Chi mi segue saprà che io ho mandato volutamente Matteo a scuola digiuno di scrittura, lettura, alfabeto e quant’altro.
È stato faticoso, perché quasi tutti in sezione alla materna già leggevano e lui voleva, giustamente, mettersi in pari. Io glissavo e tiravo avanti, sperando che arrivasse presto settembre.
Volevo che capisse da sè a cosa serve andare a scuola. Volevo che si conquistasse da solo la libertà che regala la capacità di estrarre parole da semplici lettere, come fossero leprotti da sfilare da quel magico cappello. Magia.
E così è stato. La scuola è iniziata e lui, dopo poche settimane, sapeva leggere. Ed era felice: “mamma è stupendo andare a scuola”.
È diventato onnivoro, legge qualunque cosa: insegne, cartelli stradali, bugiardini, etichette dei cibi, carta igienica.
Quello che non avevo messo in conto è l’emozione che regala un figlio che impara a leggere. Vederlo muovere i primi passetti tra la “a” e la “i” è quasi un gioco di prestigio, soprattutto, ma non solo, per chi come me di parole e scrittura si nutre da sempre.
Guardarlo imparare è avvertire la fatica, lo sforzo, la tensione che compie la testolina nel far comunicare l’emisfero visivo del riconoscimento delle forme e quello imputato al linguaggio.
Ma ancor più magica è la possibilità tua, di mamma, di potergli d’un tratto scrivere. Magia.
Io sono grafomane, per cui capisco che sia anche un piacere mio personale legato a questa passione che mi accompagna da sempre. Ma indipendentemente dalle passioni personali, poter lasciare un bigliettino accanto alla tazza della colazione, che racconta, augura, accompagna è una sensazione impagabile: ciò che è scritto resta lì per sempre.
La lettura è una doppia conquista, sua come ennesimo passo verso la libertà e mia come ennesima scoperta d’amore.
Sono ovviamente in accordo con Gabry e sinceramente non capisco perchè l’apprendimento di numeri e parole possa esser visto come “fare i pappagalli”!!! mentre l’apprendimento dei nomi di animali o altro no. Mio figlio ha voluto sapere cosa fossero lettere e numeri, abbiamo risposto e lui non ha fatto il pappagallo ha semplicemente imparato, non abbiamo glissato o tirato avanti ignorando la sua curiosita’ e voglia di sapere, cosi’ come ha imparato il cane, il gatto e quant’altro chiedendo che animale fosse. Ripeto che non lo vedo un pregio o un difetto, fa parte di lui, della sua curiosita’ infinita e voglia di imparare, ad altri bimbi non importa nulla delle lettere ma magari sono piu’ attratti dal conoscere i nomi dei vari tipi di fiori, ognuno è a se. Non giudico affato chi arriva in prima con una certa conoscenza e chi no, ne m’importa ora o poi di insegnarli nulla che non parta sempre e solo da lui come è stato fin’ora, ne ci vedo nulla di male a “rispondere” se vuole sapere e non ripetere a pappagallo altrimenti non saprebbe riconoscere numeri, lettere e quant’altro da solo!
Ne io ne mi pare DANIELA intendiamo l’educazione come “fare i pappagalli”! Abbiamo solo “assecondato” un’iniziativa partita dai nostri figli, che mai ci saremmo sognate di prendere noi. Se tuo figlio ti chiede “che fiore è questo?”, penso che tu gli risponda. Allo stesso modo noi abbiamo risposto alle loro domande. Per quanto riguarda il pc invece, il mio ha fatto praticamente tutto da solo, i miei interventi sono se mai limitativi per quanto riguarda i tempi di utilizzo la navigazione in rete (bloccate le chat, e creato io un elenco di siti a cui può accedere).
Ritendo comunque che il computer, se usato bene, sia un mezzo fantastico per sviluppare capacità logiche, apprendimento, memoria coordinazione mano-occhio e altro ancora.
