, mi dico oggi a due anni e mezzo dalla nascita della bimba.
io vivo in un posto veramente piccolo e sento che parte della solitudine, e sembra paradossale, mi è arrivata dall’avere un blog e dall’incontro virtuale in rete, dall’aver mantenuto il contatto progettuale con alcune colleghe e con lo studio/la mia formazione, insomma dalla vere tenuto il contatto con una serie di reti più o meno affettivamente importante per me.
Questa è stata la mia ricetta, e lo è ancora, e mi ha permesso di conquistare giorno per giorno l’amore per la piccolina. Non so se possa valere per tutte ….
un forte augurio monca
livia dice
Sono una mamma di tre figli ormai grandi, e le tue domsnde sono ancora le mie nonostante l’età mia e dei miei figli.
Ti capisco non sai quanto, ce la farai sicuramente come tutte le mamme con tanti dubbi sempre. Poi hai accanto un marito comprensivo e innamorato.
Scrivi che sicuramente ti farà bene, tanti auguri
L.
DANIELA dice
Ragazze, tutte, sono con i lacrimoni, faccio fatica a scrivere ma sento di dover dire a tutte voi che siete splendide, fortissime, non deve esser facile e chissa’ come siete state ma siete qui a scrivere con una forza e un amore incredibili che non sono riuscita a trattenere le lacrime e anche alla ragazza della lettera voglio dar tutto il mio appoggio,stai dando la vita a una nuova creatura, stai affrontando i tuoi tormenti e gia’ una volta sei riuscita, certo che ce la farai e guarda quante mamme ti stanno dicendo che è possibile farcela, un’ultima cosa alla Dott.ssa:la sua risposta è di un’umanita’ incredibile,da forza per qualunque problema si debba affrontare. Un abbraccio a tutte.
Almi dice
Ciao! Cara mamma L., anche voglio darti il mio sostegno. Ci sono passata in tutto quello che hai descritto perché i miei bimbi hanno 3 e 5 anni. Ero da sola quando il piccolo è nato, pochi aiuti, il marito fuori tutto il giorno per lavoro. Ce l’ho fatta a occuparmi di loro, ma è stata durissima! Con il senno di poi, ti dico che avrei dovuto cercarmi un aiuto, una ragazza o una signora che mi aiutasse in casa e con i bambini. E per uscire ogni tanto da sola…. Un abbraccio forte
Owl dice
Cara L., anch’io come te ho avuto un bimbo nonostante i pareri negativi dei dottori. Quindi fortemente voluto. Ma anch’io come te una volta nato mi sono ritrovata in un tunnel da cui avevo paura di non riuscire ad uscire. Volevo la mia vita di prima, mi sentivo inadeguata al ruolo di madre, in colpa se cercavo tempo per me, giudicata perché volevo continuare a lavorare. Non sei sola. Ancora oggi ci sono giorni si e giorni no, e certe volte la fatica è tanta. Sono stata anch’io molto sola, amiche e famiglia che abitano lontano. Ho avuto la fortuna di avere un compagno che mi ha aiutato tantissimo, ma la condivisione con altre mamme è stata per me fondamentale. Ho capito di essere “normale” anche nella mia debolezza. Allora un grande in bocca al lupo e spero di ritrovarti in rete.
Cinzia
Lanterna dice
Cara L., io sono mamma di una bambina di 5 anni e di uno che domani ne compie 3. Quando aspettavo il mio secondo figlio, ero pienissima di dubbi come te. Perdipiù sul finire della gravidanza ho avuto una bronchite eterna e un simpatico rotavirus che mi ha mandata al pronto soccorso. Sono arrivata al parto con l’emoglobina di una talassemica, perché non riuscivo a mangiare da 2 mesi. Poi lui è nato e occuparmi di entrambi è stato incredibilmente bello e facile. Ho avuto un periodo veramente brutto quando sono tornata al lavoro e loro hanno cominciato ad ammalarsi dandosi il cambio, ma, dopo aver cambiato ufficio, mi sono convinta che il peso di quel periodo non fosse dovuto ai bambini, ma alla gente con cui lavoravo.
Oggi sono felice. Felice che i miei bambini abbiano età così simili, in modo da poter giocare insieme. Felice di amare mio marito, che anche per me è un baluardo. Felice di avercela fatta, anche se a tratti non è stato facile (e soprattutto mi irrita il pensiero di aver sprecato tanto tempo a credere di essere sbagliata io).
Sono sicura che, tra poco, anche tu potrai scriverci le stesse cose.
Un abbraccio
Chiara
Laura.ddd dice
Soltanto, un forte abbraccio: sappi che non sei sola. Siamo tutte con te. Butta via tutti tutti i sensi di colpa nei confronti di tutti. Stai dando la vita a una creatura umana e di questo tutti devono esserti grati. Non soffocare la forza che c’è in te e sii fiduciosa. E chiedi aiuto ogni volta che ne hai bisogno. Non è egoismo. Se ne hai voglia, leggi questo libro: “La solitudine delle madri” di Marilde Trinchero, sono certa che ti sentirai meno sola.