Per quanto riguarda il discorso scuola lui, essendo di gennaio, potrebbe essere anticipatario, ma lo manderò comunque l’anno dopo. La mia impressione, confermata dalla maestra della materna, è che se dal punto di vista didattico è parecchio avanti, come maturità, capacità di concentrazione, attitudine a stare seduto al banco, non lo è. Meglio aspettare. E poi alla materna si diverte un mondo, ci va con piacere, non vedo perchè dovrei portargli via in anno di giochi.
E’ chiaro che sono del parere di Silvia, nessuno qui dice che un metodo è migliore dell’altro, io probabilmente con giovanni ho ripercorso inconsciamente quello che i miei avevano fatto con me a quell’età, completa libertà di fare, scrivere, scarabbochiare, colorare, contare ecc. Così come nn avevo nemmeno preso in cosiderazione di anticipargli la prima, come alcuni fanno per i bambini nati nei primi mesi dell’anno. Semplicemente perchè a me era abbastanza evidente che Giovanni nn era così in anticipo. E infatti, adesso che ha fortemente recuperato in lettura, sta imparando che l’impegno premia. Anche queste cose li fanno crescere, in fatti l’educazione secondo me nn è fare i pappagalli, ma che noi adulti gli si trasmetta gli strumenti per affrontare qualsiasi difficoltà incontreranno in futuro.
Come Daniela. Mai seduti ad un tavolo per imparare l’alfabeto. Tutto nato da sue domande, a cui trovo naturale rispondere. Quando andavamo in giro era un continuo chiedere cosa c’era scritto sui cartelli stradali, sulle riviste ecc.
Mi vedeva chattare al computer, ed una volta imparato il meccanismo, ha trovato naturale farlo anche lui, giocando con il nonno a scriversi nomi di animali o altro. Tra l’altro padroneggia il computer ed il mouse molto bene, e nemmeno questo gli ho mai insegnato. Anzi, ho dovuto mettergli dei “paletti” per impedergli di navigare troppo in Internet. Non lo lascio nemmeno troppo al computer, preferisco che giochi all’aperto anche in inverno, ma vedo che anche qui è molto curioso, con tendenza a scavalcare i limiti informatici che io pongo. A scuola tuttavia la vedo male: lui è uno che ama impegnarsi solo in ciò che gli piace, non colora a comando, colora solo se ne ha voglia…non so se mi sono spiegata, e questo, se non impara ad accettare l’impegno sarà un problema.
Ecco, forse perchè non ti leggo di solito, avevo avuto l’impressione che si considerasse sbagliato il fatto che i bambini imparassero determinate cose prima della scuola…
Volevo specificare anche io la mia esperienza con Luca, nessuno in casa si è mai seduto con lui con l’intento di insegnarli numeri o lettere, non ho mai pensato dovesse arrivare a scuola sapendo gia’ leggere,non me ne importa nulla!!fara’ quello che verra’ spontaneamente come è accaduto fino ad ora, tutto è partito e parte tutt’ora sempre da lui, se per strada riconosce da qualche parte la lettera A urla tutto felice “la lettera A di Andrea come mio papino!”, ha iniziato presto a parlare e presto a chiedere e chiedere e noi abbiamo semplicemente risposto, per lui è un gioco, gli piace sfogliare libretti e riconoscere le lettere, gli piace leggere tutti i prezzi che vede nei negozi!!mia mamma è madre lingua inglese e come parlava in inglese a me cosi’ fa con lui ma senza l’intento di insegnarli per forza l’inglese! a un anno contava fino a 10 anche in inglese e ora spesso invece che dire per favore ci dice please, in tutto questo mai c’è stato l’intento e neanche il pensiero di dovergli per forza insegnare qualcosa e non m’importa ne mi proccupo se a 6anni sapra’ leggere e scrivere prima dell’inizio della scuola, sara’ quello che sara’ come è stato fino ad ora semplicemente assecondando la sua naturale curiosita’, rispondendo a domande che fa insistentemente, parte sempre tutto da lui, dalla sua infinita curiosita’ e noi non ci vediamo niente di male a saziare la sua sete di sapere, il fatto che sappia gia’ lettere e numeri non l’abbiamo mai visto ne come un pregio ne come un difetto, è semplicemente una parte di mio figlio! senza porci domande e/o forzature sulla sua conoscenza, sara’ quello che sara’ in modo del tutto spontaneo e naturale!!
Gabry, nessuno ha tappato le orecchie a nessuno e nessuno giudica chi ha insegnato ai propri figli a leggere a 3 anni. Questo lo metto in chiaro subito, non so se mi leggi abitualmente o meno, ma in tal caso dovresti ben sapere che in questo luogo non si giudica mai nessuno.
Io non ho assecondato un desiderio di imitazione di Matteo nei confronti di altri compagni, così come non sto assecondando il desiderio di imitazione di Niccolò nei confronti del fratello.
Nonostante non lo stia assecondando, però Niccolò scrive qualche lettera e ne legge qualche altra. Ma ha fatto tutto da solo. Mai mi sarei seduta a 3 anni a spiegargli l’alfabeto perchè trovo che ogni tappa abbia bisogno dei tempi fisiologici che, magari, tuo figlio che a 4 anni chatta su Skype (!!!) ha acellerati di suo.
Mio figlio ha iniziato verso i 3 anni a dimostrare una forte curiosità verso lettere e simboli grafici in genere. Non sono mai partita con l’idea che dovesse imparare a leggere prima di andare a scuola, ma sono convinta che è giusto, per quanto possibile, soddisfare la curiosità dei bimbi. Ho solo risposto alle sue domande. Quando mi chiedeva “cosa c’è scritto qui, che lettera è questa” gli rispondevo. A 4 anni sapeva leggere a chattava con il nonno su Skype. Ora che ne ha 5 scrive meglio di alcuni adulti che fanno un sacco di errori di ortografia. Non è un genio, è solo interessato alla scrittura. E’ vero, la scuola serve anche per imparare a leggere e scrivere…ma non solo. Non credo sia giusto forzare un bambino ad imparare prima, ma nemmeno tappargli occhi e orecchie ed impedirgli di imparare prima, se lo desidera.
Mi ero dimenticata di commentare, ma queto post e la tua foto lo meritano. Io sto solo aspettando quel momento, in cui Mattia si alzerà la mattina e troverà il mio nigliettino sul tavolo… Non vedo l’ora…
Come mi riconosco in Silvia! Anche Giovanni è arrivato digiuno alla 1a elementare. Devo dire che ha avuto e ha le sue difficoltà con sillabe e lettere, mi parla del suo compagno Christian che legge già tutto da settembre. Però vedo anche la soddisfazione per i progressi fatti da solo, per i complimenti delle maestre quando migliora la sua lettura. E adesso ache lui nn vede l’ora di leggere con la mamma”tutti i libri del mondo con tante storie dentro”. E in questi casi ti accorgi che vengono fuori piano piano le inclinazioni naturali, per esempio in matematica non sbaglia mai niente, nonostante a casa, devo essere sincera, nn faccia quasi mai i compiti di matematica. E’ come se in matematica vada ad “istinto” e in vece con lettere e parole, dovendoci ragionare ed abituare, vada molto meno veloce. Io ero il contrario a quell’età…..ci dovrò fare i conti, immagino! un bacio a Silvia e a Matteo.
Ho fatto esattamente come te. Ho lasciato mia figlia che imparasse a scuola a leggere e scrivere. E la magia ha raggiunto anche noi.
Ma come descrivi tu queste emozioni è bellissimo!!!!
E questa nuova splendida foto??Baci.
Io di figli ne ho tre, uno di dieci che è andato ad una materna privata e già lettore e scrittore alla prima elementare; poi Rachele, materna pubblica senza esercizi di scrittura e lettura. E’ stata un’avventura nuova questa insieme a lei, da settembre ad oggi, legge qualsiasi cosa le capiti a tiro, anche se devo dire con grande fatica per mettersi alla pari degli altri compagni, arrivati in prima elementare più preparati.
Abbiamo dovuto lavorare molto sull’autostima, e sull’incoraggiamento, e oggi finalmente è orgogliosa e fiera di lei:D
Vedremo con Anita che quest anno salpa pure lei..
In questo momento ti sto invidiando un pò 🙂
Ma aspetterò il mio tempo.