Marie-Solène dice
cara mamma L.,
ecco, infati semplicemente… sei una mamma. Provo anche io i tuoi sentimenti, tante volte mi viene da piangere, io mamma di tre piccoli… Vero quanto è duro… però la realtà, non so perché, è anche quella : cosi quanto è duro, cosi tanto è BELLO. Questa verità non si vede sempre, quando siamo all’interno della notte. MA poi cosi, non sai perché, non sai come, una luce avviene e quella luce ti porta, ti porta tanto….
Ti consiglerei di avvolgerti in una rete di donne, anche via blog e virtuale, perché condividere le cose ti fa capire quanto NON SEI SOLA, non sei l’unica, direi quasi che nessuna di noi ce la facciamo 😉 e poi, trova una persona di fiducia, neutra, che ti possa aiutare, anche solo un mezzo giorno dove scapi solo per te, per ritrovarti, per usufruire la libertà… e poi, quella libertà la porti a casa, la porti per dare ai tuoi bambini, per amare, per ricevere da loro, tantissimo.
Scusa se non sono sempre chiara o se ci sono errori, non sono italiana 🙂
Un abbraccio… curati bene, anche piangiando, questo è lo spessore della nostra umanità, è cosi giusto saperlo ed attraversarlo, cosi cresce, ancora e per sempre, il nostro cuore…. ti saluto dal cuore, cerchio di cuori di mamme…. imperfette 😉
Alessandra dice
Non potevo non lasciarti anche la mia esperienza…ho quasi 39 anni, un bimbo di 18 mesi che praticamente non dorme mai. A luglio scorso, ho dovuto subire un raschiamento perchè il mio bimbo non s’era nemmeno formato: una brutta esperienza, ma che mi ha catapultato in un’altra dimensione che non conoscevo: si cresce e ci si fortifica anche con queste cose. Dopo aver metabolizzato abbastanza e preso via con il mio bimbo (e riniziato ad avere un po’ più di normalità lavorativa (santo lavoro), ci riproviamo e rimango nuovamente incinta. Sono di 7 settimane, ma subito si presenta una gravidanza delicata…Allora tutto ciò per dirti che siamo io e mio marito artefici di questa famiglia…Mio marito, anche lui che si fa in quattro ed io, che ho voluto questo secondo figlio, sto di nuovo in balia delle onde, con il mio piccolo guscio di noce…Anzi, per certi versi sono meno spavalda della mia prima gravidanza…Ripenso molto alle risposte che ti ha dato la psicoterapeuta: se ce l’abbiamo fatta una volta a superare la salita, in qualche modo sappiamo che la scaleremo una seconda. Noi donne/mamme abbiamo delle risorse che ancora ora mi sorprendono positivamente nei momenti di più buia disperazione.
Un’utima cosa: la reincarnazione propria del mondo Induista, riferita ai bimbi, è una cosa che già conoscevo. Pensa che per me e mio marito, pigri ed indolenti, poco inclini alla pazienza e un po’ bacchettoni, Giulio (mio figlio) ha mirato dritto: lui così iperattivo, giocherellone fino allo sfinimento, con un’energia inesauribile e che non dorme mai: ci doveva far vedere che esisteva un altro mondo, no? E allora, se poi Dio vorrà far nascere anche quest’altro, che cos’altro ci insegnerà…aiuto!!!! dai , che non sei sola…siamo tutte nella solita barca…però scrivere e chiedere consiglio, aiuta tanto: brava!!! Un abbraccione da una tua collega…
P.s.: quando hai bisogno, bussa!!!
silvietta dice
cara L., mi rispecchio appieno nelle tue parole, nella tua fatica e nella risposta che ti è stata data. Sono mamma di una bimba di 24 mesi e di uno di 2. come vedi, anch’io vivo in pieno la tua fatica e la tua scoperta. Ci sono giorni no, e giorni si. Provo ad accogliere gli uni e gli altri come un’opportunità, di scoprirmi, di crescere, di ritrovarmi più forte dopo aver conosciuto la mia immensa debolezza e i miei no urlati nella mia testa nel silenzio della notte…
trovo poi grande conforto nel leggere, nello scrivere e nel confrontarmi, in particolare nei blog. spero anche tu possa trovare al di là dello schermo figure e amiche che ti aiutino a traghettarti oltre il buio di questo periodo.
se posso, ti abbraccio.
giorgia dice
Cara L. capisco proprio come ti senti…io ho partorito una splendida bimba il 12 gennaio…sono già mamma di due gemellini di quasi 4 anni…e non ti dico quanto ho pianto fino ad ora…ho spesso paura di non essere all’altezza…di non farcela…di non riuscire a voler bene a tutti e tre i miei bimbi…di non essere capace di far bene sia la mamma che la moglie…ma mi sono resa conto che il tempo aiuta, che piano piano ti fa vedere le cose in maniera diversa e poi come te, per fortuna anch’io ho un marito speciale!