Condivido in pieno la tua emozione. La mia piccolina è all’ultimo anno di scuola dell’infanzia, e anche io preferisco non precorrere i tempi, ma lei è curiosa, osserva i compagni che sanno scrivere e sta imparando tutto da sola. In particolare qualche giorno fa mi ha disegnato un bigliettino di auguri di buon compleanno e dietro mi ha voluto scrivere una dedica, ma senza chiedere aiuto. Il risultato è stato: “TANTI AGURI DI BON COPLANO MAMA”. Bè, sono stati i migliori auguri che io abbia mai ricevuto!!! Naturalmente non le ho sottolineato gli errori, spiegandole di aver gradito l’impegno che ci ha messo per scrivere da sola.
Non ho fretta che impari, mi sto godendo questo periodo di transizione e penso che lei stessa capirà l’importanza della scuola e la libertà che porterà, anche e soprattutto in queste piccole e grandi cose.
Mi commuovi ed emozioni sempre, quando parli di te, dei tuoi bimbi, della tua famiglia.
Anche io ricordo i biglietti di mia mamma sotto la tazza del latte o quelli lasciati tra i panini di un pranzo al sacco…
ogni nuovo inizio dei nostri piccoli cuccioli è un nuovo inizio anche per noi…la ri-scoperta della scrittura per te che ami tanto questa forma di comunicazione deve essere entusiasmante, non vedo l’ora di provarlo anch’io!
non avevo pensato a questo aspetto…con Viola così piccola le sto già mettendo sotto le zampe libri da sfogliare e anche penne quando vuole scarabocchiare.
E’ molto bella l’immagine di un figlio a cui poter scrivere.
L’unica cosa che mi lascia perplessa e che forse dovresti spiegarmi meglio è come mai non hai assecondato la sua voglia di “mettersi alla pari”. Tu l’hai interpretata così ma magari era davvero voglia di provare ” a fare”. Non so mi lascia perplessa l’idea della ” la libertà che regala la capacità di estrarre parole da semplici lettere” però …conquistata tra i banchi di scuola, con il “rigore” che cmq la scuola impone. Mi sa poco di libertà.
Boh.
Sarà che non c’avevo proprio pensato.
Eccola qui, la mamma “imperfetta” che adoro.
Fai bene a scrivere post del genere una volta ogni 15 giorni. Perchè sono post su cui la testa lavora e macina per 2 settimane senza sosta.
Grazie.
Mio figlio, a 6 anni, scrive “libri”!!;-)))che tenerezza!
Allora noi abbiamo sbagliato tutto??!! Luca sa i numeri da quando aveva un anno e ha iniziato con le lettere a due, è iniziata da lui in modo del tutto spontaneo continuando a chiedere “questa che lettera è?” e cosi’ ora a tre anni sa quasi tutte le lettere, si confonde ogni tanto ma le sa!Specifico che nessuno di noi lo forza ecc.. parte sempre tutto da lui che talvolta prende un giornale o un suo libretto e inizia a legger le lettere da solo o gli piace qualcuno gliele legga. Quindi abbiamo fatto un casino??
è bello il tuo post! Da quando mio figlio ha imparato a leggere i libri sono diventati uno strumento di gioco importantissimo. Ma l’idea di lasciare bigliettini ai bambini è bellissima, seguirò il tuo esempio!
Che brava che sei stata Silvia con Matteo! Io vedo bimbi che già a 4 anni sanno scrivere e leggere, come se si tendesse ad anticipare tutto!
E un mese fa ho visto i quaderni di Sara, mia nipote, nata stesso anno di Matteo, e sono rimasta sconvolta! Forse io sono rimasta ancora alle mie paginette di parole che iniziano con A, poi con la B di barca, C di cane etc etc …ora partono già dalla frase ..altro che parolina!!
Che emozione!
Che grande emozione!
che tenera mamma che sei Silvia, i tuoi figli sono proprio fortunati.
le tue parole sono sempre emozionanti! mi hai fatto tornare in mente i tanti bigliettini scambiati con mio padre, a fianco o sotto la tazza del the…
la strada che hai percorso assieme a tuo figlio è esemplare: spero che l’amore per la lettura e la scrittura non l’abbandoni mai!
grazie
silvietta